Serie TV > Veronica Mars
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Autore: Deb    09/08/2006    7 recensioni
Sono trascorsi cinque anni nei quali non si sono mai visti, si tenevano in contatto solo tramite telefono ed e-mail, ma finalmente il college è finito e lei potrà tornare per stare per sempre con lui.
Ma anche questa volta Veronica dovrà fare affidamento a tutte le sue doti da detective per risolvere un caso d'omicidio...
Storia sospesa.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Keith Mars, Logan Echolls, Sceriffo Don Lamb, Veronica Mars, Wallace Fennel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tried Homicide

 

Veronica aprì lentamente gli occhi, era ancora un po’ rincoglionita per ciò che le era successo e non capiva bene dove fosse.

“Finalmente la bella addormentata si è svegliata! Come stai Veronica Mars?” quest’uomo le accarezzò violentemente i capelli.

“Alex…” disse lei cercando di muoversi senza, però, alcun risultato, l’avevano legata ad una sedia, mani e piedi era stretti da una corda, troppo stretti.

“Esatto! E so… che tu sai tutto quello che abbiamo fatto ad Alice, peccato che non potrai rimanere in vita mia cara, perché se non ti uccidessi saresti una brava investigatrice. Complimenti.” Cominciò a parlare lui esibendole un coltello da macellaio davanti al viso.

“Sai dove puoi infilarteli i tuoi complimenti?” rispose lei strafottente come sempre.

“Come osi?” Alex accarezzò il braccio di Veronica “Sarebbe carino un bel taglietto qui sul bicipite, avresti un assaggio di ciò che proverai tra poco.” Lui posò la lama fredda del coltellaccio sulla sua pelle delicata.

“Alex… tanto dovrà m…morire comunque. Non farle del male ora!” disse titubante un ragazzo che spostò la sedia dove era seduta Veronica più indietro, sottraendola dalle grinfie del fratello.

“Tu sei debole David, sei sempre stato debole. Non volevi nemmeno vendicarti di ciò che ha fatto Alice a nostro cugino. L’ha ucciso e lei ne è uscita indenne prendendo tutta la sua eredità. Doveva pagare quella puttana!” cominciò quasi ad urlare il mio grande dei due consanguinei.

“E… ed io mi sembra che ti abbia aiutato no?!” David balbettava aveva paura di un membro della sua famiglia.

Veronica stava in silenzio a sentire i loro discorsi, le lacrime le uscivano copiose dagli occhi, avrebbe voluto urlare, ma a cosa sarebbe servito? A niente, soprattutto perché ora David le teneva una mano sulla bocca.

Alex diede uno schiaffo al fratello che indietreggiò di qualche passo. “Ora veniamo a noi ragazzina… sai da quanto tempo sei qui? Ormai tuo padre ti starà cercando.”

“E mi troverà di sicuro!” rispose lei ancora in lacrime, indifesa davanti a quell’uomo che le stava di fronte.

“Sei qui da un giorno… lo sai? Ti abbiamo lasciata dormire… anzi abbiamo anche aiutato il sonno a rimanere in te. I sonniferi sono una vera bomba non credi?”

“Tu sei un pazzo maniaco!”

“E… omicida… ricorda!” le sorrise e le sfiorò con un dito il naso. “Ed ucciderò anche te.”

“Dio… ti prego… fa che papà ha visto le foto sul computer! Fa che è andato da Lamb con il sacchetto di prove che gli ho lasciato sul tavolo e che lo abbia convinto a seguire la mia pista. Per favore!” Pensò Veronica socchiudendo gli occhi.

“Ormai non ti troverà nessuno mia cara, se tuo padre venisse qui perché gli hai parlato delle tue supposizioni lo ucciderei all’istante, quindi prega il Signore affinché non arrivi mai in questa piccola casina.” Spiegò Alex ferendo il braccio di Veronica che urlò dal dolore, il taglio inciso non era profondo, ma sentiva quella lama entrarle nel braccio, sentiva tutto triplicato, il suo pianto non voleva cessare, stava quasi per desiderare la morte. Se doveva continuare a torturarla sarebbe stato meglio che la finisse subito, che la uccidesse all’istante, così non avrebbe più dovuto soffrire.

“Sh… Piccola… zitta…” dette queste parole i fratelli sentirono suonare alla porta, cercarono di far finta di niente ma il campanello continuava a suonare sempre più incessantemente. “Se urlerai solo una parola ucciderò chi c’è sulla porta, poi vengo qui e ti uccido molto lentamente! Chiaro?” pronunciò Alex avviandosi verso il piano superiore seguito dal fratello.

Aprirono la porta “Siete in arresto.” Veronica dalla cantina continuò a piangere, ma erano, questa volta lacrime di gioia, era arrivato Lamb, l’avrebbe salvata, e se nel processo la giuria li desse non colpevoli andrebbero comunque dentro per rapimento.

“Perché?” domandò Alex facendo il finto confuso “Che abbiamo fatto sceriffo?”

“Non fare il finto tonto idiota!” voltò il ragazzo all’indietro prendendogli i bracci e ammanettandolo.

“Ma… non capisco!”

“Agente, lo porti in auto!” disse mentre ammanettava David. “Andiamo su…”

Se ne stava per andare, lei sarebbe rimasta lì? “Lamb!!!” urlò dal piano di sotto.

“Che è stato?” domandò lo sceriffo sentendo pronunciare il suo nome.

“Niente sceriffo, avranno squittito i topi giù in cantina.”

“Lamb… Sceriffo Lamb… vieni in cantina!!!” urlò ancora una volta Veronica che stava perdendo la pazienza.

Lo sceriffo fece salire in auto anche David. “Voi andate in centrale… io vi raggiungo.” Disse voltandosi ed entrando nella casa. Vide una porta semi aperta che portava in cantina “C’è qualcuno?” domandò poi.

“No c’è solo un fantasma!” rispose sarcastica Veronica, tra lacrime di gioia per il suo ritrovamento tempestivo, e di terrore per quello che i due fratelli avrebbero potuto farle.

Lo sceriffo scese di sotto “Veronica… allora non sei morta quando la tua auto è esplosa.” Pronunciò mentre la slegava.

“Mh… vediamo… aspetta fammi toccare…” dopo essere stata slegata su tocco il viso “Mh… no!” rispose tremante.

Le slego anche le caviglie. “Andiamo all’ospedale.”

Veronica si alzò in piedi ed abbracciò Lamb che ci restò di stucco “Grazie per avermi salvata! Grazie!” ammise tra le lacrime che andavano a bagnare la divisa dell’uomo che aveva di fronte.

“Niente… tuo padre mi ha pressato perché seguissi la tua pista… e… beh… era giusta.” Rispose guardando il soffitto.

Veronica si staccò da lui ancora in lacrime e si toccò la ferita provocatale da Alex.

“Che bastardo…” disse Lamb guardandola. “Dai sbrighiamoci.” I due salirono le scale e Lamb chiamò la centrale per farsi venire a prendere.

 

“Tesoro!!” urlò Keith correndo verso di lei ed abbracciandola.

“Papà…” contraccambiò l’abbraccio. Le baciò sulla testa e la lasciò andare.

“Scusami…” la lasciò un attimo e raggiunse lo sceriffo Lamb e gli diede una pacca sulla spalla “Grazie…” gli sorrise.

“Se non mi avessi pressato a seguire gli indizi di Veronica sarebbe morta a quest’ora.” Rispose lui abbassando lo sguardo. “E’ stata tutta colpa mia. Se avessi fatto ciò che mi aveva chiesto non l’avrebbero nemmeno ferita” disse in tutta sincerità.

“Dai… ora è tutto a posto… non preoccuparti.” Gli sorrise ancora, era grato a quello sceriffo che lo aveva battuto cinque anni fa alle elezioni.

Veronica si guardava in giro, era ancora in ospedale, l’avevano medicata.

“Chissà se Logan ha letto il giornale” pensò mentre aprì il giornale leggendo l’articolo dell’esplosione della sua auto. “Un’auto è esplosa per la statale, il corpo dell’autista non è ancora stato trovato.” Lesse mentalmente, forse Logan era preoccupato. La ragazza si alzò in piedi.

“Dove vai Veronica?” chiese il padre vedendola avviarsi verso l’uscita del reparto.

“Da Logan, forse è preoccupato.” Rispose lei. Lamb la guardava con occhi tristi, lei gli sorrise.

“Aspetta Veronica.” Lo sceriffo la raggiunse. “Mi dispiace.”

“Per cosa? Per avermi salvato?” domandò sarcasticamente ridendo un po’.

“Se avessi… niente lascia stare e corri dal tuo ragazzo!” disse spingendola verso l’uscita.

“D’accordo! Ciao!” salutò ed uscì, però poi tornò indietro ed andò vicino al padre “Mi sono ricordata di non avere più l’auto!” pose il palmo della mano ed attese le chiavi dell’auto del suo caro babbo.

Sembrava come non le fosse successo niente, cercava di scacciare dalla mente ciò che aveva passato, voleva essere la solita Veronica Mars.

 

Fine decimo capitolo

 

 

 

   
 
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