The biggest mistake
The
confession
“Ti
prego, Blaine” disse Kurt con la voce che gli era rimasta dal
brusco urlo che
aveva fatto due secondi prima. Doveva trattare bene le sue corde
vocali, non
poteva massacrarle in quel modo.
Non
ci fu bisogno di altre parole. Blaine si precipitò alla
porta.
Possibile
che durante il periodo di tempo che non si erano visti Kurt fosse
diventato
ancora più bello, luminoso e affascinante?
Si
guardarono negli occhi fino a quando Kurt non fu percorso da un brivido
provocato dal freddo che entrava dalla porta aperta. Fu allora che
distolse lo
sguardo e prese la mano dell’altro per condurlo verso il
salotto dove il
caminetto, anche se ormai spento, emanava ancora sufficiente calore per
riscaldare entrambi. Non gli interessava neanche sapere che cosa ci
facesse
Blaine in quel luogo a quell’ora tarda. Non aveva importanza
esattamente come
non si spiegava il fatto che ora lui era li pronto a farlo entrare in
casa.
“Potrei
rimanere qui tutta la notte, ma, ma – cazzo Kurt
perché mi hai fatto questo? ”
Blaine era sopraffatto dal turbinio di emozioni che provava in quel
momento.
Anche per il solo fatto di essere di nuovo in quella casa,
così familiare, così
calda e accogliente. Gli era mancata tanto.
Poi
lui era lì e, finalmente, era tutto vero, niente
più sogni o desideri.
Voleva
essere arrabbiato, spaccare tutto e pretendere da Kurt per lo meno
delle scuse.
Si
era immaginato quel momento troppe volte, così tante che gli
scenari erano
stati infiniti. Di tutto quello che aveva pensato di dirgli,
però, non uscì
neanche una parola.
Era
sul divano con indosso ancora in cappotto bagnato dalla neve e tutto
quello che
riuscì a fare fu abbassare la testa in modo tale che i suoi
ricci potessero
oscurare gli occhi che avevano iniziato a piangere dal dolore.
Kurt
era accanto a lui e si sentiva semplicemente una merda.
Forse
aveva fatto davvero un enorme errore quella sera. E anche la mattina
successiva
a nascondere tutto. Solo in quel momento, guardando la reazione di
Blaine, che
non riusciva neanche ad arrabbiarsi con lui da quanto stava male,
capì che
probabilmente aveva fatto il più
grande
errore della sua vita.
“Meriti
la verità. Ho fatto un errore stupido a tenerti nascosta una
cosa stupida per
cercare di non farti soffrire. Invece vedo che non è servito
a niente. Pensavo
che tenendoti nascosta la verità sarei riuscito a non farti
soffrire, che ci
avrei perso solo io. Tu ti meriti qualcuno che ti ami molto di
più di come faccio
io Blaine” era arrivato il momento di sputare tutto in modo
che Blaine potesse
continuare ad odiarlo ma, questa volta, per il motivo giusto.
“Non
capisco Kurt, davvero, non mi sto divertendo. Cosa fai, mi prendi in
giro? Sei tu che mi hai lasciato e
saresti tu quello che dovrebbe
soffrire di più?”
davvero Blaine non capiva più niente delle parole
dell’altro ragazzo.
“Hai
ragione, meriti una risposta a tutte quelle domande, e-mail, lettere e
messaggi
che mi hai mandato prima che partissi. Vuoi davvero sapere
perché ti ho
lasciato?”
“Dovesse
cascare il mondo ora, si per la miseria!” rispose Blaine
iniziando davvero ad
alterarsi.
“Quella
sera, quella prima del 25 giugno, sono stato davvero da Sebastian, ho
trovato
le forze e sono andato lì. L’ho aspettato dopo
lacrosse e gli ho detto che i
suoi giochini con te non mi facevano più divertire, che
aveva superato il
limite. Quella sera, Blaine, io… lui…
cazzo” Kurt lo stava dicendo sul serio?
Blaine
era in ascolto, gli occhi appena un po’ più aperti
del normale, leggermente
proteso in avanti e il cuore che sembrava volesse saltargli fuori dal
petto.
“Bè,
ehm… ci siamo baciati! Ecco, l’ho detto. Ora puoi
arrabbiarti quanto vuoi!”
sputò velocemente fuori Kurt.
L’aveva
davvero detto. Si.
Si
aspettava di tutto, veramente di tutto, tranne quello. Non aveva mai
preso in
considerazione quella pista. Mai.
Ora
che la verità lo aveva colpito dritto in pancia non sapeva
che cosa fare o
dire.
Sbiancò
all’improvviso e si alzò d’istinto
cercandosi di allontanare da quella che ora
si rivelava come la fonte di tutto il suo dolore e la cosa aveva amato
di più
in assoluto.
Kurt
avrebbe voluto che Blaine lo insultasse, lo prendesse a pugni e sberle
piuttosto che la reazione che invece stava avendo. Sarebbe stato molto
meglio
vederlo sfogarsi verbalmente e fisicamente piuttosto che il silenzio,
il nulla
che si ritrovava davanti in quel momento.
Il
viso del ragazzo era completamente privo di qualsiasi espressione.
Riuscì,
con estrema fermezza, addirittura a girare le spalle a Kurt, ancora
seduto sul
divano che continuava a fissarlo. Si appoggiò lontano, alla
colonna che
separava cucina e salotto con una spalla.
Da
un sogno, si era trasformato tutto in un incubo. Ora Blaine avrebbe
voluto
svegliarsi e fare finta che non fosse mai successo niente.
Voleva
correre via, ma c’era ancora qualcosa che lo tratteneva. Che
cosa era?
Anche
a Kurt iniziarono a scendere le lacrime. Era devastante il tutto. Era
Natale e
stava passando i minuti peggiori della sua vita.
Vide
Blaine andare verso la porta e girarsi un attimo verso di lui con gli
occhi
pieni di disprezzo. Poi sentì la porta aprirsi, un soffio di
vento gelido e il
tonfo della porta che si richiudeva.
Chiuse
gli occhi, le mani a coprire il volto e i gomiti appoggiati sulle
cosce. Poteva
solo pregare che Blaine riuscisse non a perdonarlo, non a tornare
indietro, ma,
almeno, a dimenticare il male che gli aveva fatto.
NdA
Era
davvero convinta di fare finire
questa storia con questo capitolo. Poi però mi sono accorta
che sarebbe venuto
troppo lungo e, visto che già il prossimo probabilmente
sarà più lungo di
quelli che pubblico di solito, ho dovuto, anzi, voluto tagliare e
lasciarvi
questo penultimo capitolo.
Dai
dai presto finirà. Vorrei
finire di pubblicarlo entro il 31, così poi, con
l’anno nuovo ci sarà… ah ah,
non si può dire! Vedremo!
Per
chi mi scrive e i complimenti,
grazie di cuore, non me li merito davvero, ci sono mille autrici cento
milioni
di volte più brave di me! Io scrivo per gioco e
perché mi fa stare bene.
Grata
che tutto questo vi piaccia!