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Amami §§§ §§§ §§§ §§§ §§§ §§§
“Ehi Kagome!!! Dove vai così di fretta?”
chiese una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi color caffè
“Scusa Sango ma avevo promesso a mia madre che
avrei dato una aiuto in casa, ha deciso di fare le pulizie generali” rispose la
mora con fare annoiato e poco convinto.
“Dai non abbatterti, pensa che fra un po’ sarà il tuo ventesimo
compleanno” le ricordò allegramente.
“Si sai che novità” rispose la ragazza di pessimo umore.
“Lo so perché sei giù. Ma cosa vuoi, sei tu
quella che non si fila neanche un ragazzo, hai mezza università che ti muore
dietro, e tu che fai? Snobbi tutti!”
“Non posso farci niente. Te l’ho detto se non sentirò che è vero amore
io non mi lascerò mai andare con nessun ragazzo” ribatté
Kagome leggermente innervosita.
- Sempre la solita storia – pensò Sango.
“Mi scusi professore cerco questo libro, ma in biblioteca mi hanno
detto di venire da lei”
Kagome si bloccò improvvisamente, il tono con cui era stata pronunciata
quella frase le riportava alla mente, vecchi ricordi.
Un tono autoritario, ma con una nota di gentilezza e cortesia.
Sì voltò nella direzione da cui proveniva.
Vide il suo insegnate di storia antica
giapponese, discutere con un ragazzo.
Fisico prestante e tonico, alto all’incirca uno e ottanta, una lunga
chioma fluente coloro oro bianco, indossava un
berretto a visiera non gli era possibile vedere gli occhi. Portava dei jeans levis scuri, una camicia bianca con i primi tre
bottoni, partendo dal collo erano sbottonati. Il sole non le permetteva di
definire meglio i tratti del suo viso, ma solo la vista di quel pezzo di
ragazzo la fece sentire strana, il cuore stava accelerando.
Sango la osservava divertita, dopo osservò
anche lei il ragazzo.
“Kagome, dammi retta, non è per te! E poi tu che non
ti sei mai innamorata di nessuno, possibile che ti basta vedere quel tipo, per
perdere la testa?”
Kagome sembrò ridestarsi alle parole dell’amica.
“Ma che dici? Chi sarebbe innamorata? Io sono
solo rimasta colpita da colore dei suoi capelli”
“Se se!” disse Sango scettica.
“Ma è vero! Antipatica!” dopo avergli fatto
una linguaccia e lei una pernacchia cominciarono a
rincorrersi.
Il ragazzo dal canto suo aveva notato che la ragazza dai capelli neri
che lo stava fissando aveva fatto cadere un libro dalla borsa, lo raccolse,
c’erano solo due iniziali “K.H.” .
Lo mise nella sua borsa e decise che glielo avrebbe restituito appena l’avesse
rivista.
Il ragazzo dai capelli d’argento era appena rientrato a casa, posò la
borsa con i libri all’ingresso, si diresse in cucina,
una donna dai lunghi capelli neri, stava trafficando ai fornelli, lui gli posò
le mani sui fianchi e poi le diede un sonoro bacio sulla guancia.
“Che profumino mamma! Cosa mi hai preparato di
buono?!” chiese lui in tono scherzoso.
“Inuyasha, da brava persona educata, va a lavarti le mani e siediti a
tavola”
“Certo mamma” dettò questo lasciò la donna che
col suo solito sorriso gentile spegneva i fornelli e terminava di preparare il
pranzo.
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“Kagome, dopo porta quei pacchi nell’hokora” disse la madre, mentre
puliva un lampadario.
“Si mamma”
Dopo una giornata di duro lavoro Kagome, ritornò nella sua stanza e
aprì la borsa, per prendere il libro che aveva comprato.
– Storia antica: le battaglie dei feudatari -
Da quando era tornata a casa attraverso lo specchio, non era passato
giorno che non avesse cercato informazioni riguardanti
il periodo storico nel quale aveva vissuto per quasi un anno, aveva letto molti
libri di storia nei quali tentava di trovare delle informazioni, il suo
indirizzo di studi universitari era storia antica giapponese. Non era mai
riuscita a trovare nessuna informazione riguardante
quel periodo, si chiedeva ancora che cosa fosse successo a Izayoi e al bambino.
Non sapeva proprio a chi rivolgersi per avere delle risposte. Senza sapere che erano tutte a portata di mano. Cacciò tutto
ciò che aveva nella borsa, ma del libro nemmeno una traccia.
“Ma che fine ha fatto. E
se l’ho perso? Non voglio neanche pensarci, con quello che l’ho pagato. Mi è costato la paga di un mese al mio lavoro part-time” disse
Kagome furibonda, gettando all’aria la borsa ormai vuota.
### In tanto...in un appartamento ###
“Cosa stai leggendo Inuyasha?”
“Niente di importante, è un libro che ha perso
una ragazza, parla del feudalesimo” rispose il ragazzo seduto alla scrivania
mentre sgranocchiava dei biscotti e si interessava al libro anche più di quanto
volesse dare a vedere.
“Non è tuo? Caro ma…” la donna stava per cominciare uno dei suoi soliti
discorsi morali. Così Inuyasha la bloccò e riprese a
parlare.
“Ferma, ferma! Allora mamma, ti prometto che restituirò questo libro.
L’ho preso solo perché mi sembrava un peccato lasciarlo stare a terra, si vede che è nuovo e poi è di una ragazza
dell’università quindi appena la vedrò glielo restituirò. Contenta?”
La donna gli sorrise.
“Bravo il mio Inuyasha – scompigliandogli i capelli d’argento con la
mano – e dimmi la ragazza che ha perso questo libro…dev’essere
carina!” puntualizzò la donna, passando una mano con gesto delicato tra i
capelli neri e luminosi.
“Ma…ma che domande sono, madre?” chiese il
ragazzo imbarazzato distogliendo gli occhi d’oro da quelli color caffè della
madre.
“Bè, l’ho detto perché per esserti accorto che aveva perso il libro
devi averla osservata e tu non ti soffermi quasi mai su nessuna ragazza” gli
spiegò la madre divertita dalla timidezza del figlio.
“Ve…veramente io! Okay mamma! Quando mi guardi così lo sai che non riesco a tenerti
nascosto nulla. Sì la trovo carina! Soddisfatta?!”
“Cosa ti ha colpito di lei?”
“Il suo sorriso, e il modo in cui teneva il broncio alla sua amica” a
quel ricordo, sul volto imbarazzato del ragazzo comparve un piccolo sorriso.
“Bene, il mio bambino ha finalmente cominciato ad aprire gli occhi”
dicendo questo stava per lasciare la camera.
“Mamma… - aspettò che la donna tornasse a guardarlo – ho la strana
sensazione di aver già visto quella ragazza, i suoi occhi erano così…così…mi
ricorda qualcuno, ma non so chi!” gli rivelò il ragazzo con tono sconsolato.
“Dici davvero? Forse l’hai sognata e se è così,
quella è la donna del tuo destino” rispose la madre divertita lasciando solo
Inuyasha con i suo pensieri.
### Mattino successivo ###
Kagome si apprestava a prendere la borsa con i libri e lasciare il
tempio in tutta fretta, quella mattina il nonno aveva cominciato a decantare le
gesta di uno dei suoi fantomatici antenati e la potenza delle armi che usava
per combattere i nemici. E senza accorgersene era
stata trattenuta per tanto tempo, che notando l’ora, aveva visto di aver perso
il primo treno che portava a scuola e stava per perdere anche il successivo,
giocandosi così la lezione di quel giorno. Correva per strada alla velocità
della luce. Non poteva perdere anche il secondo treno. Raggiunta la stazione ed
entrò nel mezzo per il rotto della cuffia. Intravide un posticino vicino ad un
finestrino e c’era anche un palo libero al quale poggiarsi, di posto a sedere
non se ne parlava neanche a pagarli, tutti occupati. Bè la prossima volta
imparava a non farsi distrarre da quello sclerotico di suo nonno.
°°°
Inuyasha correva come un matto, aveva l’auto dal meccanico e stava
facendo tardi a lezione. Aveva passato la notte a leggere quel libro e tentare
di ricordare a chi somigliava quella ragazza carina. Pregava con tutto se
stesso di non aver perso anche il secondo treno, non poteva rischiare di non
presentarsi, era diventato da nemmeno una settimana l’assistente dell’insegnate di storia antica, grazie alla mini laurea che
aveva in quel campo e all’impegno che metteva in tutto quello che faceva. Aveva
sempre tentato di non dare delusioni a nessuno in particolar modo a sua madre. Che lo aveva cresciuto da sola, con un amore infinito e ora per il
ricordo di una ragazza che aveva intravisto appena rischiava di dare la sua
prima delusione a qualcuno. Raggiunse la fermata e sentì il suono che
annunciava la chiusura delle porte, si fiondò come un
razzo verso l’apertura e si chiuse appena lui fu del tutto nel vano. Era
affollatissimo. Cominciò a farsi largo, finché trovò un gancio libero dove sostenersi,
trovava terribilmente irritante prendere il treno per
raggiungere l’università, alcune volte capitavano degli scossoni che erano
capace di buttare a terra anche l’uomo con la presa più salda. Cominciò a
guardarsi intorno per non tornare a pensare a quella ragazza, si chiedeva se
non stesse impazzendo alla giovane età di ventitre
anni. Quando notò la sua vicina, con lo sguardo perso nel
paesaggio in movimento, che mostrava il finestrino di fronte al quale si
trovavano. Ci fu una scossa nello stesso momento in cui capì chi fosse. E per poco non cadeva. Quei capelli neri come la pece, la
pelle chiara, gli occhi grandi, ora poteva vedere che erano di un castano
brillante, era ancora più bella vista da vicino. La ragazza del libro, era
proprio lì di fronte a lui. Cosa doveva fare? Come
doveva comportarsi? Lui non aveva esperienza in questo campo, aveva sempre e
solo pensato a far felice sua madre e a non deludere le persone che lo
circondavano, non si era mai lasciato coinvolgere da nessuna ragazza, anche
perché nessuna aveva mai attirato la sua attenzione a differenza di quella che
l’aveva fissato per un bel po’, con lo stesso sguardo che ora lui le stava
rivolgendo. Poi improvvisamente quegli occhi nocciola che stava contemplando,
si voltarono verso di lui e nella limpidità di tanta bellezza, poté notare
l’espressione imbarazzata che aveva assunto, anche lui non era da meno. Poi le rivolse un sorriso leggero, appena accennato, lei si sorprese.
A quell’espressione lui lasciò andare il gancio. Proprio in quel momento ci fu
una scossa ancora più violenta della precedente. E quello che avvenne, restò
impresso per sempre nei ricordi di Inuyasha, come il
primo momento più bello della sua vita.
°°°
Kagome guardava il paesaggio che aveva di fronte, scorreva veloce sotto
il suo sguardo, ogni volta si perdeva ad osservare l’azzurro del cielo,
ripensando alle volte in cui era stata in quell’immensa tenuta nel palazzo di Edo. Sentì qualcuno raggiungere quel po’ di spazio che
era rimasto in quel vagone, lo vide di sfuggita afferrare il gancio sulle loro
teste. Non si interessò più di tanto. Ma dopo un po’ cominciò ad avvertire un leggero formicolio
al collo. L’uomo che le stava vicino continuava a fissarla, e questo le
procurava non poco fastidio, tentò di resistere, si sarebbe sicuramente
stancato e invece niente, voleva proprio vedere che faccia aveva quello
sfacciato che la stava importunando anche se solo con lo sguardo. Pure se un
po’ imbarazzata, voltò il capo verso questa persona, furono
solo pochi istanti, nei quali poté perdersi in un immenso mare dorato, come gli
era successo anni prima, due bellissimi occhi color oro, la stavano osservando,
guardavano proprio lei, con un misto di curiosità e imbarazzo, poi quell’uomo,
no era ancora un ragazzo, poteva avere qualche anno più di lei, con lunghi
capelli d’argento che ricadevano fino ai fianchi, le rivolse un sorriso. Quel
sorriso, cordiale, anche se appena accennato, le riportava alla mente la
principessa alla quale aveva prestato servizio. Il colore di quegl’occhi e dei capelli gli
ricordavano il demone maggiore al quale aveva fatto una promessa che non era
riuscita a mantenere…chi era quel ragazzo? Era sorpresa di ritrovare in lui i
tratti di due persone per le quali provava una grande
ammirazione, poi notò il berretto che portava, e ricordò che era lo stesso
ragazzo del pomeriggio precedente. Lo vide lasciare la presa all’appoggio, la
mano dirigersi verso di lei, ma ci fu improvvisamente un violento sobbalzo,
provocato dai binari, come accadeva spesso, molte persone che erano in torno ai
due si urtarono, ma Kagome, non ci fece caso, perché
il quel momento la sua mente, aveva raggiunto un luogo indefinito, e il suo
cuore batteva tanto veloce che era impossibile definire quanti battiti avesse
al secondo. Le mille sensazioni che la stavano avvolgendo, erano uniche,
indescrivibili, eccezionali, le labbra del ragazzo erano sulle sue, anche se
all’inizio era stato solo a causa di quella scossa, tutto sarebbe
dovuto terminare, con l’allontanarsi di uno dei due, ma ciò non avvenne,
anche quando la situazione si era assestata, entrambi erano rimasti lì in
quell’assurda posizione, lei con la schiena contro un palo, le mani in torno
alla spalle di lui, alle quali si era aggrappata per la paura di cadere, invece
lui, con le mani sui fianchi di Kagome e le labbra perfettamente unite a quelle
di lei. Continuarono a baciarsi come se non ci fosse nessuno oltre a loro…ed infatti era quello che provavano, si erano come estraniati
dal contesto in cui si trovavano, esistevano solo loro due e la passione che in
quel raptus momentaneo li aveva avvolti senza via di scampo, il ragazzo con una
delicatezza infinità, fece di schiudere le labbra di Kagome, voleva esplorare i
meandri della sua bocca, giocare con la sua lingua, assaggiare il suo sapore, e
anche lei non desiderava altro, anche contando che quello era il suo primo,
vero bacio. Lei non aveva mai baciato nessuno, non si era mai lasciata baciare
da nessuno, perché aveva sempre atteso il vero amore. E
ora che lui la stava baciando, si sentiva come in paradiso, la sua mente vagava
senza meta, il suo corpo fremeva, non sapeva se quello che stava provando in
quel momento fosse il sentimento tanto cercato, ma non sembrava trovare una
giusta motivazione per interrompere quello che stava avvenendo tra loro.
°°°
I passeggeri che erano presenti oltre a loro, osservavano quella
coppia, alcuni indignati, altri divertiti, altri ancora sorpresi, come lo
sguardo di un’altra coppia.
“Sango cosa c’è?” chiese un ragazzo sui vent’anni capelli castani con
uno strano codino alla nuca, occhi di un blu notte intenso,
che teneva per mano una ragazza dai lunghi capelli castani e occhi color caffè.
Aveva notato che lo sguardo di questa era alquanto stupito e seguì
la direzione alla quale erano rivolti per poi restare anch’egli basito come
lei.
“Mi…Miroku, perché anche tu sei sorpreso?” chiese Sango che si era
ripresa dallo shock iniziale nel vedere per la prima volta la sua migliore
amica baciare un ragazzo.
“Quello è… quello è…” non riusciva a parlare era sconvolto al punto
limite, e anche un po’ invidioso perché lui pur essendo un libertino di prima
categoria, ora redento perché felicemente fidanzato, non aveva mai fatto una
cosa del genere in treno.
“Non mi dire che conosci il ragazzo? Perché, sappi che quella è Kagome!” disse improvvisamente
Sango, prendendo il viso del fidanzato e portandolo di fronte al suo.
“Kagome? La tua migliore amica? Quella che ho
conosciuto qualche settimana fa? - e a quelle domande vide il volto dell’amata
fare su e giù – bè invece il ragazzo è Inuyasha! Ed è il MIO miglior amico!” disse lui quasi imbarazzato.
“Perché si stanno baciando?” dissero entrambi
tornando a fissare i rispettivi amici, con stupore.
Miroku conosceva Inuyasha da sempre e sapeva che non era per niente
interessato alle ragazza, lui pensava solo allo
studio, non l’aveva mai visto baciare nessuna e ora era lì, che stringeva la
migliore amica della sua ragazza e la bacia con un impeto che non gli credeva
possibile, non se lo sarebbe mai aspettato da lui, era sicuro che si fosse
anche dimenticato di trovarsi in un luogo pubblico, e cominciò a sorridere al
pensiero di quello che sarebbe successo non appena i due si fossero separati.
Sango aveva quasi gli stessi pensieri del ragazzo, era assolutamente certa che
Kagome non avesse mai avuto un vero e proprio ragazzo, e ora ne stava baciando
uno, e per di più di fronte a tutte quelle persone. Si sentiva anche un po’
delusa perchè l’amica non le aveva detto niente, poi
sapere che era il migliore amico di Miroku l’aveva sconcertata ancora di più,
perché se era così che stavano le cose quello era la stessa persona che Kagome
si era fermata ad osservare il pomeriggio precedente. Con questi pensieri Sango
all’improvviso si sentì spingere da dietro, avevano raggiunto la fermata e alcuni
passeggeri sembravano andare molto di fretta, lei si strinse di più a Miroku
per lasciar passare e lui tanto per non essere da meno n’approfittò per
palparle il sedere, ottenendo in cambio una cinquina che lasciò un segno bello evidente.
“Deviato!” detto questo si avviò, poi tornò sui suoi passi, poiché
aveva notato che la sua amica e il suo come dire presunto ragazzo, fossero
ancora intenti nella loro effusione.
“Ah però, è un record, Inuyasha! Hai battuto persino me! Stai baciando
Inuyasha si allontanò lentamente da Kagome, con un movimento quasi a
moviola, osservò la persona che aveva pronunciato il suo nome, con lui si voltò
anche Kagome.
“Miroku???” quel nome fu pronunciato da
entrambi, cosicché gli occhi castani e quelli d’oro ripresero a contemplarsi
per poi scendere a fissare ognuno i propri piedi, per l’imbarazzo. Appena i
loro sguardi si erano incontrati avevano realizzato
quello che effettivamente era successo tra di loro. Il momento di disagio che
si era creato era un po’ troppo per i quattro.
“Ragazzi che ne dite di uscire da qui? - esordì Sango, sia per rompere
il ghiaccio ma anche per non restare chiusa in treno per poi tornare nuovamente
al punto di partenza. Tutti assentirono senza fiatare e la seguirono – siamo
stati fortunati che la seconda fermata fa stazionamento se no
saremmo tornati indietro!” dicendo questo si voltò verso Kagome e Inuyasha che
avevano ancora lo sguardo basso e non osavano dire nulla. Poi Kagome alzò gli
occhi ancora imbarazzata, poi si voltò verso Miroku e in fine a Inuyasha, ancora col capo chino.
“Io vi chiedo scusa” dicendo questo, strinse più forte la borsa che
aveva in mano e si allontanò dal gruppo scappando via.
“Ma che le è preso?” chiese Miroku a Sango
senza capire.
“Penso che…” ma Sango non riuscì a finire quella frase perché Inuyasha
le era passato come un razzo d’avanti agli occhi,
lasciandole in una frazione di secondo la borsa con i suoi libri tra le mani –
wow è veloce il tuo amico” disse allibita da tale velocità.
“Dopotutto è un mezzo demone! E per di più innamorato eheh!!!” disse passandosi una mano
dietro la testa e rivolgendo uno sguardo al cielo.
“Davvero è un mezzo demone? Non lo sembra. Non ha niente di
apparentemente demoniaco, a parte i capelli di un colore insolito!” disse la ragazza pensierosa.
“Oh bè sa come non farsi notare, non vuole attira troppo l’attenzione
per questo tiene la cosa che tu chiami ‘demoniaca’ nascosta o meglio coperta”
le spiegò il fidanzato prendendola per mano.
“Miroku che ne dici se oggi saltiamo le lezioni? Tanto penso che anche
loro non riusciranno ad arrivare in tempo, potremmo
fare una bella passeggiata” propose Sango.
“Aspettavo solo che me lo chiedessi, ma non ci speravo!” dicendo questo
si avviarono per la loro passeggiata. Per un giorno
potevano permettersi di marinare le lezioni.
*** In tanto ***
Kagome correva. Non aveva una meta precisa, voleva solo andare lontano,
voleva solo trovarsi ad una notevole distanza da quel
ragazzo, voleva solo poter dimenticare cos’aveva fatto, anche se sapeva di non
poterci mai riuscire. Non le era mai successa una cosa
del genere, non aveva mai perso il controllo, non aveva mai lasciato prendere
il sopravvento alle emozioni eppure quegli occhi d’oro l’aveva disarmata,
avevano fatto cedere al desiderio di poter saggiare il sapore di un bacio
proveniente da quelle bellissime labbra, che avevano esplorato la sua bocca con
una morbidezza e dolcezza senza fine. Quel ragazzo le piaceva, il suo cuore
aveva cominciato a battere senza sosta non appena aveva incrociato i suoi
occhi. Poteva trattarsi d’amore? Anche se lo aveva
visto la prima volta il primeggio precedente? Quello che provava poteva
definirsi tale?
“Ehi tu!” Kagome si voltò indietro, da dove erano arrivate quelle
parole. Fissava il ragazzo dai lunghi capelli d’oro bianco andare a passo
deciso verso di lei.
“C…cosa ci fai qui?”
“Ma come fai a correre tanto veloce? Eppure sei una semplice ragazza” affermò ormai di fronte.
“Io…io…” non riusciva a spiccicare parola, si sentiva strana, il cuore
le batteva forte, si sentiva il volto in fiamme.
“Io volevo chiederti se vuoi uscire con me!”
disse lui tutto d’un fiato.
“Cosa?” Kagome non credeva alle sue orecchie.
“Vuoi uscire con me?” le chiese di nuovo, però con maggiore calma e un
tono tanto gentile e imbarazzato che le fece tenerezza.
Lei non sapeva cosa rispondere, era altrettanto imbarazzata e restare
così a fissarlo la faceva sentire agitata, si sfregò le mani, per poi notare
che erano a dir poco sudate. Inuyasha attendeva una risposa che sembrava non
voler arrivare, era sicuro che forse aveva capito
male, quella ragazza non era per niente interessata a lui, ma allora perché
aveva ricambiato quel bacio? Perché non l’aveva
allontanato subito?
“Va bene!”
Inuyasha la fissò dapprima sorpreso, pensava di aver
capito male, poi quando notò un sorriso sul volto di lei, ricambio con
uno altrettanto solare.
“Che ne dice se andiamo a fare colazione da qualche parte?” propose,
ormai entrambi avevano completamente dimenticato di
dover andare all’università.
Lei assentì col capo, lui anche se al massimo
dell’imbarazzo la prese per mano e cominciarono a camminare. Arrivati ad un
bar, visto che la giornata fresca e anche soleggiata lo permetteva, occuparono
un tavolino all’esterno.
“Prima di tutto penso sia il caso di fare le presentazioni. Io sono Inuyasha Edo!” le porse la mano.
“Kagome Higurashi, piacere” disse stringendola, quando si sedettero ai
rispettivi posti, lei cominciò a ponderare sul nome del ragazzo.
- Inuyasha, un nome abbastanza singolare, dovrebbe significare “essere
soprannaturale dalle sembianze di cane” non gli vedo
nulla di soprannaturale a parte il colore dei capelli e poi il cognome ha detto
Edo, si chiama come il possedimento nel quale sono stata cinque anni fa, chissà
se lui è legato in qualche modo ad Izayoi – si chiedeva.
“Sei pensierosa!”
“No, non è niente!” disse lei cominciando a bere il cappuccino che un
cameriere le aveva portato.
“Sai il tuo nome non mi è per niente nuovo, forse perché una persona
che conosceva mia madre si chiamava così” le spiegò lui, sorseggiando il suo
caffè.
“Davvero? Tu invece somigli ad un demone che ho
conosciuto alcuni anni fa”
“E poi Higurashi è anche il nome di un tempio
che conosco” a quelle parole, un sorso di cappuccino le andò di traverso, e
cominciò a tossicchiare, lui si alzò prontamente verso di lei e le diede
qualche colpetto alle spalle.
“G…couf…grazie”
“Come ti senti?” chiese con tono preoccupato.
“Bene! Scusa se ti ho spaventato. Devi sapere
che io vivo nel tempio che hai appena menzionato, il sacerdote è mio nonno”
“Cosa? Tu sei la nipote del vecchio? Oh scusa
non volevo!” disse lui divertito.
“Non preoccuparti, chiamalo come vuoi, alcune volte mio nonno meriterebbe delle punizioni divine per i casini che combina.
Dici di conoscere il tempio eppure io non ti ho mai visto!”
“Ci sono stato molte volte, quando era
piccolo, e se sei veramente la nipote del vecchio sacerdote io e te ci siamo
già incontrati, ho giocato con te, quando eri ancora in fasce” gli spiegava lui
con un sorriso.
“Non ci credo!” esordì lei.
“Venivamo veramente spesso al tempio, poi io e mia madre siamo partiti,
siamo stati lontani molti anni, siamo tornati a Tokyo da cinque anni, mia madre
ha aspettato che terminassi gli studi al liceo per ritornare qui, però essendo
lei molto impegnata col lavoro ed io altrettanto con lo studio, siamo stati al
tempio solo un paio di volte” Inuyasha riusciva a parlare con Kagome in un modo
tanto naturale, sembrava quasi che non avesse fatto altro per tutta la vita,
era sereno in compagnia di quella ragazza, lo faceva stare bene e lo emozionava
anche, il cuore gli batteva forte ogni volta che incontrava il suo sguardo. Quella
ragazza gli piaceva veramente e non voleva lasciarsela sfuggire.
°°°
“INUYASHAAAA!” una ragazza dai capelli d’ebano correva incontro ad un
ragazzo vestito di rosso seduto ai piedi del grande albero secolare del tempio
Higurashi.
Quando arrivò di fronte a lui, rimase alquanto sorpresa nel notare che il
ragazzo che si era assopito alle radici della pianta, non fosse effettivamente
quello che cercava, i capelli di questi erano lunghi e neri come quella notte senza
luna. Eppure i suoi tratti erano tanto familiari.
Inginocchiata di fronte a lui, continuava a guardare quel volto dormiente,
aveva un’espressione tremendamente dolce. Più lo osservava e più si convinceva
che si trattava di Inuyasha.
- Cosa sarà successo hai suoi capelli? – ma
questo pensiero fu cancellato non appena vide gli occhi di
lui aprirsi, e gli mostrarono due pozze nere come la pece.
“Ciaaaooo” disse lui poggiandosi una mano
sulla bocca e sbadigliando.
“I…Inuyasha sei proprio tu?” chiese Kagome, che orami era sicura si trattasse di lui, la sua voce era inconfondibile.
“Certo, perché me lo chiedi?” con voce impastata dal sonno.
“I tuoi capelli!” e afferrando una ciocca la porse di fronte ai suoi
occhi.
Lui inizialmente sembrò non capire, poi strabuzzò
gli occhi.
“O no! L’avevo dimenticato che questa sera
sarebbe stato novilunio!” disse battendosi una mano
sulla fronte.
“Ma cosa c’entra questa notte di tenebra con
il colore dei tuoi capelli e anche degli occhi?”
“Vieni qui - prese la ragazza per un braccio e
la fece sedere tra le sue braccia, e le spalle contro il suo petto – Kagome da
quanto tempo stiamo insieme?” le chiese lui, anche le lo sapeva voleva che
fosse lei a dirglielo.
“Due mesi e… - fece dei brevi calcoli mentali – venti giorni, se contiamo
quella settimana che siamo usciti solo come amici” concluse
lei.
“Bene! E in questi due mesi e venti giorni non
ti sei mai chiesta perché i miei capelli fossero di quel colore?”
“No! Perché è un colore meraviglioso, come i
tuoi occhi dopotutto, e poi non sei il primo che vedo con dei capelli così”
“Mi fa piacere sentire che ti piacciono i miei capelli, ma devi sapere
che io ho ereditato i miei capelli d’argento e gli occhi d’oro da mio padre,
lui era… - esitava aveva paura che se glielo avesse detto lei l’avrebbe
lasciato – lui era un …un demone, e mia madre una semplice umana, quindi io
sono…” lui anche se con rammarico aveva deciso di
dirle tutta la verità, se l’amava veramente non doveva mentirle ed era arrivato
il momento.
“Sei un mezzo demone!” continuò lei, voltando il viso e incontrando i
suoi occhi neri.
“Esatto!Tu sei la prima persona oltre mia madre che mi abbia mai detto
quanto fossero belli i miei capelli, e sei la prima
che mi abbia mai fatto battere il cuore dicendo di amarmi. Anche
io ti amo Kagome, e mi dispiace non averti rivelato prima la mia natura in
parte demoniaca” si sentiva veramente un verme per non averle rivelato tutto
fin dall’inizio.
“Ma Inuyasha a me non importa che tu sia un
umano, un demone o anche un mezzo demone io ti amo perché tu sei tu! Sei il mio
Inuyasha! Sei l’uomo del mio destino, con te ho conosciuto l’amore che ho
sempre cercato, tu sei il mio primo ed unico amore” dicendo questo reclinò di più il capo, e accolse sulle sue le labbra del
ragazzo.
“Dici davvero?” chiese lui divertito.
“No ad essere sincera, prima di te mi sono innamorata di un bambino
carinissimo, non so quale fosse il suo nome, ma era tenerissimo, mi sono
innamorata delle sue buffe orecchie, cosi soffici, però non so che fine abbia
fatto!” il tono divertito che aveva usato inizialmente si spense, non appena
pronunciò le ultime parole.
“Le sue orecchie?” Inuyasha era stato colpito da quelle parole.
“Cosa? Sì, aveva delle bellissime orecchie
canine sulla testa, era anche lui un mezzo demone, e come te
aveva cappelli d’argento e occhi dorati” spiegò meglio Kagome.
“Kagome ma allora tu…” continuò a perdersi nei grandi occhi castani
della ragazza.
“Inuyasha cosa ti succede?” aveva notato che il ragazzo aveva assunto un’aria
pensierosa.
“Niente! Devo tornare a casa, ho bisogno di fare una cosa molto
importante – la spostò delicatamente alzandosi,
prendendo il berretto che gli era caduto a terra e tornando a guardare Kagome –
amore non preoccuparti non è successo niente, ho solo ricordato di dover fare una
cosa importante, ci vediamo domani” dicendo questo saltò la recinzione di
Goshimboku.
“Inuyasha non dimenticare che sei stato invitato a pranzo!” gli disse
lei ancora un po’ confusa da quello strano comportamento.
“Ci sarò!” detto questo, scese di fretta la lunga rampa di scale, tolse
l’antifurto all’auto e si diresse a casa.
°°°
“Inuyasha caro, già di ritorno? Oh i tuoi capelli, avevo dimenticato
che per questa sera, ma normalmente non esci mai
quando perdi i tuoi poteri, come mai eri fuori?” chiese la donna che trafficava
in cucina.
“Anche io l’avevo dimenticato madre” rispose,
mentre poggiava la giacca sullo schienale della sedia sulla quale stava per
sedersi.
“Inuyasha è da un po’ che non parliamo io e te, sono sicuro che tu
abbia cominciato a frequentare quella ragazza di cui mi hai parlato qualche
tempo fa” disse queste parole mentre asciugava le mani
bagnate con uno strofinaccio.
“Madre ho bisogno di parlarti, anzi devo farti delle domande!” aveva
un’espressione estremamente seria.
“Chiedimi tutto quello che vuoi!” anche lei aveva assunto un’aria
posata.
“Come si chiamava la ragazza che mi ha fatto nascere?”
“Kagome!” rispose la donna sorpresa da quella domanda.
“Il nome per intero?”
“Kagome Higurashi!”
Inuyasha era rimasto basito, anche se era quello che sperava di
sentire.
“Madre che cosa disse Kagome nel momento in cui mi vide?”
“Allora come ti ho detto molte volte, appena ti vide disse
che se solo fossi stato più grande si sarebbe sicuramente innamorata di te!” e
sorrise nel ricordare la ragazza che mentre teneva imbraccio il suo bambino lo
riempiva di complimenti.
“Madre io…io – finalmente aveva capito, però non voleva rivelare tutto
a sua madre, anzi voleva farle una sorpresa – io domani sera porterò un ospite
molto speciale a cena!” disse con fervore.
“Davvero? Finalmente mi farai conoscere la tua
fidanzata?” disse la madre divertita e anche sconcertata dal repentino
cambiamento d’umore del figlio.
“Sì e sono sicuro che andrete d’accordo, lei è una ragazza speciale.
Come mi dicesti tu quel giorno che te ne parla la prima volta, lei è realmente la donna del mio destino”
Dicendo questo andò nella sua camera, aveva
bisogno di pensare.
°°°
Il pranzo a casa di Kagome andò a gonfie vele, quando la madre vide chi
era il misterioso ragazzo che stava uscendo con la figlia, fece i salti di
gioia non si aspettava si trattasse di Inuyasha.
“Kagome non potevi scegliere ragazzo migliore, e poi sua madre è una
persona gentilissima, ha dei modi a dir poco principeschi” le sussurrò la
madre, mentre la aiutava a portare delle portate a tavola. Anche suo padre non
ebbe nulla da dire, forse era un po’ geloso, ma niente di più anche a lui piace
Inuyasha e li aveva visti discutere senza problemi, il nonno come sempre si era
lasciato andare ai suoi soliti epici racconti e questa volta aveva
tentato di rifilare al ragazzo un gioiello chiamato Shikon no Tama, per quanto riguarda Sota non era presente, era in
gita scolastica. Verso l’imbrunire Inuyasha e Kagome passeggiavano per il
tempio.
“Kagome io vorrei tanto che tu conoscessi mia madre, spero non te la
prenderai se mi sono permesso di dirle che questa sera
ti avrei portata a cena da noi!” le disse lui timidamente.
“Ma cosa dici, anzi sono felicissima, da come
me ne ha parlato la mamma e anche tu, deve essere una persona eccezionale, una
donna fantastica. Certo che la voglio conoscere”
dicendo questo si voltò verso di lui, alzandosi sulle punte gli diede un bacio
a fior di labbra, poi riprese a camminare ma lui l’afferrò per un braccio.
“Aspetta!” l’attirò nuovamente a se e la baciò con una passione tale da
farle girare la testa.
“Incontentabile!” le sussurrò lei allentandosi appena. Ma le parole che
le sussurrò lui poco dopo la lasciarono basita.
“Kagome amami” le sussurrò rauco, stringendola forte a se.
Lei con un sorriso gli prese il volto tra le mani e lo baciò
nuovamente.
“Amami come avevi detto quella
notte in cui la luna scomparve - dicendo questo sfilò dal capo il berretto
che aveva sempre indossato – amami per
quello che sono, amami con un bacio, con uno sguardo, con il sorriso dei tuoi
occhi” le sussurrò all’orecchio, mentre il viso di lei
si imporporava a quelle parole, poi la vide alzare lo sguardo al suo capo e
osservare le buffe orecchie canine che lo sovrastavano.
“Tu … tu…” Kagome era senza parole, quelle erano le stesse orecchie
delle quali si era innamorata.
“Io sono il tuo primo vero amore!” le disse lui con un sorriso.
Allora la ragazza gli si aggrappò al collo.
“Inuyasha ma allora tu sei…” non terminò la frase, le
bastò incontrare lo sguardo innamorato di lui.
“Vogliamo andare da me? Sono sicuro che mia madre sarà felicissima di
poterti rivedere”
E così fu.
Inuyasha fece entrare Kagome, dalla cucina come sempre provenne la
solita voce cordiale che lo accoglieva, e all’udire quella voce un’onda di
calore avvolse il cuore della ragazza.
“Salve Inuyasha sei già a casa? – la donna si era affacciata
all’ingresso, e quando incontrò gli occhi nocciola
della ragazza al fianco del figlio per poco non le veniva un colpo – Ma lei
è…Kagome?” era stupita, non riuscì a trattenere le lacrime di gioia che
prepotenti chiedevano di uscire, era tremendamente felice di poterla rivedere.
“Principessa…principessaaa!” Kagome le andò
incontro e si strinsero in un dolce abbraccio, quanto aveva desiderato poterla
rivedere, poter vedere su quel volto sempre sereno un
sorriso cordiale che l’accoglieva ogni volta. Entrambe piangevano, finalmente
si erano ritrovate dopo tanto tempo, anche Inuyasha era felice per loro, sapeva
quanto sua madre tenesse a quella ragazza, non c’era
giorno che non le parlava di lei.
Dopo le lacrime e la gioia generale, Izayoi fece accomodare i due e
cominciò a raccontare alla sua amica cosa le era
accaduto il giorno in cui aveva attraversato lo specchio.
“Quando mi prendesti per mano, dopo un po’ mi
ritrovai all’interno di una stanza, avevo Inuyasha tra le braccia e intorno a
me c’erano tanti frammenti di vetro. Non capivo cosa fosse successo, fatto sta
che improvvisamente vidi avanzare verso di me una donna, era tua madre, subito
mi soccorse, mi chiese se mi ero fatta male, poi mi
condusse in un’altra stanza. Io ero ancora molto scossa, Inu no
Taisho dopotutto era appena morto, tu non c’eri non sapevo come comportarmi. I
tuoi genitori mi ospitarono al tempio per quasi un anno, avevano capito che non
provenivo da un luogo comune, da piccola essendo stata preparata ad essere una
moglie perfetta, conoscevo alla perfezione le regole per la cerimonia del te,
praticavo la composizione di fiori, sapevo ricamare su stoffa, e altre cose sul
galateo, e così Kaoru cominciò a farmi dare lezioni a
giovani ragazze che venivano al tempio, e così potei mettere qualcosa da parte
per trovare una sistemazione almeno temporanea, non mi chiesero mai niente di Inuyasha loro si fidavano di me ed io tentavo di
ricambiare in tutti i modi la loro ospitalità. Appena ebbi la possibilità di
poter lasciare il tempio lo feci, non volevo essere
troppo di peso e poi i tuoi genitori erano novelli sposi e mi sentivo di
troppo. Ad ogni modo tornai spesso al tempio, circa tre anni dopo il mio arrivo
Kaoru mi annunciò che avrebbe presto dato alla luce
una bambina e mi disse che l’avrebbe chiamata Kagome
come la madre del marito. E solo allora capii che la
bambina che sarebbe nata saresti stata tu. Come tu hai fatto con Inuyasha io
feci con te, ti vidi nascere ed eri bellissima, sapessi
quanto ero felice di poterti rivedere, poi quando Inuyasha aveva sei anni
ricevetti una lettera da Kiyushu che mi diceva di
raggiungere quella località, scoprii che mi era la proprietaria di una dimora
risalente all’epoca dalla quale provenivo e quando giunsi li, la dimora che
vidi non era altro che il palazzo di Inu no Taisho, non so come abbiano fatto a
rintracciami, fatto sta che io ero la proprietaria del palazzo e dei beni ad
essi annesso, mi ritrovai con un possedimento da gestire e anche una cifra
abbastanza elevata di denaro. Finalmente cinque anni fa, dopo aver messo tutto
a posto e anche se a mal in cuore ho venduto la tenuta, era troppo grande per
due persone e poi le spese erano ingenti, ho deciso di usare quel denaro per
gli assicurare un futuro ad Inuyasha, sono tornata qui, ma a causa del lavoro
quelle poche volte che sono stata al tempio non sono
mai riuscita ad incontrati ed ora sei qui e per di più sei la ragazza che ha
fatto battere il cuore al mio Inuyasha” Izayoi le raccontò tutto, tentando di
non farsi prendere troppo dalle emozioni, anche se era impossibile non notare
quanto non stesse più nella pelle per il fatto che Kagome ed Inuyasha stessero
insieme.
§§§§ Cinque mesi dopo §§§§
Per la gioia di tutti.
“Inuyasha vuoi prendere tu la qui presente
Kagome?”
“Sì”
“E Kagome vuoi prendere tu il qui presente
Inuyasha?”
“Sì”
…
“Puoi baciare la sposa”
Inuyasha non lo lasciò neanche terminare era già con Kagome tra le
braccia e la baciava con trasporto, lei che ormai era abituata a quegli slanci
di passione del neo marito lo lasciò fare e poi quel giorno era tutto per loro.
Izayoi li osservava con gioia e commozione non poteva essere più felice
di così, la ragazza con lo strano chimono che aveva conosciuto anni prima, nel
mondo in cui l’amore che provare era proibito da leggi ingiuste l’aveva
condotta verso una felicità tale, che non riusciva quasi a crederci, non sapeva
se sarebbe mai riuscita a sdebitarsi del tutto, quello che aveva fatto Kagome
per lei era incommensurabile.
“Izayoi venga dobbiamo fare la foto!” le disse
il nonno di Kagome, prendendola per mano.
“Certo nonno!” rispose lei sorridente.
“Mamma vieni qui vicino a me” disse Inuyasha e
così fece.
“Congratulazioni figli miei” disse ad entrambi baciandoli sulla fronte.
“Grazie mamma” risposero entrambi con un sorriso dolcissimo.
Kagome era infinitamente grata a Izayoi ma
anche a Lord Inu no Taisho che li aveva riportati in vita, se non l’avesse fatto
lei non avrebbe mai conosciuto il vero amore, anche se le era dispiaciuto che
non si fossero potuti amare per più tempo, era stata felice di aver potuto
mantenere la promessa che aveva fatto al youkai, aveva reso possibile il sogno
di un amore proibito oltre uno specchio…
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So che forse vi aspettavate un finale più eclatante
ma questo è stato il meglio che sono riuscita a fare. Spero che
nonostante i tantissimi errori, che in quello precedente erano
un infinità e anche in qst non mancano di certo, la ff tutto sommato vi sia piaciuta. Ora passo ai
ringraziamenti perkè vista la
lunghezza del cappy, starete dicendo “ma
perché nn si spara e se ne va lasciandoci in pace”
^^’’’ eheheh. Dico un grazie dal cuore a
tutti coloro che hanno avuto la bontà di seguire e
commentare questa fan fiction, so che è stata breve ma c’ho messo veramente
tutto l’impegno possibile per renderla qualcosa di speciale, spero di esserci
riuscita. ^__^
Un ringraziamento speciale va anche a chi a solo letto…
Un bacio a tutti, vi ringrazio ancora spero di
sapere presto le vostre impressioni su quest’ultimo capitolo! A presto… zauzau!!!