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Autore: cheekbones    23/12/2011    6 recensioni
"Anche tu mi sei mancato" si guardarono complici, per poi abbracciarsi.
"Ehi, ehi, ehi, McGuardone, le mani a posto!" si irritò Tony, facendoli separare.
"Per favore, evita" Ziva incrociò le braccia al petto e lo guardò male. "Ho sempre la mia pisto..."
Tony, divertito, alzò le braccia in segno di resa. "Bene, dobbiamo raccontarti un sacco di cose!" si illuminò McGee, prendendola per mano. Abby le afferrò l'altra: "Oh, si, proprio tante!" la trascinarono lungo il corridoio, mentre l'israeliana guardava implorante Tony.
Quest'ultimo ridacchiò e scosse la testa, mimando con le labbra pistola. Ziva gli mostrò la lingua.
Nonostante fosse accerchiata dai due amici, la ragazza notò subito il professor Gibbs che, caffè in mano, veniva verso di loro. Si fermò di poco, in tempo per poterle tirare un sonoro scappellotto.
"Hai studiato, David?" Bentornata, Ziva.
"Si, prof!" Grazie, Gibbs.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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14 capitolo
sdasdas

- Grey can be... really sexy!

Ziva, 9x07



"... non hai detto così!"
"Senti, Tony, so cosa dico quando lo dico" s'innervosì Ziva, camminando spedita verso il suo armadietto.
"Sbagliato, guanciotte dolci! Hai detto proprio -qui cagna ci cova!-" ridacchiò Tony, seguendola fedele.
"Non è vero!" si alterò Ziva.
"Sei diventata rossa!" le punzecchiò divertito una guancia. La ragazza lo scacciò via con malgrazia.
"Smettila di prendermi in giro, va bene?" aprì di scatto l'armadietto, a cui Tony si appoggiò con nonchalance.
"Sei carina" le disse, di punto in bianco. "Tutta rossa" specificò.
"Ah. Quindi quando non sono tutta rossa, non sono carina?" Ziva assottigliò gli occhi.
"Cos - ? No!" si difese. "Tu sei bella sempre, ma quando diventi..." la ragazza rideva. "Mi stai prendendo in giro?"
"Ehi, una volta per uno. Ma scusa..." chiuse l'armadietto, dopo aver preso i libri. "Perchè si dice - qui gatta ci cova?-"
"E io che ne so, scusa!?" la seguì di nuovo lungo il corridoio. A volte lei lo trovava irritante che la seguisse dappertutto - o almeno si autoconvinceva che fosse così. Perchè, ammettere che averlo sempre intorno le piaceva da matti, sarebbe stato complicato.
"La gatta non cova! E' un mammifero" annuì tra sè e sè Ziva. "O no?"
"Il ragionamento fila! Però credo che stia a significare appunto questo..."
"Cioè?"
"Cioè, tu parli troppo, adesso!" la bloccò, scoccandole un bacio sulla fronte. "Ora facciamo una bella cosa, Gatta, andiamo da Gibbs, ci facciamo dare le fotocopie che ha distribuito mentre eravamo in ospedale e torniamo a lezione!"
Ziva mise il broncio. "Ma io non ho capito la storia della Gatta, sul serio!"
"Te lo spiego dopo!" Tony alzò gli occhi al cielo e la tirò per la felpa.
"Su, andiamo!" si avviarono entrambi verso l'ufficio di Gibbs.
"Dai, bussa!" disse Ziva. Tony battè le nocche sulla porta per tre volte, ma nessuno rispose.
"Mh. Ehi!" si accorse che non c'era la sicura. "E' aperta... Buongiorno profeeeee... CIELO!" si fermò sulla soglia della porta, tentando di bloccare Ziva. "Tonyyy... levati, dai!" si lamentava.
"Non credo che, uhm..."
"Ma quanto sei fastidioso! Levati, su!" lo spostò di peso, ma, dopo qualche minuto, avrebbe voluto stare al suo posto.
Davanti ai due ignari studenti, con relativi visi sconvolti, c'erano Leroy Jethro Gibbs pericolosamente avvinghiato a Shannon Stevens, in una posizione ambigua sulla scrivania del primo.
"Salve, ragazzi" disse stridula Shannon, mentre si tirava giù la gonna del tailleur, leggermente propensa verso l'alto.
Gibbs si limitò a sorridere tra sè e sè: "Cosa vi serve?"
Tony era troppo sotto shock per dire qualunque cosa, quindi Ziva prese la parola: "Le fotocopie..."
"Oh, si. Ve le porto in mensa, ok?"
"Grazie, professore" pigolò la ragazza, non meno sorpresa. "Andiamo, Tony" vide che non si muoveva. "TONY!"
"Vengo, vengo... arrivederci!" disse, facendosi portare via dalla sua amica.
Shannon si spalmò una mano sulla faccia: "Che vergogna!"
Jethro scoppiò a ridere. "Che fortuna. Proprio DiNozzo doveva beccarci..."
"Lo saprà tutta la scuola!" si lamentò Shannon.
"Non fa niente" Gibbs le abbottonò la camicetta. "Peggio di così!?"

I due ragazzi si erano dovuti fermare, perchè Tony era stato colto da un attacco di ridarella, che l'aveva portato a sedersi su una delle gradinate del cortile. Ziva cercava di mantenere un contegno, in piedi accanto a lui.
"Non ci credo! E io che pensavo che fosse gay, o robe così!" scoppiò a ridere Tony, le lacrime agli occhi.
"Solo perchè non l'hai mai visto con una donna?! Che pessimo!" gli lanciò un'occhiata di biasimo.
"... o frigido, o troppo attaccato al lavoro, o non ancora sessualmente sviluppato! Oddio... oddio, la Stevens!" si coprì il viso con le mani. "Non lo guarderò più allo stesso modo!"
"Certo che poteva pure chiudere la porta!" ridacchiò la ragazza.
"Già! Che questo ci serva da lezione, occhioni belli. La prossima volta, io e te ci blindiamo da qualche parte" si alzò e le fece l'occhiolino. Ziva lo guardò sconvolta mentre camminava verso l'aula di Francese.
"Perchè, fammi capire, c'è stata una prima volta?!" ringhiò.
"No, ma ci sarà" le fece una pernacchia.
"Sei morto!" Ziva gli corse dietro, mentre lui rideva a crepapelle. "Tanto ti ho quasi raggiunto!" gli finì contro, visto che si era fermato.
"Ma perchè...?" la ragazza si accorse che Tony stava guardando verso la porta della palestra semi-aperta, dove la squadra di basket si stava allenando - Vincent, a quanto pareva, era entrato al suo posto in squadra, visto che era la prima riserva.
"Tony..."
"Sto bene" scosse la testa. "Davvero!" provò a sorridere.
"Non è passato molto tempo. E' normale che tu ci stia male, sai?" gli accarezzò il braccio.
"Si, lo so. Fa strano vederli senza di me..." la voce gli si incrinò. "Tanto non vinceranno il campionato" provò a sdrammatizzare.
"Già! Gli manca il miglior giocatore" Ziva gli fece l'occhiolino.
Tony sorrise e si allontanò dalla palestra, con la David al fianco. Nonostante il dolore atroce per la perdita del basket, non poteva considerarsi infelice; quell'infortunio gli aveva tolto molto, ma portato altrettanto. Lanciò uno sguardo a Ziva, di fianco a lui, che continuava a parlare a raffica della - visione sconvolgente del nostro professore di Storia che si riproduce - e non potè fare a meno di sentirsi orgoglioso.
Non aveva ancora capito come, ma ce l'aveva fatta. Con lei aveva superato la parte più difficile e, ancora non si sa come, era molto più fisica e aperta nei suoi confronti. Tutto dal giorno dell'incidente.
"Posso farti una domanda?" le chiese improvvisamente.
Turbata per essere stata bruscamente interrotta, Ziva annuì. "Quando mi sono infortunato... hai... tu... hai avuto paura?" arrossì, gli sembrava una domanda molto stupida, detta ad alta voce, ma ci stava pensando da quando era uscito dal Day-Hospital.
Vide Ziva deglutire e diventare pericolosamente pallida. "Bè, è normale che io mi sia..."
"Non intendo quello" mormorò Tony, grattandosi la testa. "Sei cambiata nei miei confronti, no? E' che mi ricordo di te che..." Piangi, avrebbe voluto dire, ma non lo fece. La conosceva abbastanza da sapere che si sarebbe chiusa a riccio.
"E' solo che..." sussurrò Ziva, sorridendo tra sè e sè. "Ho perso così tanto negli ultimi anni... " non finì la frase, persa tra i suoi pensieri. La verità è che era terrorizzata all'idea di ...perdere anche lui, dopo sua madre, sua sorella e Ari. Non riusciva a dirlo ad alta voce, eppure, dagli occhi lucidi di Tony, le sembrò che lui avesse silenziosamente capito. "Ma si vedeva che non era grave, era solo una cosa mia. Che fai?"
Ti sta abbracciando, Ziva. Non è tanto complicato da capire, no?
"Ti sto abbracciando" rise, infatti, Tony. "E' per farti capire che non mi perderai, ok?"
"Accidenti, che acquisto che ho fatto!" risero.

xczxczx

- He's my half-brother

Ziva, 3x02


Tony le picchiettò sulla testa. "Ciao, occhioni belli!"
"Ciao culetto peloso!" il ragazzo fece una smorfia, le scompigliò i capelli e se ne andò verso casa sua. Ziva inclinò la testa e lo guardò andare via, sentendo le sue guance andare a fuoco. E' tutto così perfetto. Pensava, di tanto in tanto. Ridere con Tony, farsi toccare da Tony.
Non era mai stato così facile il suo rapporto con un altro essere umano.
Strinse a sè il cellulare e si avviò anche lei verso casa.
Qualcuno, però, la afferrò per un braccio. Tanto fu lo spavento, che Ziva lo colpì con una gomitata; alla fine, nonostante il sangue, lo riconobbe e un conato le salì spontaneo. "Ray!" ringhiò, estraendo velocemente la pistola dallo zaino.
"Ok, tra me e te c'è un evidente problema" rise il ragazzo, alzando le mani in segno di resa.
"Senti, non ho voglia di scherzare. Cosa vuoi?"
"Darti una cosa..." lentamente estrasse dalla tasta interna dei pantaloni una busta sigillata. "Te la manda Ari" il cuore della ragazza fece una doppia capriola. "Dov'è?"
"Non posso dirtelo"
"C'entra Parigi?"
"Non posso dirtelo"
"Fanculo!" levò la sicura alla pistola e gliela puntò dritta sulla fronte. Ray arretrò di un passo.
"Davvero, non posso parlarti. Ari me l'ha severamente proibito, probabilmente ci stanno seguendo. Vuole solo che tu abbia quella" indicò con la testa la busta che Ziva aveva tra le mani. "C'è un messaggio, all'interno. Non l'ho letto, l'ha scritto in arabo"
"Dammi un solo motivo per non spararti" sussurrò.
"Perchè sono l'unico che, al momento opportuno, ti potrà portare da tuo fratello. E l'unico che lo sta aiutando, attualmente"
"Per chi lavori?"
"Dettagli" il sorriso sardonico del ragazzo la fece innervosire. "Sappi solo che, al momento giusto, Ari si farà vedere"
"Al momento giusto?"
"Dobbiamo sistemare delle cose" cominciò ad arretrare. "Io andrei. Salutami DiNozzo" sparì alla sua vista, correndo.
Ziva tirò un respiro di sollievo, anche se la testa pulsava frenetica. Aprì di scatto la busta, dopo aver posato la pistola. All'interno, c'era una foto di loro due da bambini: la accarezzò commossa. Ma non c'era un messaggio? la voltò. Effettivamente, dietro, Ari le aveva lasciato qualcosa.

Cara sorellina, spero che Ray ti consegni a tempo debito questa busta. Ti prego, non portarmi rancore: tutto questo, lo sto facendo soprattutto per noi, per te!, per permetterti una vita migliore. Io sto bene e presto ci rivedremo -molto presto e potremmo stare insieme. Eli David non rovinerà anche la tua esistenza. Ti contatterò io entro pochi giorni.
Ti voglio bene,
A.

Per quanto l'idea che suo fratello stesse bene la rinvigorisse, Ziva tremò impercettibilmente. Cominciò a piovere, ma lei non si mosse. Continuava a fissare quelle frasi, in preda ad un attacco d'ansia senza precedenti.
"Presto ci rivedremo e potremmo stare insieme - molto presto" sussurrò tra sè e sè, cercando di regolarizzare il respiro. Quella frase non le piaceva; Ari aveva sempre avuto un carattere un pò particolare, più violento e drammatico del suo. Una frase così dolce e innocente, per lui, nascondeva altro e Ziva lo sapeva. Lo conosceva meglio di chiunque altro. Qualunque cosa stesse combinando, non le sarebbe piaciuta, ne era sicura. In un atto di coraggio, strappò la foto in mille pezzettini e lasciò che il vento e la pioggia li portassero via. Se papà la vedesse...
Ponderò l'idea di confidarsi con i suoi amici, ma preferì di no. Doveva solo aspettare, in fondo.
Ari deglutì perchè l'istinto mi dice che ti sei cacciato in un guaio più grosso di quanto pensi?
E la missione? Secondo i suoi calcoli, doveva essere a Parigi per la cellula terroristica. Invece era negli Stati Uniti.
La pioggia, oramai, le era entrata anche sotto la maglia, così, dopo aver starnutito più volte, se ne tornò a casa: un peso sul cuore e l'aria troppo stanca per una misera giornata scolastica.


vbcvbcvb
La canzone da cui è tratta la frase è GET IT RIGHT, da Glee. Personalmente la amo,
è una delle canzoni che mi hanno fatta commuovere.
Potevo mai non innamorarmi dell'immagine? 



Ziva se ne stava tranquilla, seduta al suo banco, con la testa altrove. Scarabocchiava sul quaderno di Chimica, mentre Ducky Mallard spiegava l'ennesima roba incomprensibile. Pensava a suo fratello, alla sua vecchia vita. Si ritrovò a disegnare una stella di Davide parecchio storta e sorrise tristemente. Farò mai qualcosa di giusto? Smetterà, ogni tanto, di crollarmi tutto addosso?* Sbuffò e cancellò con la gomma sulla matita la stella di Davide. Sto ricominciando. Devo smetterla. Ho già abbastanza problemi lontano da casa.
"Ehi" Tony le accarezzò un ginocchio. Sì, era il suo compagno di banco in tutte le lezioni che seguivano insieme. "Era bella" indicò il punto del quaderno in cui la ragazza aveva disegnato la stella. "Ti manca?"
"Un pò" fece una smorfia.
"E' da stamattina che sei triste. E' successo qualcosa?" la guardò con lo sguardo più limpido del mondo e Ziva non se la sentì di mentirgli ancora una volta. Gli raccontò brevemente dell'incontro con Ray e vide lo stesso sguardo diventare cupo. "Cazzo. Me lo dici solo ora!?"
"Non volevo mettervi in mezzo" alzò le spalle.
"Forse non ti è ben chiaro il concetto di squadra..." Ziva alzò gli occhi e si ritrovò a pochissimi centimetri dal naso di Tony che le sorrideva. Il cuore perse un battito. Potrebbe essere semplice. Potrei baciarlo, potrei essere felice. Ma non mi merita -  cosa puoi fare quando il buono che c'è in te non è abbastanza?* - sempre lo stesso discorso, finisce in un vortice di dolore per colpa mia. Accidenti.
Quanto tempo ci vorrà perchè io aggiusti tutto questo casino?* cominciò a scuotere la testa, distogliendo lo sguardo da lui.
"Che t'è preso?"
"Niente! Niente!"















Maia says:

* Tratti dalla canzone, appunto, dell'immagine sopra.
Godetevi questo capitolo perchè il prossimo T_________T... [non scordate quel - Get it Right. Fare la cosa giusta]
Bè... non ho altro da dirvi a parteeeeeeeeeeeee...

xczxczxc

BUON NATALE PROBIESSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS!!




  
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