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Autore: Yangrine    21/12/2011    3 recensioni
Fiction partecipante alla seconda e terza edizione del “Nero Calendario dell’Avvento”, Natale 2011 e 2012. Cinque capitoli, in pubblicazione per il periodo Natalizio. Capitoli in genere oltre le 1000 parole. Genere banalmente narrativo. Non è che la mia personalissima interpretazione del meraviglioso Canto di Natale di Dickens. L’unico appunto? Confesso di aver sfoderato un pizzico della mia sottile vena dark…
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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A CHRISTMAS CAROL

Capitolo Due: Passato, Dolore

Autore: Yangrine

Spazio dell’autore: Ringrazio chi ha sfoderato la pazienza di leggere e recensire il poverissimo capitolo introduttivo. Giuro che questo sarà più elaborato! Come nell’opera originale, dopo la presentazione del protagonista arrivano i fantasmi…

Note: Fiction partecipante alla seconda edizione del “Nero Calendario dell’Avvento”, Natale 2011. Secondo capitolo di 5, in pubblicazione per il giorno 21 Dicembre 2011. 1361 parole (conta parole di office). Genere banalmente narrativo. Non è che la mia personalissima interpretazione del meraviglioso Canto di Natale di Dickens. L’unico appunto? Confesso di aver sfoderato un pizzico della mia sottile vena dark…

Considerazioni: Ho ragionato molto sulla possibilità di ricalcare fedelmente il vero Canto di Natale, ma alla fine ho optato per una versione più fedele al personaggio centrale, Temari. Nel caso di Scrooge i suoi Natali sono stati un decrescendo dovuto alla sua avidità. Nel caso di Temari abbiamo comunque un decrescendo, ma meno graduale (c’è un evento ben preciso che sancirà la fine della comune vita di Temari) e che non ha nulla a che fare con le sue decisioni. La selezione della figura per il fantasma del Natale passato è stata immediata. Spero vi piaccia questa mia scelta!

Dedica: Questo capitolo sul passato vorrei dedicarlo alla persona che nella mia vita ha avuto un’importanza decisiva. A mia nonna, il cui ricordo mi accompagna ancora con estremo dolore.

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“A Christmas Carol”

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Dormiva da pochissimo quando notò qualcosa di strano. Non focalizzò immediatamente, poi si accorse di un leggero aroma di fiori e di una mano leggera che le carezzava con lentezza i capelli.

Saltò dal letto con la velocità di un fulmine e in un istante era già in posizione di difesa. Impiegò meno di un secondo a focalizzare chi aveva davanti.

-       Chi sei tu?

Menzogna!

Sapeva benissimo chi era. Aveva subito riconosciuto i suoi tratti regolari e i corti capelli scuri.

-       Sono il fantasma del Natale passato

Una voce sottile, sofferente.

Bugiarda! Non era vero, lei lo sapeva! Erano troppo famigliari quegli occhi e lei era lì davanti esattamente come ricordava di averla vista l’ultima volta. Col ventre gonfio, il viso sofferente e sulla schiena un peso troppo grande per essere sopportato.

Sabaku No Karura.

Sua madre in attesa di Gaara.

Sua madre nei suoi ultimi giorni di vita.

-       Cosa ci fai qui?

Notò che la figura impiegava troppo tempo ad individuarla. Quando finalmente volse il viso verso di lei, notò con orrore le iridi prive di pupilla.

Il fantasma, sua madre, era cieca.

-       Sono qui per guidarti. Ti guiderò attraverso i tuoi Natali passati.

Ovvio, era tutto uno stupido incubo dovuto alla soggezione per l’ancor più stupido scherzo di Shikamaru Nara.

Sua madre era morta quando lei era troppo piccola anche solo per ricordarne la voce. Il volto lo riconosceva dal ritratto che possedeva suo zio quando era ancora in vita.

Non avrebbe mai potuto credere che fosse davvero lì davanti a lei.

Eppure… eppure…

Eppure erano così invitanti le sue braccia tese, così rassicurante quel volto un po’ infantile.

-       Temari, vieni da me.

Lo sguardo era rivolto al vuoto. Chissà, forse lei la immaginava ancora come la bambina che aveva lasciato.

-       Perché sei cieca?

Non aveva smesso per un solo istante di tenderle le braccia. La vide scuotere la testa con rassegnazione.

-       Non farmi questa domanda. Questo mi affligge come l’ultimo giorno, quando con tutte le mie forze cercai di immaginarti donna.

Avrebbe continuato ad immaginarla. Non avrebbe mai potuto vederla. Forse era questa la sua punizione. In fondo i fantasmi non  erano tali per avere delle faccende in sospeso in vita? Forse il peccato di sua madre era il rimpianto.

Karura si alzò lentamente. Si lasciò guidare dal profondo ansimare di Temari e le strinse le mani in una presa inconsistente.

Era gelata.

-       Temari, abbiamo un luogo in due tempi da visitare.

Le chiuse gli occhi con le mani. Per un istante sembrò bearsi della sua presenza.

Temari si sentì avvolgere da un freddo pungente che profumava di erba bagnata, poi in un istante tutto cambiò ed al freddo intenso si sostituì un clima più mite e odore di sabbia.

Spalancò gli occhi.

Suna.

Ma era molto diversa da come ricordava di averla lasciata.

-       Ma dove…

 

-       È davvero Suna. Forse non ricordi, ma era così quando eri molto piccola.

Appoggiò la mano sul vetro di una finestra lì accanto.

Non impiegò molto a riconoscere il piccolo edificio ai piedi del palazzo del Kazekage. Era casa sua. Ma più nuova, più curata e con graziose tendine alle finestre.

Sentì le mani gelide di sua madre spingerla verso il vetro. Istintivamente portò le braccia al viso, ma non avvertì niente infrangersi. Semplicemente attraversò il muro e si ritrovò al centro della stanza.

Si ritrovò faccia a faccia con una bambina minuscola, che sembrava non averla nemmeno notata. Aveva i capelli biondi e indomabili, gli occhi verdissimi.

-       Mamma!

Corse verso le braccia aperte di una donna giovanissima. Accanto a lei caracollava un bimbetto ancora più piccolo con i capelli scuri.

Inutile dire che riconobbe all’istante se stessa, sua madre e un piccolissimo Kankuro.

La mano gelida di sua madre fantasma le si posò lieve sulla spalla e il suo profumo di fiori le inondò le narici.

-       Cosa vedi?

Si guardò intorno con fare circospetto. Era evidente che nessuno a parte il fantasma potesse vederla.

Kankuro giocava placidamente con una piccola marionetta. La Temari bambina si crogiolava tra le braccia della madre.

La casa era graziosamente addobbata. Un albero di Natale, festoni sulle mensole e ciotole piene di dolci.

Non ricordava nulla della sua casa così ben curata. Era davvero troppo piccola.

-       Ero felice.

Sembrava quasi innaturale pronunciare quella parola, però era così. La Temari bambina amava molto sua madre e sua madre amava lei. Era tutto così dannatamente perfetto.

Vide la sua mamma che nel passato le porgeva un piccolo dono.

-       Temari, questo è per te. Buon Natale.

Che sorriso meraviglioso aveva. Perché nessuno dei suoi figli aveva ereditato i suoi tratti così gentili? Perché il suo viso era dovuto sparire con lei?

Vide la bambina affaccendarsi con il nastro colorato e strappare la carta. Poi il suo sguardo illuminarsi ed estrarre dalla scatolina quattro elastici di un bel rosso acceso.

-       Che belli! Sono davvero per me?

La bambina si gettò di nuovo tra le braccia della mamma che le accarezzava placidamente i capelli. Dov’era finita quella creatura così affettuosa?

-       Dammi gli elastici.

Assistere alla scena successiva le strinse il cuore come mai le era successo. Nel passato sua madre le acconciava i capelli in quattro adorabili codini. Fu bello e terribile scoprire l’origine della sua abitudine.

Il fantasma di sua madre sembrò riconoscere la scena da quello che sentiva. Temari avvertì il dolore profondo che questo le provocava.

Lei parlava e camminava già in autonomia, Kankuro mostrava di avere qualche mese di vita. Il ventre di sua madre non era piatto. Significava solo una cosa.

Quello era stato il loro ultimo Natale insieme.

-       Portami via di qui.

Silenzio. La bambina rideva spensierata e mostrava orgogliosa la sua nuova acconciatura al fratello.

-       PORTAMI VIA DI QUI!

Di nuovo silenzio. Carico di tensione.

-       Non posso portarti via di qui. Posso solo andare avanti.

Temari si gettò a terra trattenendo la testa. Digrignò i denti per non pensare. Avvertì la mano gelida del fantasma carezzarle i capelli, il suo profumo farsi più forte, le risate della bambina spegnersi e l’ambiente farsi più freddo.

Quando riaprì gli occhi si ritrovò nella stessa stanza, ma era molto diversa da come l’aveva lasciata.

Non c’erano decorazioni, nessun albero di Natale. Il caminetto era spento e le tendine alle finestre erano logore e ingiallite.

Si guardò ancora intorno.

-       Cosa è successo qui?

La presenza gelida di sua madre era ancora al suo fianco.

-       È solo passato del tempo.

Nella stanza c’erano tre bambini. Uno di loro se ne stava accovacciato in un angolo fissando il vuoto con occhi gelidi.

Temari rivide se stessa bambina, a forse cinque anni, guardare con odio e terrore il bambino nell’angolo. Il terzo bambino, Kankuro, si rintanava alle spalle della sorella.

Il piccolo Gaara sembrava non notarli affatto, ma quando si mossero verso la porta li fulminò con lo sguardo.

Con sguardo più adulto Temari si accorse dell’ingiustizia di quei gesti. Ricordava quel giorno, o forse ricordava le innumerevoli volte in cui era successo qualcosa di simile.

I due bambini fissarono con disprezzo il fratellino. Presero i loro giocattoli e se ne andarono verso la porta.

Fu istintivo per Temari cercare di fermarli.

-       Ti odio.

Le si gelò il sangue a sentire la sua voce di bambina dire quelle parole.

-       No, vi prego..! Non lasciatelo da solo!

I due uscirono dalla porta. Quando questa si chiuse il piccolo Gaara si rannicchiò ancora di più. Con stupore Temari notò le lacrime rigargli il viso inespressivo.

Si gettò su di lui cercando di abbracciarlo. Gli sfuggì dalle braccia.

-       NON LASCIATELO DA SOLO! Lui non ha colpa!

Rinsavì dal momento e si ritrovò ansimante e sudata tra le lenzuola del suo letto.

Si guardò intorno.

La stanza era esattamente come l’aveva lasciata. Non c’era traccia di sua madre ne dei bambini. Corse alla finestra e l’unica cosa che vide fu l’innevato paesaggio di Konoha.

Era stato un incubo.

Eppure era stato tutto così reale.

Fu colta da una spossatezza indicibile. Andò per gettarsi sul letto. La stanchezza era tale da non accorgersi nemmeno del dolce profumo che aveva impregnato le lenzuola.

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Credo che siano ANNI che non scrivo qualcosa (che non sia una recensione XD) che superi le 1000 parole! Inutile dire che è questo è probabilmente dovuto alla mia passione per quest’opera.

Devo dire che la stesura di questo capitolo non è stata facile. Ho avuto diverse difficoltà e perplessità. Alla fine il capitolo ha un valore non eccelso. Avrei voluto studiarmelo di più. In fondo è il passato la parte fondamentale da approfondire in Temari.

Comunque posso ritenermi mediamente soddisfatta. Ho descritto le due situazioni che mi interessavano, il pre e il post Gaara. In fondo è stata la sua nascita a sconvolgere la vita dei fratelli. Tutto è cambiato con lui. Ma è anche vero che nel presente Temari si è effettivamente resa conto della situazione e quasi si fustiga per gli errori che ha fatto. Forse non ho descritto tutto come avrei voluto, ma le situazioni che avevo in mente erano proprio queste.

Ora, la scelta di Sabaku No Karura come fantasma del Natale passato è stata una cosa molto istintiva. Meno istintivo è stato rappresentarla come una donna sofferente, cieca agli ultimi giorni di gravidanza.

Ho fatto queste scelte perché ho pensato che rappresentassero bene i punti cruciali dei cambiamenti nella vita di Temari oltre che il concetto stesso di passato. Nel caso specifico, ho pensato che il passato di Temari non potesse vedere il presente proprio perché rappresentato da sua madre, morta nel rimpianto di non poter veder crescere i propri figli. La scelta di rappresentarla in piena gravidanza è venuta perché quella situazione di sua madre è stata il punto di cambiamento della vita di tutta la famiglia.

Non so rendermi conto se le cose che ho detto qui siano effettivamente percepibili nel componimento (è il motivo per cui scrivo il post fic, in fondo…), ma mi auguro che vi sia piaciuto e abbiate trovato piacere in queste povere righe.

Vorrei ringraziare Thomas Mordechai, che ha avuto la pazienza di leggere, recensire ed inserire la storia tra le seguite. Inoltre il mio saluto va al fantastico forum NERO che ogni giorno trova nuovi modi di costringere noi povere iscritte ai lavori forzati invogliare il nostro spirito creativo!

The Black Parade

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Merry Black Christmas

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