Possibile che fosse davvero lui? Danielle non faceva altro
che porsi questa domanda da quando, due giorni prima , aveva incontrato
quello
scorbutico ragazzo riccioluto fuori dalla scuola elementare del
figlioletto
Jake.
Possibile che fosse realmente Kevin? Il suo Kevin? No, non era fattibile: la città era grande e le probabilità di incontrarlo erano praticamente nulle. Eppure, c’era qualcosa di molto familiare in quel giovane uomo, in quell’ espressione e in quei riccioli castani. Ah, quei ricci, quanto li amava: erano una delle cose che più le piacevano di Kevin.
Ricordava bene tutte le volte che li aveva stretti dolcemente tra le dita mentre facevano l’ amore e tutte quelle in cui glieli aveva scompigliati con fare scherzoso per fargli un dispetto. La donna scosse vigorosamente il capo: doveva smettere di pensare alla sua giovinezza! Ormai aveva quasi trentaquattro anni, un marito ed uno splendido bambino di sei anni: non poteva permettersi di vivere nei ricordi, doveva guardare al presente e pensare al futuro della sua famiglia.
Se pur si imponesse di fare ciò, puntualmente si ritrovava a pensare al passato e a chiedersi come sarebbero andate le cose se fosse rimasta al fianco di Kevin. Forse adesso avrebbero una grande famiglia, come avevano progettato prima della loro rottura, e forse lei non avrebbe realizzato il suo sogno e ora non sarebbe una brillante psicologa infantile. Tutto ha un prezzo nella vita e lei lo sapeva bene : per realizzarsi aveva accantonato i suoi sentimenti, guidata dalla sua testardaggine e dalla sua gran determinazione.
Tuttavia non si pentiva della sua scelta poiché la vita le aveva donato grandi soddisfazioni , tra le quali uno splendido matrimonio e un dolcissimo bambino che rappresentava tutto per lei. Ultimamente, era riuscita e non soffermarsi a pensare al passato perché il lavoro le riempiva le giornate e il tempo che non spendeva nel suo studio lo occupava badando a Jake o sistemando la casa. Suo marito passava la maggior parte della giornata in ufficio: faceva il commercialista e la matematica era la sua passione.
Certo, non era l’ uomo più bello del mondo né tanto meno quello che tutti potrebbero definire perfetto per lei ma era buono e divertente e questo le bastava. Erano molto diversi : i freddi numeri erano gli amici di lui mentre lei scavava a fondo nell’ animo dei più piccoli per aiutarli. Praticamente il sole e la luna, il bianco e il nero, il sale e lo zucchero. Eppure ad unirli c’ era un forte affetto ed un legame altrettanto saldo. Lo amava, ne era certa. Allora perché due giorni fa, alla vista di quell’ uomo, era stata sul punto di corrergli incontro e stringerlo forte a se, carezzando ancora una volta quei morbidi ricci?
Sospirò carezzando la testa del bambino che dormiva beato nel suo lettino, avvolto nelle lenzuola con la stampa di Spiderman che aveva ricevuto in regalo il natale scorso. Poi spense la luce dell’ abatjoure e si avviò verso la sua stanza .
La mattina
seguente, quando si svegliò, suo marito non c’
era : probabilmente aveva ricevuto una chiamata durante la quale gli era
stato comunicato
che, anche quel sabato, avrebbe dovuto lavorare. Succedeva tutti i
weekend.
Aprì la finestra della sua
stanza e sorrise poiché era una bella giornata e lei e Jake
avrebbero senz’altro
potuto recarsi alla spiaggia per
far volare l’ aquilone che gli era stato regalato dal padre.
- Sveglia pigrone!- esclamò con voce allegra la donna entrando nella camera del figlioletto e scostando le tende per far entrar i raggi del sole.
- Oggi niente scuola! – continuò poi scuotendolo dolcemente- dai! Non vuoi andare a far volare l’ aquilone?! Non dirmi che devo iniziare con il solletico!- rise Danielle.
Sentendo quelle parole il bambino aprì immediatamente gli occhietti assonnati e saltò tra le braccia della madre ridendo entusiasta: - Davvero ci andiamo?! Non vedo l’ ora! Dai mami prepara la colazione, anzi no..prepariamo due panini e mangiamoli in spiaggia! È più bello! –
- Accidenti quanta vitalità eh?! Okay, oggi si fa come vuoi tu- acconsentì infine la giovane donna dando un buffetto sulla guancia del figlio- Corri a prepararti che andiamo!-
Erano quasi le otto di mattina ma la spiaggia era praticamente deserta. C’erano solo lui e due vecchie signore che passeggiavano lungo la riva. Veniva li quasi tutte le mattine della settimana poiché, a parer suo, era il miglior posto in assoluto dove poter concentrarsi su i propri pensieri o, nel suo caso , suonare qualcosa con la sua chitarra in santa pace senza essere importunato dalle continue telefonate di sua madre che, a differenza dei suoi fratelli, lo trattava ancora come un bambino cercando di convincerlo ad uscire con tutte le trentenni brutte e sgraziate del vicinato . Quanto avrebbe voluto essere al posto di quel colorato aquilone che ora volava nel cielo, proprio sopra la sua testa: libero di allontanarsi per un po’ dalle persone e fluttuare tra le nuvole, lasciandosi trasportare dal vento, senza pensieri né preoccupazioni.
Angolo autrice:Ciao a tutte! Lo so che non aggiorno da molto ma ho avuto dei problemi con i voti a scuola...ora però ho recuperato e sto andando bene quindi ho deciso di rilassarmi un po' al pc! Lasciatemi una piccola recensione se il capitolo vi piace! un bacione, Marty