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Autore: RobTwili    27/12/2011    10 recensioni
Sequel di Redemption
Sono passati tre anni da quando Aileen ha varcato il cancello della clinica di disintossicazione.
Tre anni trascorsi a fianco di Robert.
Lui l’ha aiutata a superare ogni difficoltà, anche quando i fantasmi del passato hanno deciso di uscire.
Lei si è impegnata con tutta se stessa per cercare di non deludere lui, l’unica persona che abbia mai tenuto a lei.
Sono buoni, ottimi, amici; condividono una casa a Los Angeles.
C’è però un piccolo problema… Cupido, come sempre, è uno stronzo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My Redemption is Beside you'
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Sequel di Redemption. Non è necessario aver letto il prequel per comprendere questa storia. Ho cercato di riportare alcuni eventi in modo che possa risultare comprensibile a tutti.







«Per favore, dimmi che non è qualcosa di stupido» mormorai, guardando Lee con quel ridicolo cappello da Babbo Natale in testa.
Le lucette dell’albero che avevamo addobbato assieme giocavano con i suoi capelli, donandole sfumature rossicce e verdi.
«No, quest’anno sono stata brava. Niente regali stupidi, anche se, pensandoci, potevo farlo, visto che siamo solo noi due» borbottò, infastidita dalla sua mancata idea.
Solo noi due, a mezzanotte per aprire i regali, sì.
Perché volevo che fosse un momento indimenticabile e perfetto.
Avremmo raggiunto la mia famiglia e Tom solamente in mattinata.
«Non fa niente, tanto il regalo imbarazzante l’hai già fatto» ridacchiai, guardando il piccolo pacchetto che Lee teneva tra le mani.
Marrone scuro, con un fiocco sobrio. Di certo non poteva essere opera sua.
«Giuro che quest’anno l’ho comprato in un negozio rispettabile, niente sexy shop» ghignò, porgendomi il pacchettino.
«Ne sarò sicuro solo una volta aperto» replicai, spostando il fiocco con calma.
«Dai Rob, fai presto» mi incitò, continuando a sorridere.
Era perfetta, con quel vestito rosso che le fasciava il corpo come una seconda pelle, accentuando il contrasto con i suoi capelli scuri e gli occhi chiari.
Indossava ancora i tacchi alti, perché si era intestardita: voleva aprire i regali dopo la cena.
Lasciai la carta cadere per terra, guardando la scatola scura.
Sopra c’era stampato il nome di una gioielleria.
Sorrisi, pensando che, in fin dei conti, io e Lee non eravamo poi così originali nel fare i regali.
«Su, su! Apri» mi incitò di nuovo, euforica.
Un orologio.
Lee mi aveva regalato un orologio.
«È davvero bellissimo, grazie» sussurrai, allungandomi sulla poltrona per darle un bacio.
«Ti piace davvero o è una bugia?». Mise un broncio così buffo che mi fece ridere.
«Mi piace davvero» asserii, indossandolo subito.

«Non sapevo che cosa prendere, perché tu hai tutto quanto e… ho pensato che potesse servirti un orologio, ecco». Cercò di motivare in questo modo la sua scelta, facendomi ridere.
«Lee, è bellissimo e mi serviva, va bene così». Mi inginocchiai davanti a lei, prendendole il volto tra le mani e baciandola.
«Quello dopo… adesso il mio regalo» disse, impaziente.
«Rifiuti un bacio e vuoi che ti dia il mio regalo?» mormorai divertito, frugando nella tasca della mia giacca per prendere il pacchettino.
«Per quello c’è tempo dopo, sarà il mio ringraziamento. Adesso voglio il regalo». Allungò la mano, con il palmo all’insù, chiudendo gli occhi per non sbirciare.
«Buon Natale, Lee» soffiai sul suo orecchio, appoggiando la scatolina azzurra di Tiffany sulla sua mano.
Aprì gli occhi lentamente, continuando a sorridere.
«Tiffany?» sussurrò sorpresa, sfiorando il fiocchetto di raso con la punta delle dita. «Per me?» chiese, puntando i suoi grandi occhi ghiacciati nei miei.
Annuii solamente, incapace di dire qualcosa.
Prese un respiro profondo, sciogliendo il fiocco e aprendo la scatolina con mano tremante.
Quando vide il contenuto della confezione, rimase per qualche secondo in silenzio, mentre cominciavo a temere una risposta negativa.
«Che cos’è?» chiese, accarezzando il diamante delicatamente. Sembrava avesse paura di romperlo. «Cioè, so che cos’è, ma… cosa significa?» domandò, guardandomi così intensamente che smisi di respirare.
«Significa che voglio passare tutta la mia vita accanto a te, Lee» risposi, rimanendo sempre in ginocchio.
Socchiuse gli occhi mordendosi il labbro.
«Tu… tu vorresti sposarmi?» continuò, mentre i suoi occhi si inumidivano, pronti a versare lacrime.
«Sì, voglio sposarti». Avevo trent’anni, Lee ventitré.
Ci conoscevamo da sei anni, convivevamo da cinque.
Erano passati tre anni da quando avevamo fatto l’amore per la prima volta.
Tre anni in cui ci eravamo stuzzicati e amati in tutti i modi possibili.
Tre anni senza più incubi da parte di Lee, senza più urla nel cuore della notte, senza più lacrime o fantasmi.
Solo io e lei, felici. Davvero felici.
Ero sicuro della mia scelta.
«Io… io non so nemmeno che cosa sia il matrimonio. L’ho visto nei film ma oltre a un abito bianco… non…» bofonchiò, agitata.
«Lee, possiamo imparare assieme. Non so nemmeno io che cosa sia il matrimonio, si impara» spiegai, sorridendole per rassicurarla.
«E cosa dovrei fare? Le mogli che cosa fanno? Io…». Appoggiai l’indice sulle sue labbra, perché non continuasse a dire cose senza senso.
«Quello che facciamo ora, solo che avremo un anello al dito e qualche carta firmata. Non cambia nulla per noi, cambierebbe per…». Mi fermai all’improvviso, capendo che forse mi ero spinto un po’ troppo oltre.
«Rob, io, io non posso fare la mamma. Come posso badare ad altre persone quando non so farlo nemmeno con me stessa? Sei tu che badi me, io non ci riesco. Non potrei mai avere dei bambini, non crescerebbero nel modo giusto. Io non ho mai avuto una mamma, non so nemmeno che cosa deve fare». Le sue mani tremavano, stringendo le mie in modo quasi convulso.
«Lee, tranquilla, non saresti da sola. Ci sarei io, per sempre, di fianco a te» mormorai, cercando di rassicurarla.
«E se poi tu te ne andassi? Come farei io senza?». Nei suoi occhi leggevo solo paura e confusione.
«Non potrei mai andarmene, non senza di te. Ricordi? Il tuo cuore l’ho preso io». Mi sistemai meglio, avvicinandomi al suo viso.
«Sì, ce l’hai tu» commentò, sorridendo, un po’ più rilassata.
«Allora?» chiesi, impaziente di sentire la sua risposta.

 
 
 
 
Come ho immaginato Lee, cresciuta e cambiata:
 


Prima che me ne dimentichi: Teach me how to make love è la OS rossa del capitolo 14.
Dunque ragazze… io ve l’avevo detto che nell’epilogo mi avreste odiata, ma ho dovuto terminare qui perché la risposta di Lee avrebbe deluso voi, Rob e anche me. Sono convinta che Lee potrebbe, un giorno, sorprendere Rob e decidere che è giunto il momento di metter su famiglia, ma… non lo so, al momento Rob e Lee credo meritino questa fine (che fine non è, come potete vedere).
Insomma, ho deciso che sarete voi a rispondere a quella domanda, provando a immedesimarvi in Lee.
Io la mia risposta ce l’ho, e posso garantirvi che forse, per voi, è meglio che quell’Allora rimanga in sospeso.
Scrivere questa storia è stata una sfida per me, lo sapete tutte. Redemption non aveva toni semplici e le tematiche trattate di certo non erano il fare o no una trombata.
In Redemption ci ho messo anima e corpo, pubblicando qualcosa che sapevo poteva non piacere. Eppure mi avete stupita, commentando in moltissime e spronandomi a continuare.
Per questo, mesi dopo, non sono riuscita a negare a Rob, ma soprattutto a Lee, un riscatto. Volevo sapere com’era la vera Lee, quella che non era costretta a ballare e a prostituirsi all’Insomnia, quella che non era così dipendente dall’eroina da non riuscire a non farsi una dose in un paio d’ore.
E ne è uscita una Lee che mi ha divertita (e che spero vi abbia divertito), una Lee leggera e spensierata, innamorata di Rob senza nemmeno rendersene conto.
Gelosa a tal punto da inventarsi una storia con Xavier pur di riuscire ad avere l’attenzione di Rob.
Una Lee che grazie a lui, ha imparato ad amare; una Lee che probabilmente, in un modo o nell’altro, rimarrà sempre accanto al suo Rob.
Non ci saranno altre OS o long su Rob e Lee, a dire la verità credo di chiudere con le long sugli attori proprio con questa storia.
Non posso garantirvi che non ci saranno OS dementi (come quella della foto o quella di Venezia) perché in qualche modo mi servono per ‘distrarmi’. E ne avrò bisogno, perché ho in mente un progetto ‘serio’ (leggasi originale seria, non commedia come i nerd) che comincerò entro un mese.
Io non so veramente come ringraziarvi, soprattutto chi ha seguito sia Redemption che Beside you, andando a fondo per capire il personaggio di Lee. Perché sì, Lee non si può capire da questa storia. Ogni più piccola sfumatura del carattere di Lee si è formata in Redemption, qui è solo stata trasportata.
E quello che posso dire, ancora una volta (poi giuro che ci do un taglio, visto che sta diventando più lungo dell’epilogo) è grazie! Un grandissimo, immenso grazie a tutte voi. A chi ha letto solo un capitolo, a chi l’ha letta tutta, a chi ha inserito la storia tra preferite, seguite e da ricordare. A chi ha commentato un capitolo solo e a chi li ha commentati tutti.
A chi si è commosso e a chi ha riso, e a te, che ne hai le palle piene di leggere…
Ma permettetemi di ringraziare tre donnine: Cris e Alessia, che sanno per cosa entrambe, e Malia, che mi ha betato tutta la storia, assecondando i miei deliri e spronandomi sempre a delirare di più!
In più, se a qualcuno potesse interessare, The Carnival ha provveduto a fare un minitrailer della storia nuova. Lo potete trovare QUI.
Come sempre, se volete tenervi in contatto con me, QUI c’è il mio profilo FB e QUI il gruppo.
Grazie ancora, di cuore.
Roberta.
   
 
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