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Autore: cleomery    20/12/2011    7 recensioni
Era da un paio di giorni che quei due erano strani, pensò la professoressa McGrannit mentre Potter e la Granger battibeccavano proprio come una coppia. Osservò meglio lo sguardo della ragazza e poi udì il sospiro di Weasley alla vista di quei due che facevano pace.
Minerva lo sapeva, non sbagliava mai su certe cose.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Minerva McGranitt | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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The usual walk
Questa storia partecipa all'iniziativa Birthday-A del gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling su Facebook ed è interamente dedicata a Jaybree.
Ci tenevo stavolta a pubblicare qualcosa, anche solo per ringraziarti per tutto quello che fai per noi sul gruppo, per i consigli sempre prontissimi e utili, per essere riuscita con le altre a convertirmi alla ship, per le James/Rose ma soprattutto per le splendide parole che scrivi.
Grazie davvero Jay, buon Birthday-A!



Nota: Non so dove sia la classe della McGrannit, né se al quarto piano c'è qualcosa di importante o altro. Diciamo che ho ignorato volutamente e per pigrizia la piantina di Hogwarts. ^^




The usual walk



La professoressa McGrannit insegnava ad Hogwarts da moltissimi anni. Era sempre stata ligia al dovere, precisa nei suoi compiti, moralmente integra e anche se a volte pareva che fosse un po' troppo distaccata teneva molto ai suoi studenti.
Alcuni li prendeva a cuore più di altri ma riusciva molto bene a nascondere queste sue inclinazioni. Sembrava che fosse l'insegnante perfetta, per questo Silente l'aveva voluta con lui nella sua squadra.
Aveva però una strana abitudine, non di quelle che svelano una parte nascosta del carattere, semplicemente strana: dopo ogni lezione imboccava le scale che conducevano al quarto piano, percorreva il lungo corridoio che portava all'ala ovest con passi lenti, infine si fermava ad osservare un'insolito ritratto all'interno del quale si agitava frenetica una foglia mossa dalla bacchetta di una giovinetta dagli occhi vispi. Dopo qualche minuto scendeva dalle scale in fondo al corridoio e tornava al terzo piano, nella sua aula.
Quel venti dicembre l'aria era già frizzante per il Natale e più volte le era capitato di sorprendere gli studenti mentre si baciavano sotto gli innumerevoli mazzetti di vischio che il professor Vitious aveva insistito per appendere.
Osservò il piccolo orologio da taschino che aveva sempre con sé e pensò che entro pochi minuti i corridoio sarbbero stati ingombri di ragazzi.
Ancora qualche giorno e avrebbe goduto della pace che Hogwarts ogni anno in quel periodo regalava a lei e alle sue emicranee e poi, al solo pensiero del banchetto di Natale le venne l'acquolina in bocca: quell'anno si sarebbe concessa una porzione di purridge in più.
Entrò in aula inosservata e il folto gruppo di Grifondoro e Corvonero, preso dalle vivaci discussioni sui regali di Natale, non si accorse del suo ingresso.
Andò a posizionarsi dietro la cattedra e tossicchiò con le braccia incrociate al petto. Gli studenti tornarono ai loro banchi anche se col sorriso: sapevano che quel giorno la professoressa avrebbe fatto trasfigurare e animare gli addobbi natalizi alla classe.
Minerva dal canto suo era piuttosto orgogliosa di quella lezione particolare che vedeva messi in pratica i suoi insegnamenti tra il divertimento generale; inoltre adorava vedere Hermione Granger dare vita ai biscotti decorati con la glassa bianca mentre li appendeva un po' ovunque.
Aspettò che i ragazzi iniziassero a preparare festoni e stelle di ghiaccio e, dopo un breve giro di ricognizione tra i banchi, tornò a sedersi dietro la scrivania.
Si rilassò cullata dal vociare diffuso dei ragazzi e dal tepore che si era propagato dopo l'incantesimo che aveva utilizzato per riscaldare la stanza quando, come al solto, sentì il rumore di vetri infranti e sollevò lo sguardo su una coppia in particolare.
Harry Potter, con le mani in tasca e la testa china in un atteggiamento colpevole, subiva l'ennesimo rimprovero della Granger senza dire una parola, come se contraddirla fosse la cosa più sbagliata del mondo e lui un bambino che aveva appena rovesciato un calderone pieno di pozione bollente.
-Non è possibile, ti avevo chiesto solo di portarmi quella pallina! Ti è stato insegnato a far levitare gli oggetti al primo anno, Harry! Dovrò procurarmene un'altra e ridecorarla da capo.- disse la ragazza mentre i ricci le ricadevano disordinati sul viso e le mani si serravano maggiormente sui fianchi.
Era da un paio di giorni che quei due erano strani: solitamente Potter faceva coppia con Weasley e insieme si divertivano a fare innervosire i Serpeverde o sbirciavano dalle pergamene dell'amica per lo stesso motivo, invece da qualche tempo si sedeva sempre vicino alla Granger, completava le sue azioni come se fosse una sua appendice e lei finiva le sue frasi. Sembravano molto più in sintonia, li aveva anche visti più spesso in giro per i corridoi, chinati in qualche angolo a condividere chissà quali confidenze.
Sorrise complice a quel pensiero e osservò meglio lo sguardo della ragazza. Ah, una donna le capiva certe cose.
E poi Weasley sembrava proprio il terzo incomodo: sempre in disparte, mugugnava risposte incomprensibili e non faceva altro che fissare i due amici da lontano con occhi risentiti.
Potter si avvicino alla ragazza che stava già decorando la piccola sfera di vetro con ghirigori arzigogolati e le rivolse un'occhiata che probabilmente significò qualcosa visto che ottenne un sorriso mentre Hermione gli scompigliava i capelli con aria maliziosa.
Ronald Weasley sospirò di fronte a quella scena e prese a torturare un pupazzo di neve in miniatura che non ne voleva sapere di rimanere appeso alla trave del soffitto.
Al termine dell'ora l'aula era splendida: le finestre brillavano sotto la luce riflessa dalle stelle di ghiaccio e lungo le pareti correva una fila di addobbi che sospettava avrebbe apprezzato persino il professor Piton.
I ragazzi si riversarono puntuali nei corridoi e la McGrannit uscì per la sua passeggiata al quarto piano.
Svoltato l'angolo però qualcosa la bloccò e la fece sorridere di nuovo: i suoi presentimenti non erano mai errati.
Potter stava baciando la signorina Granger sotto il vischio.
Non appena si accorse di lei, passo il braccio intorno alle spalle della ragazza e la salutò con aria gioviale, già diretto in un posto probabilmente più appartato.
Aveva il sospetto che quell'anno i due si sarebbero uniti al banchetto di Natale a scuola e su queste cose, come aveva appena potuto constatare, non sbagliava proprio mai.
   
 
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