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Autore: Anna Kaulitz    29/12/2011    2 recensioni
Si voltò poi, buttando la testa indietro per lasciarsi bagnare i capelli dalla limpida acqua che cadeva.
Si portò le mani alla nuca accarezzandola dolcemente, lentamente. Intrecciò le dita tra i capelli che, in alcune ciocche colpite dal sole, emanavano un bagliore dorato.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ONE SHOT
 
- Dai Bill!!! –
- Aspetta… Sto arrivando! Ho quasi fatto!-
- Se perdiamo l’aereo ti uccido! Che stai facendo?? Dai, muoviti!-
- Ecco ho… quasi… finito… arrivo… subito… - risposte, finendo di indossare i pantaloni grigi e attillati.
Ed eccolo sulla porta, comparve un Bill tutto in tiro, perfettamente in ordine,elegante come  non mai.
- Cazzo Bill dobbiamo prendere un aereo, non andare ad una sfilata di moda! –
Sbuffò scocciato.
- Adesso non rompere… scendiamo che Shiro ci sta aspettando per portarci in aereo porto. -
Bill infilò la giacca rigorosamente stirata appoggiata sulla sedia ed appese al braccio l’enorme borsa nera. Camminava facendo rimbombare il ticchettio dei suoi tacchi sul marmo bianco. Tom infilò la felpa e indossò gli occhiali scuri sgusciando velocemente fuori dal portone. La luce fredda e chiara del sole lo invase e si strinse nella giacca.
Arrivarono in aeroporto, cercando di non attirare attenzione. Avevano due posti riservati in prima classe.
Si sedettero automaticamente, seguendo una specie di rituale. Salire su un aereo per loro era all’ordine del giorno. Tom si spaparanzò comodo sul sedile divaricando le gambe e, accendendo l’iPod, si sparò nelle orecchie il ritmo di Hamburg. Bill si sedette composto, accavallando una sottile gamba sull’altra e ingoiando un sonnifero. Sarebbe stato un lungo volo.
***
Una luce, una sottile luce calda sfiorò il viso del ragazzo treccinato che aprì gli occhi sbattendo ripetutamente le palpebre. Si stiracchiò allungando le braccia per poi esibire la magnificenza della sua bocca in una perfetta O, sbadigliando. Torse il viso e trovò Bill al suo fianco che, completamente assorto in un sonno profondo, non fece una mossa. Richiuse gli occhi e raggiunse il gemello nel mondo dei sogni.
***
Nel giro di 4 ore arrivarono in hotel.
- Sono così stanco! – esclamò Bill allungandosi sul letto.
- Ma se hai dormito per tutto il tempo! –
- Vabbè, che significa!? - chiese stizzito.
- Che palle che sei! –
Ma Bill non sentì, era già caduto tra le braccia di Morfeo, per la terza volta quella giornata. Se fosse stato possibile, quel ragazzo, avrebbe dormito sempre, tutte le ore del giorno e della notte, ritagliando un minuscolo spazio per soddisfare i suoi bisogni vitali, quali pettinarsi stando attendo a non lasciare ciocche fuori posto, spendere soldi in vestiti, borse e occhiali da sole, recarsi alle sfilate di moda e ultimo magiare orsetti gommosi e simili schifezze.
***
 
Tom aprì gli occhi e respirò profondamente. Tanti erano i posti che avevano visitato. Diversi anche molto belli ma nessuno aveva l’odore della vacanza. Le interviste, gli incontri, le fan non lasciavano poi tanto tempo per visitare una città. Essere in vacanza era completamente diverso. C’era tutto un altro profumo, un'altra atmosfera. Tutto era più leggero e gradevole in un volo di 14 ore. Sorrise voltandosi, aspettando di vedere il viso angelico del fratello, sorridere al suo fianco. E invece il letto era vuoto. Una voce familiare, proveniente dal bagno, canticchiava allegramente.
Tom si alzò e raggiunse il fratello intento a spalmarsi di crema solare. Indossava solo un costume a pantaloncino azzurro.
 Il corpo del gemello era cambiato così tanto, che faticava ancora a credere che quello potesse essere il sifilitico ragazzo che conosceva da tutta la vita.
- ‘Giorno Bibi! -
- Ehi fratellone!! - Un sorriso enorme e contagioso si stampò sulle labbra di Bill e Tom non poté fare a meno di seguirlo.
- Allora che stai facendo? - chiese sbadigliando.
- Crema, mi sto spalmando la crema! Sai non vorrei scottarmi… Poi divento tutto rosso, mi si alza la pelle, mi gonfio, non posso uscire e rovino la vacanza… Non potrei mai farti un simile torto, non potrei mai farmi un simile torto e… -
- Ehi fratello rallenta… - rise -  Ho appena alzato il culo da quel letto – disse, girandosi verso l’ammasso di coperte informi - Non vorrai cominciare subito con la tua parlantina vero?! –
Bill sbuffò.
- E poi esci che devo pisciare! – aggiunse Tom.
- Ah adesso dovrei anche uscire eh… Ma chi ti credi di essere? Sono arrivato prima io! Mi sono lavato! Ho indossato questo costume e mi sto spalmando la crema. Ora aspetti. – disse deciso - Poi ti vergogni? Ti vergogni di me, fratellino? Come puoi? – aggiunse fingendosi offeso.
- Bill rompi meno i coglioni e lasciami pisciare il pace. – concluse il gemello spingendolo fuori dal bagno e sbattendo la porta.
Uscì dopo una quindicina di minuti, avvolto in un asciugamano bianco.
- Quanto era lunga la tua… - iniziò a chiedere Bill voltandosi a guardarlo – Cazzo, anche la doccia ti sei fatto! –
- E basta Bill! – urlò tirandogli i boxer.
- Che schifo! - fu la risposta di Bill che di scatto si alzò e mosse le mani con fare frenetico.
Tom scosse la testa e iniziò a ridere. Sciolse l’asciugamano e si diresse sul balcone. Ammirò stupefatto la distesa d’acqua che pareva non finire mai, volgendo maggiore attenzione alla perfetta retta che era l’orizzonte, leggermente frastagliata dalle vele dei pescherecci a largo.
- Cazzo Tom copriti!- Urlò Bill lanciandogli l’asciugamano.
Tom rise girandosi verso il fratello.
Bill si coprì gli occhi con una mano – Il tuo coso! Copritelo! Tutto moscio e penzoloni… Che schifo! –
- Lo preferisci duro Bill? No perche non ci sono problemi sai… -
- Cazzo Tom!! Copriti e fai meno l’idiota! –
Il treccinaro rise rientrando nella stanza calda e infilando il primo costume che trovò nella valigia aperta.
- Hai frugato tra la mia roba? – Chiese.
- Cercavo il deodorante… l’ho dimenticato. – Si giustificò Bill – Avanti sbrighiamoci… ho una fame da lupi! -
 
Dopo aver divorato tutto ciò che trovarono sul banco strabordante di cibo, rimasero seduti qualche minuto ad accarezzarsi le pance piene.
- Che facciamo adesso?  - chiese entusiasta Bill.
- Non lo so... potremmo… uhm… fare una passeggiata! –
- Stai scherzando? – chiese scettico.
- No, non sto scherzando! Dopo tutto quello che abbiamo mangiato, un po’ di movimento non ci farebbe male! -
Bill annuì non molto convinto.
- Potremmo chiedere all’hotel. – propose .
Si alzarono diretti alla hall. Una ragazza stretta in una succinta camicetta che le strizzava e spingeva il seno verso i gemelli li accolse con un grande sorriso.
- Buon giorno signori Kaulitz! Cosa posso fare per voi? –
Tom si morse un labbro e si stuzzicò il piercing guardandola negli occhi.
Bill gli rifilò una gomitata e dopo essersi stampato in faccia un sorriso di plastica disse:       – Volevamo chiedere se per caso c’è qualcuno disposto a farci visitare il posto… ma non nella solita maniera... che so… qualcosa di originale!
- Sì, signor Kaulitz! Ci sarebbe in realtà ma… è un’attività che non frequenta mai nessuno, l’avverto! – rise oca e Bill si chiese cosa ci fosse da ridere. - Chiedo subito comunque. –
Si alzò da dietro il basso bancone e sculettando attraversò la spaziosa stanza abilitata a sala d’accoglienza.
- Merda… hai visto che tette? – chiese Tom sospirando.
- Si proprio dei bei pezzi di plastica! Carinissimi! – Annuì Bill.
 
Tornò in cinque minuti con al seguito un ragazzo basso dalle spalla larghe ed un possente torace che sorrideva.
- Lui sarà la vostra guida! - Esclamò entusiasta l’oca accarezzandogli le spalle.
- Piacere, Marcus – Sorrise porgendo la mano ai gemelli che ricambiarono la stretta.
 
 
                                                                              ***              
 
-Che schifo! - Urlò Bill schiaffeggiandosi un braccio - Che schifo! Che schifo! –
- Non ci fare caso… è insettofobico – scosse la testa, d’altronde erano solo zanzare, pensò. – Continuiamo! - Aggiunse totalmente rapito da quel magnifico ambiente. Le folte chiome degli alberi coprivano completamente il cielo, ma qualche audace raggio di sole era penetrato tra le foglie e si era creata una magica atmosfera.
Camminarono tra l’erba per più di un‘ora poi Marcus si fermò.
- Cosa c’è amico? – chiese Tom. Il tipo gli era simpatico. Gli aveva raccontato diverse leggende sul territorio, diverse storie che avevano fatto sbarellare Tom, il cui viso era illuminato da un immenso sorriso.
- Ehm… stiamo per attraversare un confine e… ehm... al di là potremmo incontrare degli indigeni e non è che siano molto amichevoli. - rispose Marcus – Credo sia meglio tornare indietro a questo punto. –
- C - come? No, voglio continuare! Sarebbe fantastico incontrare un indigeno! – Rispose sognante.
- Certo. – Marcus rise – Davvero Kaulitz, credo sia meglio fermarci qui… -
- Avanti! Se non mi accompagnerai, andrò da solo, quindi, ti prego di venire con me… Il posto lo conosci alla perfezione! –
Marcus sbuffò, seriamente tentato dallo sguardo luminoso di Tom.
- Va bene… - concesse infine.
Bill sbuffò. – Ehi ma io non esisto più? Voglio tornare indietro! Non ne posso più! Sono stanco di camminare! –
Lo ignorarono oltrepassando il confine e dirigendosi verso il vietato.
 
 
 
- Siamo nei pressi di un lago. – li informò Marcus.
- Oh Santa Madre! Grazie! – esclamò Bill sofferente – Potrò sciacquarmi! –
Il gemello e il suo amico scoppiarono a ridere.
- Cosa ridete voi? Sono stanchissimo ed ho tutta la faccia appiccicata dal sudore! E non solo quella! – esclamò staccandosi la maglietta bagnata che aveva perfettamente aderito al suo addome e alla sua schiena  sbuffando.
- Bill non iniziare a fare la femminuccia perche dav… - la sua voce fu bloccata dalla mano di Marcus che gli fece segno di stare zitto.
- C’è qualcuno in acqua. – informò i gemelli.
- Ecco… adesso ci uccideranno. Me lo sento! Tu e le tue stupide passeggiate Tom! – sussurrò spaventato Bill.
Il fratello fece per girarsi con in cazzotto che gli pesava in una mano. Il secondo gemello si era lamentato per tutta la mattinata, invece che godersi quello spettacolo. Aveva continuato a schiacciarsi zanzare e moscerini addosso che, chissà perchè, aggredivano solo lui. La sua attenzione fu però catturata da un movimento fluido e si girò curioso.
Intravide un corpo femminile, incredibilmente aggraziato, nuotare nella trasparenza dell’acqua. Ne fece uscire poi solo gli occhi e il naso. Due grandi pozze verdi guardavano un punto lontano, perso nel nulla. Cacciò poi la bocca. Carnosa e rosea.
 Estrasse tutto il viso e voltandosi si incammino verso piccola cascata d’acqua.
La sua schiena era coperta da capelli lunghi fino ai reni. Poteva perfettamente ammirare la fine della linea che la segnava in lunghezza.
Camminava lentamente.
Si voltò poi, buttando la testa indietro per lasciarsi bagnare i capelli dalla limpida acqua che cadeva. Così facendo, i suoi seni, alti e sodi, rimasero in bella vista e le ultime costole sporsero leggermente, rivelando, in seguito, un addome piatto perfettamente levigato. La vita stretta e i fianchi proporzionati.
Si  portò le mani alla nuca accarezzandola dolcemente, lentamente. Intrecciò le dita tra i capelli che, in alcune ciocche colpite dal sole, emanavano un bagliore dorato.
Percorse tutto il suo corpo velocemente. Poi si strizzò i capelli e si strinse nelle sue stesse braccia uscendo dal lago.
I tre ragazzi, rimasero lì, ad ammirare ammutoliti quella magnifica creatura che fluida si accucciava per raccogliere la maglietta e la misera gonna di pelle animale che velocemente indossò.
Prese poi da terra una conca che riempì fino all’orlo.
E se ne andò.
Bill e Marcus si guardarono sorridendo .
- Wow ! Belle le indigene –
- Si davvero belle , vero Tom ? – chiese Bill tirandogli una pacca rumorosa sulla spalla .
Tom non rispose , il suo sguardo era rivolto alla magnifica creatura dalle gambe snelle che sinuosamente si allontanava .
- Bill …- lo guardò – credo di essermi innamorato –
 
Una one- shot che non ha nessun senso . Spero che vi piaccia e che recensiate .Baci Anna 
  
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