The biggest mistake
Pure like the snow
Trovò
la forza di uscire da quella casa nonostante Kurt lo stesse ancora
fissando.
Il
suo passo era spedito e ritmico. Non sapeva che fare.
Era
davvero tardi, anzi, iniziava addirittura ad intravedere
l’alba all’orizzonte.
Non
sapeva cosa fare. Di certo sapeva, però, che non sarebbe
riuscito a guidare
fino a Westerville nello stato in cui era messo. Decise di aspettare un
attimo
e calmarsi prima di tornare a casa.
Cosa
stava facendo? Davvero stava scappando da Kurt? Dopo tutti quei mesi
finalmente
aveva avuto una risposta e ora, semplicemente, scappava?
Quasi
gli venne un sorriso. Sebastian. Doveva capirlo che c’era di
mezzo pure lui.
Ora
si che aveva tutto un senso. Ecco perché iniziò a
essere tremendamente
insistente proprio dopo la rottura con Kurt nonostante lui non disse
mai a
nessuno di quella storia. Lui sapeva che Blaine era vulnerabile e per
questo
insisteva.
Il
sole si faceva ogni minuto leggermente più alto e Blaine si
ritrovò presto nel
parco lì vicino. Era tutto davvero bellissimo, un soffice
cuscino bianco
ricoperto di neve. Il silenzio cotonato e il prato ancora completamente
intonso. Il ragazzo si avventurò nella neve e si sedette
proprio su quella stessa panchina
di fine giugno,
l’unica libera dalla neve perché riparata da un
albero.
Era
arrabbiato con Kurt?
In
realtà no. L’arrabbiatura aveva presto fatto
spazio alla tristezza e
successivamente alla comprensione. Chi era lui per giudicare Kurt?
Infondo pure
Blaine era sempre stato attratto fisicamente da Sebastian anche se era
pienamente
soddisfatto dal rapporto con Kurt.
Perché
non poteva essere esattamente la stessa cosa per l’altro?
Doveva
essere stato davvero molto difficile da confessare per Kurt.
Sapeva
che, per quanto potesse mai scappare o correre lontano, sarebbe tornato
da lui.
Rimase
li seduto per non si sa quanto tempo. Le lacrime non volevano fermarsi
e
continuavano a scendere nonostante Kurt sperasse che finissero il
più presto
possibile.
Ora
non poteva fare niente. L’aveva perso.
Tornò
in camera sua con una lentezza impressionante data dalle gambe fatte
più
pesanti che mai. Naturalmente non riuscì ad addormentarsi,
ormai era quasi mattina
e, anche se ancora debole, la luce del sole lo disturbava. Si
rialzò e tornò
alla finestra. A fianco della strada, di fronte a casa, parcheggiata,
c’era
ancora la macchina di Blaine, ora completamente ricoperta di neve.
Dove
cavolo si era cacciato? Lì vicino, presumeva Kurt. Non
poteva farlo girare
ulteriormente con quel freddo per strada.
Blaine
poteva pure odiarlo ma Kurt di certo non avrebbe permesso che morisse
di freddo
per colpa sua.
Velocemente
si mise addosso tutto quello che di più pesante aveva a
disposizione e prese un
giubbotto in più. Ma dove cercarlo?
C’era
solo un posto vicino in cui poteva essere andato. Doveva tentare.
“Posso?”
“Certo
è libero…” rispose Blaine alla persona
che gli aveva chiesto di sedersi accanto
a lui.
Era
distratto e non gli interessava minimamente sapere chi fosse.
All’improvviso
si sentì più caldo e pesante. Ci mise un
po’ per capire che gli era stato
posato sulle spalle un altro giaccone. Fu solo allora che si
incuriosì e alzò
lo sguardo.
“K-Kurt,
che ci fai qui? Come facevi a sapere che-?” disse sorpreso
Blaine.
“Ho
visto la macchina e mi sono preoccupato. Tu potrai odiarmi ma io ti amo
ancora
più della mia stessa vita” gli rispose il ragazzo
con la voce più angelica del
mondo, pensò Blaine.
“Solo
- vieni qui vicino per favore. Mi hai ascoltato prima, ma non avevo
finito di
parlarti” Kurt si fece più vicino
all’altro, le loro gambe quasi a toccarsi,
“Sebastian
non significa niente per me, ero solo, curioso, forse?!? Non lo so
neanche io”
quasi balbettava da quanto era nervoso e dispiaciuto.
Continuò
“la cosa di cui sono assolutamente certo è che ti
ho amato, ti amo e ti amerò
per ancora mille anni Blaine. Ho fatto un errore, il
più grande, uno stupido errore causato dalla
curiosità, forse, ma
lo rimpiango con ogni singola molecola del mio corpo. Se solo potessi
tornare
indietro e…” sospirò creando intorno ai
due una nuvola di vapore.
“Ti
ci sono voluti esattamente sei mesi per dirmi questa cosa?”
gli chiese Blaine
in modo maleducato e scortese.
“Mi
vergogno così tanto per quello che ho fatto. Avrei preferito
fare qualsiasi
cosa piuttosto che non renderti orgoglioso di me. Mi dispiace, poi lo
sai, sono
così maledettamente orgoglioso, avrei dovuto ascoltare
Rachel… ” Kurt
continuava a tenere lo sguardo basso e a scusarsi, avrebbe usato tutte
le
lingue del mondo per riuscire a fare capire a Blaine la sua
frustrazione per il
male causatogli.
“Ah,
e Rachel sapeva tutto e non mi ha mai detto niente? Mi ha sempre
giurato di non
sapere assolutamente niente!”
“No
no. Non prendertela con lei, sono stato io a pregarla di stare zitta e,
stranamente, per una volta, mi ha ascoltato. Comunque non è
Rachel la questione,
mi sembra. MI DISPIACE BLAINE”
disse
infine cercando di guardare il ragazzo moro negli occhi.
“Ma
tu, quando mi hai detto tutto quelle cose, sul partire e sulla
lontananza, sui
ragazzi a New York, la tua carriera e la nostra storia
a-adolescenziale, tu - era
la verità? Davvero credevi quello di noi? ” gli
chiese Blaine cercando di non
far emergere troppo di quelle parole che ancora scottavano nella sua
memoria.
“No.
NO. Assolutamente no! Ammetto di aver pensato spesso su come saremmo
potuti
resistere alla lontananza, ma tutto quello che ti ho detto è
stato una bugia.
Volevo farmi odiare per le ragioni sbagliate così che tu ti
dimenticassi di me,
pensavo sarebbe stata la cosa migliore” cercò di
rimediare a tutte le bugie che
aveva detto.
“Kurt,
mi sei mancato ogni giorno. Ogni istante e ogni respiro”
Blaine sospirò
tranquillamente e gli prese le mani, ancora più ghiacciate
delle sue, ”anche
per me Sebastian non significa niente e ci ho pensato…
riesco a capire
l’attrazione che provoca negli altri perché
è la stessa che provoca anche su di
me”. Gli occhi di entrambi erano lucidi e non aveva
più importanza il fatto che
erano circondati da sola neve e il freddo era davvero insopportabile.
“Se
tu mi giuri che non mi lascerai mai mai MAI più, posso
passare sopra uno
stupido bacio”.
Non
ci fu bisogno di altre parole.
Blaine
si dimostrò per quello che era sempre stato, un ragazzo
buono, educato e
follemente innamorato di Kurt, e questo Kurt avrebbe dovuto calcolarlo
fin da
subito.
“Sai,
ora che ci penso,l’hai detto anche tu prima: sono esattamente
sei mesi proprio
oggi che ci siamo detti addio, proprio su questa stupida
panchina” ricordò Kurt
dopo che i due erano riusciti a staccarsi da un lunghissimo abbraccio.
Continuò,
“molto prima di partire ti avevo preso un regalo che poi non
ti ho più dato…
quindi direi, buon Natale amore mio!” si avvicino piano piano
a Blaine e gli
posò le labbra sulla sua bocca.
I
gesti di entrambi erano lenti e delicati, come se tutti e due avessero
paura di
intaccare quel momento magico e tanto desiderato in modo da poter
imprimere nei
ricordi perfettamente ogni millisecondo.
Allontanandosi
dal viso di Blaine, Kurt gli porse una busta leggera, fine e molto
sgualcita.
Da mesi se la portava nel portafoglio, non sapeva neanche lui il
perché.
“Aprila”
disse dolcemente Kurt.
Nella
busta c’era un foglio e un biglietto aereo per New York
intitolato al Sig.
Blaine Anderson.
“E’
di sola andata, con la speranza che, finita la scuola qui, verrai a
vivere con
me e non te ne andrai più” gli disse Kurt mentre
Blaine era sbalordito e
visibilmente commosso davanti al regalo. Poi aprì anche il
foglio. Era una
piccola dedica, chiaramente scritta da Kurt: la sua calligrafia
ordinata e
composta l’avrebbe riconosciuta tra mille.
Grazie
di essere il più fedele tra gli
amici
e
il più premuroso tra gli amanti.
Ti
amo.
Tuo
per sempre,
Kurt
“Mi
sa che siamo due inguaribili romantici noi due. L’ho visto in
una vetrina un
mesetto fa e l’ho comprato d’impulso.
L’avrei tenuto anche se non ci fossimo
mai più rivisti” sussurrò Blaine
infilando la mano nella tasca del suo giaccone
e tirando fuori una scatolina di gioielleria.
La
porse a Kurt che la prese tremando.
“Un
anno fa a Natale non sono riuscito a regalarti quello vero. Buona
Natale e buon
anniversario mio piccolo cucciolo di pinguino” gli disse
Blaine sorridendo.
Kurt
piano aprì la scatolina. Era proprio un anello, un piccolo
anello a forma di
papillon in oro e smalto rosso. Lo tirò fuori dalla
scatolina per ammirarlo
meglio e più da vicino: fu allora che si accorse della
piccola incisione che
c’era all’interno. Un semplice…
I
love you, B.
Gentilmente
Blaine glielo sfilò dalle mani, gli diede un dolce bacio e
prese la mano
sinistra di Kurt.
“Non
è una promessa, solo una piccola conferma. Io sono qua e non
me ne vado da
nessuna parte. Se tu mi vorrai io sarò per sempre con
te” gli disse infilando
l’anello all’anulare del ragazzo.
“Stai
sicuro. Ora non ti lascio più”.
Non
riuscirono a trattenersi ulteriormente e diedero sfogo a sei mesi di
lontananza
con un bacio che avrebbe potuto sciogliere tutta la neve che gli era
intorno.
Quello
che era iniziato
come il Natale più brutto della storia si
trasformò nel loro Natale più
importante e felice. Che avrebbero sicuramente ricordato per molto
molto tempo.
NdA
Come
potevo fare finire una storia
Klaine male?!? Mica si può!
Avrei
potuto metterci molto più
miele o passione, ma ho preferito lasciare spazio alla vostra
immaginazione,
così ognuno si può immaginare la
riappacificazione come vuole.
Spero
vi sia piaciuta: io mi sono
divertita a lasciare spazio alla mia fantasia ad immaginare uno
scenario alla
possibile separazione di Kurt e Blaine del prossimo anno (se ci penso
mi viene
da piangere: perché RIB avete fatto di Blaine un junior,
perché???).
Alcune
piccole scene sono state
liberamente ispirate da scene di Glee (vedi scena del palco dove si
parla di
orgoglio, il riferimento al “cucciolo di pinguino”
e la piccola scena, in
realtà tagliata, della consegna dell’anello di
Blaine per Kurt)
Vi
auguro un divertente fine anno…
divertitevi anche per me!