Sorpresa,
cari lettori!
Sono riuscito a finire un altro capitolo prima della vigilia di Natale, giorno
dal quale sto fuori per le festività! ^__^
È
stato un capitolo lungo e un po’ difficile, in quanto contiene molte e varie
cose, ma inaspettatamente, con impegno e ispirazione, ce l’ho fatta!
Rispettando
l’alternanza vista finora, la pesantezza del precedente capitolo sarà ora
amalgamata dalle tante risate che spero vi farete leggendo questo!
Come
si adatterà Evergreen? Come farà col pancione, e con due certe “ziette” sempre
intorno?”
Anche
se credo fareste meglio a preoccuparvi per il nostro caro Elfman!
Buona
lettura, ci vediamo a fine capitolo con (di nuovo!) gli auguri di Natale!
PS:
GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
Dopo
l’iniziale trepidazione, le persone lì fuori in attesa cominciavano adesso a
rilassarsi un poco; qualcuno torno a pensare alle proprie cose, altri invece
restavano in un modo o nell’altro in linea col tema della giornata.
Cana
ad esempio pensava al fatto che se mai fosse uscita incinta di qualcuno un
giorno, non avrebbe potuto bere alcolici per nove mesi, e nove mesi senza alcol
sono più duri da mandar giù come una botte di vino andato ad aceto!
Lisanna
invece si distraeva accanto al fratellone: “Se sarà un maschietto come lo
chiamerai?”
“Come un nome iper-virile, ovvio! Mio figlio avrà un nome che farà tremare le
gambe a tutti i pappamoscia del mondo! Che so, Rocky! Oppure Bruce! O Jack!
Anche Dracone però suona molto tosto come nome!”
“Mi piace Dracone!” alzò il pollice Natsu.
<<
Speriamo preferisca Rocky alla fine…
>> pensò invece Lucy!
“Suona
un po’ troppo… vecchio però…” fece Lisanna, che sapeva di non potersi aspettare
nomi “carini” per il virilissimo figlio del suo maschile fratellone, ma che
aveva il dovere di evitare eccessi!
“Dici?
Beh, poi sceglierò: ho qui una lista, vedi? Ho segnato tutti i nomi più fighi e
da uomo che sono riuscito a farmi venire in mente!”
“Mhmm, oh, si, sono tutti molto da duri!” –commentò la sorellina leggendoli- “E
se invece sarà una femmina?”
“…… Dicevo, anche Thor non sarebbe male!”
“Ma
è un nome da maschio!”
“Certo!
E noi di cosa stiamo parlando?”
“Elfman… Hai pensato anche al fatto che potrebbe essere un bambina, vero?”
“……
Che ne dici di Ettore? Sembra un nome da eroe!”
“Ripeti, con me: << femminuccia >>”
Le labbra di Elfman sembravano rifiutassero di muoversi: “…… MASCHIO!”
“Sigh,
ci rinuncio!”
Gli
altri scoppiarono tutti a ridere! Tipico di Elfman!
Chi
non rideva era invece Mira, che si era allontanata un pochino insieme all’amica
di lunga data, Erza.
“Erza,
sono preoccupata di quel che sarà dopo oggi.”
“Rimarrà
comunque una vostra compagna di gilda; per quanto possibile, vorrei continuaste
ad andare d’accordo.”
“Non
è questo che intendevo…”
“Qualunque
cosa sarà, tu e i tuoi fratelli crescerete insieme il bambino, ed è questo
quello che conta.”
“Però Elfman stravede ancora per Evergreen, ne sono certa. Gli si spezzerà il
cuore se davvero lei vorrà…” si bloccò.
“Mira,
è già stato un successo per lui riuscire a non farla abortire viste le
premesse. E poi sono certa che Elfman, che ha proposto lui il patto, si sia già
preparato all’eventualità, come avresti dovuto fare anche tu.”
L’albina
chinò il capo.
“Mira, non avrai sperato che Evergreen cambiasse idea durante questi mesi,
vero?”
“Io… Ci ho provato…”
Congiunse
le mani: “Pensavo… che stando sempre insieme a lei, io, Lisanna ed Elfman, scoprisse…
come ci si sente bene in una famiglia… Volevo questo… per Elfman…”
Raccolse sull’indice una lacrimuccia e singhiozzò.
Erza
sospirò e la strinse: “Non è per colpa tua se Evergreen non ha cambiato idea.”
“Lo so!” singhiozzò ancora, discostandosi dalla rossa per imporre a sé stessa
di smetterla di essere meno patetica.
“Sei
una brava sorella, Mira. Ma Evergreen evidentemente non pensa di poter essere
una brava mamma. Chissà, forse alla fine si è sul serio affezionata ed è anche
per questo che vuole lasciarlo tutto a voi.”
Ad
essere sincera con sé stessa, lo trovava improbabile, ma almeno dire così
avrebbe fatto bene alla povera Mira.
L’inganno
dell’attesa procedeva anche più in là, in toni meno tragici.
“Meno
male che non tocca a noi maschi partorire, eh ragazzi?”
“Hai
ragione, Bixlow, da questo punto di vista è una fortuna.”
“Beh,
non è che Evergreen con questa storia della gravidanza non ne abbia tratto i
suoi vantaggi.” –commentò Laxus- “Fossi stato Elfman, l’avrei mandata a quel paese
già dopo un paio di giorni: non le era ancora venuto il pancione ed era già
tutta lamenti e richieste. E lui voleva pure sposarla: se è questo che
significa, spero di non accasarmi mai.”
“Beh,
quando c’è l’amore…”
“Infatti
da parte sua non c’è. Almeno fosse arrivata a farsi piacere il bambino…”
“Uh? Ma come Laxus, credevo che anche per te fosse una seccatura.”
“Infatti.”
“Però
pensavi che Evergreen avrebbe ceduto?”
“No…
Beh, se l’è portato dentro per tutto quel tempo, di solito non succede che…
Cioè, credevo che…”
Bixlow ridacchiò.
Laxus
si morse un labbro e poi rise insieme a lui: “Credete sul serio che non vorrà
averci più nulla a che fare una volta che l’avrà scodellato?”
“E chi lo sa.”
“ESCI,
DANNATOOOOOOO!!!”
“Alla fine si tratta sempre della nostra solita Evergreen.”
“Umpf!”
Bixlow
fece spallucce.
Proprio
come gli aveva detto davanti l’ospedale, Evergreen non vide Elfman per i
successivi tre giorni, disertando completamente la gilda.
La
notizia del patto tra i due era stata presa dagli altri nei modi più disparati.
Erza,
appena saputo, era ripiombata nello sconcerto, ed era rimasta a borbottare tra
sé e sé diversi minuti cose del tipo “Ma
come si fa…”, “Ma guarda un po’ se…”,
e “Non si fa così…”…
Evidentemente
era contrariata, ma il suo essere così irrimediabilmente ligia le imponeva di
tollerare quello scriteriato accordo.
Natsu
dal canto suo esprimeva chiaro e tondo il suo disappunto: era come se una volta
nato Happy l’avesse regalato a qualcuno perché troppo impegnativo!
Il
master si mantenne sopra le parti, limitandosi a prendere atto.
Laxus
e gli altri Raijinshuu invece accolsero con favore quella soluzione, trovandola
ideale al caso, senza farsi tante preoccupazioni di morale. L’importante era
che la volontà della loro amica venisse rispettata.
Mira
e Lisanna non poterono essere più dispiaciute e si strinsero intorno al proprio
fratellone, come il momentaccio richiedeva; mai così spesso le si videro
sederglisi accanto pronte a mettere una mano amica sulle sue enormi spalle, o
invitarlo a parlare se ne aveva il bisogno, con premura quasi eccessiva, di cui
comunque lui mai si approfittò. Era pur sempre un uomo: lui doveva far coraggio
alle donne, non il contrario!
In
quei due giorni che Evergreen rimase fuori dalla circolazione, tutti iniziarono
a pensare a come sarebbero stati quei novi mesi.
In
realtà poi non erano neanche nove, ma sette; il medico stava per dire che Ever
era già arrivata al secondo mese, ma era stato anticipato dal loro svenimento!
Quei
due giorni furono anche pieni di preoccupazioni…
“Io
dico che dobbiamo andare da lei ad acchiapparla!” disse Natsu battendo pugno su
palmo.
“Dai
Natsu, non esagerare.” lo schernì Lucy.
“Guarda
che potrebbe avere ragione.” –ribatté Gray, stavolta d’accordo con la testa di
fiammifero- “Elfman, pensi che sia sicuro lasciarla sola con quanto è
successo?”
“Ha
bisogno di riflettere un pochino…” disse Mira.
“E
se invece ne approfittasse per tornare all’ospedale ed abortire? Magari lo ha
già fatto!”
“No, questo no!” –disse sicurissimo Elfman, alzandosi in piedi- “Ha accettato
il patto.”
Gray sospirò: “Elfman, è Evergreen, ed ha un bimbo nella pancia che considera
come nient’altro che una seccatura. Come fai a dire che non tenterà di nuovo di
abortire?”
Elfman sghignazzò: “Perché l’ha promesso. E io mi fido di lei!”
“Elfman!”
“Tranquillo,
Gray, e tranquilli tutti! Io la conosco, ora che ha detto una cosa, così sarà.
Sarà anche Evergreen, ma lei non è esattamente come la si dipinge!”
“Ma…”
“Evergreen rispetta i patti.” li interruppe Laxus, con tono che non ammetteva
altre repliche. Stavano demonizzando Ever anche troppo, aveva i suoi difetti,
ma non era mica un mostro e chi meglio del suo team (e del suo ex) sapeva
questo?
Elfman
lo ringraziò dell’aiuto. Vedendo l’omaccione sorridere di quella certezza, come
è certo che il sole sorge, tutti gli altri incrociarono le dita, sperando che
fosse proprio come diceva lui; sarebbe stato terribile vedere tanta fiducia
malriposta.
E
invece furono proprio loro a dovergli dare ragione alla fine.
Il
giorno dopo, Evergreen ricomparì alla gilda, come fosse stato un giorno
qualunque, vestita al solito modo, salutando al solito modo.
Come
la vide, Elfman si illuminò e le corse incontro: “Evergreen!”
“Whoa! Ehi! Indietro tu!” –si ritrasse lei puntandogli contro uno dei suoi ventagli
chiusi- “Indietro, ingravidatore a tradimento!”
<<
Ingravidatore? >>
“Ora
che abbiamo un accordo non significa che io e te stiamo ancora insieme o che
dobbiamo frequentarci più del dovuto!”
Elfman
abbassò le braccia: “Immaginavo…”
“Bene! Ricordati però che sei al mio servizio, quindi sarò io a farmi viva in
caso di bisogno.”
E
ti assicuro che lo farò, diceva la sua espressione!
“Come
vuoi allora, se ti occorrono i miei virili servigi, chiedi pure!”
Evergreen già se l’era lasciato alle spalle e aveva raggiunto il resto del suo
team.
“Ciao,
Ever! E così alla fine sarai mamma per davvero!” la salutò Bixlow, lingua in
vista.
Freed,
malgrado la spada appesa sulla sua testa, cercò di mantenersi dignitoso: “So
che devi riscuotere la tua vendetta, Ever, posso solo sperare che non mi
trasformerai in statua e mi lascerai ai piccioni?”
“Ancora
non ci credo… Prima esci incinta, e poi questo patto… Umpf!”
“Vuoi un altro po’ di profumo, Laxus?” scherzò Cana buttandogli un’occhiatina.
“Umpf!
Ad ogni modo, ti chiedo scusa per averti presa in giro, Ever.” fece il biondo,
che col senno di poi si era deciso a mostrare un po’ di tatto.
“Sentite, non ne parliamo più per carità!” sbottò lei, massaggiandosi la fronte
con due dita.
Laxus
annuì: “Si, ormai già mi sta venendo a noia.”
“Forza,
andiamo a trovarci un lavoro, ho bisogno di denaro.” proseguì lei, che, a
differenza delle altre volte, faceva strada agli altri tre.
Che
avesse fretta di trovarsi una missione e lasciare la gilda? Comprensibile; di
certo aveva ancora addosso un bel po’ di imbarazzo, con gli occhi di tutti puntati
su di lei.
Natsu
fremeva ogni volta la guardava, Levi se per caso incrociava lo sguardo coi suoi
stilosi occhiali ovali tornava sul suo libro fingendo di leggere avidamente,
Cana beveva con un occhio al fondo del boccale e un altro alla sua pancia…
Magari
passato un po’ di tempo, avrebbero fatto meno caso a lei.
Trovato
un grosso, pericoloso e ben ricompensato incarico, degno del nome della Guardia
del Dio del Tuono, che in quel caso avrebbe avuto il proprio divino in persona
al seguito, i quattro si diressero in tutta tranquillità verso la porta.
“Ci
divertiremo, vero bambini? È da un po’ che non facciamo la festa a qualche
gilda oscura, eh?”
<< Distruggere! Distruggere!
Distruggere! >>
“Uh?”
Evergreen,
accortasi di aver fatto un passo più degli altri si fermò, e vide che il loro
vecchio master si era piazzato come un ostacolo dinanzi il nipote.
“Dove
pensate di andare?”
“In
missione, no? Che ti prende, nonno?”
“E
tu, Evergreen, ti unisci a loro?”
“Sono una Raijinshuu, mi pare ovvio.”
Allora
Makarov le sorrise: “Mi spiace, tu non puoi!”
“C-che cosa?!”
“Nonno, di che cavolo parli?”
“Permettetemi di presentarvi il codice ufficiale della nostra gilda.”
Detto
fatto, tirò fuori dal taschino un volumetto tascabile, che malgrado le
dimensioni, al suo soffio tirò fuori tanta polvere da farli soffocare tutti e
quattro!
“Fairy
Tail è una gilda di libertà, quindi di regole ne abbiamo pochine e non sono
nemmeno molto ferree, ma qualcuna lo è. Regola di Fairy Tail numero 24…”
Due
colpetti di tosse, petto in fuori, testa alta!
“Cito:
<< Nessun membro di Fairy Tail in
stato di gravidanza può partecipare ad alcuna missione, neanche quelle di
difficoltà minima, per evitare stress e rischi per il nascituro. Tale divieto ha
termine unicamente dopo il parto e il periodo di riposo ragionevolmente
necessario che segue. >>
“……”
“In
parole povere, cara Evergreen…” –continuò lui con un bel sorriso per rendere, o
almeno provare a rendere, la pillola meno amara- “Niente missioni fintanto che
sei incinta!”
“M-m-ma-ma…
Non può farmi questo! È un sopruso!”
I
restanti membri del team erano altrettanto contrariati, Laxus in primis:
“Accidenti… E va bene, Freed, Bixlow, andiamo!”
“Cosa?! Tutto qui? Laxus!”
“Si?” si girò verso l’inseguitrice.
“Non
fai nulla? Non protesti?”
“Beh, è una norma abbastanza ragionevole, non pensi?”
“M-ma-ma io che ci resto a fare qui? E-e come faccio per i soldi che mi
servono? Tu hai quasi rovesciato questa gilda ed ora permetti questo!”
Laxus
avvicinò il viso al suo con una delle sue migliori espressioni beffarde: “Sono
sicuro saprai cavartela, sei una tipa piena di risorse, no?”
E
la lasciò a balbettare a bocca spalancata, mentre la lasciava indietro.
Ormai
Laxus aveva deciso di rimettere la testa a posto, figurarsi se avrebbe cercato
di nuovo di rovesciare il nonno apposta per lei!
“La…
La… Ma… Io… Io…”
<<
Questa tra poco scoppia… >>
pensò Cana scuotendo il capo!
“GRRRRRRR!”
E
subito i suoi occhi pietrificanti andarono a posarsi sul responsabile di tutto!
“………”
Elfman
deglutì, e un attimo dopo, lei gli era già arrivata addosso.
“QUESTA
È TUTTA COLPA TUA!”
“Sigh…”
Tutto era colpa sua di quel periodo…
“E
quindi ora per salvaguardare la salute del tuo moccioso io dovrei ridurmi a
morire di fame in povertà?”
Gli
batteva l’indice sul petto ed era così affilato e determinavo che Elfman si
domandava se gli sarebbe rimasto il segno!
“Che
intendi fare ora, mister uomo di su e uomo di giù? Ti prendi le tue
responsabilità, no? È questo che hai detto che avresti fatto, giusto?”
“G-giusto!”
“Umpf, perfetto allora! Hai con te il tuo portafoglio?”
“S-si,
eccolo!”
Mira
ed Erza intanto assistevano alla scena dal bancone del bar.
“Povero
fratellone, i suoi risparmi…”
“Non si può fare altrimenti, Mira. Anche se non sono sposati, Elfman si è imposto
di provvedere ai bisogni di Evergreen fino alla nascita del bambino, e dato che
ora lei non può lavorare, è suo preciso dovere morale provvedere al suo
mantenimento.”
“Allora
andiamo a fare shopping! Devo comprarmi un paio di scarpette nuove.”
Ed Erza cascò la mandibola: “SCARPETTE?!”
“E
sarebbero quelli i suoi bisogni?”
“Beh?” –Evergreen lo trucidò col suo sguardo mortale- “Cos’è quella faccia?”
“Ehm, Evergreen, io pensavo che intendessi…”
“Umpf,
non pretenderai che vada in giro con queste scarpe qui ancora a lungo! Sono
della moda di sei mesi fa! Avrei comperato il nuovo modello al ritorno dalla
missione, ma visto che per colpa tua non farò missioni per un bel pezzo, adesso
io e te ci facciamo un bel giretto ai grandi magazzini di Magnolia, come una bella
coppietta, contento vero? Uh uh uh uh!”
“Quella…
è un diavolo…” mormorò Erza con gli occhi strabuzzati.
“Povero
il mio fratellone!” piagnucolò Mira.
“Su,
alzati, hop hop!”
“Sigh,
eccomi…”
Ben
tre ore dopo, Evergreen tornò canticchiando alla gilda, seguita a pochi passi
da un mulo coi capelli bianchi le cui braccia erano occupate da una decine di
buste grandi e piccoli, e non contenta Evergreen gli aveva fatto portare sulla
schiena una statua di gesso di un unicorno per la sua collezione.
“Ah,
che soddisfazione rifarsi il guardaroba!”
E trovava ancora più soddisfacente farlo a spese d’altri!
“Evergreen,
non puoi approfittartene così!” protestò Lisanna.
“Esagerata! Non gli ho mica fatto spendere tutti i soldi!”
Poggiata
a terra la roba, Elfman ricontrollò il proprio portafoglio. In effetti
capovolgendolo qualche moneta usciva ancora!
“E
poi ora non avrò bisogno di compere almeno per un bel po’, quindi gli ho tolto
subito il pensiero!”
Si
girò verso Elfman che ancora coccolava con gli occhi lucidi i pochi rimasugli
del suo patrimonio: “Tanto lui è contento di essere al mio servizio, non è
vero?”
“Certissimo!” fece lui, pronto a pompare i bicipiti.
“Bene,
allora sii gentile, vai al bancone e prendimi un succo di frutta, tutto questo
camminare per negozi mi ha stancata!”
“Agli ordini!”
Macao
e Wakaba scossero il capo, ma solidali: un altro uomo che si era fatto mettere
il berretto in testa da una donna!
Evergreen
si sedette come nulla fosse tra gli sguardi di pietà, tutti per il suo
galoppino, e le guance gonfie e borbottanti delle due “cognatine”, tutti per
lei.
“Visto
che questa situazione è un autentico disastro, tanto vale che cerchi di
rendermela in qualche modo piacevole, umpf!”
E
così, iniziarono i mesi della gravidanza forzata per Evergreen e quelli della
servitù obbediente per Elfman.
Evergreen,
impossibilitata a lavorare, cominciò a farsi vedere alla gilda tutti i giorni,
sicura di trovarvi sempre il fedelissimo Elfman, che senza fiatare chinava il
capo ad ogni sua richiesta. Esattamente come lei, anche lui si ritrovò a non poter
più lavorare, un po’ per scelta volontaria di restarle accanto e di condividere
le sua difficoltà, un po’ perché anche volendo starle dietro lo affaticava già
abbastanza!
Un
encomiabile esempio di solerzia ed abnegazione per la madre di suo figlio! Sembrava
un cavaliere sempre pronto a rinnovare la proprie devozione alla sua nobile (e
pretenziosa) signora!
“Elfman,
ho caldo, sventagliami!”
“Agli ordini!”
“Elfman,
c’è una mosca che mi da fastidio! Distruggila!”
“AGLI ORDINI!”
E nello schiacciarla ridusse in pezzi una povera sedia…
“Elfman,
indossa un tutù rosa!”
“A-a-a-agli…”
“Umpf,
tranquillo scherzavo, volevo solo vedere se lo facevi sul serio! Ah ah ah!”
“Fiuuuu!”
Tuttavia,
Evergreen scoprì presto che vedersi con Elfman tutti i giorni significava vedersi
anche con le sue sorelle, e queste, malgrado le complicazioni tra lei e il
fratello, sembravano avere tutta l’intenzione non solo di andare d’accordo, ma
di legare!
Perché
quand’anche non aveva bisogno di nulla, e voleva starsene per un po’ per conto
sue, eccole piombare su di lei!
“Ah,
eccola qui, la mia cognatina!”
“N-non
chiamarmi così!” balbettò Evergreen, che sentitasi abbracciare da Mira era
stata colta dai brividi! E non contenta questa iniziò a fare guancia contro
guancia e a ridere con quella sua vocina dolce!
“Non
mi importa se sei contraria a questo pupetto, sei comunque la ragazza del cuore
di mio fratello, e sei tu che mi farai diventare zia!”
“Urgh,
sono contenta per te!” disse quando finalmente la mollò!
Purtroppo
anziché andarsene le si sedette accanto: “Ih ih, hai ancora le nausee?”
“Stanno passando… In compenso ieri ho avuto un po’ di insonnia, oggi mi sento i
seni doloranti, e adesso sono tormentata da un angioletto bianco in gonnella!”
Mira
inclinò innocentemente il capo: “Uh?”
“Uffa!
E siamo solo agli inizi! Non solo lo lascio stare nel mio corpo, lui mi ripaga
mettendomi a soqquadro!”
“Eh eh eh, alla prima gravidanza credo che la pensino così in tante!”
“Beh, io lo penso di più!” –iniziò a sbracciarsi la neo-mamma- “Questo
marmocchio è solo una dannatissima miniera di problemi!”
“Oh,
suvvia, non sei gentile a dire così…”
“Umpf…”
L’istante
dopo il vetro dei suoi occhiali fu sul punto di crepare dinanzi a degli
assatanati occhietti.
“Ritira
quello che hai detto…” le impose un sibilo venuto dritto dall’inferno…
“… Ritiro!”
Mira si allontanò: “Ih ih ih!”
<<
C-che paura! Ma perché doveva capitarmi
Mirajane come cognata?! SIGH! >>
Tra
le due, Lisanna le andava decisamente più a genio: era meno appiccicosa e meno
schizofrenica…
“Sicura
che non ti piacerebbe provare a fare la mamma? È un mestiere che da
soddisfazioni, sai?” glielo diceva una che l’aveva provato (in un certo senso…)!
Evergreen
si irrigidì subito: con quella pelle d’oca sembrava si fosse trasformata in un
cactus per respingerla!
“Urgh…
No, grazie!”
“Posso capire che tu non sia abituata a prenderti cura di qualcuno che non sia
tu…”
“Come?”
“N-non intendevo in senso negativo!” –si chiarì facendosi scudo con le mani-
“Intendevo che ti manca esperienza! Perché non provi a prenderti un animaletto
domestico?”
“Uhm…
Una volta avevo un cane.”
“Oh, davvero?”
“Si,
ma abbaiava troppo e sporcava, quindi l’ho trasformato in pietra; adesso lo uso
come fermaporta.”
“……”
“Umpf, scherzo, l’ho solo dato in adozione. Anche se prima l’ho pietrificato
volentieri un paio di volte, quel botolo!”
Lisanna, terrorizzata, era corsa a stringere forte Happy, e carezzava la sua
testolina pelosa come per assicurarsi che Evergreen non avesse pietrificato
pure lui!
“Happyyyyyyyyyyy…”
“Si, Lisanna?”
Di
fatto, era passata da un opposto all’altro: dall’avere tutti contro all’avere
tutti al proprio servizio. Purtroppo l’eccessiva premura di quelle due divenne
ben presto invadente.
“Qualcuno
ha idea di chi ha sostituito le mie lacrima-musicali con questa roba
sdolcinata?” sbraitò Ever uscendo fuori dalla sua stanza di Fairy Hills.
“Siamo
state noi!” –confessò Mira, fuori dalla porta insieme alla sorellina, tutte e
due sull’attenti coi sorrisetti pucciosi- “Abbiamo letto che i bambini
diventano più intelligenti se ascoltano musica classica, perciò…”
“RIPORTATEMI INDIETRO LA MIA MUSICA!”
“Su, non ti agitare!” –la carezzò Lisanna su una spalla, porgendole poi una
tazzina fumante- “Tisana?”
“Da
dove l’hai tirata fuori?!”
“Bisogna
sempre avere una tisana a portata di mano per controllare lo stress quando si è
mamma: così il tuo piccino uscirà fuori sano e forte!”
“Ti
abbiamo anche preso queste riviste per le donne incinte, ci sono un sacco di
consigli!”
“Dai, leggiamole un po’ insieme!”
“Aiuto! Sigh!” implorò Ever mentre le due l’afferravano portandosela via!
I
primi tempi passarono così, tra un ordine ad Elfman qui, e un assillo delle
cognate là. Finché non arrivò il marchio definitivo della sua nuova condizione…
IL
PANCIONE!
La
mattina, puntale, Ever arrivò alla gilda, badando di mettersi controluce, con
il volto semicoperto dal ventaglio per darsi un’aria pericolosa e misteriosa.
Poi, col suo collaudato passo sinuoso finalmente fece il suo ingresso…
E
poi, dopo aver retto la posa plastica un paio di secondi, scoppiò in lacrime!
“CHI PRENDO IN GIRO?! SONO UN PALLONE! SIGH!”
Come
nascondere quella pancia divenuta un’accogliente e soprattutto ENORME suite a
cinque stelle?
Ormai
non entrava più nei suoi vestiti, che si tendevano all’inverosimile pur di
contenerla, e che invece in tal modo la facevano risaltare ancora di più.
“La
mia leggiadria… La mia leggerezza di fata… La perfezione delle mie forme… è
sparita… Non mi guardate…”
“Evergreen, rialzati per favore…” le dissero indifferenti Gray, Natsu e Lucy in
coro.
“Non
avete un briciolo di pietà! Osservate come mi sono ridotta! Ero così perfetta,
un capolavoro, ed ora sono tutta strabordi! Guardate!” –esclamò indicandosele-
“Anche le mie tette si sono ingantite! Mi sto trasformando in una grossa e
grassa mucca!”
“Beh,
è normale prendere peso in gravidanza, e poi il seno lo avevi già grande da
prima.” fece Erza mentre copriva con una mano gli occhi a Gray e con l’altra a
Natsu.
“Sono
sformata! Tutte le mie linee e le mie curve sono distorte! Ero una statua
scolpita ed ora sono arte astratta!”
E
inginocchiatasi si lasciò illuminare da un cono di luce dal soffitto, mentre
tutto intorno era oscurità!
“Oh,
me misera…” declamò.
“Andiamo!”
–sbraitò Natsu, riportandola dal palco alla realtà!- “Che dovrebbe dire allora
Reedus? È talmente grosso che di bambini potrebbe contenerne una dozzina!”
“Lui non è grasso sul serio, cretino!” gli fecero notare.
Ever
alzò di scatto la testa e, puntato Reedus, i suoi occhiali ebbero un flash!
“Oui?!”
“Oh,
Reedus… Buon vecchio, caro Reedus…” -disse avvicinandosi, sempre con fare da
regina della tragedia- “Tu che mi ritraesti così fedelmente quando la mia
bellezza ancora accecava tutti! Conservi ancora qualche mio ritratto, vero?”
“Oui!”
Provò
a mettere mano alla borsa, ma Ever si coprì il volto: “No! Non mostrarmi il mio
ormai passato splendore! Farebbe solo male! Tieni per te il ricordo di questo
fiore ingrassato!”
“Ora
sta esagerando…” commentò Macao con una gocciola dietro la testa.
“Si,
però…” –Erza si fece uscire gli occhioni lucidi- “Ha talento! Una vera star!
Sarebbe un onore recitare con lei!”
“Levatelo
dalla testa!” protestò il suo team!
“Mi
raccomando però, buon Reedus… Non ti azzardare a ritrarmi in questo stato
oppure ti riduco in sabbia e ti faccio diventare una lettiera per gatti!”
“O-o-o-oui!”
“Evergreen,
smettila di terrorizzare Reedus! E comunque non sei ingrassata!”
“No, ho solo una grossa zavorra rotonda su un fisico da modella, ancora peggio!
Sembro uno scherzo della natura! Anzi, non è questo il lato peggiore…”
Il
lato peggiore le tornò in mente quando, finalmente, incrociò gli occhi puccettosi
di Mira e Lisanna!
“Ci
risiamo!”
Con
uno scatto le arrivarono addosso, e inginocchiatesi, presero ad abbracciarle il
pancione ciascuna dal suo lato!
“Ah,
che meraviglia pensare che qui dentro c’è una vita!”
“Così
tondo, così bello! Proprio come un ovetto!”
Prima una mucca, ora una gallina, fantastico!
“Siete
insopportabili, sapete?” digrignò i denti Ever, rossa per l’imbarazzo.
“Come
stai lì dentro, piccolino?”
“Scommetto non vedi l’ora di uscire fuori e
farti sbaciucchiare tutto, vero?”
“U-u-uscire?!”
Ogni
volta le si ricordava di quel momento a venire, Ever andava nel panico più
totale. Anche quella volta, pur non di non pensarci, se la prese con le
cognatine.
“MI
VOLETE MOLLARE?!”
Le
buttò all’aria e si lasciarono dietro una scia di cuoricini!
“Questa
è la mia pancia, smettetela con queste idolatrie!”
Si girò e trovò stavolta Elfman. Anche lui con gli occhioni pucciosi!
“……”
Elfman
la stava supplicando con gli occhi!
“……
Uffa! E va bene, vieni a sentire!”
“Grazie, Ever!”
“Non chiamarmi Ever!”
Non
la ascoltò; l’unico suono che voleva ora sentire era quello del piccolo
muoversi.
“E voi che avete da guardare?!” gridò intorno a sé affinché potesse arrossire
in santa pace mentre Elfman le poggiava l’orecchio sull’ombelico.
“…
Umpf!”
“Dai, ometto, se ci sei batti un colpo!”
“Tutti a parlare con la mia pancia, ma si può sapere che… UH!”
Un
calcetto!
“Wow!
Hai sentito Ever che forza che ha? È un vero duro!”
“Già…”
Era
visibilmente scossa: deve essere davvero impressionante percepire davvero che
qualcosa sta esistendo, insieme a te e con te, in questo momento.
Si
carezzò le braccia cercando di attenuare i brividi: era già così diverso da
quando era una “lenticchia”.
Col
pancione, Evergreen scoprì ancora altri fastidi dell’essere incinta di cui
tenere gli altri puntualmente aggiornati.
Tanto
per cominciare, come detto, c’era il fastidio del vestiario…
“CHE…
COSA SONO… QUELLI?!”
“Vestiti
da gestante!” -ridacchiò Mira- “Non puoi continuare ad indossare i tuoi soliti
vestiti, si strapperanno!”
“Ma… sono così… poco alla moda!”
Una tuta rosa e grigio chiaro con un cuoricino sul petto: si vedeva che l’aveva
scelta Mira! Ma quello che la disturbava, oltre alla banalità, era che Mira
continuasse a tirare l’elastico dei pantaloni per mostrare la capacità
adattativa!
Più
li allargava e più le cascava la bocca: quanto grossa era diventata in
effetti?!
“GIAMMAI!
Mai mi metterò quella roba addosso, io Evergreen, la cui eleganza pietrifica
d’invidia le altre donne! Non mi ridurrò mai a tanto!
Uno
dei bottoni del suo solito vestito verde schizzò via, rimbalzò su Reedus e
centrò Freed in piena fronte, tramortendolo…
“……”
Cinque
minuti dopo…
“Beh,
sono comodi no? A mali estremi…” disse l’occhialuta, sforzandosi di vedere il
lato positivo.
“Con
questi accarezzarti il pancione è ancora più bello!”
“Questo cotone è così caldo e morbido!”
Le scagliò nuovamente per aria: “STACCATEVI VOI DUE! NON POSSO ABBASSARE LA
GUARDIA UN ATTIMO?!”
Abbassò
gli occhi…
“Cucci-cucci-cùùùùù!”
Era
Bixlow, Bixlow che faceva linguacce e versi idioti al pupo…
Tradita
dal suo stesso compagno di squadra, si coprì il volto con il braccio: “Anche tu
Bixlow…”
E
poi lo pietrificò e lo usò per due giorni come fermaporta. Peccato la cosa non
fosse servita a far desistere anche Lisanna e Mira!
Poi
c’era il fastidio del peso…
“Forza,
pelandrone!”
“Anf… Si, signora!”
Poiché
abitava ad un primo piano, sia a casa sua che a Fairy Hills, prese ben presto
l’abitudine di ricorrere ad Elfman per farsi portare in braccio su per le
scale! Con tutta quella zavorra si stancava subito, e le sue povere gambe non
reggevano, e poi affaticarsi faceva male al bambino, eccetera… Tanto bastava
per darsi nuovi privilegi!
“Elfman,
gli uomini non possono entrare qui nel dormitorio!”
“Oh,
calma i bollori Erza! Non è qui come uomo al momento, è qui come mezzo di
trasporto!”
“Un
mezzo di trasporto molto uomo!” volle correggere lui, che si beccò un colpetto
di ventaglio in testa.
“Meno
chiacchiere e più portare! Hop hop! Sei o non sei un uomo grande e forte?”
Elfman
per tutta risposta iniziò a prendere i gradini a quattro a quattro!
“LO
SONO! URYAAAAHHH!”
“IDIOTA,
IL PIANO GIUSTO È QUELLO DI SOTTO!”
Di
pari passo con il peso arrivò il mal di schiena…
“Uuhhh… Troppo peso davanti… La mia povera schiena…”
Intorno
a lei si sentì sbuffare: mai che tenesse per sé i suoi guai, come se tutti dovessero
sentirsi in pena per lei!
Elfman
invece, che mai faceva simili pensieri, si rimbocco le maniche: “Eh eh! Lasciami
indovinare Ever, vuoi un massaggio?”
“Da
te?! Giammai!”
“Ma io so essere molto delica… cioè, molto maschio se mi fai provare!”
“Con
quelle mani enormi e quella forza bruta che ti ritrovi mi spezzeresti!”
“Sigh… Vuoi che ti porti da un professionista?”
“Ecco, si, potrebbe essere una…”
Lo
vide guardare dentro il suo portafogli e farsi piccolo piccolo…
“Sai,
ripensandoci mi va un massaggio “maschio”.”
Elfman
si riprese!
“Si,
ma fai piano! Guarda che io ti… Uuuhhh… Però… Ci sai fare a letto, coi
massaggi, cucini bene le omelette… Qualche altro talento?”
“Una
volta ho insegnato al mio parrocchetto a parlare.”
“Mhmmm… Non mi dire… Ce l’hai ancora un parrocchetto?”
“No…
Mi ci sono… seduto sopra per sbaglio…”
“……”
Evergreen lo ricorse per dieci minuti prendendolo a ventagliate: “MOSTRO! E IO
CHE MI SONO AFFIDATA A UNA SIMILE BESTIA!”
“SIGH!”
Chi
dei due era la bestia in quel momento?
Ed
ovviamente, senza nulla togliere alla tensione al seno, la fiacchezza, i
pruriti, c’era il fastidio più terribile... per Elfman!
LE VOGLIE!
“Gelato
ai gamberi!”
Elfman,
che non aveva mai ancora visto una crisi da voglia, batté le palpebre: “Eh?”
“VOGLIO IL GELATO AI GAMBERI!”
A
quel ruggito seguì il suono di una vena che le esplodeva in fronte!
“Intendi
gelato coi gamberi sopra? Piace anche a me!” disse Happy, che però, trovandosi
nel suo raggio d’azione venne acchiappato per la testa!
“GRRRR!
Non so dire il perché, ma se non mangio subito del gelato al gusto di
gamberetti scoppio!” e mentre lo diceva stritolava tra le mani il povero gatto
blu!
“Elfman!
Trovale subito quel gelato o farà secco Happy!” fece Lucy tirandolo per una
manica.
Elfman scattò sull’attenti: “Agli ordini! Corro!”
“GRRRRRR!
Perché sono così nervosa? Mi rende nervosa essere nervosa! Portatemi il mio
gelato!”
Elfman
glielo portò, ma dovette girare in lungo e in largo per mezza città, e al
ritorno trovò Ever che per distrarsi aveva annodato le code di Happy e Lily e
si accingeva a fare lo stesso con Charle, nonostante Wendy cercasse di fare
scudo alla gattina col proprio corpo!
E
dovette pure subire la furia di Gazille!
“Senti
tu! Se questa te la sei messa incinta sono cavoli tuoi, ma tieni il mio gatto
fuori, intesi?”
“Sigh,
intesi…”
Le
voglie intermittenti di Evergreen non conoscevano orario…
“Zzz…”
“ELFMAAAAAAN!”
“?!?!?”
Su
richiesta di lei, il master Makarov aveva imposto un incantesimo di legame
vitale tra i due, in modo che quando troppo lontani, in caso di bisogno, Elfman
sentisse la voce della sua adorata Ever nelle orecchie… anche alle due del
mattino!
“Voglio
altri gamberetti! E li voglio fritti!”
“Fritti? Ma… non pensi ti faranno ingrassare?”
“LO SO! GRRRR! NON FARMICI PENSARE! TI FARÒ SCONTARE OGNI CHILO CHE METTERÒ SU!
MUOVITI!”
“Sigh!”
Fu
dura adattarsi anche a quello, ma fatto trenta, si fa anche il trentuno; fatto
lo shopping e fatto il portantino, cosa poteva essere di più?
“Ecco…”
–sbadigliò lui- “Questo è l’unico locale che serva gamberetti alle due del
mattino…”
“Molto bene! La tua padro… Cioè, la tua protetta ti è riconoscente!” scherzò
lei davanti una montagnola di gamberi fritti nel suo piatto.
“Mangia
pure, io…”
GNAM! GNAM! GNAM!
“Mi
appoggio un po’.. Zzz…”
“……”
Fermò le mascelle: poverino, era piombato subito giù…
Si
guardò intorno: a causa della sua voglia erano gli unici due cretini ancora a
mangiare a quell’ora.
Elfman
si era addormentato con la bocca semiaperta, ed ebbe l’idea di infilarci dentro
un paio di gamberetti… Con gran sorpresa, iniziò a masticarli nel sonno!
“… Eh eh eh!”
I
messi passavano, come interminabili, tanto per lui, quanto per lei. Con quel
tempo che sembrava prendersela comoda con loro, non restò che farsi piacere quello
stile di vita il più possibile.
Casa
e gilda, servizi e reverenze, dolori e voglie: la nuova realtà in cui, con un po’
di difficoltà, tanto Ever quanto chi gli stava attorno si adattò a vivere.
“Elfman,
per favore, vammi a prendere una copia del settimanale Sorcerer, voglio dare
un’occhiata!”
“Agli ordini!” rispose come sempre il suo albino galoppino.
“Uffa,
è da un sacco di tempo che non vado dal mio parrucchiere!” attaccò lei bottone,
ormai assuefatta all’avere Mirajane intorno.
“Come mai?”
“Io…
Mi vergogno… Mi vergogno del mio pancione, ecco! Lo so che non ti fa piacere
sentirlo, ma… mi mette a disagio farmi vedere da lui o da gente che conosco in
questo stato.”
“Ih ih ih, non vergognarti di vergognarti! Posso pensarci io!”
“Tu?”
“Si,
quand’ero più piccola facevo io i capelli ai miei fratelli!”
“Ehm,
io non so se…”
“Dai, non fare la timida, cognata! Lisanna, mi vuoi assistere?”
“Con piacere!”
E
così, ingannando l’attesa con la copia della rivista portatagli da Elfman,
Evergreen si lasciò rimettere a posto la chioma da un insospettabile
parrucchiera Mira.
“Fatto!”
“Wow, sei uno schianto, Ever!” fece Elfman prima ancora che potesse guardarsi
allo specchio.
“Umpf,
adulatore!” -si crogiolò lei- “Non male davvero… Quindi facevi tu i capelli
anche ad Elfman?”
“Vero!” –confermò Lisanna –“Lui li portava sempre così!”
“Ehi!
Lisanna, aspetta!”
“Uh?
… AH AH AH! TU AVEVI QUEI CAPELLI, ELFMAN?!”
“Urgh!”
Il
pettine tra le dita di Lisanna brillò soddisfatto del lavoro compiuto: le punte
ribelli di Elfman si erano calmate nell’ordinata riga in mezzo di quando era
ragazzino!
“AH AH AH! Complimenti, davvero un taglio signorile! Molto fine, ah ah ah!”
“Bah!” si passò una mano e tornarono su come prima, ma non per questo Ever
smise di ridere.
Meglio
così, pensò.
Quegli
attimi in cui rideva erano solo una pia illusione, ma quella illusione voleva
godersela, così come si stava godendo quei disastrosi mesi avanti e indietro ai
suoi ordini.
Quando
la vedeva ridere, sorridere, o offrirgli un gamberetto dopo averlo visto tutto
sudato per le tante corse, poteva supporre che non lo odiasse più per ciò che
le aveva fatto, o almeno non più di tanto.
Poteva
pensare che, alla fine, avrebbe mandato al diavolo il patto.
Poteva
sognare che non sarebbe stato un padre solo.
Non
gli costava nulla.
Otto
mesi erano già quasi passati.
Lui
continuava ad obbedire
Il
bimbo continuava a farsi attendere.
Ed
Evergreen a ordinare e a lagnarsi.
Ne
abbiamo proprio viste di cotte e di crude in questo capitolo! La gravidanza si
è rivelata una miniera di spunti con tutti i suoi fastidiosi effetti
collaterali
Beh, chi di una vita vuol gioire, un po’ deve soffrire!
Forse vi aspettavate che i mesi del pancione durassero qualche capitolo, invece
io ho preferito condensarli tutti in un tassello più lungo; sebbene sia una
long fic, nei miei piani non c’è di farla troppo lunga!
Dopo
le feste restate ancora con noi, perché altre emozioni sono in arrivo, gente!
Ed
ora, visto stavolta è certo non scriverò altro prima della santa festività, vi
faccio nuovamente tantissimi auguri, sperando che le vostre feste siano serene.
E anche se non lo sono, per voi o per chi vi sta intorno, ricordate che l’atmosfera,
se non c’è, la si può creare, se si ha forza d’animo, amore e voglia di
dimostrarlo!
Buon Natale dal vostro amico
fanficciaro, NaruXHina, o NaruHina91, o, se anche volete, TonyCocchi!
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