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Autore: LyliRose    24/12/2011    8 recensioni
L’annuale festa di Natale del Ministero della Magia è iniziata, ma Hermione ha buoni motivi per volerla evitare; la ragazza se la da a gambe, incontrando Draco Malfoy che tenta di fare la stessa cosa. Il destino vorrà che una profonda chiacchierata sotto la neve cambi il Natale di entrambi. Perché se i miracoli non esistono, Hermione Granger li inventa.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Dramione o Draco/Hermione? Il dramma della scelta'
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Fuga dal Natale


°°°°°°°°°° Dedico questa fan-fiction a Nausikaa87,
perché odia il Natale e ne ha tutte le ragioni
e perché c’è sempre quando ho bisogno di lei.
LyliRose °°°°°°°°°°°



Basta con gli avanzi della cucina per lebbrosi e bambini;
niente più decapitazioni misericordiose,
e che sia abolito il Natale!

(Lo sceriffo di Robin Hood)





Toc-toc.

In conclusione l’utilizzo di un telefono cellulare nell’ambito della comunicazione tra Maghi viene ritenuto da questa Commissione pericoloso, in quanto l’oggetto Babbano in questione supporta una serie di microtecnologie avanzate che potrebbero …

Toc-toc.

… scontrarsi con i necessari incantesimi apportati al dispositivo per renderlo utilizzabile dal mago comune.

<< Hermione? >>

Si consiglia quindi l’istituzione di un apposito organo di vigilanza che impedisca l’uso scorretto e pericoloso dell’apparecchio e delle relative applicazioni.

<< So che sei lì dentro, è inutile che mi ignori! >>
<< Ho da fare, vattene! >>
<< Nemmeno per idea! >>
Hermione sbuffò stizzita e si alzò dalla scrivania per andare ad aprire alla scocciante voce di Harry Potter che insisteva nel voler entrare.
Dietro l’uscio sostava l’Eroe del Mondo Magico, un sorriso sornione, una capigliatura impossibile e due bicchieri di spumante in mano.
<< Cosa vuoi? >> sputò la ragazza.
Lui parve deluso, forse anche leggermente arrabbiato.
<< E’ la vigilia di Natale, Hermione! Non puoi lavorare mentre tutto il resto del Ministero fa festa! >> sbuffò contrariato.
Hermione si limito a sbattere gli occhi, l’aveva davvero disturbata per quello?
<< Non festeggio il Natale, dovresti saperlo. >>
Fece per chiudere la porta e tornare al luogo tranquillo e per niente pauroso che era la sua scrivania, ma Harry poggiò una mano sulla maniglia impedendole di muovere anche solo un passo.
<< E’ passato un anno, Hermione. Non dovresti più pensarci. >>
Lei sospirò. Sapeva benissimo che non se ne sarebbe andato finché non avesse preso il dannato bicchiere, sfoderato uno dei suoi sorrisi più fasulli, e marciato a tempo di limbo giù nella hall: così tentò di accontentarlo.
<< Dammi qua >> farfugliò stizzosa  afferrando il bicchiere e rischiando di rovesciarne l’intero contenuto sulla camicia immacolata di lui.
La porta si chiuse alle loro spalle ed Hermione avvertì una fitta allo stomaco al solo pensiero di dover fare gli auguri al mare di gente che festeggiava di sotto. Andare al lavoro e sopportare i colleghi era già stressante, ma doverseli pure sorbire da ubriachi fradici era il colmo.

§§§§

<< Oooh, Harry! >>
Romilda Vane aveva una voce assordante, di un timbro stridulo e decisamente troppo alto per le povere orecchie di Hermione. Fra l’altro era completamente ubriaca e stava approfittando meschinamente della temporanea assenza di Ginny per strusciarsi ad Harry in santa pace.
Più in là Pansy Parkinson, ora vicedirettrice del Reparto di Magie Accidentali, tentava di assaltare le grazie del povero Ernie Mc Millian, Auror di quarto livello.
<< Conga! >> esclamò all’improvviso qualcuno, incitando il povero Magi-DJ a cambiare tempestivamente canzone.
Tutti i Maghi e le Streghe che lavoravano per il Ministero erano riuniti là quella sera per la solita festa di Natale, ricorrenza in cui ognuno tentava di ubriacarsi più dell’altro e di farsi qualcuno sulla scrivania altrui, salvo poi vomitare anche l’anima entro l’alba e tornare a casa soddisfatti e molto più soli di prima.
Hermione era seduta in un angolo appartato da quasi un’ora, sorseggiava sempre lo stesso bicchiere di spumante che le aveva portato Harry e fissava stranita la folla sudaticcia e rumorosa aggrapparsi alle ultime ore di quella serata infernale.
L’intera sala era stata addobbata a festa, ma il risultato non era proprio dei migliori; tutto quel viola e rosso tendeva ad assomigliare ad un quadro post-moderno venuto male, o a vomito di cane, dipendeva dai punti di vista.
Hermione realizzò solo in quell’istante che all’appello di pazzi ubriaconi e scansafatiche mancava qualcuno: Ronald Weasley non aveva ancora fatto la sua comparsa.
<< Eccomi, gente! Ho portato le libagioni! >>
Parli del diavolo…
La folla accolse il nuovo arrivato con giubilo e si accinse ad assaltare il tavolo delle vivande con foga.
Ad Hermione invece bastò la sola visione di Ron per alzarsi ed andarsene il più velocemente possibile. Fortunatamente Harry Potter era impegnato a dividere la Vane e Ginny che si stavano tirando i capelli, insultandosi pesantemente.
L’ascensore si aprì di scatto; era già occupato da qualcuno. Il qualcuno in questione sembrava tanto stupito di vedere Hermione quanto forse lo era lei.
<< Malfoy? >>
<< Granger? >>
La ragazza si ritrovò a pensare a quanto tempo era passato dall’ultima volta che l’aveva visto, sicuramente era stato al termine dei MAGO. Eppure lui portava la divisa da Auror di primo livello …
<< Dove vai? >> chiese di fretta, gettando veloci occhiate alle sue spalle dove la festa imperversava.
<< Il più lontano possibile da qui >>
Sembrava quasi spaventato nel vedere il mare di persone accalcate l’una sull’altra.
<< Vengo con te! >>

§§§§

La prima a destra, la terza a sinistra, poi la seconda a sinistra e la quarta a destra…
Hermione tentava di tenere memoria delle svolte, era sicura che si sarebbero persi e sarebbero dovuti ricorrere all’Incanto Quattro Punti. Ecco cosa succedeva a fidarsi di Draco Malfoy, prima ti prometteva di conoscere un modo facile e sicuro per darsela a gambe e poi ti toccava pure salvargli la pelle.
L’aria fresca della sera la stordì, non se lo aspettava proprio.
<< Merlino! Siamo fuori davvero! >> esclamò senza pensarci.
Malfoy si girò a guardarla mormorando qualcosa come “Mezzosangue malfidata” ma poi continuò a precederla fuori dalla piccola porticina.
I fiocchi di neve le si appiccicarono al mantello di lana cotta. Hermione guardò in alto, tentando di identificare il luogo in cui si trovavano, ma il risultato fu solo quello di provocarsi un terrificante attacco di vertigini. Da quando in qua il cielo è così vicino?
<< Attenta a non cadere >> disse all’improvviso Malfoy afferrandola per la vita.
<< Dove cavolo mi hai portato? >>
Non le rispose subito, fece in modo di farla avanzare ancora di qualche passo, finché lei si accorse di essere in cima ad un palazzo alto almeno trenta metri.
<< Siamo in cima ad un edificio della Londra Babbana, qui le barriere Anti-Smaterializzazione non sono più efficaci. >>
<< Oh >> riuscì a bisbigliare mentre lui la lasciava per andarsi a sedere sopra ad un vecchio lucernaio non più utilizzato.
Hermione fece qualche altro passo, sporgendosi oltre il cornicione e sfidando la tempesta di neve che stava riducendo i suoi capelli al solito cespuglio intricato.
Da lassù i passanti che si affrettavano a fare gli ultimi acquisti e correvano a casa con alberi tre volte le loro dimensioni sembravano solo formichine operose.
<< Strano come da quassù i problemi dell’umanità sembrino minuscoli come chi li affronta, vero? >> disse Malfoy alle sue spalle.
<< E’ Natale! Che problemi vuoi che abbiano? >> sputò lei senza pensare.
Si morse la lingua subito dopo, ma il danno era fatto.
<< Il Natale non piace a nessuno in realtà >> disse Malfoy senza scomporsi nemmeno di un millimetro.
Hermione si sedette vicino a lui, rifiutando una sigaretta Babbana, ma osservandolo con attenzione mentre si accendeva la sua.
Era strano pensare a quante volte avessero percorso gli stessi corridoi senza nemmeno incontrarsi una volta. Era sbucato dal nulla, se fosse stata quella di una volta avrebbe detto che si trattava di un “miracolo di Natale”.
<< A te perché non piace? >> chiese curiosa perdendosi tra i fiocchi bianchissimi che si poggiavano sui capelli del ragazzo, scomparendo poco dopo.
Lui sbuffò divertito, il fumo della sigaretta uscì dalle sue labbra mischiandosi con l’aria gelida e creando una nuvoletta quasi solida.
<< Credo tu sia l’unica strega che si perde in libroni di cent’anni fa ma non legge i giornali di oggi. >>
Lei continuò a guardarlo con aria interrogativa, le dispiaceva ammetterlo ma si era lasciata andare nella sua vita patinata tanto da non prestare attenzione più a nessuno, nemmeno a quello che era stato il suo peggior nemico. Non sapeva che fine avesse fatto per tutti quegli anni e nemmeno cosa avesse fatto per redimersi e guadagnarsi il rango di Auror.
<< Subito dopo la guerra ci furono i processi >> iniziò lui, vedendola in difficoltà << Noi fummo i primi, naturalmente. Mio padre fu condannato all’ergastolo, mia madre agli arresti domiciliari, io invece fui liberato. >>
<< Ma … come? >> chiese Hermione.
<< Harry ha testimoniato in mio favore, dicendo che non avevo fatto nient’altro che seguire degli ordini venuti dall’alto. Al Wizengamot bastò questo per liberarmi. Ma prima mi costrinsero a riabilitare la mia immagine e mi affidarono agli Auror, che mi addestrarono. Due anni dopo sposai la mia promessa: Astoria Greengrass e chiesi di rimanere a lavorare come Auror. Le ideologie pazze di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato avevano fatto breccia sulla mente contorta del ragazzino viziato e geloso quale ero, ma non in quella dell’uomo che sono diventato: non ho mai veramente creduto a quelle idiozie. >>
Malfoy sembrava immerso in un mondo tutto suo, fatto di ricordi sbiaditi e dolorosi, di un ragazzino con la divisa verde-argento stirata alla perfezione e di un padre tanto severo quanto pazzo. Hermione pensò che avrebbe voluto davvero entrare nella testa contorta di quello strano personaggio che le era stato tanto nemico ai tempi della scuola, ma che ora destava in lei infinità curiosità.
<< Mi sono innamorato di Astoria, della vita del Mago medio, del mio lavoro, di ogni cosa. Ma naturalmente non poteva durare, non per me, non dopo tutto ciò che avevo fatto. >>
Ci fu una lunga pausa, nella quale Hermione si chiese se volesse sentire il resto della storia; sembrava una storia troppo triste, anche per la vigilia di Natale.
<< Astoria morì di parto due anni fa, dando alla luce nostro figlio Scorpius. Era il ventiquattro dicembre. >>
<< Per Merlino! >> sussurrò lei.
<< Ma infondo non è per questo che odio il Natale, non è colpa sua se mia moglie è morta; piuttosto direi che odio la falsità che il Natale porta con sé >> continuò lui senza nemmeno guardarla.
<< So cosa vuoi dire; non ha nessun senso sforzarsi di essere buoni solo una settimana l’anno, i senza tetto non si sfamano certo con gli stupidi avanzi di tacchino che ricevono a Natale e soprattutto, non c’è motivo di essere cordiali anche con chi non lo è mai stato con te >> Hermione era partita in quarta e senza nemmeno accorgersi, aveva rifilato a Malfoy -un uomo che non vedeva da anni- la sua strana visione del Natale. Come minimo si aspettava una risata di scherno, invece si dovette ricredere.
<< Esatto >> si limitò a dire lui, continuando a guardare la neve cadere lenta ed inesorabile.
Il silenzio calò, pigro, tra i due. Hermione s’interrogò su cosa dire. Cosa si dice ad un uomo che ha perso tutto ma non si è arreso? E se quest’uomo è Draco Malfoy?
<< E tu perché stai fuggendo dal Natale? >> chiese il diretto interessato.
Bella domanda, proprio bella domanda.
<< La mia storia è stupida. E’ la storia di una scema e dell’infinita fiducia che ha riposto nell’amore e nell’amicizia >> Hermione si sentiva banale, il suo accaduto non era certo paragonabile a quello di Malfoy, come avrebbe potuto raccontarglielo?
<< Parla, Granger! >> intimò lui leggermente arrabbiato.
Hermione seppellì il viso tra le mani e cominciò a raccontare.
<< Io e Ron stavamo assieme dalla fine delle guerra. Ci siamo sostenuti a vicenda in un periodo in cui tutto il Mondo Magico stava cambiando così rapidamente da far girare la testa, un periodo in cui nessuno piangeva i morti ma tutti festeggiavano la vittoria. Ad un certo punto arrivarono i giornalisti e con loro la fama ed il denaro. Ci offrirono posti di rilievo qui al Ministero, eravamo assieme, eravamo felici, eravamo vivi ed accettammo, andando a vivere assieme e progettando di sposarci >> Hermione si fermò un attimo, alzò la testa ed incontrò lo sguardo curioso del suo interlocutore, decise quindi di andare avanti.
<< Non so come abbia potuto essere così stupida. Io che non ho mai creduto a nulla che non si potesse toccare con mano, non so proprio come possa essere rimasta fregata. >>
<< Cosa ti ha fatto quella donnola stupida? >> ecco, ora era davvero arrabbiato. Ma perché?
<< Dopo quasi due anni di convivenza, del matrimonio non c’era nemmeno l’odore ed io non mi preoccupai affatto quando anche il sesso cominciò a scarseggiare. Fu così che una bella serata di un anno esatto fa tornai presto dal lavoro per trovare Ronald seduto in cucina che piangeva >> Hermione fece una piccola pausa, i ricordi affioravano mesti nella sua mente e lei non voleva proprio ricordare.
<< Mi disse che aveva fatto una cazzata, che mi amava, ma che non era riuscito ad impegnarsi abbastanza nella nostra relazione. Cercò di prendersi tutte le colpe, la solita storia: “sono io non sei tu il problema”. Ma infine il succo non cambiò affatto; aveva messo incinta Lavanda Brown e a quel punto doveva sposarsela. >>
Malfoy fece un movimento brusco che Hermione colse solo con la coda dell’occhio.
<< Quella notte: la notte della Vigilia, lanciai ogni oggetto appartenente a Ron fuori dalla finestra che dà sulla strada, nel bel mezzo di una nevicata fittissima. Non venni al lavoro fino a Gennaio, nascondendomi dietro una falsa influenza stagionale. Questo è il mio primo Natale da sola. >>
Il racconto era terminato, non c’era più niente da dire e fortunatamente più nulla da ricordare.
La neve s’infittì d’improvviso imbiancando in pochi minuti tutta la superficie del tetto, mentre il silenzio avvolgeva i due ragazzi.
<< Nevica molto ora, dovresti andare >> sussurrò Draco ad un certo punto. Il silenzio si era fatto pesante e quasi insostenibile.
<< Perché non me l’hai chiesto prima? Se volessi andare via intendo. >>
Hermione ora era curiosa, si sentiva come svuotata dalla conversazione con Draco.
Lui parve smettere di respirare.
<< E’ Natale, volevo compagnia. >>
Hermione annuì e si allontanò di qualche passo. Lo guardò ancora una volta, seduto sopra il lucernario, i capelli imbiancati dalla neve, lo sguardo vacuo.
<< Ci vediamo >> sussurrò.
Lui non rispose, guardava ancora nel vuoto.
Hermione si Smaterializzò senza chiedere nient’altro.

§§§

Malfoy Manor non era mai stato così addobbato. Ogni stupido fronzolo natalizio penzolava allegro dal soffitto o dalle finestre del salotto, diversi alberi di Natale erano stati posti in giro per i corridoi e sotto ad ognuno di essi alcuni pacchetti portavano il nome di Scorpius.
Non c’era niente per Draco. Da due anni nessuna strenna riusciva a risollevargli il morale.
Scorpius, dal canto suo, saltellava allegro in giro scuotendo ogni singolo pacchetto e tentando di indovinarne il contenuto. Draco non poteva biasimarlo; lui non aveva conosciuto la madre, non aveva mai avuto occasione di soffrirne la perdita, quindi viveva il Natale con la spensieratezza dell’innocenza.
<< Io voglio ‘prire i regali! >>
<< Li aprirai stasera a cena, ti prometto che li apriremo assieme. >>
<< Adesso! >>
Draco sospirò piano; la parte del padre single non gli era mai piaciuta. Ti costringeva ad essere severo anche se avresti solo voluto essere tenero e permettere a tuo figlio di fare ogni cosa.
<< Le regole sono regole, Scorpius. Bisogna rispettarle. >>
In quell’uggiosa mattina di Natale avrebbe solo voluto nascondersi sotto le coltri del letto e riemergere il giorno successivo. Invece il destino aveva voluto donargli qualcosa per cui vivere, per cui smettere di dormire e restare sempre sveglio.
<< Quiddich! >> urlò all’improvviso suo figlio, volando sulla piccolissima scopa giocattolo che aveva ricevuto qualche mese prima.
In quel momento suonò il campanello. Draco sussultò.
Aveva dato la giornata libera a tutti i domestici: umani e non. Aveva voluto stare solo con Scorpius, almeno un paio di giorni. Eppure qualcuno stava aspettando fuori della porta, sotto la neve.
Nell’aprire l’uscio e nel vedere la figura minuta della Granger Draco pensò di essere ubriaco.
<< Buon Natale >> disse lei.
<< Granger? >>
<< No, sono Babbo Natale, non si vede? >> rispose indicando il cappello rosso che aveva in testa e i regali in mano.
Draco non sapeva cosa fare, quindi se ne rimase fermo come una statua, la porta in mano.
<< Dovresti farmi entrare ora >> lo incalzò lei.
<< Perché ? >>
<< Perché io sono il tuo miracolo di Natale, non ne avrai altri. >>
<< Ok >>
La Granger non era nemmeno entrata quando Scorpius si era precipitato verso di lei abbracciandola.
<< Papà! Mi hai regalato una mamma! Grassie! >>
I miracoli di Natale non esistevano, i miracoli in generale non erano possibili, ma la Granger come suo solito rendeva tutto più raggiungibile: salvare il mondo, parlare con Draco Malfoy, far contento un bimbo di due anni che non aveva mai incontrato la felicità… facile come portare un cappello rosso a punta.



::::::::::::::::::::::::: SPAZIO AUTRICE ::::::::::::::::::::::::

QUESTA FAN-FICTION PARTECIPA AL CONCORSO "CASI E DESTINI" INDETTO DA MORGANA E VENENUM SUL GRUPPO "BLUE LADIES". Caso scelto: Natale C.
Scrivere non è mai stato così difficile! Di solito l’ispirazione mi viene all’improvviso, mentre vedo o sento qualcosa di diverso, insolito ed allora mi chiedo: “e se..?”
Questa storia invece ha avuto un’origine strana, scrivere per un contest è sempre strano, come tentare di fare pipì quando invece non ti scappa. Ma questo è stato ancora più arduo, perché io adoro il Natale, anzi, lo venero e mai e poi mai mi sarei immaginata di scrivere qualcosa di triste per Natale.
Ho tentennato fino ad un’ora fa sul finale di questa storia: lasciare Hermione e Draco su quel tetto, oppure far avverare un piccolo desiderio? Miracolo o non miracolo? Alla fine il mio spirito natalizio ha vinto la battaglia, spero solo che questa storia un po’ diversa piaccia.
Ai posteri l’ardua sentenza!
LyliRose


Quasi dimenticavo...


Buon Natale!
   
 
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