Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Many8    29/12/2011    3 recensioni
Edward e Bella. Un avvocato e un'attrice. Entrambi la sera del 31 dicembre si ritrovano a scappare dalle rispettive famiglie, entrambi affittano lo stesso appartamento, entrambi inconsapevoli dell'altro, entrambi vittime di una stessa truffa. Due persone, una casa, una truffa. OOC- AH- Rating Verde
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Grazie infinite a tutti coloro che hanno messo la storia tra seguiti e preferiti, e tante, ma tante grazie a chi ha recensito :D, risponderò tra pochi minuti a tutti.

Abbiamo conosciuto un Edward un po' arrabbiato con il mondo, un po' asociale (un po'?), un po' demodé, legato alla famiglia, e un po' bugiardo, dedito allo studio e al lavoro, e forse, e dico forse, magari qualche problema di relazione con i suoi simili? Forse.

Adesso il capitolo è dedicato ad un'altra figura, un'attrice... chi sarà mai? *nessuno l'ha capito, eh?*

Vi lascio leggere. Buona Lettura.
Capitolo 2- Un'attrice.
31 dicembre, ore 18.08

... Alla vita manca sempre qualcosa per essere perfetta.
A. Baricco.

Con un sorriso ampiamente disegnato sulla propria faccia, una donna con dei pacchetti che dondolavamo al ritmo del suo passo, e uno zainetto dall'aria pesante sulla schiena, procedeva insieme alla folla verso l'alloggio che sarebbe diventato il suo rifugio per almeno tre giorni.
Era sempre stata solare e positiva, anche quando le era toccato un destino più arduo di altri, e adesso sorrideva con il viso alto, fiera, malgrado non ce ne fosse il motivo. Era semplicemente influenzata dall'atmosfera natalizia che persisteva nell'aria, dalla felicità di chi la circondava in quel momento, dalle luci che le infondevano tranquillità ma allo stesso tempo anche gioia.
Fece un respiro profondo, beandosi del profumo di zucchero filato, di caramello, e popcorn che aleggiava nell'aria.
Qualche bambino le sorrise e lei ricambiò cordiale; continuò a camminare spedita, con i boccoli dei suoi capelli che sobbalzavano ad ogni passo, il tacco delle ballerine che ticchettava, e i pacchetti che sbattevano a destra e a manca, sulle gambe dei passanti, per la forza con cui oscillava le braccia. Avrebbe fatto anche qualche saltello se non avesse avuto lo zaino pesante, e le scarpe di un numero più grande che rischiavano di essere perdute durante il tragitto. Erano l'unico paia rimasto in una svendita, e non poteva non acquistarlo.
Entrò in un vialetto meno trafficato, e sveltì il passo. Ai suoi lati, seduti sulle scale delle villette a schiera, c'erano delle coppie intente a infondersi coccole, o come diceva sua madre le «fusa».
Scoppiò a ridere a quell'idea, scuotendo il capo.
Mancava da poco più di sei giorni da casa, dal giorno di Natale, ma i suoi genitori le mancavano già. Era abituata, ormai, a restare lontana dai suoi parenti per mesi, per via del lavoro che l'occupava, ma non aveva mai imparato a non saper soffrire ogni volta che lasciava la sua camera, i suoi affetti, la sua mamma. Soprattutto quando ci si allontana per andare in un appartamento e trascorrerci il 31 dicembre da sola.
Continuò a camminare notando i numeri delle villette che la circondavano.
«19, 21, 23. Eccolo!» sussurrò tra sé, quando riconobbe il numero della casa che aveva affittato.
Salì una piccola rampa di scale le stesse che si vedono nei film inglesi e infilò la chiave, che le avevano dato i proprietari di casa qualche giorno prima, nella toppa.
Una, due, tre, quattro volte girò la chiave prima che il rumore di uno scatto le facesse capire che la porta era aperta. La scostò.
Lasciò le ballerine accanto all'entrata, e scalza arrivò nel salotto, deponendo sacchetti e lo zaino sul divano.
Si guardò intorno con l'ombra di un sorriso a incorniciarle il volto, e si soffermò sulla libreria. Le erano sempre piaciute le case arredate con mobili antichi, anche se quelli non erano proprio «antichi».
Annusò l'aria e si accorse di un profumo maschile, dolce e delicato. Diversamente da tutti gli altri dopobarba che infondevano un odore acre, e che pizzicavano il naso. Quasi come se quel profumo volesse far intendere ad una donna, o chiunque lo captasse, la virilità, la forza o il potere di un uomo.
Respirò a fondo, come ad immagazzinare quell'aroma nella sua mente.
Srotolandosi la sciarpa attorno al collo, si lasciò cadere sul divano, stendendosi completamente.
Era stanca per lo sforzo di mentire, anche se era sempre stata brava a farlo.
Il suo lavoro, quello di attrice, era un lavoro molto precario. Un giorno eri piena di appuntamenti, l'altro sulla tua agenda non era segnato nemmeno un casting. Era da circa tre mesi che non riusciva a trovare almeno una comparsa in un misero film.
Precedentemente era riuscita ad ottenere qualche parte anche se di poco importanza in qualche film di medio rango. Anche le comparse riuscivano a fruttare qualche dollaro, ed erano essenziali per un'attrice che non aveva ancora sfondato ad Hollywood.
Trascorreva il 31 dicembre in solitudine, per non far intristire i suoi genitori.
Gli aveva sempre detto delle piccole menzogne, nel momento in cui non c'erano parti che potessero esserle assegnate, diceva ai suoi che l'aveva conquistata lo stesso, pur di non deluderli.
Dopo l'accademia delle belle arti, dove si era diplomata con bei risultati, le sue aspettative non si erano esaudite così come lei le aveva ideate.
Aveva immaginato che i registi la ricercassero tra il pubblico, le offrissero di essere la protagonista del loro nuovo film. Ma così non era stato.
Pensava che le opportunità le sarebbero cadute dal cielo, mentre doveva guadagnarsele quelle opportunità. Cercarle, scovarle sui giornali, sui siti web, trascorrere ore e ore nei palazzi fuori la porta di un appartamento, in fila, nel caldo estenuante dell'estate a New York, e fare la propria performance ed infine sentirsi dire «Le faremo sapere!», che poi non era affatto vero. Non ti facevano mai sapere un bel niente.
Non voleva infliggere altre amarezze ai suoi genitori dicendogli che era disoccupata da settimane.
Non che non fossero soddisfatti della propria «bambina», ma il mestiere da attrice non era ciò che immaginavano fin prima che lei nascesse.
Li stava illudendo come aveva fatto lei con se stessa prima di buttarsi nel mondo dello spettacolo.
Gli ultimi tempi non erano stati il massimo. Era disillusa, avvilita e afflitta.
Giocherellò con la lampo della felpa che indossava, prima di decidere di alzarsi e farsi una lenta e rilassante doccia calda.
Malgrado quella casa fosse molto carina e accogliente, dopo un po' sopraggiungevano i brividi.
Prese dallo zaino i pochi indumenti che aveva portato con sé, durante la visita alla sua vecchia casa viveva da sola dalla fine del liceo, da quando aveva deciso di intraprendere la carriera da attrice, quindi gli studi ‒ ma qualche volta durante l'anno tornava alla sua città natale. Quel lavoro la stava allontanando dai suoi affetti, dai suoi cari. Erano mesi che non usciva con un ragazzo, o semplicemente con un'amica.
Sotto il getto d'acqua calda ripensò se fosse davvero l'attrice ciò che l'appassionava di più.
Interrogativa, alzò la temperatura dell'acqua.
Lei è Isabella Swan.

 

Il mondo, così come l'ho designato nella vita di Bella, è ciò che immagino io. Ragazzi con l'idea del lavoro così vario che si ritrovano con una laurea, un diploma, un attestato, senza possibilità di mettere in atto le proprie capacità. Opportunità che devono essere scovate nei meandri più nascosti e alcune volte infimi. Non è sempre così, ma in alcuni campi non c'è possibilità di sbocco se non grazie alle famose «raccomandazioni».

Abbiamo conosciuto Edward, abbiamo conosciuto Bella, dite che la prossima volta si accorgeranno dell'altro?

E' tutto anche per oggi, a domani :***

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Many8