Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: _diana87    22/12/2011    7 recensioni
[Possibile alzamento di rating per i temi trattati]
"Qualcuno dice che la guerra più grande da combattere è quella interiore, contro noi stessi."
Un pacco bomba esplode al 12esimo distretto. Un caso o un attentato? Fatto sta che quello stesso giorno Castle viene inviato dalla sua casa editrice in Israele per scrivere qualcosa di diverso, un racconto-reportage sulla primavera araba in corso; nel frattempo Beckett, Ryan ed Esposito vengono scelti per addestrarsi insieme ai marines in Iran. Separati dalla guerra che irrompe all'esterno, Castle e Beckett riusciranno a ritrovarsi? Ma sopratutto la battaglia più grande per Beckett sarà quella interiore: combattere contro i suoi demoni che le riportano alla mente quando rischiò di morire.
Storia narrata dal punto di vista di Kate Beckett.
Storia classificata all'11° Turno dei CSA al 1° posto nella categoria "Sad".
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Keep followin' your daily routine'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scusate il ritardo ma causa studio non potevo aggiornare

Scusate il ritardo ma causa studio non potevo aggiornare!

Ho fatto un esonero di diritto (il famoso esonero lol) e vi dico solo che ho copiato per filo e per segno sui riassuntini grazie al prof e assistenti che interrogavano agli studenti... Dio benedica gli studenti Erasmus!!
Vabbeh bando alle ciance, ecco il nuovo cap!! Non vi anticipo nulla u.u

 

 

 

Ma anche noi piangiamo come le stelle a testa in giù?

 

 

 

Sembra incredibile ma è già passata una settimana e domani salperemo alla volta della città santa.

Sono stata con Bridget e Laura al mercato nei pressi di un villaggio qui vicino... è povero, ma ci sono cose particolari, che almeno per me, una donna occidentale, non indosserebbe mai. Ho comprato un velo di cotone, color bianco, molto semplice e con perline colorate ai lati.** Le donne israeliane lo chiamano "snood" e messo in testa crea una specie di cappuccio.

Vorrei usarlo per qualche serata speciale, ma qui in guerra come si fa a trovare un'occasione simile?

Il sergente Tacker mi ha addirittura consigliato di tagliarmi i capelli altrimenti in addestramento avrebbero causato problemi.

Da una parte sono stanca di farmi una cipolla per tenermi i cappelli sopra, ma dall'altra mi piace troppo averli lunghi.

 

Verso pranzo, soldati, giornalisti e scrittori, ci siamo riuniti tutti insieme a mangiare. Qualcuno su un tavolo, altri da un'altra parte... in ogni caso è una scena molto intima che dà il senso di essere in famiglia. Poi alcuni si alzano e prendono altro cibo, altri si radunano in cerchio. Di nuovo la Sindrome dei Marines si fa sentire anche in questa occasione. Abbiamo delle tazze con dentro una zuppa deliziosa che ci ha preparato il cuoco addetto delle trincee, tale Zac. E' un ragazzo canadese di circa 26-27 anni, che si era arruolato per fare il marine, però alla visita medica lo avevano scartato perchè troppo magro. Così lui si era accontentato di fare il cuoco, seguendo sul campo i soldati. Racconta però che molto spesso in addestramento gli fanno sparare qualche colpo, il che a lui non dispiace.

"Certo, una cosa è stare sul campo e fare queste cose... un'altra è farlo quando sei in addestramento. Mi capisce, agente... signora...?"
Rido di fronte l'evidente imbarazzo di Zac.

"Chiamami Kate... ho qualche anno più di te, per carità, non sono ancora una signora!"

Poco più in là, vedo Rick assistere ad un'animata discussione tra un suo collega scrittore e un soldato. I due si stanno puntando le dita uno contro l'altro, ma Rick è lì che prende appunti, quasi divertito. Sembra che stia assistendo ad un incontro di boxe. Per certi versi non cambia proprio mai, resta sempre un bambino di 12 anni, in fondo.

"Voi scrittori ci rappresentate come degli eroi di guerra, che si alzano la mattina convinti di andare a fare una scampagnata... ma chi vi credete di essere? Voi non sapete cosa vuol dire stare qui, cazzo!!" urla il soldato dai capelli biondi, alto e muscoloso.

"Nessuno ha mai detto che siete degli eroi... eroe è una persona che si batte per degli ideali, che sacrifica se stessa per ciò in cui crede e poi torna a casa... morto! E lo Stato gli regala una medaglia al valore... ecco qua!" dice lo scrittore, minuto, moro con degli occhiali da vista molto costosi, che ogni tanto sistema sul naso, dandosi quell'aria superba.

Rick si da dei colpi sulla fronte, coprendosi il volto, forse vergognandosi per quelli della sua "razza".

"Ma io ti spezzo in due, razza di pagliacc---"

Deve intervenire McNeil per separare i due e far tornare il soldato biondo sull'attenti.

"Soldato, ti sembra questo il modo di dare il buon esempio davanti ai nostri concittadini? Siamo qui per servire il paese, non per fare figure di merda!"
"Signorsì sergente!" fa il soldato, mettendosi sull'attenti.

Improvvisamente è diventato rigido e si è stato zitto. Poi McNeil fa segno agli altri di continuare e osservo Rick che alza una mano lentamente.

"Posso dire qualcosa?"
"Certo."
Oddio e ora cosa mi combina?

"Prima di tutto volevo riferire che qui non ci sono solo scrittori che parlano di guerra e di eroi. Ma ci sono anche scrittori che come me, parlano di eroine..."
Sto temendo il peggio... se osa mettere in mezzo cose come "musa" o Nikki Heat, giuro che lo ammazzo...

"...che sono fonte di ispirazione per molti di noi, sopratutto per me! Ogni scrittore ha la sua propria musa, sapete?"
Bridget e Laura lo guardano come due oche giulive, poi le vedo che confabulano tra loro e rivolgono sguardi verso di me... perfetto, Kate si prepara alla sua figura di merda. Ci penserà Beckett a prendere Rick Castle a calci in culo.

"Oh mio Dio ma lui è Richard Castle, lo scrittore di Nikki Heat!!"
"E Nikki Heat è Kate Beckett, la sua musa!!"
Sento gli sguardi dei militanti su di me... immagino cosa staranno pensando... mi ci vedono in quelle scene tratte dai libri di Castle, vestita sexy e in atteggiamenti provocanti col suo scrittore... mai sentita così in imbarazzo. Raggiungo Rick pronta per metterlo da parte.

"Veramente non era questo che volevo dire..." Castle cerca di salvare la situazione, ma ormai è troppo tardi.

"Lo scrittore e la sua musa che combattono il crimine... qui in guerra!" fa Laura con lo sguardo sognante.
"Com'è romantico!" conclude Bridget, nel momento in cui sto per prendere Rick per un orecchio e rimproverarlo, ma ormai sembra essere diventato palese a tutti che tra me e lui c'è qualcosa che va oltre i libri.

Abbasso lo sguardo, rinunciando ad incenerire Castle, mentre lui si sistema la sua camicia e poi mette un braccio attorno alla mia vita, portandomi vicinissima a lui.

"Beh ci avete scoperto!" dice poi sorridendo.

Quando trovo il coraggio di alzare lo sguardo, vedo McNeil scuotere la testa e guardarmi torvo.

 

"C'è qualcosa che non va? Cos'era quello sguardo? Devo aspettarmi la paternale?" irrompo nella tenda dove il sergente McNeil sta preparando quelli che a prima vista sembrano piani di guerra.

Ma lui non alza minimamente il viso.

"E' per quel discorso su un uomo e una donna in guerra, vero? Hai paura che possa succedere qualcosa che comprometta la missione?"

Continuo a far domande, di cui so non riceverò alcuna risposta. Il sergente continua a sistemare i suoi documenti, poi passa ad un tavolo dove ci sono dei piccoli carro armati in miniatura, che sistema appositamente sopra una mappa, come se stesse giocando alla battaglia navale.

"E' per via del suo passato, vero? Di questa donna che ha conosciuto sul campo... se n'è innamorato... e l'ha persa in guerra... teme che possa succedere lo stesso tra me e Rick Castle?" mi azzardo a dire, mordendomi subito il labbro, quasi come se volessi rimangiarmi ciò che ho detto.

Non sono mai stata brava ad esternare i miei sentimenti e dire quello che provo, ma quest'uomo forse mi ricorda troppo mio padre, e sentendo la mancanza della figura paterna reale... trovo il sergente McNeil come mio appiglio. La verità è che non sono neanche mai stata brava nelle relazioni con gli uomini.

Samuel McNeil si alza lentamente guardandomi fissa negli occhi. Poi mi porge una foto... è un po' sbiadita, però riesco a riconoscere un lui da giovane con accanto una ragazza. Entrambi vestiti con le tute mimetiche.

"E' davvero brava come detective." mi dice e poi si allontana tornando ai suoi carri armati di plastica, a giocarci, così come se non fosse successo nulla.

Trattengo le lacrime perchè anche stavolta il mio intuito non ha sbagliato, proprio come mia madre... lei non mancava mai un colpo, per questo è stata uccisa, credo... ma ora mi sento in colpa... e mi sorge un'altra domanda: ma la guerra può cambiare davvero un uomo? Io ho sempre detto che dopo che si è visto la morte in faccia, inizi ad apprezzare la vita. Ma loro dicono che quando vai e vieni da una guerra, è come se fossi andata e venuta dall'Inferno... e la tua vita non è più la stessa.

Ho bisogno di stare con qualcuno con cui posso sentirmi davvero a casa... ma prima devo fare una telefonata.

 

Sono visibilmente sconvolta e ancora sopra pensiero, non mi accorgo di scontrarmi con Rick.

"Ehi, Kate..." mi prende per il braccio, voltandomi verso di lui, "che succede?"
Crollo per l'emozione, diventando un salice piangente... perchè sto piangendo... non riesco a fermare le lacrime, poi prendo la collanina di mia madre che ho sul collo.

"Ho bisogno di chiamare mio padre, Rick."
Lui non dice nulla, ma fa un cenno di assenso con la testa, asciugandomi le lacrime.

"Prima però bisogna togliere queste dal tuo viso altrimenti bagnerai tutto il mio tablet!"
"Scemo." gli dò uno spintone e improvvisamente mi torna il sorriso.

Com'era quella canzone degli Oasis? Ah sì, and after all, you're my wonderwall. Rick Castle, sei il mio muro delle meraviglie. Ma non glielo dirò mai... forse.

 

Rick mi adagia il suo tablet sulle gambe, skype è già aperto. Scorro con le dita sullo schermo, ma sono sudate, sto tremando e combino un casino. Allora lui prende lo strumento e scorre la lista di skype per me, finché trova il contatto di mio padre... ci clicca su, alza il volume e in sottofondo si sente un "tu tu"...

Il mio scrittore fa per andarsene, riportando il tablet sulle mie gambe, ma lo fermo, facendogli segno di sedersi accanto a me. Finalmente appare qualcosa... oh mio Dio, c'è mio padre dall'altra parte dello schermo.

"Kate, tesoro... come stai? Tutto bene laggiù?"

Non mi chiede neanche perchè me ne sono andata senza avvertirlo. Probabilmente non c'è bisogno ora di fare questa domanda, sarebbe troppo sciocca.

"Papà... papi..." dico piangendo, e con la tuta mimetica mi asciugo le lacrime dal viso.

"Kate, sono qui, parlami bambina mia..."
"Papà mi spiace essermene andata sena dirti nulla... è stato tutto così improvviso... mi manchi... e mi manca mamma..." dico alla fine, senza più fiato in bocca.

"C'è qualcuno lì con te?... oh ciao Rick... ho sentito che anche gli scrittori hanno seguito i giornalisti lì in Israele..."

"Sì signor Beckett... qui fa un caldo bestiale... meglio New York! Com'è lì il tempo?"
Capisco che Castle sta perdendo tempo mentre io cerco di riprendermi e questo mi fa piacere. Lui mi capisce sempre. Sempre. Faccio segno a Rick che ora sono in grado di riprendere la conversazione.

"Papà, scusami davvero, io---"
"Zitta Kate, per l'amor del cielo! Pensa piuttosto a tornare a casa sana e salva, okay? Ma sono sicuro che accanto a Rick non corri nessun pericolo... vero figliolo?" gli fa l'occhiolino, oddio.

"Ti voglio bene, papà."
"Anche io, Kat."

Semplicemente chiudiamo la conversazione. Torno a respirare di nuovo. E' stato breve ma intenso.

"Grazie, Castle."
"Sempre." fa lui sorridendomi e io ricambio facendo lo stesso, e poi stringiamo le mani.

 

Sta calando quasi la sera su Tel Aviv e il sergente McNeil ci ha portati ad osservare un po' la zona fuori dalla metropoli, la parte povera. Qui gli scrittori e i giornalisti hanno modo di completare il loro reportage, mentre i marines si incontrano con la gente povera. Indosso quel velo bianco che ho comprato la mattina al mercato e l'ho adagiato intorno ai miei capelli. Un po' di trucco, leggero, e voilà. Dalla mia tenda scruto Castle chiacchierare allegramente con Esposito e Ryan. Poi finalmente li raggiungo. Rick deve trattenere il fiato per qualche secondo vedendomi. Esposito e Ryan diventano più composti e l'ispanico si mette a fischiare.

"Wow Becks... c'è una festa da qualche parte?"
"Spiritoso. Allora Castle, ti sei imbambolato?"

Atteggiarmi come quella che seduce mi fa ricordare quando andammo sotto copertura in quella discoteca, qualche giorno dopo il nostro primo bacio... sotto copertura anche quello. Solo che non mi metto ad ancheggiare e non ho neanche un abito nero succinto. Indosso una maglia lunga color azzurra e un paio di jeans... molto semplice, appunto.

"N-no stavo solo vedendo... e... wow."

"Anche tu." sorrido "Andiamo, forza. McNeil ci attende."

 

Attraversiamo un villaggio sopra delle gip, uno di quei tanti che il governo chiama "villaggi non riconosciuti", piccoli agglomerati senza servizi basilari, che non vengono neanche segnati sulle cartine geografiche perchè si ritengono situati in territorio instabile, tra il Sinai e la Giordania. E' ormai sera, una luna piena in cielo e una miriade di stelle.

Ci fermiamo e appena scendiamo alcuni bambini ci vengono incontro. Vedo marines che sono a proprio agio in mezzo a loro... li abbracciano e poi regalano qualcosa ai piccoli. Le madri si apprestano a prendere i loro figli per paura che possano urtare i soldati... ma loro si ritirano e continuano a saltellare.

"Quanta povertà e pensare che siamo a pochi km dalla città..." dice Ryan contemplando il paesaggio, poi si allontana appena sente squillare il suo i-phone: è Jenny. "Oh scusate... la mia sposa mi chiama."
"Vai fraté, nessuno ti tiene!" lo sollecita Javier, che subito si fa cupo.

"Nessuna notizia da Lanie?" chiede Castle.

L'ispanico scuote la testa mentre io e Rick ci guardiamo e ci sfioriamo le mani, per poi stringerle. Non ci accorgiamo che una bambina mi sta tirando i pantaloni, cercando di attirare la mia attenzione. Ma la sua lingua non la conosco... per me arabo o aramaico sono la stessa cosa, quindi non saprei proprio decifrarlo.

"Scusate, i piccoli si avvicinano quando vedono qualcosa che gli piace..." McNeil si avvicina per spostare la bambina, "in questo caso lei pensa che tu sia una principessa uscita dalle favole."

"Ma no, lasciala." gli faccio e poi mi avvicino alla piccola, avrà avuto all'incirca 6 anni.

"Che cosa sta dicendo?" chiede Castle al sergente.

Samuel ascolta attentamente quella lingua gutturale incomprensibile per i nostri orecchi americani.

"Dice che Kate somiglia alla principessa Sherazade de 'Le mille e una notte'... ha letto una storia del libro proprio ieri ma c'è qualcosa che non riesce a capire... ti vuole chiedere se..." si ferma un attimo e poi fa una strana faccia, non capendo forse cosa vuole dire la piccola "ma anche noi piangiamo come le stelle a testa in giù...?"

Io e Rick ci guardiamo.

"E che vuol dire?" chiediamo insieme.

"Non ne ho idea." dice il sergente con quell'aria malinconica, come quella che aveva quando qualche ora prima mi aveva porto quella foto di lui e una ragazza... e poi si allontana silenziosamente. La bambina lo segue e poi chiama la sua "ummi" che in arabo è "mamma".

Io e Rick restiamo a guardare lo scenario, uno affianco all'altra.

"Quel sergente nasconde tante cose, vero?"

"Credo che la guerra lo abbia segnato più di quanto non voglia dirci."

Torniamo a prenderci per mano, poi Castle mi guarda coi suoi occhi azzurri... anche se questa sera sembrano più cristallini del solito... più profondi... con le mani mi sfiora la guancia destra... poi la sinistra... infine posa le mani sul mio volto, afferrandolo, quasi con la disperazione, come se quel momento fosse davvero l'ultimo. E l'unica cosa che so è che quegli occhi azzurri e limpidi si chiudono e si sente solo il rumore di un bacio... sotto le stelle... e la mia testa non è in giù, ma è al settimo cielo.

 

 

 

 

** in pratica Kate col velo sarebbe come Stana in questa foto *-* http://i2.listal.com/image/1221467/600full-stana-katic.jpg

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: _diana87