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Autore: HarleyQ_91    28/12/2011    1 recensioni
“Ehm… credo che dovremmo fare l’esercizio”. Mi azzardai a dire.
Lui rilassò la fronte e assunse un’espressione più serena. La pelle bianca gli dava uno strano fascino. Era bello, ma sembrava finto.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Perdonate l'attesa, ma purtroppo ho avuto la febbre e non avevo la forza nemmeno di accendere il pc!xD
Cooomunque eccomi qua, spero abbiate passato delle belle feste (io ho mangiato davvero troppo!)
Vi lascio al capitolo 5, buona lettura!^^

******

CAPITOLO 5
- Codardo -


Quella mattina Jacob si ostinò ad accompagnarmi a scuola con la macchina. La scusa era che con la moto mi sarei bagnata e poi Nessie non avrebbe fatto che preoccuparsi, ma sapevo che in realtà l’unico scopo di mio padre era quello di controllarmi.
Da quando Samuel gli aveva detto che puzzavo di vampiro si era insospettito. Pensava che a Forks fossi entrata in contatto con i Cullen.
Io avevo tentato di spiegargli che probabilmente l’odore che Samuel sentiva era dovuto alla mia parte vampiresca, ma non c’era stato verso di convincerlo.
“Tu non sei un vampiro”. Mi disse mentre fermava la macchina davanti al parcheggio della scuola. “Altrimenti sentirei la puzza anch’io”.
“Non hai mai pensato che forse è il tuo fiuto ad avere qualche problema?”
Jacob aggrottò le sopracciglia e strinse le mani intorno al volante. Lo avevo fatto davvero arrabbiare, avevo toccato un tasto dolente. Ormai era parecchio tempo che non si trasformava in lupo e i suoi sensi si stavano un po’ indebolendo.
“Io non ho alcun problema!” Mi contraddisse. “E’ Samuel che ha l’olfatto più sviluppato rispetto ai comuni licantropi”.
Fantastico, doveva capitarmi il licantropo con l’olfatto sopraffino per complicarmi le cose.
A scuola non potevo evitare di incontrare i Cullen – ammetto di essergli stata più vicino di quanto avrei dovuto – ma il loro odore sarebbe entrato in contatto con me comunque.
Samuel non aveva alcun diritto di mettere pulci nell’orecchio a mio padre.
Poi anche volendo evitarli – e non volevo – avevo Daniel come compagno di corso sia a biologia che a chimica, dovevo quindi per forza stargli accanto.
Scesi dall’automobile infilandomi subito il cappuccio del cappotto, non aveva smesso di piovere nemmeno un secondo quella mattina.
“Jodi, mi raccomando”. Le ultime parole di Jacob mi fecero sbuffare.
Lui rimise in moto l’auto ed uscì dal parcheggio, senza neanche avermi augurato buona giornata.
Davvero non capivo, perché non voleva che incontrassi i Cullen se non con lui? Eppure – che io sappia – non erano in cattivi rapporti.
Certo, secondo natura erano nemici giurati, ma io avevo il diritto tanto di stare con i licantropi che con i vampiri.
“Toh, chi si vede!” Eva mi si presentò davanti appena varcai la soglia dell’edificio 1. Il suo tono tuttavia non era acido come mi aspettavo. Mi immaginavo una ramanzina coi fiocchi, invece sembrava tranquilla.
“Eva… scusa per ieri, io…”
“Non preoccuparti Jodi. Ho visto quello che è successo a La Push, non devi spiegami niente”. Mi mise una mano sulla spalla e sorrise.
Non riuscii nemmeno a ringraziarla che un’altra ragazza si intromise nella nostra conversazione.
“Tu sei Jodi, vero? Eva mi ha parlato di te”. Aveva i capelli corti castani con qualche riflesso rossiccio, due occhi azzurri e delle lentiggini sparse sul piccolo naso che la facevano sembrare una studentessa delle medie piuttosto che una liceale.
“Lei è Ann Johnson”. La presentò Eva. “Era lei una delle mie amiche che ti volevo far conoscere. L’altra è Michelle O’Connor ma oggi non c’è. Sai, ieri è successa una cosa…”
Una leggera gomitata di Ann la interruppe. “Zitta Eva. Le abbiamo promesso di non spargere la voce”.
“Oh, ma Jodi non lo dirà a nessuno”. Poi guardò verso di me. “Vero?”
Scossi subito la testa. Non avevo la più pallida idea di cosa stessero parlando, ma doveva trattarsi di un fatto molto personale.
In fondo ero contenta che Eva volesse parlamene, significava che, pur conoscendomi da poco, già si fidava di me.
“Ti dispiace se ti raccontiamo tutto a pranzo?” Disse Ann prendendo Eva sottobraccio. “Ora abbiamo lezione e poi…” Con un cenno della testa indicò la porta d’ingresso e sia io che Eva ci voltammo. “… sta arrivando il codardo!”
Daniel Cullen stava percorrendo il corridoio principale con la sua solita aria diffidente e lo sguardo rivolto verso il basso.
Mi passò a fianco senza salutarmi – non che fosse tenuto a farlo, ma una parte di me ci sperava – ed entrò nell’aula di biologia.
Salutai Eva ed Ann e lo seguii.
Codardo? Perché codardo? Forse era una reputazione che si era costruito a posta per evitare che qualcuno scoprisse la sua natura di vampiro? Mi sembrava piuttosto stupida come soluzione.
Un vampiro codardo? Sinceramente, non riuscivo nemmeno ad immaginarlo.
Entrata in aula il professore mi indicò un posto diverso da quello che occupai il giorno prima.
“Ma io credevo… di essere in coppia con Cullen”. Cercai di spiegargli, ma lui non sprecò nemmeno una parola per rispondermi e continuò ad indicare il posto in cui voleva che mi sedessi.
Sbuffai indispettita. Daniel occupava un banco singolo nel fondo dell’aula. Sembrava che volesse di proposito stare solo.
Non sedergli accanto significava rimanere meno in contatto con il suo odore – il che forse mi avrebbe salvato dal fiuto di Samuel – ma significava anche non poterci parlare.
Era l’unico dei Cullen di cui ancora non sapevo nulla. Chi era da umano? Da quanto tempo e come era diventato un vampiro? Come conobbe i Cullen e decise di aggregarsi al loro stile di vita?
Erano tutte domande alle quali, presto o tardi, Daniel Cullen avrebbe dovuto rispondere.
Passai tutta l’ora a fissarlo con la coda dell’occhio. Tentai il più possibile di essere discreta, ma non ero certa che – con i suoi sensi da vampiro – non mi avesse notata.
Tuttavia non staccò mai lo sguardo da fuori la finestra e stranamente il professore non gli diceva nulla. Restava immobile, senza neanche voltarsi una volta verso di me – chissà perché poi mi aspettavo tanto che lo facesse – solo ogni tanto batteva le palpebre lentamente, ma sicuramente era un vizio che gli era venuto vivendo a stretto contatto con gli umani, sapevo che per loro non era indispensabile.
La campanella suonò e tutti gli studenti si precipitarono nei corridoi. Edward e Bella uscirono prima di me, senza nemmeno guardare Daniel. Non sapevo il perché, ma la situazione mi sembrava strana.
In sala mensa ebbi la conferma delle mie supposizioni.
Daniel Cullen era seduto ad un tavolo isolato, in un angolo della stanza. Distante dai suoi fratelli, che non lo degnavano di uno sguardo.
“Guardalo, deve sentirsi davvero uno schifo”. Disse Ann mentre addentava un trancio di pizza.
“Da una parte è giusto che si senta in colpa”. Intervenne Eva. “Michelle stava per rimanerci secca”.
La conversazione attirò la mia attenzione. Cosa c’entrava Michelle con Daniel?
“Ehm… scusate, ma di cosa state parlando?”
Eva si voltò verso di me, poi posò la sua mano sulla mia e parlò a voce molto bassa.
“Promettimi che ciò che sto per dirti non lo dirai a nessuno!”
Con un gesto della mano feci segno di serrarmi le labbra come avessero una chiusura lampo e attesi che Eva continuasse.
“Ieri sera a Port Angeles abbiamo incontrato Daniel Cullen. Non so che cosa ci facesse lì – è strano vedere un Cullen che si sposta da Forks – fatto sta che io ed Ann lo abbiamo lasciato da solo con Michelle”.
“Sai, Michelle è cotta di lui dal primo giorno che lo ha visto”. Commentò Ann.
Eva le lanciò un’occhiata di disappunto per aver interrotto il suo racconto e riprese a parlare.
“Quando siamo tornate da loro però Daniel non c’era più e Michelle stava a terra svenuta con delle ferite sanguinanti, ci è preso un colpo!”
Sgranai gli occhi. “Che cosa le era successo?”
“I dottori pensano che sia stata aggredita da qualche animale selvatico”. Spiegò Ann.
“Ed ora come sta?”
“Non è in pericolo di vita”. Mi tranquillizzò Eva. “Ha solo perso molto sangue, ma con delle trasfusioni tornerà sana come un pesce”.
“E’ un miracolo che non sia morta, ed il merito non è certo di Cullen”. Intervenne acida Ann.
Io la guardai perplessa e sicuramente capì che volevo maggiori informazioni.
“Non capisci, Jodi? Daniel è scappato come un codardo, senza chiamare aiuto o preoccuparsi per Michelle. Se l’è data a gambe lasciando la nostra amica al suo destino, quel bastardo!”
La voce tagliente ed arrabbiata si Ann mi fece deglutire. Davvero Daniel aveva avuto paura? No, non potevo crederci.
C’era sicuramente una spiegazione plausibile per un simile comportamento, e l’unico modo per venirne a capo era chiedere informazioni direttamente alla fonte.
“Scusatemi un secondo”. Dissi alzandomi dal tavolo e prendendo il mio vassoio.
Dovevo trovare una scusa per sedermi al suo tavolo, ma non mi veniva in mente niente.
“Hai già finito?” Chiese Eva incredula. “Ti sarai mangiata minimo un quintale di cibo. Dove la metti tutta quella roba?”
Mi limitai a sorridere ed andai a posare il vassoio vuoto sopra gli altri posti al lato della porta d’ingresso. Ero abituata a mangiare tanto e velocemente – d’altronde ero sempre la figlia di un lupo –.
“Jodi, ho saputo di La Push”. Non ci fu bisogno di voltarmi per capire a chi appartenesse la voce che mi chiamava da dietro. “Come stanno nella riserva? Sai se qualcuno è rimasto coinvolto?”
Bella posò il vassoio sopra il mio, con la differenza che lei il cibo non lo aveva nemmeno sfiorato.
“Non che io sappia”. Le risposi. “Solo che alcune famiglie sono rimaste senza casa ed ora i capi tribù si stanno organizzando per sistemarle da qualche altra parte”.
Bella tirò un sospiro di sollievo. Era naturale che si preoccupasse, visto che dove era avvenuta l’inondazione ci abitava sua figlia.
“Senti Bella, posso chiederti una cosa?” Domandai timorosa. Lei annuì dolcemente. “Cosa è successo a Daniel? Come mai oggi sta sempre da solo?”
Abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore. “Vedi Jodi…”
In quell’istante arrivò Rosalie con altri due vassoi che andarono ad incrementare la pila formatasi accanto alla porta della mensa.
“Daniel ormai non ci riguarda più, Bella”. Disse non permettendo all’altra vampira di rispondermi. “Perciò evita di parlarne!”
“In che senso,scusa?” Chiesi non avendo capito ciò che intendeva Rosalie.
La bellissima vampira bionda mi rivolse uno sguardo diffidente e sbuffò leggermente.
“Ancora non hai capito, ragazzina?” Mi disse con tono superiore. “Daniel non fa più parte della famiglia Cullen!”

******

Beh... come al solito lascio in sospeso! Spero non me ne volgiate, prometto che aggiornerò prestissimo (se ce la faccio, domani stesso, altrimenti dopodomani al massimo)!
Scusatemi ma sotto capodanno ho ancora i ritmi più frenetici che sotto Natale!xD
Beh, grazie ancora a tutti quelli che seguono, recensiscono e che hanno messo la mia storia tra i preferiti!
Un saluto e a presto!

*HarleyQ_91*
  
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