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Autore: cri86    24/12/2011    0 recensioni
In una vigilia di Natale molto speciale, Auto capisce finalmente il significato dello spirito natalizio - e del perdono. Scritta in inglese per il WALL-E Forum, una storia di Natale che sa un po' di "La vita è meravigliosa", un po' del "Canto di Natale", con più di qualche accenno a un delizioso romanzo di qualche anno fa, "Il regalo più bello".
Genere: Commedia, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed ecco la seconda parte. Domani, se tutto va bene, posto la conclusione!


Let it snow

Una WALL-Estoria di Natale (parte II)

“Be’, perfetto!” sbuffò McCrea, mentre insieme al BRL-A del Reparto Riparazione accompagnava WALL-E ed EVE in quella che una volta era stata una navetta di salvataggio. “Alla faccia dell’ultimo mese di preparativi! Ma da dove è venuta ‘sta pioggia?!”

Fino a quel momento, il tempo era stato freddo ma stabile. Niente lasciava presagire precipitazioni di alcun tipo, e i bollettini metereologici erano buoni in maniera quasi deprimente – visto che, proprio come WALL-E e EVE, McCrea aveva sperato nell’arrivo della neve, ed era rimasto deluso. Ma la pioggia, decisamente, non rientrava nelle aspettative di nessuno.

Eppure era arrivata adesso a rovinare i festeggiamenti, e alla grande.

“Caspita, se è stato improvviso!” disse John, spostandosi di lato per lasciare entrare McCrea e i tre robot. Sia lui che Mary erano fradici, i loro capelli sgocciolavano sul pavimento; la pioggia li aveva colti di sorpresa all’aperto, quando non c’era nemmeno un BRL-A nei dintorni. “Da dove è venuta tutta quest’acqua? Potrei giurare che è cominciata di punto in bianco, come se qualcuno avesse premuto un interruttore!”

WALL-E si scrollò l’acqua di dosso, mentre BRL-A chiudeva il suo ombrello e volteggiava diligente accanto a McCrea. “Com’è che al centro meteo non se ne sono accorti?” chiese il Capitano. “E’ quello che piacerebbe sapere a me.”

“Magari c’è un guasto ai satelliti.”

“Per carità, ci mancherebbe solo quello!” McCrea alzò gli occhi al cielo. Le emergenze dell’ultimo minuto erano esattamente le cose di cui poteva fare a meno, grazie mille. “Abbiamo già abbastanza problemi… che mi dici dell’area ristoro? Le persone avevano già cominciato a portare roba da mangiare…”

“Sissignore. Un gruppo è uscito insieme ai BRL-A per vedere cosa si può mettere in salvo, ma ho paura che molte cose siano già da buttare.”

“Non i tacchini?” gemette McCrea.

A disagio, John spostò il peso del corpo da un piede all’altro. “Saranno un po’ annacquati, ma meglio di niente. Le zuppe, invece…” “E le verdure, i dolci, i puddings…” Il Capitano McCrea scosse la testa, abbattuto, lanciando uno sguardo cupo alla pioggia scrosciante. “Che fregatura pazzesca!”




“Problemi?” chiese Clarence, sbirciando gli schermi olografici al di là del timone di Auto.

::Negativo. Il reset è completo all’84%::

“Hai avuto una bell’idea” ridacchiò il vecchio. “Un tacchino in tazza non è proprio la stessa cosa di – be’, sì, un tacchino vero, sai. Geniale.”

::Gli umani di questo tempo sembrano prediligere cibo solido:: rispose Auto, come se fosse un’ovvietà. ::Il reset è adesso completo al 97%::

“Sei sicuro che il rigeneratore di cibo possa essere reimpostato ai livelli iniziali, dopo tutti questi anni?”

::Affermativo. Era settato su cibo solido durante i mandati del Capitano Reardon, del Capitano Fee e in buona parte di quello del Capitano Thompson.:: Un messaggio apparve sullo schermo olografico, e l’occhio di Auto lampeggiò con quello che era innegabilmente orgoglio. ::Il reset è stato completato con successo. Posso procedere alla valutazione::

Premette un bottone, e portò in primo piano uno schermo olografico che mostrava uno fra i tanti ristoranti automatizzati dell’Axiom. Il nastro trasportatore si stava muovendo con lentezza, accompagnato da un ronzio e un cigolio di meccanismi che si rimettevano in moto. Un istante più tardi, il rigeneratore di cibo aveva materializzato un meraviglioso tacchino arrosto, con la crosta dorata e scintillante e un filo di fumo che si levava ancora dal piatto.

Auto voltò il timone per guardare Clarence, che sorrise e annuì con aria d’approvazione.

“Fa venire voglia di mangiarlo.”

::Affermativo:: Uno dei raggi di Auto discese su un pulsante, e il nastro trasportatore tornò a muoversi. Il rigeneratore di cibo dell’Axiom era di nuovo in attività.




Nella scialuppa, McCrea e John stavano cercando di organizzarsi. Il Capitano aveva decretato che si sarebbe potuto festeggiare al chiuso – ma le iniziative avrebbero state giocoforza meno grandiose, visto che ciascuna scialuppa poteva ospitare solo un nucleo familiare, due al massimo. Anziché un grande evento globale, i Coloni avrebbero festeggiato per conto proprio, e sarebbero rimasti in contatto gli uni con gli altri attraverso gli schermi olografici. Era una prospettiva deprimente, ma quanto di meglio potevano rimediare in una situazione del genere.

“Possiamo mandare della gente a recuperare le decorazioni che non sono completamente infradiciate” stava dicendo il Capitano. “Peccato per gli alberi, però…” Al momento di preparare gli addobbi, nessuno nella Colonia aveva avuto il cuore di tagliare gli alberi cresciuti fra tante difficoltà. Visto che i festeggi amen ti si sarebbero tenuti all’aperto, gli alberi erano stati decorati direttamente sul posto.

“Sì, non sarà la stessa cosa sena un albero di Natale” annuì John. “Anche se immagino che sia colpa nostra, per non aver pensato che qualcosa del genere potesse accadere. Ancora una volta, la Terra ci dimostra che non abbiamo alcun controllo su di lei.”

“Pensi che potremo recuperare almeno alcune delle luminarie prima del pomeriggio?”

John si strinse nelle spalle. “Vale la pena tentare, immagino.”

::Llll-ccc!! Cccnnn-lttt… Llll-ccc!:: cinguettò WALL-E in tono servizievole. Abbiamo le luci nel mio cingolato, potremmo portarle qui! Che ne dici, Eeeevah? La robottina, che aleggiava al suo fianco, mosse la testa in segno d’assenso. Erano esilarati all’idea di poter fare qualcosa, qualsiasi cosa per aiutare con i festeggiamenti. Rallegrare gli amici per Natale – cosa poteva mai esserci di meglio? “Cosa – oh, le luci del tuo cingolato. Giusto, non ci pensavo più” annuì McCrea. “Bell’idea, WALL-E. Così risparmieremmo molto più tempo che non recuperando le luminarie all’aperto…” Gli occhi di WALL-E sorrisero orgogliosamente, e il robottino fece cenno di sì con la testa. Qualunque cosa per aiutare i miei amici, Capitano.




Le luci sul ponte si affievolirono, e Clarence lanciò uno sguardo preoccupato al tubo al neon sopra le loro teste. “Dì, Auto, sei sicuro di sapere quello che stai facendo?”

::Solo un inconveniente temporaneo, signor Clarence, dovuto all’attivazione dei filtri di colore. E’ tutto sotto controllo::

Auto aveva voltato le spalle al suo ospite. Aleggiava sopra una console, premendo tasti e pulsanti, impartendo istruzioni agli Steward e sorvegliando grappoli di schermi olografici. Ma mentre un essere umano sarebbe stato a un passo da una crisi di nervi, l’Autopilota si sentiva totalmente nel suo elemento. Adesso pensava di capire cosa intendesse Clarence, quando gli aveva detto che nulla come una festa di Natale poteva distogliere la mente dai pensieri. Organizzare un party in grande stile a tempo di record lo aveva liberato, almeno per il momento, dal peso della direttiva fallita che lo opprimeva; ora la sua direttiva era quella, e lui l’avrebbe portata a termine nel miglior modo possibile.

Finalmente, le luci si stabilizzarono – non più fredde e artificiali, ma vivaci e colorate, in tutta la gamma dello spettro; come se, nottetempo, la Axiom si fosse trasformata in un gigantesco albero a fibre ottiche.

Clarence si avvicinò. “Hai fatto uno splendid lavoro con le luci! E che mi dici delle decorazioni?”

::Ho invitato tre Steward a recuperarle:: rispose Auto, nel suo solito tono imperturbabile. ::Il secondo carico è arrivato proprio adesso:: E gli mostrò uno schermo olografico interfacciato con l’ingresso dell’Axiom, da cui era appena entrato uno Steward. Nel suo raggio di sospensione trasportava l’equivalente di due bracciate di ornamenti e stelle filanti.

“Questa sì che è efficienza!” si complimentò Clarence, dando una pacca amichevole al timone. “E tutto in perfetto orario, spero?”

::Affermativo, signor Clarence. Il secondo carico è stato consegnato cinque minuti e tre secondi prima di quanto stimato::

“Quindi, siamo a posto?”

::In anticipo, per essere precisi::

Sorridendo, Clarence guardò Auto come se fosse stato un nipotino che aveva portato a casa una splendid pagella. “Dico ‘siamo’, ma in realtà il merito è solo tuo, Auto. Stai facendo tutto da solo.”

::E’ stato lei a mettermi al lavoro, signor Clarence::

“Io? Non essere sciocco!” ridacchiò il vecchio. “Non sono mica un tuo superiore, ti sembro forse un Capitano? Oh, a proposito, come va con la selezione delle musiche?”

::Sto selezionando i brani natalizi per parole chiave:: rispose Auto, osservando una lista di file musicali ordinati per titolo.

“Se non è troppo disturbo, si potrebbe ascoltare qualcosa?” Clarence sorrise in modo buffo, come a volersi scusare della sua richiesta. “Sai, tanto per calarsi un po’ nell’atmosfera natalizia…”

Senza parlare, l’Autopilota premette un pulsante, e alcuni istanti dopo gli altoparlanti trasmettevano una musichetta orecchiabile sul ponte e in tutta quanta l’astronave.

”Oh the weather outside is frightful, but the fire is so delightful, and since we’ve got no place to go, let it snow, let it snow, let it snow…”

“Adoro questa canzone” disse il vecchio in tono sognante, asciugandosi le lacrime dagli occhi.




“… speriamo che per domani la pioggia si sia calmata. Anche se la vigilia è andata a monte…”

“Ehi, Capitano, che sta succedendo sull’Axiom?”

La voce di John si levò sopra a quella di McCrea, interrompendo il suo discorso alla gente della Colonia. Sugli schermi olografici calò il silenzio, mentre il Capitano andava a vedere quale fosse il problema – e istintivamente tutti gli ascoltatori fecero lo stesso, chiedendosi cosa potesse aver attirato l’attenzione del loro comandante. Sbirciavano fuori dalle finestre rigate di pioggia, indicavano, sussurravano – alcuni addirittura uscivano addirittura sulla soglia delle scialuppe per vedere meglio, come se non credessero ai loro occhi.


::Ooooh:: boccheggiò EVE. WALL-E emise un fischio stupefatto e indicò fuori, incredulo; il Capitano lasciò cadere il suo cappello.

Sembrava che l’Axiom avesse improvvisamente preso vita, svegliandosi dopo cinque anni di torpore. Le finestre emanavano bagliori caldi e coloratissimi, invitando a entrare con le loro promesse di ospitalità e allegria. Di tanto in tanto si potevano scorgere i bagliori dorati o argentati delle decorazioni. Anche se le finestre erano chiuse, e la pioggia continuava a scrosciare, l’eco di canti natalizi arrivava fino alla scialuppa.

“… be’, che io sia dannato” John emise un basso fischio.

Mary gli lanciò un’occhiata di rimprovero. “John, non a Natale!”

“Ma cosa diavolo gli è saltato in testa, ad Auto?” mormorò McCrea, incredulo. Balzò di scatto verso la porta, facendo cenno al BRL-A del Reparto Riparazione di andare con lui. John e Mary presero i loro impermeabili e li seguirono fuori, con WALL-E ed EVE alle calcagna.

Wow. E’ davvero l’Axiom, quella? WALL-E si girò a guardare EVE, come per assicurarsi di non stare sognando tutto. Come poteva un’astronave da crociera attraccata da anni trasformarsi in quel miracolo di musica e colori da un momento all’altro? ::Eeeevah?:: Non riesco a crederci neanch’io. Gli occhi di EVE, composti da LED blu, erano spalancati come piattini. WALL-E rimase colpito notando quanto fosse bella, con le luci dell’Axiom che si riflettevano sul suo chassis bianco; bella in modo quasi irreale. Cosa credi che stia combinando Auto?

Il robot compattatore si strinse nelle spalle, come a dire, non ne ho la più pallida idea…

Guardandosi intorno, si accorse che non erano gli unici usciti a investigare. Diversi altri abitanti della Colonia si erano avventurati fuori dalle scialuppe. Alcuni indossavano degli impermeabili, altri facevano cenno alle unità BRL-A più vicine, ma tutti sembravano attirati dall’Axiom decorata a festa come insetti da una fonte di luce.

“Sentite – la sentite la musica?” esclamò una donna, indicando l’astronave.

“Cosa sono quelle luci?” Un uomo più anziano strinse gli occhi per vedere meglio.

“C’è un party o qualcosa del genere?”

“Hanno spostato i festeggiamenti sull’Axiom?”

Un brusio di voci incuriosite sembrava alzarsi da tutte le direzioni. Ma improvvisamente l’urlo di sorpresa di Mary sovrastò tutti gli altri rumori – tranne la flebile melodia che risuonava in lontananza. “John, gli addobbi… guarda!”

Ovunque, teste si girarono bruscamente, cercando di capire cosa avesse attirato l’attenzione della donna. Anche WALL-E non poté trattenersi dall’emettere un trillo allarmato. ::Eeeevah! squittì, stringendo più forte la mano, simile a una pinna, della sua amata. Eeeevah, guarda…

Gli addobbi e le decorazioni che i Coloni avevano preparato con tanta fatica nelle settimane precedenti – tutti i tralci di aghi di pino e le pigne, le lunghe file di campanelle, le ghirlande di agrifoglio, il vischio avvolto in nastri rossi e verdi – erano sparite, scomparse nel nulla. EVE batté le palpebre incredula – chiedendosi se non stessero per caso ammattendo un po’. Di certo le decorazioni non sparivano così di punto in bianco?

“Ma che sta succedendo qui?!” esclamò un ragazzino. “Ci sono i fantasmi o cosa?”

“Gli addobbi sono stati portati sull’Axiom?” chiese timidamente una donna dal fianco del marito.

Diverse persone si voltarono a guardarla incuriosite. Il Capitano McCrea si fece strada in mezzo alla folla e chiese in fretta: “Cosa intendi, Madeleine? Perché mai dovrebbero essere sull’Axiom?”

La giovane donna, ora, sembrava pentita del suo coraggio. Si guardò intorno, perplessa che nessun altro la pensasse allo stesso modo. “Be’…”, rispose nervosamente, “… dove altro dovrebbero essere? Voglio dire, ci sono dei festeggiamenti o qualcosa del genere sull’Axiom, giusto? E perché mai qualcuno avrebbe dovuto prendersi la briga di togliere gli addobbi, se non per portarli da un’altra parte?”

“Ma – ma io non ho mai detto ad Auto di…” protestò debolmente McCrea.

Per qualche istante tutti i discorsi scemarono mentre gli umani e i robot rimanevano immobili sotto la pioggia, ascoltando l’eco di un nuovo canto natalizio. Finalmente, fu John a rompere il silenzio.

“Sapete – non avrei mai pensato che Auto avesse tutto questo spirito natalizio…”

E osservando l’astronave luminosa, WALL-E pensò che non fosse stato per la mancanza della neve, l’Axiom avrebbe avuto la stessa atmosfera di quelle vecchie immagini che avevano tanto affascinato lui ed EVE.




“Presto, Auto, non dimenticare i regali!!” lo incitò Clarence. Per la prima volta quel giorno – e per la prima volta da che Auto lo conosceva – il vecchio sembrava frenetico.

::Non necessario, signor Clarence:: rispose il timone, voltandosi a guardarlo. ::Ho già dato ordine agli Steward di trasportare i regali sul Ponte Lido. A meno che non debba farli portare altrove?::

“Whew!! No, no, il Ponte Lido andrà bene.” Come se un enorme peso fosse stato tolto dalle sue spalle, Clarence si lasciò cadere all’indietro sul lettino a cuscino d’aria dove solitamente sedeva il Capitano McCrea. “Grazie al cielo tu sei sempre un passo avanti a tutti gli altri, Auto.”

Ironico – solo quella stessa mattina, il Capitano aveva detto qualcosa di molto simile.

“Perché, vedi – è questa l’essenza dello spirito natalizio” stava dicendo Clarence. Auto si raddrizzò di colpo. Spirito natalizio – il Capitano aveva parlato anche di quello. Ricordò l’espressione di McCrea mentre si allontanava dal ponte, e il suo sospetto che fosse stato proprio il suo non capire tutta quella faccenda dello spirito natalizio a deluderlo – anche se non avrebbe potuto capirlo ugualmente, visto che non faceva parte della sua direttiva.

A disagio, Auto osservò Clarence per alcuni istanti. L’uomo aveva smesso di parlare, e lo guardava con un’aria di attesa, come aspettando la domanda dell’Autopilota. Come faceva a sapere che voleva chiedergli qualcosa?

::Scusi? Può ripete – l’ultima cosa che ha detto?::

“Be’, che è l’essenza dello spirito natalizio” rispose Clarence, come a chiedere, cosa c’è di tanto difficile? “Dare agli altri non perché ce lo chiedono, o perché ti viene detto o in cambio di qualcosa, ma solo perché vuoi farli felici. Onestamente, Auto – il trucco è tutto lì.”

::Trucco? Quale trucco?:: L’Autopilota lo fissò senza capire. “La scintilla che mette in moto lo spirito natalizio. Puoi immaginarla come una sorta di cerchio senza fine. Donare spinge a donare a propria volta, il che a sua volta spinge a donare ancora, e così via. E così, a Natale, in tutto il mondo, tutti donano e tutti sono grati, perché hanno ricevuto a loro volta un dono…”

Il processore di Auto ruotò mentre rifletteva su quelle parole.

“C’è qualche dono che vorresti rievere?” gli chiese Clarence in tono incoraggiante.

::Forse – è già successo:: Lentamente, stava incominciando ad afferrare il meccanismo del Natale. La scintilla che metteva in moto lo spirito natalizio, come l’aveva chiamata Clarence. Quella mattina, il Capitano McCrea aveva voluto che lui capisse, e lui lo aveva deluso. Adesso, donando ai Coloni i festeggiamenti a cui avevano dedicato il loro tempo e le loro energie, avrebbe donato la felicità anche al Capitano, e avrebbe ricevuto qualcosa in cambio – la consapevolezza di aver portato a termine la direttiva fallita solo poche ore prima. Ma per quanto riguardava il robot compattatore e Sonda Uno… ::Ma c’è qualcos’altro. Qualcosa che lei ha nominato poco fa::

“Sì? Cosa?”

::Il perdono:: Adesso, nella mente di Auto, tutti i pezzi del puzzl combaciavano. Aveva tutto un senso – un senso tremendamente logico, che lui prima di allora non era mai riuscito ad afferrare. Auto non si incolpava per gli eventi sull’Axiom, ma poteva vedere chiaramente che il robot compattatore e la sua compagna lo incolpavano eccome. Se avesse potuto chiarire le cose con loro, se fossero riusciti a perdonarlo, quell’ultima direttiva incompleta sarebbe stata portata a termine.

“Be’, dovrebbe essere facile” disse Clarence, raggiante.

::Non capisco::

“Adesso conosci il segreto, Auto. Per ricevere – devi prima donare.” Il vecchio sorrise, di quel sorriso malinconico e soffuso che sembrava scaturire dai suoi occhi quanto dalle sue labbra. “Come ti ho detto, lo spirito natalizio è tutto qui.”

Perché, adesso se ne accorgeva, quel che lo aveva turbato era che avrebbe dovuto dir loro qualcosa.

::Che cosa dovrei donare?::

“E su, Auto, non so nemmeno a chi è che vuoi fare un regalo! Hai qualcuno di particolare in mente?”

::Il robot compattatore e la sua compagna, Sonda Uno. Io – voglio solo dir loro che la mia direttiva non è né di ferirli, né di separarli::

“WALL-E ed EVE? Non credo proprio che esista nessuno tanto crudele da separarli di proposito” annuì Clarence. “E quindi vorresti far loro un regalo di Natale – è un pensiero molto gentile da parte tua, Auto. Sono sicuro che ne saranno molto toccati. Però non dovrebbe essere tanto difficile scegliere qualcosa, no?”

::Non so cosa… com’è che ha detto?... cosa vorrebbero ricevere. Come faccio a scegliere?::

“WALL-E colleziona cose rare e uniche” rispose Clarence imperturbabile. “Cose che a qualcuno possono sembrare inutili, ma che ai suoi occhi hanno un significato speciale. Di certo ti sarà capitato di vedere molti oggetti del genere, nel corso della tua esistenza… be’, che mi venga un colpo, guarda un po’!”

Per la prima volta da quando aveva cominciato a piovere, Clarence aveva rivolto lo sguardo alla finestra. Sorridendo alleramente, si incamminò in quella direzione e fece cenno ad Auto di avvicinarsi.

“Guarda, Auto; sta nevicando! Chi l’avrebbe mai detto?” E infatti quella che fino a poco prima era stata pioggia, ora danzava leggera nell’aria. Un paio di istanti e i fiocchi di neve, da piccoli, erano diventati larghi e spessi. Decisamente il tempo si stava comportando in modo molto bizzarro, quel giorno.

Gli occhi di Clarence scintillavano – per la commozione, notò Auto. Era la seconda volta quel giorno che lo vedeva commuoversi. Cullato dalla musica, fissava i fiocchi di neve danzanti come se ne fosse stato incantato – come se, ai suoi occhi, avessero avuto una magia speciale. Un attimo dopo, Auto ricordò dove aveva già visto quello sguardo, prima d’allora; molto tempo addietro, il robot compattatore e la sua compagna avevano guardato le immagini delle distese innevate con la stessa espressione rapita.

“Sai,” sussurrò Clarence, senza distogliere gli occhi dalla neve, “c’è una leggenda secondo cui non esistono due fiocchi di neve uguali. Meraviglioso, non credi?” Lentamente, il processore ruotò avanti e indietro. Che cosa aveva detto Clarence, poco prima? Che il robot compattatore collezionava cose rare e uniche, di scarso valore pratico forse, ma che erano ugualmente cari al suo cuoe?

C’è una leggenda secondo cui non esistono due fiocchi di neve identici.

Dopo quelli che avrebbero potuto essere tanto minuti quanto ore, Auto si girò verso il vecchio al suo fianco. ::Signor Clarence – una volta GO-4 era le mie braccia e le mie gambe. Adesso che lui se n’è andato, potrebbe farmi un favore?::

“Ma certo!”

::Apra la finestra, se non le dispiace::

Di nuovo quel sorriso tutto particolare, d’intesa, illuminò il volto di Clarence. “Un’idea eccellente.”




Mentre si dirigevano verso l’Axiom, sulle prime gli abitanti della Colonia non prestarono attenzione al lieve cambiamento del clima. Ma le unità BRL-A erano programmate per accorgersi anche dei particolari più insignificanti, e in una frazione di secondo, poco più di un battito di ciglia, l’informazione si era diffusa silenziosamente fra loro.

Be’, chi l’avrebbe detto? Adesso nevica pure.

Oh, guarda – la neve.

Questo non me l’aspettavo.

Drrrreck, la neve! Mi ero quasi dimenticato che cosa significasse quella parola!

Che buffo… adesso, di colpo, la pioggia è diventata neve!


Eppure, per qualche minuto furono gli unici ad accorgersene; tutti gli altri erano troppo sbalorditi dalla decorazione scintillante che sembrava aver rimpiazzato l’Axiom di tutti i giorni. WALL-E, però, aveva alzato gli occhi simili a binocoli verso il cielo grigio ardesia sopra di lui, come aveva fatto per tanti anni. Per felice che fosse, non riusciva a scrollarsi dalla mente quel pensiero tristemente familiare. Oh, se solo…

E poi, mentre i suoi occhi scivolavano dal cielo all’Axiom, poco ci mancò che non perdesse l’equilibrio. ::Eeeevah!!:: strillò, prendendole la mano e indicando freneticamente. ::Nnnnn-vvvvvv!! Nnnnnn-vvvvvv!!:: Guarda – Eeevah, guarda!! Sta nevicando!! Quella non è pioggia, guarda bene contro le luci delle finestre dell’Axiom – sta nevicando davvero!!

EVE emise un trillo di sorpresa. Come…?! Ma i suoi occhi non l’ingannavano. Stava nevicando – larghi, soffici fiocchi di neve che scendevano lentamente dal cielo, proprio come in quelle immagini di un tempo lontanissimo. Dopo anni di grigia uniformità e desolazione, finalmente la neve era tornata a imbiancare il pianeta, dopotutto.

“Che cos… ehi, Mary, ma quella non è neve?” anche John stava indicando i fiocchi. Gli altri Coloni, a loro volta, avevano cominciato ad accorgersene – alcuni per conto proprio, altri spaventati dall’improvvisa esclamazione di WALL-E.

“Sta.. nevicando?”

“Ti dico che questa non è più pioggia…”

“Neve?”

“Ma da dove è venuta?”

Sbalordito, McCrea guardò le nuvole grigie e pesanti sopra la sua testa. Bizzarro, come il clima continuasse a cambiare bruscamente oggi. Prima la pioggia, così di punto in bianco – e desso… il Capitano non sapeva cosa pensare, e forse non era nemmeno sicuro di voler pensare alcunché. A volte dei piccoli miracoli – il tocco leggero di una magia antica, più spirituale che soprannaturale – dovevano essere accettati…. non capiti, ma accettati. Forse il disegno complessivo non si sarebbe mai visto… ma era davvero così terribilmente importante vederlo, dopotutto?

Gettando indietro la testa mentre i fiocchi di neve danzavano intorno a lui, il Capitano rise – una risata profonda sentita, come quella di un Babbo Natale più giovane. “Questo… questo è il più bel Natale in assoluto!”

Sì… il migliore di tutti! WALL-E abbracciò la sua EVE, e lei lo fece volteggiare a mezz’aria. Quando i suoi occhi sfiorarono il suo schermo, fra loro passò un bacio elettronico. Anche dopo cinque anni bastava quel bacio inaspettato dalla sua EVE per farlo sentire euforico e stordito, con le farfalle nello scomparto compattatore. Buon Natale, Eeeevah, vita mia avrebbe voluto dirle – se non fosse stato tanto abbagliato.

Buon Natale, WALL-E, more mio. EVE rise, e a WALL-E sembrò che nessuna campanella da slitta fosse nemmeno lontanamente paragonabile alla dolcezza della sua voce incantevole, mentre danzavano al ritmo di una melodia ovattata e dei loro cuori, all’unisono l’uno con l’altro.




Entrarono nell’Axiom timidamente, come bambini in punta di piedi attorno a una pila di regali. Umani adulti e robot settecentari trattenero il respiro, mentre i loro occhi saettavano dalle pareti al soffitto, agli ascensori, ai ponti superiori. Volevano vedere tutto subito e, nello stesso tempo, non sapevano da dove cominciare. Di colpo, o così sembrava, un pizzico di spirito natalizio aveva trasformato i familiari interni dell’Axiom in un posto completamente diverso da quello in cui erano vissuti così a lungo. Era straordinario.

Le pareti erano riccamente decorate dagli addobbi, alcuni ancora scintillanti dopo la pioggia improvvisa. Sul Ponte Lido, i regali nei loro incarti rossi e verdi erano stati accatastati sotto quello che i passeggeri, sulle prime, scambiarono per un gigantesco albero di Natale olografico. Avvicinandosi, però, si accorsero che Auto aveva rimpiazzato i vecchi ologrammi delle palme con schermi olografici che trasmettevano una diretta – in dimensioni reali – degli alberi innevati all’esterno, sempre più bianchi man mano che la neve continuava a posarsi sulle loro cime. Senza badare agli ospiti, gli Steward aleggiavano lungo i corridoi, occupati con le commissioni dell’ultimo minuto; due di loro avevano appena sollevato un’enorme ghirlanda scintillante sopra la porta d’ingresso.

Un profumo delizioso si spandeva nell’aria – salmone arrosto e tacchino ripieno, prosciutto, zuppe, frutta fresca e secca, cioccolata calda e pudding natalizio; profumi – i passeggeri lo sentivano istintivamente – troppo intensi per essere quelli emanati dal cibo in tazza, che non sapeva mai di niente. Mentre si guardavano sbalorditi, si accorsero che il vecchio rigeneratore di cibo automatico doveva essere stato riattivato, e che adesso stava chiaramente producendo delle prelibatezze solide.

“Pazzesco…” mormorò McCrea. Strinse forte gli occhi e poi li riaprì, chiedendosi se quelle meraviglie ci sarebbero state ancora. Sì, erano ancora tutte lì.

Accanto a lui, WALL-E ed EVE continuavano a vorticare danzando nella lounge, come avevano fatto lungo la rampa di accesso. Non si erano più lasciati da quando aveva cominciato a nevicare, e McCrea si accorse che la sommità dello scomparto compattatore di WALL-E era già coperta da uno strato di neve.

“Attacca in fretta, eh?” ridacchiò, protendendosi per spazzarla via. “Di questo passo, fra qualche ora ci arriverà alle ginocchia!”

WALL-E annuì vigorosamente con i suoi occhi simili a binocoli. ::Eeee-mmm-gggnnn:: Sì… è come se quelle immagini fossero saltate fuori dal computer di bordo e avessero preso vita. O forse siamo noi, a essere stati trasportati in un’immagine? Lanciando un’occhiata circolare all’ingresso decorato, sospirò di gioia. E’ così bello!

“E’ bellissimo, sì” annuì McCrea, come se gli avesse letto nel pensiero. “Anche se non capisco perché Auto non mi abbia avvisato… uh?”

Il suo comunicatore aveva cominciato a squillare, anche se era difficile sentirlo, al di sopra di una nuova musica natalizia (“Deck the hall”, a meno che non si sbagliasse di grosso). EVE e WALL-E lo guardarono incuriositi mentre estraeva il comunicatore dalla tasca e premeva il pulsante di chiamata. Un attimo dopo, il timone di Auto era comparso nello schermo olografico.

“Parli del diavolo…! Dì, Auto, cosa-“

::Capitano, lei e i suoi compagni siete richiesti sul ponte:: Una pausa, in cui Auto sembrò ascoltare qualcosa che non era inquadrato, anche se né il Capitano, né WALL-E o EVE riuscirono a sentire nulla. L’occhio del timone lampeggiò, e per un momento McCrea avrebbe potuto giurare che si stesse trattenendo dal ridere. ::Rettifico – Capitano, vorreste lei e i suoi compagni raggiungermi sul ponte, se non vi dispiace?::

WALL-E sollevò le sopracciglia. EVE lo fissò di rimando, senza parole, come a chiedere - Auto educato? Da quando in qua?

McCrea sembrava altrettanto interdetto, perché batté le palpebre due volte, balbettando: “… uh, Auto – sei sicuro di sentirti bene?”

::Affermativo, signore::

“Be’…” Incerto, McCrea guardò EVE e WALL-E. “Immagino che dovrei andare a sentire cosa vuole. Voi due…?”

Tu che ne dici?, chiedevano gli occhi blu della sonda, mentre si voltava verso WALL-E. Sarai al sicuro, se andiamo con il Capitano?

E tu? La stessa muta domanda era riflessa nei suoi occhi. Senza esitare, EVE si strinse a lui.

A me non importa – purché tu sia felice.

WALL-E cercò di riflettere. Potevano fidarsi di Auto? Il Capitano sarebbe stato con loro, e lui sapeva che finché rimaneva con il Capitano e con EVE, niente poteva andare storto. Nonostante ciò, si sentiva un po’ nervoso, come sempre quando stava per entrare sul ponte. Però era anche incuriosito - perché Auto voleva vedere proprio loro? Quello non riusciva a spiegarselo. E va bene, allora, annuì alla fine. Andiamo a vedere perché ha chiesto proprio di noi.

  
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