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Autore: detoxIretox    27/12/2011    9 recensioni
[COMPLETA]
La mia prima storia in questo fandom, che nostalgia. E anche una delle meglio ricevute, il che mi fa cantare il cuore! Nonostante non sia un granché, ne vado ancora fiera! Ecco la mia prima fanfiction capitolata basata su Synchronicity, ad oggi ancora la mia saga dei sogni.
...
Era notte, non si vedeva niente eccetto le stelle nel cielo, che non erano mai state limpide come allora. Sembravano esplodere sulla volta nera come la pece, come delle specie di fuochi d’artificio.
...
[Len/Rin perché sì, past Meiko/Teto, Miku/tristezza, Luka/rimpianto]
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine, Un po' tutti | Coppie: Len/Rin
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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_Epilogo - L’origine della Storia_
 

 
C’era un salone immenso, e vi regnava un silenzio angoscioso. Una guardia era inchinata sul pavimento liscio di fronte al suo oracolo, che guardava l’orizzonte con occhi vacui.
“Mia Signora... il... ragazzo...”
“Len? È venuto a trovarmi?” chiese lei con voce glaciale. “Carino da parte sua. Fallo entrare.”
I portoni della sale sbatterono con veemenza. “Oh, Luka, non far scomodare le tue guardie. Faccio da solo” sorrise Len, entrando a passo di marcia. Poi le si mise esattamente di fronte, le braccia incrociate, come in attesa di una reazione che non arrivò.
Luka mosse il braccio per mandare via la guardia, che lasciò la stanza esitando. Piantò gli occhi in quelli di Len e lì rimasero. Sembrava che stessero facendo a gara a chi abbassa lo sguardo per primo, e nessuno dei due voleva darla vinta all’altro.
Alla fine il primo a parlare fu il ragazzo.
“Sei contenta di rivedermi?”
“Avrei preferito rivederti morto, ad essere sincera” replicò tagliente Luka. “Ma non tutto va secondo i piani. L’imprevedibilità della vita certe volte è fastidiosa, non credi?”
“No, è il suo bello” ghignò Len.
Il volto di Luka divenne improvvisamente serio. “Sei venuto per vantarti della tua vittoria?”
Lui scosse la testa. “Ti pare? Non sono così esibizionista. È solo che è da un po’ di giorni che ragiono su quello che è successo. Come saprai ti ho... soffiato, per così dire, la Diva. E ho anche ucciso il drago.”
“E ti sei premurato di venire fin qui per dirmelo di persona? Non dovevi.”
“Non ho finito. C’era una profezia... te la ricordi? Diceva che se il drago predestinato a proteggere il regno fosse morto, il regno stesso sarebbe stato distrutto da... forze soprannaturali, o cose del genere... Non so se hai notato, ma sembra che tutto vada a meraviglia fuori di qui.”
Silenzio.
“Ciò vuol dire che il drago predestinato è ancora vivo.”
Silenzio.
“A questo punto ti chiederai: com’è possibile che sia ancora vivo? Non è rimasto schiacciato dalle macerie quando quel moccioso ha fatto in modo di distruggere il Paradiso di Luci e Ombre?”
Luka distolse lo sguardo. Avrebbe dato tutto ciò che possedeva per fargli chiudere la bocca, perché lentamente stava risalendo alla soluzione dell’enigma, alla vera origine della Storia...
Il ragazzo sorrise. “Quindi ecco la mia ipotesi. In realtà il drago predestinato non era quello che viveva laggiù.”
“Interessante” commentò solo Luka. “Tutto qua?”
“Figurati! Ne avrei di cose da dire!”. Len scoppiò in una fragorosa risata. “Ma voglio che sia tu a parlare, adesso. Vorrei sentire le tue parole illuminanti per sciogliere alcuni dubbi sulla vera natura del drago...”
“Adesso basta” sussurrò Luka.
Gli occhi di Len brillarono. “Hai qualcosa da dire? Per esempio, il motivo per cui ci tenevi così tanto a mantenere intatto il Circolo? Il motivo per cui facevi di tutto pur di tenere la Diva lì dov’era?”
Luka si abbandonò a un piccolo sospiro in segno di sconfitta, poi si ravviò un ciuffo di capelli che le era caduto sulla spalla, cercando di darsi un’ultima aria di dignità. “Sei un ragazzo intelligente, Len. Niente da dire. Non mi sorprende che tu sia riuscito a portare via tua sorella da quella grotta... ma immagino che dei miei complimenti tu non te ne faccia nulla, ormai...”. Inarcò le labbra in un sorriso tirato. “Pensavo che qualcuno ci sarebbe arrivato prima. Ma sembra che nessuno dei sacerdoti o dei seguaci del Dragonismo si siano mai chiesti perché io fossi immortale.”
“Non esistono esseri umani immortali, vero?”
“No. Nessun essere umano. I draghi, invece, vivono molto a lungo, per secoli e secoli.”
Len le si avvicinò. “E così avevo ragione. Tu sei...”
“Sì, io sono...” disse Luka in un soffio. “Sono il drago che avrebbe dovuto proteggere il regno dall’alba dei tempi, secondo quei dannati sacerdoti” confessò.
Il ragazzo esultò mentalmente per esserci arrivato, ma si diede un contegno e si limitò a dire, con tono più sprezzante possibile: “Essere condannata a vivere in un buco per l’eternità ti seccava parecchio, vero?”
“Sì. Ma così ero stata predestinata. Il drago dalla lucente corazza dello stesso colore dei fiori di ciliegio...”
“Un drago rosa” considerò Len, guardando i capelli dell’oracolo. “E quando i sacerdoti, invece, si sono visti arrivare davanti un drago nero, non hanno pensato che ci fosse stato un piccolo errore di calcolo, magari?”
“No. Io mi ero trasformata in umana e li avevo conquistati con la mia conoscenza illimitata sulla magia e sui draghi, cosa che li aveva convinti subito del mio potenziale da oracolo” spiegò. “Tutto ciò che dicevo era legge. Se una profezia di provenienza incerta diceva che un drago rosa avrebbe protetto il regno, mentre io indicavo invece uno color della pece, tutti credevano a me.”
“Così hai condannato un altro tuo simile al destino che doveva essere tuo.”
“Gli promisi che avrei fatto qualunque cosa purché prendesse il mio posto. Lui chiese delle Dive, e io gliele diedi. Per me era un prezzo bassissimo da pagare, capisci? Io potevo starmene al calduccio della mia reggia in forma umana, facendomi ammirare da chiunque mi vedesse senza curarmi del lavoro sporco, continuando a proteggere il regno dall’alto del mio trono. E quel drago ci stava benissimo là sotto, con le sue adorate Dive. Nulla di meglio, vero?”
Len fece una smorfia. “Certo. Se non che, nel frattempo, delle persone innocenti venivano mandate a morire a causa del tuo egoismo. Se tu fossi andata incontro al tuo destino fin dall’inizio, le Dive non sarebbero mai esistite, e tantissime vite sarebbero state risparmiate. Per non parlare del dolore dei famigliari... e tutto quello che ci gira intorno.”
“Non mi farai sentire in colpa” ringhiò Luka. “Quello che è stato è stato. Lo rifarei? Un milione di volte sì. Ma chi non lo farebbe? Credi che Rin, se ne avesse avuto la possibilità, non sarebbe fuggita dal Paradiso di Luci e Ombre, anche a scapito di qualche altra vita umana?”
Len tacque. Avrebbe voluto contraddirla, dirle che Rin non l’avrebbe mai fatto; eppure sentiva che si sarebbero solo presi in giro, perché in fondo anche lui sapeva che sua sorella, per quanto buona e leale che fosse, non si sarebbe mai lasciata sfuggire un’occasione del genere per tornare ad essere libera.
“Len, siamo fatti tutti così. Esseri umani e non. Tutti presi da noi stessi, orgogliosi, egoisti; pensiamo prima al tornaconto personale e solo dopo viene ciò che è bene per gli altri. Magari per chi amiamo sul serio si fanno dei sacrifici, come hai dimostrato tu, o anche Teto... ma se la Diva fosse stata un’altra ragazza, non ti saresti certo scomodato per salvarla, vero?”
Le parole di Luka avevano un significato tanto vero quanto tremendo. Len non si era mai sentito così male in vita sua, perché sapeva che aveva perfettamente ragione.
“Per vivere libera e nel lusso non mi sono fatta scrupoli a mandare a morire altre ragazze” sussurrò dopo un po’ che stavano in silenzio. “Potrei anche aver sbagliato, lo ammetto... ma non giudicarmi male. Tutto ciò che un essere vivente desidera è la libertà.”
Len alzò gli occhi sul tramonto che stava scendendo sulla campagna incontaminata. Gli ultimi raggi del sole avvolgevano il paesaggio davanti a loro rendendone le forme e i colori sfumati, e dando l’impressione che il mondo fosse ricoperto da un sottile velo di pace apparente.
“Sei sempre stata tu a proteggerci, allora.”
“Certo. Sarò anche cinica e crudele, ma il mio regno mi sta a cuore.”
“Continuerai a farlo anche adesso? Da qui, intendo” chiese piano Len.
“Il Paradiso di Luci e Ombre non può rimanere disabitato, Len.”
“Ma è stato distrutto...”
Luka ridacchiò. “Se è per questo, è anche rimasto senza guardiano.”
“Sì... Miku è morta...” sussurrò Len.
“Mi dispiace moltissimo” replicò lei, e si vedeva che era del tutto sincera. “Anche lei voleva solo la libertà. Ma vedi, la differenza tra una come lei e una come me... è che lei non ha esitato a sacrificarsi per salvare dei perfetti sconosciuti. Non credo che potrei mai smettere di ammirarla per questo, come non credo potrai mai smettere tu. Io non ne avrei mai avuto la forza. La morte mi fa troppa paura.”
“E non solo a te.”
Luka lo guardò negli occhi. “Voglio che tu sia sincero con me, ora. Per tutto ciò che ho fatto... per tutti i peccati che ho commesso... non che io mi sia pentita, ovviamente. Volevo solo chiederti se merito di essere imprigionata là sotto per il tempo che mi resta da vivere.”
Ci fu un silenzio tombale, interrotto dopo una manciata di secondi da un basso, esitante “Sì”.
Luka sospirò. “Molto bene. Se lo dici tu sarà vero. Magari così espierò qualcuna delle mie colpe, chissà...”
“Verremo a trovarti, se ti va” mormorò il ragazzo, posando il suo sguardo sull’oracolo.
“Grazie. Mi piacerebbe conoscere coloro che mi hanno sconfitto.”
I raggi svanirono dietro la collina, lasciando il posto alla notte e ai suoi malinconici abitanti.
Ma sarebbe durata poco, in fondo; alla fine il sole sarebbe tornato a risplendere, e avrebbe mandato avanti il mondo in un perenne, infinito circolo di luci e ombre.
  
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