Stamattina
non volevo affatto alzarmi.
Sarei volentieri rimasta a domire.
La sveglia è stata un'arma implacabile.
Il doversi alzare dal letto poi, una condanna.
Nel dormiveglia delle ultime ore di sonno avevo sentito la mia compagnia di
stanza, Carmen, ripassare sfogliando un libro.
Cercando di fare il minimo rumore possibile, ben s'intende.
Eppure io, nel mio sonno agitato, alle 5 di mattina, l'avevo sentita.
L'avevo vista alzarsi piano, strusciare fuori dal letto e andare alla
scrivania.
Spostare la sedia, sedersi, per poi rialzarsi improvvisamente e aprire la
finestra, respirare una boccata d'aria fresca e rivolgere nuovamente gli occhi
al libro, stavolta stesa sul letto a pancia in giù, sopra le molle scricchiolanti
della branda.
Carmen, la mia migliore amica dai tempi ... non me lo ricordo nemmeno da quanto
siamo amiche.
Una vita.
Credo di essere nata conoscendola.
Non credo di sapere nemmeno il perchè siamo amiche.
Probabilmente avevamo già scambiato quattro chiacchiere in un'altra vita, prima
di questa.
Non che io creda a queste cose, alle 350 vite che dovrebbero aspettarci prima e
dopo la morte, con noi protagonisti che assumiamo chissà quali forme e
dimensioni..però..mi piace poter contare su queste "cose" per
spiegare tutto ciò che non riesco a motivare.
Io sono una persona abbastanza realista.
Non come Carmen. No, lei sogna dalla mattina alla sera. Immagina e sogna. E si
ritrova a studiare per il compito alle 5.
Non so nemmeno perchè si sia iscritta a medicina.
Non so nemmeno perchè l'abbia fatto io.
Forse dovrei analizzare me stessa prima degli altri.
Ma io non voglio fare la psicologa. Voglio fare il chirurgo.
E con queste ultime parole, mi sono risposta da sola.
Sento la mia amica ripetere la lezione a voce, bisbigliando con la paura di
svegliarmi, ignara che io sia lì a guardarla, da uno spiraglio tra la coperta.
Così decido di uscire allo scoperto.
"Hei, Carmen, guarda che sono sveglia.."
Sembra quasi contenta di aver interrotto quel soliloquio tra lei e il diligente
libro che l'ascolta.
"Mi interroghi?"
"Ok."
E così iniziamo, io a farle domande prese dal libro, lei ad azzardare risposte.
"Cos'è il Morbo di Raynaud?"
"Il morbo di Raynaud - cerca di prendere tempo per chiarirsi le idee -
consiste negli spasmi violenti delle arterie delle dita delle mani e talvolta
anche dei piedi."
"Ah ah.." dico io in senso di approvazione.
"E da cosa è causato?"
"Allora...la principali cause sono due: forti stress emotivi o durature
esposizioni al freddo e all'umidità."
"Si."
Mi interrompe.
"Tuttavia a volte può essere causato da un'improvviso e altrettanto
inaspettato innamoramento."
Mi guarda maliziosamente.
"Spiritosa."
"Eddai...perchè non mi racconti mai niente di lui?"
"Cosa? Lui chi?" faccio io, il più realisticamente e ingenuamente
possibile.
"Sei diventata rossa..e non venirmi a dire che fa caldo e che non c'è
nessun lui nella tua vita."
Abbasso lo sguardo.
"Certo che potevi essere un po' meno scontata."
"Cosa?"
"Nello sceglierlo. Gregory House. Che fantasia."
"Che c'è di male?"
"Niente. Solo...l'amore è proprio cieco."
"De gustibus non disputatum est."
"Posso confidarti un segreto?"
Carmen e i suoi segreti.
"Certo."
"Credo di essermi innamorata del suo amico, Jimmy Wilson."
Ah, si. Ora ricordo perchè siamo amiche.