Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: Pleasance Carroll    20/12/2011    5 recensioni
ciao a tutti!
Non sono brava con le introduzioni, ma ci provo.
Questa one shot è una sorta di seguito, un flash della mia precedente long one "Erice Volturi" che ha come protagonista la coppia Erice/Santiago a cui mi sono riscoperta affezionatissima. é anche un regalino natalizio per Ayumi_L e Luce70, e naturalmente è dedicata a tutti coloro che hanno seguito e si sono affezionati alla mia "Erice Volturi".
Mi auguro vi piaccia!
un baciotto
Marty23 ^_^
PS la scena della danza andrebbe ascoltata col sottofondo di "spanish paso doble", tratto dalla colonna sonora di "la maschera di zorro"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Santiago, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

EL MOMENTO DE UN CORAZòN DESPIERTO

Il tempo di un cuore risvegliato

 

Erano trascorsi cinque anni battaglia, avvenuto nei pressi di Olympia, che i Volturi avevano tentato di attaccare nei confronti della famiglia Cullen. Cinque anni, da quando Erice, dopo aver ottenuto, -con l’aiuto di Caius e Marcus- di infiltrarsi, assieme a Logan, tra le fila dei Testimoni; era riuscita a far uccidere Alec, Jane, Felix e Demetri, dalla Guardia, ed a smascherare Aro, su quello stesso terreno di scontro, mostrandolo a tutti- i Cullen ed i Volturi- come l’assassino di sua madre Didyme.

Quando avevano fatto ritorno a Volterra, Erice si era inginocchiata per baciare il suolo che era stato la sua culla e l’aveva vista crescere; ma quello era stato l’unico avvenimento felice, poiché via via che i giorni trascorrevano, andando ad accatastarsi per formare l’immensa, spaventosa montagna che rappresentava quei “cinque anni”, ciò che rimaneva dei Volturi, aveva dovuto abituarsi a radicali cambiamenti: Marcus, Caius ed Athenodora, avevano infatti, preso il comando del can, decretando per prima cosa, che la ragazza che li aveva salvati, squarciando i veli degli inganni che Aro aveva tessuto fino ad allora; riavesse il suo status, tra loro.

Tuttavia, più il tempo trascorreva, più tra le mura d’opali della città, scendeva un’opprimente cappa di silenzio, una sorta di buio, che colpiva ogni angolo di quel luogo anche di giorno, facendolo somigliare, con la sua quiete tombale, ad una città fantasma.

Ogni vampiro, a Volterra, sembrava in attesa di qualcosa…magari una punizione, per aver sovvertito l’ordine del clan, o forse, un premio, proprio per lo stesso motivo, dal momento che aveva distrutto il fondatore dei Volturi, che per millenni aveva seminato bugie e nascosto misfatti.

Santiago Volturi serrò le mascelle, ringhiando appena: poteva capire quel comportamento di attesa, di apatia, solo limitatamente a Marcus- poiché aveva subito la perdita più grande di tutte, essendo stato privato della compagna che aveva scelto per condividere con lei la sua vita- ma Caius,- che era riuscito a realizzare il suo sogno, ottenendo il potere, e spartendolo con sua moglie- perché si ostinava a rimanere sospeso, come se fosse stato circondato da una bolla senza tempo?

E gli altri?

Perché non accettavano il cambiamento?

Perché non festeggiavano a dovere colei che li aveva salvati?

Per quanto gli riguardava, il vampiro messicano era stufo di far parte di quell’ipocrisia, così, quella mattina, si era finalmente deciso a parlare con Erice, ad aprirsi completamente con lei, per mostrarle che in tutto quel cambiamento, che ormai sembrava aver innescato una strana giostra, una cosa non era mutata neppure per un secondo, e sarebbe per sempre rimasta tale il suo amore per lei.

Quando però, non era riuscito a trovarla tra le coperte, nella sua stanza, si era vestito in fretta, determinato a cercarla in tutta Volterra.

Man mano che il sole si faceva più alto nel cielo, e le ore trascorrevano, Santiago sentiva il cuore farsi sempre più pesante, tanto da trascinarlo, ad ogni passo che faceva, in un vortice di dubbi, paure e tormenti che minacciava di soffocarlo.

I pensieri, lo travolsero. In effetti,- riflettè- da quando avevano fatto ritorno a casa, da quella radura nei presi di Forks, Erice sembrava cambiata: inizialmente era stata affettuosa con lui, dimostrando che in sua assenza le era sembrato si non possedere più parte del suo cuore; quasi avesse voluto recuperare il tempo perduto, tuttavia, già sul finire del primo anno, anche la sua umana, sembrava esser stata contagiata da quell’atmosfera che pareva far vivere tutti in un limbo cristallizzato. E, pian piano, ogni momento, di ogni giorno la ragazza si era progressivamente allontanata da lui, armandosi di un gelido distacco che l’aveva portata a rinchiudersi in silenzi assordanti, dietro i quali, erano nascoste mille lacrime; finchè, durante gli ultimi mesi, non aveva finito per tornare nella sua vecchia stanza, quella in cui aveva praticamente vissuto durante tutto il tempo in cui, per i Volturi, non aveva rappresentato altro che un pasto.

 

Era tarda mattina quando il vampiro messicano trovò Erice Volturi seduta, le gambe raccolte al petto, su una nicchia presso la Cinta Muraria, il viso nascosto tra le ginocchia, ridotto ad una maschera di lacrime.

Smise di respirare, per le due titaniche, antitetiche emozioni che lo dilaniarono, in quel momento: il sollievo per averla ritrovata era grande, ma riuscì quasi a farsi sopraffare dallo strazio ce il vampiro sentiva- un dolore che superava di gran lunga quello che il vampiro aveva provato durante la trasformazione- nel vederla così.

Cosa mai poteva averla ridotta in quello stato?

-         Erice…- la chiamò, sussurrando.

La ragazza, udendolo, sollevò piano la testa e, trovandosi davanti Santiago, i riccioli neri che celavano appena gli occhi cremisi, il volto perfetto rintanato sotto il cappuccio del mantello grigio chiaro; non potè impedirsi di sussultare.

-         Erice, piccola, coraggiosa Volturi, cosa ti succede?- le domandò ancora, accovacciandosi a terra, questa volta, per trovarsi alla sua stessa altezza, e guardarla negli occhi.

La figlia di Marcus e Didyme sapeva che quelle parole non si riferivano soltanto al suo comportamento di quel momento. Quindi, fece per gettargli le braccia al collo, per trovare conforto contro il suo petto, per piangere sulla sua spalla, ma all’ultimo, privandosi, a pochi millimetri da lui, di quel contatto, si retrasse.

Trascorsero alcuni, interminabili attimi, durante i quali Erice strinse convulsamente tra le dita il cuore d’alabastro che le pendeva al collo. Poi, dopo aver rivolto gli occhi lontano, all’orizzonte, finalmente parlò:

-         Non sono degna di toccarti, Santiago, né mi merito questo…- mormorò, tra i singhiozzi, mentre si toglieva la collana che il vampiro aveva fatto per lei, quando si erano accettati l’un l’altra come compagni.

-         Perché dici questo, amore mio?- fece lui, dolente, mentre custodiva la sua mano rosea, che teneva ancora quel cuore bianco stretto tra le dita, tra le sue.

-         Perché…da quando siamo tornati mi sembra di continuare a fare errori, anzi, mi pare di averne sempre fatti. Forse è stato uno sbaglio uccidere Aro, visto come ciò che resta del clan sembra vagare nell’ignoto da quando non c’è. Forse, avrei dovuto fare di più per salvare mia madre, così, ora Marcus non sarebbe preda di quel dolore lancinante che gli vedo riflesso negli occhi, ogni volta che lo guardo…- gemette, rammaricata col cuore che le faceva male, ad ogni battito contro il petto.

-         Dolce chica, non pensare mai di aver sbagliato agendo come hai fatto: tu ci hai salvati. Quest’attesa, che avverti nell’aria, nell’ottica della quale tutti si comportano, dipende solo dal fatto che tu, Erice Volturi, hai una concezione diversa, dalla mia, del tempo. Inoltre, un cambiamento tanto radicale richiede un certo tempo per tutti, e se tu, piccola umana, riesci a superare l’idea della morte di Aro, presto, devi avere pazienza, con noi vampiri, che siamo un po’ più lenti…- tentò di drammatizzare le ultime parole per strapparle un sorriso, ma quando si rese conto di aver fallito, perché lei non cambiava espressione, continuò.- Non pensare mai di poter cambiare il passato. Ormai, quello che è stato è stato, tu vivi nel presente, e devi viverlo al meglio, cercando di imparare dal passato, null’altro. Non riesci a capire che semmai avessi tentato di salvare tua madre, avresti dovuto affrontare Aro, e con i tuoi sensi “ibridi” di allora, avrebbe potuto significare la morte, questo, per te? E cosa ne sarebbe stato di me, allora? Non rimpiangere mai le tue azioni, Didyme non lo vorrebbe, anzi, sono certo che sarebbe fiera di te, se ti vedesse adesso, poiché hai portato la giustizia tra di noi.- le spiegò, rassicurante e sincero, con quella voce profonda che fece tremare le ginocchia alla ragazza, facendola quasi scivolare in suo potere, dal momento che, col suo aiuto, trovò la forza di rialzarsi in piedi, ed insieme, il vampiro e la Volturi, presero a passeggiare lungo il camminamento delle mura.

-         Grazie per le tue dolci parole, Santiago. Ma lei mi manca infinitamente, ogni tanto, di notte, mi svegli desiderando di avere ancora qualche attimo da trascorrere con lei, per dirle che le voglio bene, che le sono grata per ciò che ha fatto di me, e che mi dispiace per averla, in un certo senso, allontanata, tutte le volte che non capivo un suo gesto nei miei confronti. Solo ora riesco a vedere che ha fatto tutto questo perché…mi amava.- e subito dopo, senza pensarci, di slancio si aggrappò al collo di Santiago, come fosse stato la sua unica ancora di salvezza, e pianse tutte le sue lacrime, felice di averlo vicino, lui che, con la sua presenza le sembrava la stesse salvando da un baratro.

-         Eppure, da quando ho rimesso piede qui, e lei non c’è, mi sento totalmente sbagliata…- proseguì, quando si fu calmata.- Forse Logan aveva ragione: non ho mai veramente fatto parte dei Volturi…- ragionò infine, ad alta voce.

Per Santiago, udire quelle ultime parole fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso. Tentando di nascondere lo sconfortò, sciolse l’abbraccio della ragazza e si inginocchiò davanti a lei.

-         Per me, e per noi tutti sei, e sarai sempre, a merito, Erice Volturi. Io ti amo, Erice. Immensamente. È tutta l’eternità che ti aspetto, perché sei la mia luce. Ma aspetterò ancora, se sarà necessario, se hai deciso che Logan è, per te, un compagno migliore di me…- le disse, così, per quella che parve un’eternità i due rimasero a fissarsi, immobili, nei pressi di Palazzo Viti, mentre la vita attorno a loro, scorreva indisturbata. Né per Erice né per Santiago era possibile pensare che dalla bocca del vampiro messicano potessero essere uscite simili parole.

La ragazza non riusciva a credere alle proprie orecchie: sin da quando e aveva memoria infatti, lui l’aveva sempre protetta, ed aveva sempre lottato per averla al proprio fianco; quando erano divenuti compagni, poi, aveva fieramente respinto chiunque avesse anche solo osato posare gli occhi sulla sua donna.

Possibile che la loro lontananza- durante l’esilio forzato di lei- l’avesse fatto soffrire a tal punto da ipotizzare che si lasciassero, se questo la rendeva più felice? Pur, di renderla felice?

Erice Volturi boccheggiò, ed il mondo tutt’attorno prese a vorticare pericolosamente: non poteva davvero immaginare la sua vita senza Santiago, perché lui metteva tutto ciò in discussione?

Con dei capogiri ancora tanto forti da rischiare di farla cadere a terra, quindi, la figlia di Marcus e Didyme si avvinghiò alle braccia del suo vampiro, del suo compagno:

-         Hai ancora la lettera che ti avevo fatto recapitare prima della battaglia, da Marcus?- gli chiese, gli occhi verde scuro che indagavano il suo viso bianco, quasi imploranti.

Santiago, annuendo si sbottonò parte della camicia, per mostrargliela: custodiva quel foglio di carta, accuratamente ripiegato cucito all’interno del tessuto, all’altezza del cuore.

La ragazza sentì che il cuore le esplodeva di felicità, mentre calde lacrime di commozione le bruciavano sotto le palpebre.

-         L’ho riletta sempre, ogni notte, baciandola(nella speranza che quel gesto potesse arrivare fino a te) durante tutto il tempo che ci ha divisi dalla battaglia.- le confessò, lo sguardo scarlatto che si intrecciava al suo.

-         Allora, dal momento che ti amo, e ti amerò sempre( e non mi stancherei in qualsiasi istante di dirlo, né ora né mai, né di lasciartelo impresso su mille lettere)come puoi pensare, anche solo per un secondo, che io possa vedere Logan, come altro rispetto a ciò che per me è sempre stato? Ossia, un amico ed una “guardia del corpo”che mi ha protetta durante la caccia che Aro aveva scatenato per catturarmi?- lo rimproverò, e via via che parlava il tono convinto e deciso lasciò il posto alle lacrime.- ultimamente ti ho allontanato solo perché mi sembra sempre di non fare abbastanza, di non essere abbastanza, di essere fuori tempo…- gli mormorò, sincera.

Ormai era scesa la sera. I due si ritrovarono in Piazza dei Priori e, mentre si guardavano- consapevoli di essere l’uno il prolungamento dell’altra, eppure cercando un modo per dimostrarselo a vicenda- una musica dal profumo spagnoleggiante, li sorprese, salendo dai dintorni di Palazzo Viti come una voce passionale, disperata, che li chiamava, li pregava di avvicinare i loro corpi, e di lasciarsi andare, di lasciarsi trascinare…

Solo in quel momento Erice si rese conto che stava sorridendo, come non aveva più fatto da anni: un sorriso sbarazzino, adombrato dal desiderio; gli occhi che le sfavillavano. Un attimo più tardi realizzò che Santiago le aveva detto:

-         Fuori tempo? Tu? Danza con me, chica, e ti dimostrerò che non è così: che sei fatta per questo mondo, per me, per noi e per il nostro amore.- la voce suadente, in grado di farle sciogliere il gelo che aveva sentito dentro sino ad allora.

Quindi, mentre nello sguardo del vampiro brillava la stessa scintilla che aveva animato i suoi, i due presero a girarsi intorno, disegnando un cerchio che si restringeva sempre più, e la danza iniziò.

I due amanti avevano spesso ballato il paso doble insieme, ma mai con tanto trasporto e con tale passione come quella volta.

I loro passi, dal ritmo umano, che si rincorrevano e sembravano affrontarsi, parevano narrare una storia di sfida, come quella tra un torno ed un torero, una storia di sottomissione ed attacco, che mostrava e ascondeva- come fosse stato un drappo di luce e d’ombra- la natura di entrambi, bestiale eppure umana, allo stesso tempo.

Ed Erice, ora che il mondo sembrava essere ammutolito, svanito, tutt’attorno a lei, poteva sentire quella contesa erotica sulla pelle, tanto che, nonostante cercasse di mantenere un’espressione quanto più possibile aggressiva, in viso, come la danza richiedeva- come quella disputa, richiedeva, in quel momento- ogniqualvolta Santiago la sfiorava, sentiva in sé un velo, una barriera, una ritrosia, cadere.

Ad ogni tocco, gelido, eppure rovente, del suo vampiro, infatti, l’anima della ragazza esultava.

Ben presto, il ritmo della musica si fece più serrato, incalzante, ed i loro passi, rapidi come quelli che si eseguono durante una lotta, la seguirono.

Erice riusciva solo a sentire quelle note, con tanta intensità che sembrava avessero sostituito i battiti del suo cuore; a vedere soltanto il viso feroce, dolce e splendido di Santiago, poiché pareva occupare tutto il suo campo visivo; e ad avvertire le sue mani che la richiamavano alla vita, carezzandole la pelle con più impeto di quanto non avrebbe mai potuto fare la gonna che la ragazza indossava, e che, ad ogni suo movimento, sembrava ondeggiare come un mare in tempesta. La figlia di Marcus aveva la sensazione che esistessero solo loro, in tutta Volterra, in tutto il suo mondo.

La musica continuò, per alcuni minuti senza tempo, mentre il suo ritmo saliva, ancora e ancora, facendoli stare al centro di un uragano di sensazioni ed emozioni intensissime; e soltanto quando esplose, Erice si accorse nella piazza, si era radunato l’intero clan Volturi, intento a festeggiare lei ed il suo compagno, con una crosciante cascata di applausi.

La figlia di Marcus stava per lasciare la mano del messicano, le guance imporporate per la foga della danza e per la vergogna per quella massiccia presenza, ma Santiago le fece fare un’ultima piroetta e, con le braccia avvinte alle sue spalle, si chinò solleticandole il collo con i ricci scuri, fino a sussurrarle, in un orecchio:

-         Guarda, mi amor. Come puoi pensare di essere “fuori tempo”? Non vedi l’espressione sorridente che tuo padre ha, grazie a te? Credo che la tua presenza renderà ognuno migliore(penso, infatti, che la tua gioia aiuterà Marcus, non a dimenticare tua madre, ma ad andare avanti, per te); credo che renderà me un uomo migliore perché…te quiero.- le confessò

Erice lasciò scorrere gli occhi verde bosco sulla folla radunata in Piazza dei Priori e, vedendo tutti quei vampiri, sorridenti, vivificati, realizzò che si trovava in famiglia. Quindi, non potè fare a meno di sorridere anche lei mentre rideva e piangeva felice.

-         Anche io ti amo, Santiago.- replicò, ed infine, liberando, sguinzagliando tutta la passione, il desiderio, l’amore che erano stati latenti e-seppur percepibili- serpeggianti, tra i loro corpi, durante la danza; gettò le braccia al collo del suo uomo, e premette le labbra sulle sue, baciandolo, con tutta se stessa.

Quindi, finalmente comprese che quello che aveva detto il suo amato, era vero: dal passato poteva solo imparare, sul futuro, invece, solo sperare- poiché non le era dato sapere ciò che sarebbe stato, domani; ma il presente poteva, e doveva viverlo.

E lei aveva tutta l’intenzione di viverselo fino in fondo, quel presente!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti!

Confesso che non credevo che avrei mai scritto una cosa simile, ma sono troppo affezionata a questa coppia, e sentivo che non potevo lasciarli in sospeso, com’era invece accaduto nella ff cui questa one shot è riferita “Erice Volturi”

Spero che questo post vi sia piaciuto, vorrei farne un regalo di Natale per Ayumi_L che ha fatto scattare l’ultima scintilla a finchè questa storia vedesse finalmente la luce, giorni fa, ed a Luce70 che, quando conclusi Erice Volturi mi disse che avrebbe voluto che Santiago ed Erice si riunissero.

E naturalmente la dedico a tutte/i voi che avete inserito quella Long One tra le preferite, le ricordate o le seguite, senza dimenticare, ovviamente coloro che ancora adesso mi dimostrano il loro appoggio, andando a dare a quella storia una sbirciatina, ogni tanto ^___^

 

 

PS due cose importanti: la scena del ballo è nata, nella mia testa, sulla base di “Spanish paso doble” tratto dalla colonna sonora de “la maschera di zorro” quindi, mi piacerebbe che leggendola, metteste in sottofondo quel pezzoJ

Inoltre, spero si sia capito tutto, e che questa storia vi sia piaciuta ugualmente. Ho cercato di fare del mio meglio, nonostante non abbia mai ballato il paso doble, e tutte le ripetizioni che secondo me si trovano nel testo.

 

 

Fatemi sapere cosa ne pensate

Un abbraccio

Marty23

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Pleasance Carroll