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Autore: Meme__    24/12/2011    2 recensioni
Dalla storia:
“Parla o mio re!” non poteva essere la sua voce. La sua voce melodiosa fece scivolare quelle parole come la più dolce delle poesie. La sua mano era intrecciata a quella di una donna. [...]
Ma il peggio ancora non era ancora arrivato. La mantella che celava il suo volto cominciò a calare indietro. Oramai il suo volto era allo scoperto. Il suo bellissimo volto. Quel volto che popolava i miei pensieri, ancora dopo quattro lunghi anni. I suoi occhi si aprirono in uno scatto. Degli ardenti occhi cremisi mi scrutavano.
~
Bella ed Edward sono sposati da tredici anni.
Dopo la permanenza all'isola Esme viaggiano molto. Girano tutto il sud America, poi passano agli altri continenti: Asia, Oceania; Bella si stupisce di come le persone siano diverse, ma abbiano sempre le stesse costanti, tutti i vampiri che conosce hanno la stessa bontà d'animo dei Cullen; poi vanno in Africa, cominciando dall'Egitto, dove Bella conosce Benjamin che in soli tre mesi diventa come un fratello... ma non tutto il continente gli riserva lo stesso trattamento... cosa succede in Africa? e perchè ora dopo dieci anni dal termine di quel viaggio Bella si ritrova senza Edward? E che fine ha fatto la sua migliore amica?
La mia prima fan-fic pubblicata; passate a dare un'occhiata se vi va;)
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dodici anni dopo...
-Famiglia.

 
Passarono i minuti, le ore, i giorni, forse, i mesi.
Sulla camicia azzurrina di Lucas si persero tutte le mie lacrime asciutte. Mi bloccai solo quando una frase del ragazzo mi fece sussultare: “Forza, Bella, smettila di fare così. Anche Jasper sta male, ma tu sei la forza della famiglia. Bella, non puoi abbatterti così” sospirò sconsolato.
Contro le sue previsioni, annuii. “Sapevo mi consideraste così, ma non ci credevo. Insomma, sono quella che soffre di più…”
“…e lo nasconde meglio”concluse. “Bella, non servono i nostri poteri per accorgersi dell’affetto che provi per me e Jazz. Anche noi ti vogliamo molto bene. Anzi, è riduttivo dire che ti vogliamo molto bene, quando sai che per noi sei molto di più.” potei scorgere una nota di adorazione nei suoi occhi, ma la mia timidezza mi convinse di aver frainteso. “Forse è giunto il momento.”disse con aria solenne. “Bella, cosa sai di me?”
“Non molto.” Ammisi “Lui, non mi disse molto all’epoca, forse perché credeva di sapere troppo. Aveva sempre paura di dire più di ciò che gli altri volessero.” Ricordai con un sorriso amaro."So, però, che nei primi tempi la tua mente chiacchierava molto. Riuscivi a causare un'emicrania a un immortale." conclusi ridendo. Anche lui si unì a me, poi si schiarì la voce e le diede un'inlessione seria, prima di cominciare a raccontare: “Bene, allora è giunto il momento che ti parli di me. Io sono Lucas Luis Leroy. Come si vede dal mio accento, sono francese. Ho ventun’anni. Avevo quattro sorelle che amavo follemente, ma due di loro erano gravemente malate, e mi abbandonarono, quando ero appena adolescente. Le altre due erano entrambi più piccole di me. Una di loro, Marie, era anch’essa gravemente malata. Non ricordo di cosa, so solo che un giorno, tornando a casa mi dissero che non c’era più. Non ebbi tempo di disperarmi, ci pensò mia madre, allora io dovetti occuparmi dell’ultima e più piccola sorella rimastami. Avevo appena diciassette anni, quando rimanemmo solo io e mia sorella. Mia madre, ancora depressa per la morte della sua terza figlia, si gettò sotto a un treno ma questo Genevieve non lo sapeva. Oramai era diventato il mio unico motivo di vivere. Quella piccolina me ne aveva fatte passare tante.” Sorrise ai tempi andati “Un giorno, decidemmo di fare un controllo, sai, quei controlli del sangue che si fanno per accontentare i medici. Io avevo diciannove anni, Genevieve solo otto. Scoprimmo una grave forma di malattia degenerativa che aveva la piccola. La portai nei migliori centri medici dell’Europa, ma nulla arrestò quell’inferno e lei si spense a soli dieci anni. Non potetti neanche salutarla, non mi permisero di guardarla un'ultima volta. A ventun’anni volevo diventare un medico, ma non potevo esserlo, secondo me, senza aver visto le vere malattie degenerative quali fossero. Decisi di andare alla ricerca della malaria, che, come sicuramente saprai, mi stava uccidendo. Sicuramente penserai, che storia tragica che ha questo piccolo ragazzetto, ma purtroppo, non sono riuscito in nulla nella vita, e credevo, che almeno aiutare altre vite, avrebbe stemperato il rimorso per non aver potuto salvare mia sorella. Tuttavia una volta ammalatomi, credevo che sarebbe stato meglio morire. Non sapevo che avrei potuto sperare in una famiglia come la nostra.” concluse in un sussurro.
L’abbracciai, senza sapere cosa dire. Davvero ‘quel ragazzetto’ ne aveva passate troppe per soli ventun’anni.
“Sai con la capacità 'dei legami', come dici tu, che mi ritrovo voi, tu e Jazz, mi date un senso di grande pace e tranquillità, proprio come se fossimo una vera famiglia. So che preferireste i ‘fuggitivi’, ma insieme, tutt’e due, siete niente male” concluse. Sorrisi alle sue costatazioni: lo scudo fisico di Lucas gli permetteva di scoprire i legami che univano le persone sotto la sua protezione.
“Sai, in questo momento nessun ‘fuggitivo’ riuscirebbe a portarmi lontano da te. Sei una delle persone più importanti, per me.” sussurrai sulla sua spalla.
“Ragazzi, posso?”Jazz interruppe la risposta di Lucas, che mi lanciò un occhiolino. Entrò nella stanza, con gli occhi lucidi, come sull’orlo delle lacrime. Sapevo che per i vampiri fosse il massimo concesso.
“Entra.” lo invitai sorridente.
“Mi avete lasciato solo, e ho avuto modo di riflettere” costatò.
“Allora dicci, su cosa hai riflettuto?” lo incitati.
“Voglio solo voi. Voi siete la mia famiglia. Non ho bisogno di nessun altro.” Ci confidò.
“Oh, tesoro. Sai che noi ti amiamo come se fossi la persona più importante di questo mondo, è per questo, vero?” domandai divertita.
“Certo che sì. Allora perché vorrei voi? Non capisci nulla, Isabella, io vi voglio solo perché mi amate.” rispose ironico, con fare snob.
 
“Allora, dato che vi amo, ma quando scherzate così non vi sopporto proprio, vorrei proporre una cosa.”
“Dimmi tutto, amore.” Risposi, per stuzzicare Jazz, che mi pizzicò il fianco. Era geloso quando davo il suo nomignolo a Lucas.
“Abbraccio?” propose.
“Abbraccio!” acconsentimmo all’unisono io e Jazz.
Era vero, al momento non avrei desiderato altro che loro due. Proprio come se fossero la mia Famiglia.

Come va ragazze?
Allora, dato che oggi è la vigilia, e sono molto molto contenta, ho deciso di aggiornare oggi, ma vorrei definire una cosa: aggiornerò solo il venerdì da ora. Vorrei dirlo anche a voi, così mi convinco che devo pubblicare, altrimenti lo dimentico facilmente.
Comunque, prima di salutarvi per avvicinarmi alla tavola con il Cenone (per il semplice atto di presenza, dato che sicuramente non mangerò), vorrei invitare le duecento persone che leggono a recensire, perché mi farebbe piacere un’opinione, anche una volta ogni cent’anni, perchè mi piacerebe sapere cosa ne pensate, anche se dovete insultarmi.(xD)
Vi saluto, con i più sinceri auguri di un buon Natale!
*-* Bacioni, Meme <3

p.s: aggiornamento del 10/02/12: capitolo revisionato e corretto.
   
 
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