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Autore: phelpslaugh_    29/12/2011    0 recensioni
la mia prima storia, è una one-shot. Romantica e drammatica. [775 parole]
Rimasero lì, immobili mentre le fiamme divoravano tutto intorno a loro, [...] l ragazzo si sedette per terra e fece sedere lei sul suo grembo senza lasciarla un momento, se la strinse al petto e poggiò le labbra sui suoi capelli e cercò di sentirne l'odore ancora una volta, l'ultima.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve, breve introduzione: Mi chiamo Francesca e questa è la prima storia che pubblico (anche la prima ad essere finita, in realtà.). L'idea è venuta durante le noiose ore di italiano e ho iniziato a scrivere con alcuni suggerimenti della mia compagnia di banco (anche lei si chiama Francesca, ti voglio bene e ti ringrazio per l'aiuto.)
Potete commentare anche in modo negativo basta che non siate troppo maleducati le critiche le accetto volentieri perché mi aiutano a migliorare. Spero vi piaccia. :D
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L'Amore è un inferno.
 
Faceva caldo. Un caldo tremendo, di quelli che ti fanno venir voglia di chiuderti in una cella frigorifera. Lui poteva andarsene subito, stringeva la maniglia dell'unica porta che ancora non era stata mangiata dalle fiamme, ma non aveva il coraggio di andarsene. Uscire da quella porta significava dover cambiare casa, città probabilmente anche stato per riuscire a dimenticarla, per riuscire a guardarsi intorno senza che ogni posto gli ricordi di lei; ma, peggio di tutto questo, significava vivere per sempre con i sensi di colpa. Decise di fare la cosa giusta, quella che gli consigliava il cuore e non la ragione: fermò la porta per non farla chiudere e si girò per cercare la ragazza. Quando l'incendio era iniziato l'aveva intravista rifugiarsi in bagno perciò, facendo attenzione, si diresse lì ed aprì la porta che iniziava piano piano ad incenerirsi; guardò al suo interno trovando la ragazza accucciata nella doccia, i capelli biondi sporchi di fuliggine le coprivano il volto. Le si avvicinò e, per non spaventarla, la chiamò sottovoce notando come, appena udita la voce di lui,  il suo volto era scattato in su e ora due pozzi verdi lo osservavano con sguardo misto tra l'impaurito e lo speranzoso. Lui le allungò una mano, che lei afferrò subito, e l'aiutò ad alzarsi; facendole da supporto si diresse di nuovo verso la porta ma rimase scioccato, il fermo della porta era in cenere e questa non poteva più aprirsi. 
Per un attimo la parte egoista di sé si pentì di essere tornato indietro ma il suo cervello -o forse il suo cuore- continuava a ripetergli che era meglio morire bruciato con lei che essere scappato come un codardo e averla lasciata lì. I suoi pensieri vennero interrotti da un singhiozzo alla sua destra, abbassò lo sguardo e si specchiò di nuovo in quegli occhi verdi, questa volta pieni di lacrime.
L'abbracciò d'istinto, circondandola con le braccia e stringendola a sé come se, lasciandola,  sarebbe sparito tutto. 
Rimasero lì, immobili mentre le fiamme divoravano tutto intorno a loro, non c'erano altre uscite e il loro destino era ormai chiaro: sarebbero morti, ma almeno erano insieme. Il ragazzo si sedette per terra e fece sedere lei sul suo grembo senza lasciarla un momento, se la strinse al petto e poggiò le labbra sui suoi capelli e cercò di sentirne l'odore ancora una volta, l'ultima. Sapeva di fragole e di aria pulita ed era incredibile che, con tutto il fumo che li circondava, il suo profumo si sentisse ancora così bene. Le prese il viso tra le mani pronto a dirle quello che provava con il poco ossigeno rimasto nella stanza:
 
«Ascoltami bene ora. Se potesse salvarti morirei subito, mi butterei nelle fiamme in questo instante ma non servirebbe a nulla quindi preferisco rimanere qui con te, perché finché tu stai bene e resti accanto a me io sto in pace con il mondo. Perché ti amo, okay? Non c'è nulla di più importante al mondo per me e mi dispiace che non posso fare nulla per darti la possibilità di vivere di più. Il punto è,» prese fiato e reinizio, sperando che il poco tempo rimasto bastasse, «Il punto è che ti amo così tanto che la tua esistenza, i tuoi sentimenti e il tuo benessere sono più importanti dei miei.»
 
La ragazza, che continuava a versare lacrime senza però fare un fiato per paura di perdere anche solo una parola di quello che lui le stava dicendo, inchiodò lo sguardo in quello argentato di lui e anche se l'intera situazione la faceva piangere dalla disperazione si lasciò scappare una risata, debole ma sincera.
 
«Dovevi dirlo prima, avremmo vissuto insieme curandoci a vicenda e, probabilmente, non saremmo in questa situazione: ad aspettare la morte per mano delle fiamme mentre potevamo morire di vecchiaia, con l'anima e il cuore in pace.» si lasciò scappare un'altra risata e continuò, accarezzando la sua guancia e guardandolo dolcemente. «Ma ti amo anche io e morire è dolce se ci sei tu a stringermi, a proteggermi fino all'ultimo respiro e a dirmi che mi ami. Non c'è morte più tenera di quella avuta tra le tue braccia.» concluse con altre lacrime che ora le uscivano dagli occhi, eppure non era triste, era felice. Ogni singola parola che aveva detto la sentiva nel cuore e se la morte doveva arrivare l'avrebbe accettata con il sorriso dopo la confessione che lui le aveva fatto. 
 
Morirono così, felici per le rispettive dichiarazioni d'amore, abbracciati l'uno all'altra e scambiandosi con l'ultimo filo d'ossigeno il loro primo ed ultimo bacio.
  
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