Leeteuk sembrò a disagio, immobile in quell’ angolino della stanza, che giocava nervosamente coi bottoni della giacca, silenzioso.Sapeva perché, ultimamente, Leeteuk si comportava in modo strano.
La colpa era sua e del suo comportamento infantile.
Donghae si affacciò dalla porta, per poi entrare con un’ espressione torva.
-Oh, no no! Esci immediatamente, sai cosa devi fare, ne abbiamo parlato per tre giorni a casa, più le quattro ora di viaggio per arrivare qui. Non avrai intenzione di rimanere zitto e continuare ad evitarlo?-
Il ragazzo si arrotolò nelle lenzuola. Profumavano di lui.
(...)
Un violento bussare lo riscosse da quel torpore, facendolo scattare in piedi, ma, a causa dell’ acqua scrosciante della doccia, scivolò e batté la testa contro il muro.