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Autore: Ofelia20    22/12/2011    1 recensioni
Un' esperta banda di ladre capitanata dalla rossa Roxy, semina il panico nei musei, nelle gallerie e nei più prestigiosi appartamenti dell'elitè di New York. Toccherà a Peter Burke e Neal dar loro la caccia.
DAL SECONDO CAPITOLO
“Ma dai! Una banda di abili ladre … sono l’unico a trovare la cosa stranamente eccitante?” disse Neal spalancando le braccia con uno strano luccichio negli occhi e il suo solito sorriso malandrino stampato sul volto.
“Si, sono proprio le donne dei tuoi sogni eh? Quando le arresteremo sarai libero di provarci con loro” gli rispose Peter con condiscendenza, anche se non voleva ammetterlo, ma trovava anche lui il caso estremamente affascinante. Finalmente il duo Caffrey e Burke si rimetteva all’opera su un vero caso.
Genere: Azione, Commedia, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Non posso crederci. Ci sarà un gala al Met e noi dovremmo godercelo stando “comodamente” seduti nel nostro profumatissimo furgone” commentò con sarcasmo Neal mentre si dirigeva verso l’ascensore con il suo collega Peter.

“Sta tranquillo, tu non passerai la serata nel furgone. Passa a casa a prendere il vestito elegante: andrai al galà” annunciò passando l’invito al ragazzo che lo guardava sorridendo sorpreso.

“Dici sul serio Peter?” chiese il ragazzo per accertarsi,prima di lasciarsi prendere dal entusiasmo, che il suo amico non si stesse prendendo gioco di lui.

“Che mostro sarei se non permettessi a Neal Caffrey di partecipare ad un galà così importante” rispose Peter  questa volta caricando lui la sua frase con sarcasmo ed ironia.

“Non vedo l’ora!” esclamò Neal mentre analizzava il suo invito.

“Ehi, ricordati che sarai lì per lavorare, non per fare baldoria. Dovrai cercare tra le invitate quelle con i capelli rossi che somigliano alla nostra sospettata, avvicinarle e tenerle d’occhio nel caso ad una di loro venisse voglia di rubare qualcosa. Registreremo le conversazioni con questo.” Disse porgendogli un orologio dal taglio elegante  mentre il ragazzo si affrettava a metterlo intorno al polso “Noi saremo pronti ad entrare in azione. Mi raccomando Neal sta attento!” gli raccomandò Peter.

“Sta tranquillo!” gli rispose Neal, nei suoi occhi blu era ricomparso una bagliore d’eccitazione. Non sapeva se era per il fatto che stesse per partecipare, se pur per lavoro, ad un galà di uno sei più importanti musei della nazione; o perché probabilmente quella sera avrebbe fatto la conoscenza di quella donna.

 

Roxy, Sawyer, Purple e Blair erano pronte per il loro colpo. In quei giorni avevano programmato tutto, il loro piano non poteva fallire. Si erano preparate per quella sera e niente poteva coglierle di sorpresa. Forse.

Arrivarono con auto diverse, fingendo di essere delle estranee, se qualcosa sarebbe andato storto o se qualcuno le avesse notate, sarebbe stato meglio che non rischiassero tutte insieme, così che poi quelle rimaste avrebbero comunque potuto portare a termine il colpo. Presentarono alla donna che accoglieva gli ospiti vestita con un elegante abito nero gli inviti che erano stati accuratamente falsificati da Catilina. Poi fecero il loro ingresso nell’immensa sala addobbata elegantemente per l’occasione. Senza dare segno di conoscersi le ragazze si sparsero per la grande sala: Sawyer che indossava un lungo vestito grigio scuro, che andava decisamente contro la sua natura e contro quello che era il suo consueto modo di vestire, si fiondò verso il bar e chiese da bere il suo solito whisky liscio per iniziare la serata. Purple invece, che indossava un vistoso abito bordeaux, corto fin sul ginocchio e il collo gonfio di fiori di stoffa pomposi, si perse ad osservare la stanza e a mischiarsi con quell’eleganza congenita e a fare amicizia, chiacchierando con i più importanti esponenti della serata. Blair invece stretta nel suo lungo e attillato vestito fucsia si guardava intorno spaesata, si fermò per prima al buffet per cercare di mangiare qualcosa, afferrò delle tartine e le trangugiò mentre i suoi occhioni azzurri non la smettevano di guardare adoranti l’immensa eleganza della stanza. Roxy fu l’ultima ad arrivare, indossava un elegante vestito nero leggermente decorato da delle pietre brillanti sul petto, con delle scarpe luccicanti abbinate, e non fu difficile per lei mischiarsi tra la folla.

Anche Neal Caffrey aveva fatto il suo ingresso nella sala. Camminava tra gli invitati del galà con una coppa di champagne tra le mani, cercando anch’esso di non dare troppo nell’occhio. Si aggirava tra la folla, attento a scorgere tra le donne coperte di costosi abiti griffati, la chioma rosso fragola che cercava. Vide una ragazza ferma in mezzo alla stanza, aveva i capelli mossi e rossi. La guardò per qualche secondo, poi riprese a camminare e non perse l’occasione per parlarle. Camminando, con la sua solita andatura raffinata e signorile, simulò uno scontro con la ragazza.

“Mi scusi tanto.” Disse fingendosi, con la sua solita dote teatrale, sinceramente dispiaciuto, e poi concedendo uno dei suoi irresistibili sorrisi.

“Si figuri!” la donna lo guardò, e evidentemente non poté fare a meno di rimanere folgorata dalla bellezza del giovane e subito si affrettò a presentarsi: “Sono Susan”

“Piacere Nick!” si presentò a sua volta Neal, usando una delle identità che più gli stava a cuore. Sorrise di nuovo compiaciuto, ancora una volta il suo fascino lo aveva aiutato.

 “Si sta divertendo Nick?”gli chiese la donna con un tono di voce più caldo di quello che usava normalmente e carico di sensualità.

“Molto di più adesso” rispose Neal anche lui in modo seducente, poi la guardò attentamente. I suoi capelli non era dello stesso rosso intenso che aveva la donna della foto, e in più c’era qualcosa dentro di lui che gli continuava a ripetere che non era quella la donna che stava cercando. Ormai conosceva quel tipo di persone, quelli come lui, e quella Susan non era dotata dello stesso fascino che possedevano i truffatori. Così decise di allontanarsi e continuare la sua ricerca.

“Mi scusi, devo andare” disse quasi bruscamente alla donna, che rimase ferma nel mezzo della sala, a fissare impietrita la figura del ragazzo che spariva tra le persone.

Neal continuò ad osservare tutti gli invitati, a camminare per l’immensa stanza in cerca di quella donna. Di tanto in tanto si fermava a farsi riempire il bicchiere, a mangiucchiare qualcosa dal buffet, e a scambiare qualche parola con qualcuno degli invitati. Era più di un’ora che portava avanti la sua ricerca, ma non era ancora riuscito a trovare niente. Si sentì quasi deluso, forse si era sbagliato. Forse la “Banda della Rossa” aveva deciso di rimandare il colpo, e la sua supposizione era totalmente sbagliata. Non avrebbero sfruttato comunque il Galà per il loro furto. Quasi affranto, si diresse verso la postazione del bar, era stanco di bere champagne, aveva bisogno di qualcosa di più forte. Non sapeva se fosse più deluso perché aveva sbagliato, o perché non aveva avuto l’occasione di conoscere quell’intrigante ladra dai capelli rossi.

Il tempo sembrava non passare mai. Roxy odiava trovarsi lì, tra centinai di persone ricche che si godevano la loro vita respirando il dolce profumo del denaro. Con quasi un’espressione di disgusto sul viso finì di bere il contenuto del bicchiere che aveva in mano, e guardò per l’ennesima volta l’orologio. Era ancora troppo presto per mettere in atto il piano, e questo significava essere costretta a restare ancora. Senza farsi notare guardò in direzione delle sue amiche, loro si che si stavano godendo la festa: Blair non faceva altro che mangiare e chiacchierare con un giovane ragazzo che aveva incontrato all’inizio della serata, Purple invece si stava divertendo con un gruppo di anziane signore, tutte del suo stampo, aveva finalmente trovato il suo ambiente. Persino la cupa Sawyer aveva trovato un passatempo per la serata, continuando a farsi offrire da bere da un uomo molto più grande di lei. Roxy sbuffò, guardò il suo bicchiere vuoto, e pensò che per poter sopportare quel ambiente ancora per molto, doveva assolutamente riempirlo con qualcosa di forte. Si fece largo tra gli invitati, sfiorando i tessuti pregianti dei vestiti e annusando folate di profumi costosi che ricoprivamo le donne e gli uomini all’interno del museo. Arrivò finalmente al bancone del bar e quasi vi si gettò, facendo un segno con la mano al cameriere per richiamare la sua attenzione, questi le passò davanti più volte e tra la confusione non udì le sue richieste.

“Cosa prende signorina?” le chiese una voce suadente alla sua sinistra. Istintivamente la donna alzò lo sguardo e vide il padrone di quella voce. Lo guardò per un istante e poi pensò che, forse, quello poteva essere il suo passatempo per la serata.

“Un Gin Tonic, grazie.” Gli rispose sorridendogli.

“Un Gin Tonic per la signorina, e già che c’è riempia anche il mio” disse al cameriere il ragazzo, alzando il braccio e la sua calda voce. L’uomo dietro il bancone non tardò ad eseguire il suo ordine, servendo la bevanda a Roxy.

“Alla sua salute, signor?” chiese la rossa sorseggiando il suo Gin.

“Nick Halden, ma chiamami Nick.” Neal se ne stava appoggiato al bancone convinto ormai che non avrebbe trovato la donna quella sera, ma poi vide una ribelle chioma di ricci rosso fuoco avvicinarsi a lui. La osservò, era una ragazza tanto bella quanto particolare, e il suo istinto gli disse che era lei la rossa che stava cercando. Così con il suo solito accattivante modo di fare era riuscito a parlarle e adesso stava cercando di attirarla nella sua trappola.

“Io sono Valerie, molto piacere Nick”si presentò a sua volta Roxy, usando anche lei un nome falso. Non sapeva perché avesse usato quel nome, forse perché era il titolo di una canzone che stava ascoltando in macchina lungo il tragitto da casa sua al museo e che pensava la rappresentasse, o più semplicemente perché le piaceva.

“Il piacere è tutto mio, credimi. Allora, come mai sei qui, Valerie?” le chiese Neal cercando di trattenere il più possibile la ragazza che però non aveva nessuna intenzione di allontanarsi. Nel frattempo, il ragazzo spinse il pulsante che aveva sul orologio, avviando la registrazione e permettendo così a Peter di ascoltare la sua conversazione.

“Sono un’antiquaria. E in più adoro l’arte” rispose tranquillamente Roxy, continuando a bere il suo drink, recitando perfettamente la parte che aveva appena inventato. “E tu invece?” chiese poi, curiosa di sentire quello che NickNeal le avrebbe risposto.

“Sono solo un appassionato di arte. Non sapevo che le antiquarie fossero così carine” disse sorridendo sornione il ragazzo.

“Bè si, infatti ce ne sono poche.” Rispose RoxyValerie ridacchiando, seguita da Neal. La ragazza vide le sue tre amiche che erano già pronte nelle loro postazioni, impazienti di mettere in atto il loro piano. Come sempre Blair con la sua aria innocente, avrebbe cercato di distrarre la sicurezza, Purple avrebbe fatto il palo mentre Sawyer disattivava l’allarme, o qualunque altro dispositivo di sicurezza si sarebbe messo tra loro e la refurtiva,e le eventuali telecamere e Roxy avrebbe tagliato dalla cornice il quadro, con una precisione unica, che solo lei poteva avere. E poi se la sarebbero data a gambe, prima che qualcuno avesse scoperto il furto. La rossa avrebbe voluto avvertirle con lo sguardo, ma il ragazzo di fronte a lei, che dava però le spalle al resto della banda, se ne sarebbe accorto. Così discretamente, mentre continuava a sbevazzare, parlare e ridacchiare con Nick estrasse il cellulare dalla sua elegante pochette che teneva sotto il braccio, e scrisse un criptico messaggio che inviò a Sawyer.

                                                                           SONO OCCUPATA. DOVRETE CAVARVELA SENZA DI ME. CI VEDIAMO A CASA.

Infilò il cellulare nella borsetta, Neal ovviamente si era accorto del sms che Roxy aveva inviato, eppure non riusciva a scorgere nessun cambiamento: né sul volto della ragazza né all’interno dalla stanza. Roxy rivolse un’occhiata verso dove, pochi istanti prima erano ferme le ragazza e con felicità vide che non c’erano più. Tirò un respiro di sollievo e continuò la sua amabile conversazione con quel giovane dai magnetici occhi blu.

 

Al interno del angusto furgone di sorveglianza Diana, Peter e Jones osservavano da alcuni piccoli monitor le sale deserte del museo, mentre con le cuffie osservavano attentamente la conversazione che l’orologio di Neal stava registrando.  Gli occhi di Peter erano fissi sul monitor la cui telecamera puntava le opere di Botticelli e Caravaggio che la donna dai capelli rossi era stata scoperta a fotografare furtivamente. Ma ormai la serata cominciava a giungere al termine, e neanche le parole della giovane che Neal stava abbordando valevano qualcosa. Peter si alzò sbuffando ormai quasi certo di aver fallito, nessuna “Banda della Rossa” avrebbe colpito quella sera.

“Ragazzi, credo che per questa sera non prenderemo nessuna banda!” esclamò Peter ai suoi colleghi, arrendendosi al pensiero che gli girava per la testa.

“Non arrendiamoci capo.” Disse Diana cercando di tirare su di morale Peter.

“Si dai. Tanto ormai siamo qui. Ricolleghiamoci con le telecamere delle altre stanze. Controlliamo la situazione.” Ordinò Peter puntando di nuovo gli occhi contro il monitor. Passarono in rassegna tutti i settori del museo senza trovare nulla di strano, fino a quando Jones esclamò:

“Ehi Peter è normale che in quella stanza manchi una tela?”

“No. Non credo che sia normale.” Disse allarmato Burke mentre afferrava il cellulare per chiamare il direttore del Museo, che era stato messo in allerta. Si scambiarono poche parole, e poi Peter impallidì.

“Infatti, non è affatto normale che manchi una tela. È appena stata rubata.” Informò poi gli altri suoi colleghi. con la voce carica di rabbia. Poi prese di nuovo il suo cellulare tra le mani per avvertire Neal.

“Neal ci hanno fregato. Hanno appena rubato un tela, il direttore ha detto che si tratta di un Monet. Stavamo tenendo sotto controllo la stanza sbagliata maledizione” disse velocemente.

 

Neal ascoltò le parole di Peter dall’altra parte del telefono, mentre il suo bel volto si piegava in un’espressione piuttosto confusa.

“D’accordo ti aspetto qui allora!” disse terminando la chiamata. Questa volta era stata Roxy ad aver intuito la stranezza di quella telefonata, appena Neal allontano di qualche centimetro il cellulare dall’orecchio, la rossa gli sussurrò nell’altro: “Ci rivedremo presto Nick” e quando il ragazzo si girò per fermarla, lee era già sparita tra la folla.

 

 

Ciao scusate se ci ho messo tanto. Ma diciamo che mi sono presa le vacanze di Natale in anticipo. Ma non temete, ora sono qui, e non mi fermerò più. È un capitolo piuttosto lungo, e spero che tutti i passaggi siano chiari. Io ne sono abbastanza soddisfatta, e voi?? Ringrazio tantissimo tutti i lettori, soprattutto quelli che mi lasciano le recensioni, grazie per la forza che mi date e che mi fa andare avanti. Vi aspetto al prossimo… Baci!! Ah e BUON NATALE A TUTTI!!!

   
 
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