E' con una sorta di nostalgia che vi presento l'ultimo capitolo di questa storia, l'epilogo finale. Anzi, più che epilogo, è un finale incerto, perchè non si sa che fine farà la protagonista, l'alter-ego di Sasuke al femminile: in altre parole, ecco un'altro dei miei finali a cazzimma! XD  Per in ringraziamenti, andate alla fine della storia. Buona lettura!

Epilogue.

“Non c’è niente di meglio come l’odore del napalm al mattino.”
[cit. “Salvate il soldato Ryan”, 1998]

La guerra non è un gioco, e Sasuko lo sapeva, gliel’avevano ripetuto almeno un milione di volte all’Accademia.
Ma quando la Uchiha si ritrovò, tempo cinque giorni, in mezzo a tutti quegli shinobi provenienti dalle Cinque Terre Ninja, più i samurai del Paese del Ferro, allora capì la reale portata di quell’evento.
Non sarebbe stata come quelle piccole scaramucce chiamate missioni, non ci sarebbero state più piccole battaglie con pochi elementi. No, sarebbe stato qualcosa di infinitamente più grande, e con questa terribile consapevolezza i più giovani, quelli che non avevano mai visto né partecipato a una guerra, erano atterriti, o comunque parecchio in ansia.
I più anziani invece affrontavano quell’avvenimento chi con una sorta di triste rassegnazione, chi con totale indifferenza, chi con la cosciente paura di colui che ancora una volta è costretto a mettere in gioco se stesso e tutti i suoi affetti….
Insomma, un autentico guazzabuglio di persone, con relative passioni, emozioni, speranze.

Sasuko, da quando erano arrivati, non si era mai staccata dal fratello, dato che lui aveva una certa esperienza in campo (leggasi trauma infantile). Erano stati tutti e due assegnati all’unità di combattimento a corta distanza, capitanata da un certo Kitsuchi della Roccia, e in quel momento stavano marciando: infatti,  circa centomila nemici stava viaggiando sottoterra, e loro si stavano muovendo per intercettarli.

A un certo punto arrivò l’ordine di arresto, e immediatamente tutti i ninja si andarono a nascondere tra gli arbusti: Itachi e Sasuko capitarono vicino a Hinata e Neji.

Sasuko sapeva di non avere più tempo per avere paura, anzi nemmeno per riflettere, ma non riusciva comunque a nascondere una certa dose di apprensione. Non aveva mai creduto veramente di poter partecipare a una guerra, e quel pensiero non faceva altro che farla stare male: non era ancora pronta a una cosa del genere, era accaduto tutto troppo in fretta!
Ma la cosa peggiore in assoluto era che ancora una volta avrebbe rischiato di perdere tutto: suo fratello, i suoi amici, l’uomo che amava…

E ancora una volta Itachi comprese quel suo stato d’animo.

-Nervosa, eh?- disse a bassa voce.

-Tu che ne dici?- rispose la sorella, con leggero sarcasmo.

Itachi sospirò, sorridendo lievemente.

Sasuko volse lo sguardo verso il generale della sua divisione e la figlia, ritti in piedi sopra una piccola altura, in attesa dell’arrivo dei nemici. Loro due, in quanto utilizzatori dell’Arte della Terra, li avrebbero letteralmente fatti uscire allo scoperto, costringendoli a interrompere il viaggio.
Ma quanto diavolo ci mettevano quei maledetti ad arrivare?

Itachi non aveva chissà quali grandi doti oratorie, anche perché parlava molto poco. Per lui, come per tutti gli Uchiha in effetti, contavano i fatti.
Per questo, invece di dire chissà quale frase toccante, che sarebbe stata più adatta se detta da Naruto, poggiò dolcemente una mano sulla spalla della sorella. A quel contatto, i muscoli di Sasuko si rilassarono un po’, e i tratti del viso si distesero: sorrise impercettibilmente.

-Ce la possiamo fare- disse lei.

In quell’istante, il generale Kitsuchi e la figlia alzarono le mani al cielo.
Circa un miliardo di muscoli entrarono in tensione, e più di mille respiri vennero trattenuti.
I due della roccia si accovacciarono di scatto, e batterono le mani al suolo.
Un rombo cupo attraversò tutta la foresta, facendo tremare gli alberi.
Poi, all’improvviso, sbucò dal terreno un enorme cumulo di terra, dalla forma simile a un vulcano: e proprio come se fosse stata un’ eruzione, più di un migliaio di corpi biancastri vennero sbalzati fuori dal cratere.

E infine l’urlo della carica.

- ALL’ATTACCOOOOO!!!-

In guerra non c’è tempo per distrarsi, non c’è tempo per riflettere, non c’è tempo per avere paura e nemmeno tempo per piangere i caduti.
In guerra devi solo combattere, salvare la tua vita e quella di chi ti sta intorno: non avere rimpianti, non autocommiserarti, non sbagliare, perché ogni errore può essere fatale.

E questo Itachi e Sasuko lo sapevano benissimo, anche meglio di chiunque altro.

THE END.

RINGRAZIAMENTI.
Ancora una volta grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere la mia storia:
per le seguite- fede95, Hikari93, mekbul e tre88
per le ricordate- tre88
per le preferite- sharry e tre88
per le recensioni- Hikari93, tre88, mekbul e _Ohanax2_.
Un ringraziamento speciale va di nuovo ad Ash_, che praticamente ha visto nascere questa storia, e che mi ha sempre fornita di idee e dritte senza le quali questa storia sarebbe stata un'autentica schifezza, e a Hikari93.
Poi un grazie a Sasuke Uchiha e alla sua femminilità nascosta, un grazie al NaruSasu, al SasuSaku e al NaruHina (così, a cazzo). Non grazie a Madara e a Orochimaru, grazie infinite a Itachi, Naruto, Sakura e Kakashi e alla loro santa pazienza!
Grazie, Graziella e grazie!!