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Autore: MarziaShadowOrchid    24/12/2011    3 recensioni
Un aereo che si schianta su un isola non segnata sulle mappe.
I nostri eroi dovranno vivere in un ambiente ostile, tra dichiarazioni d'amore, amicizia e complotti alle spalle, ma i veri nemici sono gli abitanti dell'isola. Pian piano faranno sparire ognuno di loro. Ecco qui una nuova fic! Non vi preoccupate aggiornerò anche le altre. Saluti, MarziaShadowOrchid ^.^ (Pokeshipping, Contestshipping, Soulsilvershipping, Ikarishipping, Penguinshipping, Ferriswheelshipping, Egoshipping, Rocketshipping e Brock/Erika non so il nome di questa shipping)
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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White iniziava a sentirsi inutile…
Tutti avevano qualcosa da fare mentre lei girovagava per il campo.
Controllò il fuoco e andò a dare una mano ad Erika nella tenda principale.
White arrivò appena in tempo, la ragazza sul lettino si agitava in preda a una crisi epilettica. Kenny la teneva ferma e cercava di schivare i graffi e i calci della ragazza mentre Erika gli spalmava un intruglio verde scuro sulla ferita che era diventata di un giallo spaventoso.
“White! Giusto in tempo! Aiuta Kenny a tenerla ferma!” gli ordinò Erika mentre una goccia di sudore gli rigava la fronte.
“Certo!” Dopo venti minuti la ragazza smise di agitarsi e cadde in un sonno profondo pieno di incubi.
“Fiu…l’abbiamo scampata bella… d’ora in poi sarà sempre una corsa contro il tempo per la sorte di questa ragazza…” Erika uscì dalla tenda.
Il ragazzo dai capelli marroni si passo una mano nei capelli e pulì il viso sporco di sudore di Lucinda.
White uscì dalla tenda e si sciacquò le mani nel mare.
Le sentiva appiccicose, sudate e sporche di quel maleodorante unguento verde.
Guardò lontano il mare cristallino, le onde erano agitate a pochi metri dalla riva.
Un idea gli fece spalancare gli occhi dalla sorpresa.
Guardò dritto verso l’orizzonte quasi a voler attraversare tutti i chilometri di mare che li divideva dalla terraferma.
Aveva trovato una soluzione!!
Sarebbe andata via da quel posto e avrebbe sfruttato l’unico elemento che prevaleva in quel luogo: il mare.
 
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“Hey Ash…sai almeno dove siamo?” chiese Vera.
Il corvino si guardò intorno.
“Ma certo! Che domande! Se andiamo da quella parte ritorniamo all’accampamento...”
“Sei sicuro?”
“fidati! Sto morendo di fame! Su questa cavolo d’ isola non c’è niente da mangiare?!” urlò disperato lasciandosi cadere a terra.
“Dai non ti demoralizzare qualcosa troveremo…” alla ragazza brontolò la pancia “spero il più in fretta possibile!” si affrettò ad aggiungere.
“Hey Vera!! Guarda cos’ho trovato!” Ash saltellava felice vicino ad un cespuglietto di bacche viola scuro.
“Wow! Bella mossa Ash! Ma secondo te sono commestibili?”
 “No problem! Sono buonissime!” Ash ne prese una tra le dita e la divorò sporcandosi le labbra con il succo.
Anche Vera l’assaggiò “Hai ragione sono buonissime!! Iniziamo a mangiarne un po’ mentre le altre le portiamo all’accampamento, tanto ce ne sono tantissime!”
“Saranno felicissimi della nostra scoperta! E di sicuro smetteranno di considerarci dei  buoni a nulla capaci solo di combinare disastri!”
“Hai perfettamente ragione!” concordò Vera mettendosi in bocca una manciata di quelle bacche.
 
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Cetra e Silver girano per il boschetto vicino all’accampamento da molto tempo ormai, ma di Corrado neanche l’ombra.
“Ormai è inutile Cetra, non lo troveremo più” esclamò Silver stufo di scacciare tutti i moscerini che gli ronzavano intorno.
“Come sei pessimista! Forza e coraggio! Vedrai che lo troveremo! Proviamo ad addentrarci un po’ di più” lo esordì Cetra.
Camminarono per un atra manciata di minuti, Silver guardava scocciato le liane di qualche pianta tropicale che impedivano la visuale del cielo formando una coltre di foglie impenetrabile.
“AAHHH!!!!” Cetra che stava camminando davanti a lui salto indietro disperata, il suo viso era bianco e gli occhi rigati di rosso dallo spavento.
“Che succede Cetra!?” Silver afferrò la ragazza per le spalle e la obbligò a guardarlo negli occhi. Lei indicò dietro di lei con mano tremante.
Silver deglutì, si stava iniziando a spaventare anche lui.
La ragazza si spostò per fargli vedere il macabro spettacolo.
Disteso a terra tra le basse erbe tropicali giaceva un corpo squartato e ricoperto di sangue.
Il sangue si era seccato ma il corpo stava marcendo divorato da piccoli vermi e un tanfo nauseante gli arrivò alle narici.
Solo dopo pochi secondi Silver si accorse della folta chioma bionda impastata di sangue secco della vittima…capelli biondi come quelli di Corrado…
Il ragazzo arretrò di un passo ma non riuscì a staccare gli occhi dal corpo.
Cetra respirò una boccata d’aria pulita e trattene il fiato avvicinandosi alla vittima, la guardava in cerca di un segno che smentisse le loro certezze che quel corpo fosse di Corrado.
Guardò la divisa dell’uomo, una tenuta blu con sulla giacca cucite delle iniziali in oro P, A, L   “Pidgey Air Lines…” sussurrò.
Quel uomo biondo non era Corrado ma il pilota del loro aereo scomparso.
Cetra si girò verso Silver che stava cercando di trattenere un conato di vomito.
“Silver…non è Corrado, questo è il pilota scomparso…”
Una goccia di sudore scese dal viso di Silver andandosi a schiantare a terra.
In meno di due secondi Silver aveva iniziato a correre dalla parte opposta del cadavere.
Cetra si alzò di scattò e iniziò a inseguirlo “Silver!! Fermati!” la ragazza inciampò su una radice ma si riprese subito.
Silver non ragionava più e continuava a correre ignorando le grida di Cetra fin quando non inciampò anche lui e non si alzò più.
Cetra lo raggiunse e gli si accostò di fianco facendo affondare le ginocchia nel muschio umido del sottobosco.
“Non sopporto più questo posto!! VOGLIO ANDARMENE SUBITO VIA DI QUA!!!!!” Silver gridò così forte che fece scappare qualche Cathot nascosto negli alberi sovrastanti.
Appoggiò le mani a terra e riprese fiato, solo in quel momento si accorse di Cetra che lo guardava molto dispiaciuta mentre un piccolo rivolo di sangue gli usciva dal labbro.
“Silver stai tranquillo…sono sicura che riusciremo ad andarcene da questo posto, ne sono sicura e torneremo presto alle nostre vite che abbiamo lasciato…io…io…ne sono sicura!” Cetra strinse forte il muschio a terra staccandone qualche ciuffo.
Silver la guardava ripetendosi che era stato uno scemo a pensare che solo lui non ce la faceva più di quel posto… “Scusa…”
Cetra gli sorrise pulendosi il labbro della caduta con la mano “non è colpa tua…adesso dovremmo avvertire gli altri che non abbiamo trovato Corrado ma…il corpo del pilota”.
 
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 Paul caricò sulle spalle un tavolo di legno bianco ed entrò nella tenda principale assicurandosi che non ci fosse nessuno.
Appoggiò il tavolo a terra e osservò di sfuggita Lucinda che si agitava nel sonno.
Uscì dalla tenda ma incontrò Erika che stava entrando.
Ignorò la donna che lo guardava incuriosita.
Certo che quel ragazzo è proprio strano…non è che ha fatto qualcosa a Lucinda?!
Si domandò allarmata la donna, controllando Lucinda ma inciampò su un tavolo scheggiato in legno bianco.
E questo da dove è sbucato?Si domandò dubbiosa Erika.
Testò la robustezza del tavolo e lo trovò perfetto come ripiano dove curare Lucinda, decisamente più igienico del pavimento della tenda.
Così sarebbero anche riusciti a curarla…
Paul fece un ghigno molto fiero, il suo lavoro era stato accettato di buon grado.
Si avvicinò all’acqua e sciacquò le mani in mare ma le ritrasse subito perché sulle dita le schegge del legno gli bruciavano a contatto con il sale.
Speriamo ne sia valsa la pena.
 
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Max osserva fiero il suo lavoro, mentre Tracey gli da gli ultimi ritocchi e cerca una stazione radio.
“Wow Max! Questa radio è costruita veramente bene! Bel lavoro!” si complimentò Tracey aggiustando l’antenna.
“Grazie Tracey adesso vediamo se riusciamo a comunicare con qualcuno…” Max girò la manovella delle stazione mentre Tracey muove l’antenna per cercare campo.
“Grrr…peeeppp…..ggggggrrrrrrrrrr……….”
“Sembra proprio che siamo isolati…” Max lascia la manovella avvilito.
“No aspetta…prova a girarla da questa parte mentre punto l’antenna verso la foresta! Ecco così! Proviamo…”
“…gggrrrrrr…..Ma-----in----d----la cosa si---”
“Ecco così perfetto!!” esclama Tracey entusiasta.
“Si sente qualcosa!” grida Max felice sistemando gli occhiali scesi sul naso.
“---non si può andare avanti così…dobbiamo sbarazzarci di loro----grrrr…Hey---chi sono!??!... peppp-----spegnila subito!!!---PEEEPP!!”
La radio emise un suono stridulo che costrinse i due ragazzi a tapparsi le orecchie, ci fu una pausa e…
BANG!
La radio esplose in una cascata di scintille lasciando Max e Tracey a terra confusi.
“Ma cos’ è successo?!” chiese Max che non aveva capito bene perché la radio era esplosa.
“Non so…la radio sembrava in perfetta forma…forse abbiamo sentito qualcosa che non dovevamo sentire. Qualcuno può averla fatta esplodere?” si domanda Tracey esaminando i resti della radio.
“Ma che dici Tracey? Di sicuro su quest’isola non c’è una tecnologia così avanzata!”
“Già forse hai ragione…” rispose Tracey per niente convinto.
 
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La cascata scorreva limpida sulla roccia levigata mentre schizzi cristallini giocavano con gli scarsi raggi del sole che passavano il fogliame, creando dei piccoli arcobaleni.
Gary guardava svogliatamente la sua immagine riflessa nello specchio d’acqua della cascata mentre le ninfee sul fondo ondeggiavano.
Si scompigliò i capelli cercando di dare una parvenza di ordinatezza ma lasciò subito stare, tanto non gli sarebbe servito a niente.
“Hey! Stai sempre a specchiarti! Invece di farti bello dammi una mano con le bottigliette d’acqua” gli ordinò Misty mettendogli i recipienti vicino.
“Sì…” rispose distrattamente continuando a fissare la sua immagine nell’acqua.
Misty sbuffò e si sedette di fianco a lui con i piedi nella fresca acqua dolce.
“Che ti succede? Non sei il normale Gary…” gli fece notare Misty muovendo i piedi nell’acqua.
“Ah! No…niente di che…mi sono accorto che ho perso la collana che mi aveva regalato mio nonno…era molto bella e ci tenevo, adesso sono un po’ triste per questo…una  sciocchezza!” Gary si vergognò un po’, ma quella collana gli piaceva veramente...
“Tieni…se per tè fa lo stesso…” Misty mise un cordoncino al collo di Gary.
Gary osservò il ciondolino a forma di goccia con dentro una bolla d’aria azzurra.
“No, ma che fai è tua questa! Non posso prenderla io!”
“Poche storie! Non è regalata, è imprestata fino a quando non ne trovi un'altra!” gli specificò con un sorriso Misty.
Gary prese il ciondolino tra due dita e lo strinse nel palmo.
“Grazie Pel di Carota…”.
 
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“Ma Ash e Vera non tornano più?” chiese un po’ preoccupato Drew.
“Adesso che me lo fai notare sono via da un bel po’…” ci pensò Max.
Due figure comparvero dalla foresta.
“Eccoli sono loro! Hey ragazzi avete trovato qualcosa di buono da mangiare?” chiese Max correndogli incontro.
“Ahhhh!! Un topo!!!” urlò Vera barcollando.
Max la osservò perplesso, aveva uno strano aspetto…le labbra erano viola scure gli occhi cerchiati di rosso e il viso aveva perso il suo colorito.
“Vera non sono un topo sono Max…” Max pensò che alla fine era arrivato il giorno della perdita della sua sanità mentale.
Vera barcollò un attimo poi scoppiò in un pianto isterico “perché tutti mi contraddicono!!!” urlò tra i singhiozzi.
“Qua c’è qualcosa che non va” disse Drew osservandola “sembra ubriaca”.
Misty appena tornata con l’acqua osservò Ash, anche lui aveva una cattiva cera e si stava ingozzando di bacche.
“Hai perfettamente ragione sorella Vera!! Nessuno ci capisce!” urlò disperandosi anche lui.
“Abbraccio!” i due ragazzi si abbracciarono ma inciamparono e finirono a terra.
“Ahhh!! Mi sono fatta la bua! Dammi delle bacche fratello Ash!” esclamò Vera divorando una manciata di bacche.
Max, Misty e Drew non sapevano più cosa pensare sembravano tutti e due ubriachi fradici in preda a una sbornia triste.
“Vai a chiamare Erika, per favore…” Drew pensò che solo lei sapeva dargli delle risposte.
“Corro!” confermò Max anche lui molto preoccupato.
Erika arrivò subito ed esaminò i due ragazzi e le bacche che stavano divorando.
“Si va di male in peggio…questi ragazzi sono drogati!” constatò Erika esaminando gli occhi di Ash.
“Drogati?! E come hanno fatto?!”
“La colpa è di queste bacche che hanno un effetto allucinogeno, per ora dobbiamo solamente aspettare che si addormentino così l’effetto passerà”
“E quanto pensi che ci vorrà?” chiese Misty preoccupata.
“Supponendo che abbiano ingerito circa un kilo di bacche a testa, ci vorrà un paio di ore…dovrete resistere fino a quel momento, mi raccomando teneteli sott’occhio!” constatò Erika tornando ai suoi lavori.
“Cavolo! Sono tante un paio d’ore!” esclamò Drew terrorizzato.
“Sì, e fai bene Drew a essere preoccupato. L’ultima volta che Vera si è ubriacata alla festa di compleanno del nonno Anselmo è stato un incubo. Ha rubato il bastone del nonno e l’ha legato con quello dello zio, per fortuna i due anziani non sono caduti ma hanno traballato un bel po’, poi ha iniziato a urlare che era arrivato il momento del limbo e ha usato i bastoni come asta. E c’è di peggio! Ha organizzato una sfilata dove si è auto eletta reginetta indiscussa e per finire quando è così…mh…diventa un po’ una maniaca…ha terrorizzato tutti i camerieri della festa…” finì il discorso Max.
“E sì…io avrei proprio paura se fossi in te Drew!” affermò Misty mettendo una mano sulla spalla al povero Drew.
“Dove sono finiti?!”
Si guardarono intorno e li videro vicino alla spiaggia.
Vera rotolava sulla sabbia urlando “Sono una cotoletta! Mangiatemi tutta!”.
Mentre Ash si stava spogliando cantando “Tutti al mare! A mostrar le chiappe chiare!!” e facendo il figo in acqua.
“Saranno due ore molto lunghe….”
 
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Il tramonto arrivò presto e i ragazzi si riunirono intorno al fuoco per mangiare.
Brock, che aveva trovato dei bei cocchi, li fece alla griglia insieme ai pesci pescati da Zoey, non era un granché ma bastava per tenerli in vita.
Tutti osservavano affamati Brock che girava con grazia i filetti di pesce.
Ursola e White fecero le porzioni e le misero su delle foglie facendole passare ad ognuno di loro.
I ragazzi raccontarono tutto quello che era successo quel giorno…
Della radio esplosa, del cadavere del pilota e di Ash e Vera che dormivano pacificamente nella tenda lì vicino.
Finito di mangiare White venne scelta per pulire la lamiera di ferro sulla quale avevano cotto il pesce.
Si avvicinò alla riva e iniziò a sciacquare la superficie con la sabbia, ma con la mente era altrove…pensava un po’ preoccupata a N che non si era ancora svegliato… forse essendo un principe serviva il bacio della principessa per farlo svegliare?
White si tirò un piccolo schiaffo, non doveva pensare a cose infantili adesso doveva iniziare ad attuare il suo piano.
Appoggiò la roba lavata vicino al fuoco e si allontanò sotto lo sguardo distratto di Rocco.
Rocco non aveva fatto un granché per tutta la mattinata, si era svegliato molto tardi, aveva dato una mano per curare  Camilla, che non si era ancora svegliata, ed era andato a cercare Corrado percorrendo tutta la spiaggia.
Adesso controllava il fuoco giocando con l’accendino, facendolo accendere e spegnere, imprimendosi così la luce della fiamma nella retina.
Non riusciva a pensare a niente o non voleva pensare a niente, soprattutto alla scomparsa di Corrado…era terrorizzato dall’idea che quel fatto si potrebbe ripetere.
Tracey seduto di fianco a Rocco si alza per fare una passeggiata.
Quella sera a cena sia lui che Max non avevano aperto bocca sul fatto della radio, non avevano detto che avevano sentito qualcosa.
Forse qualcosa che non avrebbero dovuto sentire. 

ANTICIPAZIONE
Era successa una cosa che non sarebbe mai dovuta succedere: una lite tra Paul e Silver...

ANGOLO AUTORE
Dopo una lunga pausa, ecco qui il nuovo capitolo!
Quest' isola diventa ogni giorno più misteriosa... riusciranno i protagonisti di questa storia a tornare a casa...vivi?
Lo scopriremo presto (presto è un modo di dire) ^^
Saluti, MarziaShadowOrchid
  
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