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Autore: MaxT    30/12/2011    4 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
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Ad personam

Cara Scarlettheart,  grazie per la tua recensione sulla quale conto sempre. Si dà per scontato che Elyon sia una princess in distress, stereotipo dal quale la poverina cerca disperatamente di liberarsi.
Nella mia versione della storia, l'arte di ammaliare delle regine (e dei loro funzionari di alto rango) è uno dei fulcri del sistema politico del metamondo da migliaia di anni; è il mio tentativo di spiegare come una dinastia che regna su una città tutto sommato modesta, con un esercito ancora più modesto, abbia potuto imporre la sua autorità su tutto un mondo.

Cara Atlantis Lux,  grazie per le tue recensioni graditissime.
Elyon riportata a Kandrakar letteralmente per i piedi... non è proprio giusto, stavolta vedremo chi c'è, attaccato ai piedi. 
Le Nemesis, più che altro, sono state stupide ad aprire bocca. Se fossero rimaste invisibili qualche secondo di più, avrebbero avuto migliori possibilità di successo.
Spiegazioni all'Oracolo? Sì, decisamente sì.
Spero di veder presto pubblicato il prossimo capitolo del tuo After phase.

Cara Silvia Gi, innanzitutto grazie per la recensione, sempre gradita. Apprezzo sempre quando le persone mi scrivono francamente i loro giudizi. So che nel racconto ci sono numerose parti statiche, ma descrivono le premesse per le svolte finali; la storia nel suo insieme dura ventiquattro mesi, non mi avrebbe soddisfatto scriverne solo l'inizio e la fine.
Indubbiamente Elyon ha commesso delle ingenuità, ma l'essere andata a Meridian senza le WITCH non rientra tra queste; infatti non si deve dare per scontata una convergenza di interessi tra Elyon e Kandrakar.
L'ingenuità maggiore è stata il non aver atteso la notte, quando una persona che dorme in un qualsiasi albergo non avrebbe destato nessun sospetto, e quando avrebbe potuto trovare Vera in camera a colpo sicuro.
C'è un'altra cosa da far rilevare: finora, sono tutti convinti di avere a che fare con le cinque gocce e basta. L'esistenza delle Nemesis è ancora un segreto, e questo è il momento in cui si sta per svelare.

Qualche parola su questo capitolo, che segue il finale del precedente a distanza di due secondi. E' stato abbastanza difficile da scrivere. Vi anticipo subito che non ci sarà molta scena, però è una svolta importante importante in quanto Elyon sarà costretta a svelare le ragioni di tutto il suo agire fino a questo momento.
Spero che vi piaccia il disegno di Elyon sotto interrogatorio che ho disegnato per quest'occasione.

Buona lettura
MaxT 

 



 

 PROFEZIE


 

Riassunto delle puntate precedenti 

Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. 
A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura;  pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto. 
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi Vera la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e  le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian. 
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con l'aspetto di aquile. 
Come dal piano di Vera, le false Guardiane imprigionano Galgheitha e altri personaggi importanti, che potrebbero rendersi conto che la sempre più tirannica Regina e le Guardiane sono state impersonate da controfigure; la principessa Vera fa la parte della buona, facendo fuggire questi prigionieri dalla città.
Passano i mesi, e la situazione a Meridian si fa sempre più pesante. La falsa Elyon diventa sempre più tirannica e incoerente, perdendo ogni simpatia tra la popolazione, l'establishment e perfino l'esercito. La principessa Vera, per contro, finge di mitigare le conseguenze della follia della regina e delle Guardiane e si guadagna sempre più approvazione nella città.
Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia. La montatura arriva al suo culmine: Vera parla in consiglio criticando Elyon, poi affronta le false guardiane e infine la falsa Elyon, sconfiggendoli tutti e venendo proclamata Regina.
Informata da Caleb, la vera Elyon decide di proseguire col piano iniziale, aspettando altri sei mesi per intervenire; inoltre preannuncia alle guardiane che intende farlo da sola. Queste, preoccupate, si chiedono se dovranno intervenire in qualche modo per aiutarla.
Nel frattempo Vera fa sperimentare nuove armi segrete, come fruste capaci di iniettare narcotici e sistemi per materializzare armi pesanti in vista del confronto finale.
Cinque mesi dopo, la situazione precipita improvvisamente per un casuale ma burrascoso incontro di Taranee con Carol e Diana a Midgale. L'Oracolo acconsente a chiudere la muraglia per precauzione e ne fa dare preavviso a Elyon, che però decide di dover assolutamente parlare con Vera al più presto.
Elyon, quindi, decide di teletrasportarsi immediatamente nel suo mondo, nei panni irriconoscibili di una contadinella. Preoccupato per la sua sorte, L'Oracolo convoca immediatamente le Guardiane, inviandole a recuperarla. Infatti queste intervengono in tempo per sottrarla a due Nemesis che stavano cercando di catturarla.


 

Capitolo 69
Lampi a Kandrakar





Kandrakar

Svanito il lampo del salto dimensionale, la luce soffusa dell’ambiente attorno è inconfondibilmente quella della fortezza di Kandrakar.
L’Oracolo e Yan Lin sono in piedi davanti a loro con un’espressione che, una volta tanto, lascia intuire una vaga sorpresa.
“Avete portato qualche amica, guardiane?” chiede lui inarcando impercettibilmente un sopracciglio.
Le ragazze si contano con gridolini di sorpresa. Oltre a Will, Irma, Hay Lin e Cornelia strette attorno a una Elyon ancora irriconoscibile, avvinghiata ai piedi dell’ex-regina c’è anche una delle misteriose agenti dalla divisa scura, ancora con la visiera iridescente del casco calata sul viso.
Will fa un salto indietro. “FERMA DOVE SEI!”, grida puntando minacciosamente i palmi sulla sconosciuta distesa a terra.
“NON UNA MOSSA!”, dà man forte Cornelia puntando a sua volta i palmi sull'intrusa, “Questi sono carichi, e non ho paura a usarli!”.
“Vorresti mollarmi, per favore?”, dice Elyon riprendendo in uno scintillio il suo aspetto usuale.

Mentre il gruppo si allarga, Irma si contorce per tastarsi sotto una scapola. “Hay Hey, ho qualcosa sulla schiena?” chiede preoccupata, “Ho sentito una scossa… e adesso ho un formicolio lì, sotto l’aletta”.
“Ti aveva sfiorata la punta di quella frusta”, risponde la Guardiana dell’Aria, scrutando preoccupata il dorso della sua compagna. “Qui non vedo niente di strano, comunque”.
“Mi sento strana. Cosa mi avete fatto?”, insiste la guardiana dell’acqua con una voce stranamente venata da un'apatia fuori luogo.
“Niente”, risponde imbarazzata da sotto il casco l'intrusa con la voce di Will, cercando inutilmente di farsi sparire di mano una strana manopola. “Solo… solo un po’ di tranquillante”.

“Credo che ci siamo già conosciuti, vero?”, le chiede l’Oracolo; con un suo gesto della mano le fa svanire il casco integrale, rivelando un viso dipinto a motivi neri e contornato da due sottili treccine, ma inequivocabilmente simile a quello di Will. “E così, la goccia della Guardiana del Cuore è di nuovo mia ospite”. Con un nuovo cenno fa svanire anche le striature, e così la tensione del silenzioso faccia a faccia con la sua originale si fa quasi tangibile.
L’uomo si avvicina di qualche passo, senza smettere di guardarla negli occhi. Poi sorride di nuovo. “Mi sbagliavo, tu non sei mai stata qui. Ora, perché non dici a tutte il tuo nome?”.
Questa si sforza di tenere dritto il viso davanti alle occhiate stupite, ma tutt’altro che amichevoli, che le altre le tributano, poi butta fuori d’un fiato: “Dora. Nemesis Uno. E mi dichiaro prigioniera di guerra”.
“Cosa?”. “Non si chiamava Wanda?”. “Cosa vuol dire?”.
“Vuol dire”, riprende l’Oracolo, “Che ora la Guardiana del Cuore non ha più una sola gemella. Ne ha ventuno”.
“Ventuno!”, geme Will, faticando a reggere il breve sguardo torvo col quale l’altra la ricambia.
“Bene, Dora”, riprende l’Oracolo, mentre gli appaiono tra le mani, per un attimo, la pistola e la manopola, che rapidamente fa svanire nel niente; “Qui non hai più bisogno di queste armi. Non hai neanche bisogno di mentire, perché ho ormai acquisito tutti i tuoi ricordi. Puoi rilassarti, e scambiare quattro chiacchiere con le tue nuove amiche”.
Le sue belle parole sono seguite da un incrociarsi di occhiate ostili tra le ragazze.

“L’Oracolo sta scherzando, naturalmente”, tuona la voce stentorea di Endarno che entra nella sala. “Scusate il ritardo, ma questioni improrogabili mi hanno trattenuto nella Torre delle Nebbie”.
“Non si vedeva più la strada”, biascica Irma con le palpebre sempre più pesanti, ma nessuno l'ascolta.
Fortunatamente neanche il Guardiano le bada: i suoi occhi si fanno più sottili mentre lo sguardo passa da Elyon alla sconosciuta in divisa scura che tenta inutilmente di defilarsi. “Bene, bene, vedo che abbiamo ospiti. Non me l’aspettavo, avrei già fatto preparare un secondo alloggio in più”.
Qualche brivido gelido corre sui presenti, ben consapevoli dei sottintesi.
Elyon si fa avanti titubante, rivolta all’uomo imponente che la sovrasta con uno sguardo severo. “Signore, non… non credo che sia il caso di pensare a incarcerare nessuno. Garantisco io anche per… come ti chiami?”.
“Dora…”.
“…Anche per Dora. Lei stava facendo solo il suo dovere, vero?”. Guarda l’altra annuire rigida. “E soprattutto, ora io vorrei affidarle un messaggio per Vera, per risolvere questa faccenda tra… tra amiche… anzi tra sorelle. Sisì, fra sorelle”.
Lo sguardo di Endarno resta gelido. “E cosa ti fa credere, Elyon di Meridian, di essere nelle condizioni di garantire per qualcuno? Per chi pensi che potrebbe essere la prima delle due celle?”.
Cornelia, indignata, scandisce con coraggio: “Endarno, sia chiaro che noi non abbiamo salvato Elyon da Meridian per poi farla rimanere prigioniera qui!”.
“Attenta a come parli, guardiana! Voi siete andate a prenderla perché noi ve l’abbiamo ordinato, punto! Non spetta a te decidere cosa avverrà dopo!”.

L’Oracolo interviene, conciliante: “Endarno, amico mio, non serve esasperare gli animi. La nostra è stata una missione di soccorso”.
Endarno lo ricambia con uno sguardo quasi di sfida. “Elyon sa benissimo perché meriterebbe di essere rinchiusa. Ma, a parte i discorsi passati, Oracolo, in questo caso credo che soccorrerla sia stata un’ingerenza che va al di fuori dei millenari principi su cui è basata la nostra congrega. E’ una ex-regina in lotta per il potere con la sua cosiddetta sorella, e finché questa lotta avviene solo nel suo stesso mondo, non dovrebbe coinvolgerci in nessun modo”.
L’Oracolo scuote il viso, mascherando bene ogni segno di nervosismo. “Elyon ha rimediato ai danni che le sue azioni ci avevano arrecato in passato”.
L'anziana Yan Lin lo spalleggia: “Non vedo motivo per tornare su questa decisione”.
Anche queste parole sono accolte con turbamento dai presenti. Hay Lin, seduta sui gradoni a fare da schienale a Irma, chiede: “…Danni?”.
Endarno guarda Elyon con severità. “Dunque, non hai mai spiegato le tue azioni a quelle di cui ti dici amica?”.
“Che azioni?”, chiede atona Irma, sollevando per un attimo una palpebra pesante.

L’Oracolo si schiarisce la voce per sottolineare la sua autorità. “Elyon, credo che sia arrivato il momento di raccontare le cose con chiarezza e serenità. Tanto per cominciare, qual è il messaggio che tu vorresti affidare alla qui presente Dora?”.
“Ecco… che io vorrei incontrarle Vera al più presto e parlarle, alle condizioni che vorrà lei. Più qualche altro... pensierino di circostanza”.
Il saggio annuisce. “Qualcosa come: ‘Ricorda com’è iniziata prima dell’inizio’?”.
“S.. ssì. Qualcosa del genere”. Impossibile negare: l’Oracolo le sta chiaramente leggendo i pensieri, senza che lei riesca a celarli.
“E cosa vorrebbe dire questa frase?”.
“Vuol dire che… che possiamo tornare amiche come prima... insomma metterci una pietra sopra”.
L’Oracolo scuote piano il viso. “Mi sembra una risposta un po’ banale. Cambierò la domanda: sapresti spiegarci cos’è il filtro di Leryn?”. Nel frattempo, anche lui si siede sulla gradonata, facendo segno agli altri ancora in piedi di fare altrettanto.
 Elyon si accorge che un sedile è apparso levitando sul pavimento proprio dietro di lei. Si siede a disagio e annuisce, mordendosi il labbro: questa posizione centrale è quella di un testimone, o piuttosto di un imputato? “Il filtro di Leryn… è un preparato che serve per manipolare la propria memoria.  Insomma, per dimenticare a comando”.
“O anche... ?”.
Piccole gocce di sudore freddo cominciano a imperlarle la fronte. “Anche per imprimersi ricordi fasulli”.
“Grazie del chiarimento”, dice conciliante l'Oracolo, “Ora, hai motivo di pensare che Vera abbia assunto questo filtro in qualche occasione?”.
Elyon esita a rispondere, mentre si torce nervosamente una treccia.“S…sì, credo di sì. Probabilmente dopo il nostro ultimo incontro a Heatherfield, quasi un anno fa… cioè, diciassette mesi fa”.
“E perché dovrebbe averlo fatto?”.
“Beh... potrebbe, che so, avere raccontato qualcosa di falso alle gocce per convincerle ad andare a Meridian. Ma loro avrebbero potuto capire che mentiva, se lei non si fosse convinta per prima che era vero”.
“E sai cos’ha raccontato loro?”.
Elyon si morde ancora le labbra, mentre le sue povere trecce stanno passando una delle loro peggiori giornate. “Solo perché me l’ha riferito Carol due mesi dopo… insomma, che voi mi avevate intimato di restituirvele per farle tornare al loro ruolo originale di gocce. Ma… ma non sono stata io a raccontarle questo, è stata tutta una sua invenzione!”.
Qualche mormorio indignato si sente dalle gradonate. All’udire il nome di Carol, Cornelia si è rabbuiata: perché Elyon non le aveva mai parlato di questo incontro?
“Però, farebbero davvero comodo”, bofonchia Irma sempre più inebetita.
L’Oracolo riprende, imperturbabile: “A questo punto, Elyon, spiegaci cos’hai detto esattamente a Vera nel corso di quell’ultimo colloquio”.
La ragazza prende fiato, chiude gli occhi, e ricorda: “Cara Vera, il tempo stringe… o qualcosa del genere. La profezia incombe come una maledizione, ma… ma io so cosa fare per ridurre al minimo il danno. Ho trovato una scappatoia: da nessuna parte c’è scritto che la vera Elyon è destinata a essere la sorella di Phobos che tiranneggerà Meridian per un anno. Potrebbe essere un’altra… potresti essere tu. E da nessuna parte c’è scritto che le Guardiane con lei siano quelle vere. Potrebbero essere delle sosia.  Potreste essere voi: andate là, create un clima da tirannia senza fare danni gravi, poi fatevi riconoscere pian piano come impostrici, ma senza svelare al pubblico la vostra vera identità”. Prende ancora fiato, e continua: “Per il mio ritorno, avrei utilizzato quel passaggio che, invece, ho dovuto bruciare per riprendere il Cuore di Kandrakar. Sarei arrivata fino a Vera in viaggio extracorporeo, e le avrei detto le parole che avrebbero sbloccato i suoi ricordi”.
“Quali erano queste parole?”.
“ Lo sapete già, Oracolo. Erano: ‘Ricorda com’è iniziata prima dell’inizio’.  Dopodiché, sarebbe stato facile accordarsi per un finale in cui io avrei riportato la libertà a Meridian esiliando le congiurate in un altro mondo… cioè a Midgale, dove sarebbero tornate a fare esattamente quello che facevano prima”.
Il saggio annuisce senza mostrare alcuna sorpresa. “E di chi era questo piano?”.
“Fin qui era mio. Per tutto il resto, ho lasciato carta bianca a Vera”. Elyon riprende fiato. “Se mi state per chiedere se le ho detto io di rubare il Cuore di Kandrakar, la risposta è no. Non ho voluto sapere niente di quella parte del piano. Avevamo concordato solo la formula per sbloccarle i ricordi”.
L'Oracolo annuisce imperturbabile. “E così, hai fatto sì che lei mettesse su la sua parte di teatrino. Ma se avevate simulato un anno di tirannia, non potevate anche simulare il Cuore di Kandrakar, senza appropriarvi di quello vero?”.
Elyon si stringe nelle spalle, sempre tenendo gli occhi chiusi. “Tutta questa parte è stata lasciata alla completa discrezione di Vera. Comunque lei ne aveva bisogno per trasportarsi a Meridian, non poteva usare il passaggio. E poi, così avrà voluto togliere alle guardiane la possibilità di intervenire.
Comunque, non è stato un mio ordine. Non penserete che avrei potuto dire…”.

“BRUTTA IPOCRITA TRADITRICE!!!”, tuona Taranee dietro di lei. “Tu…tu… tu sapevi tutto, e ci hai mentito fin dall’inizio!!!”.
Elyon si volta verso l’altra, spalancando gli occhi. Maledizione, non si era accorta che…
“Ma, calma, l’ho…”.
“E sei stata vicino a noi un anno ad arruffianarti, inventandoti ogni scusa per non dire la verità. Tu, povera vittima!!! E noi, idiote, a svegliarci la notte, a saltare la scuola, a raccontare scuse ai nostri genitori, a strappare i minuti preziosi alle nostre cose importanti!!! E ora scopriamo che era tutto un tuo teatrino!”.
Cornelia, seduta sulla gradonata, scuote il viso infastidita e si accosta a Dora. “Per caso, ce l’hai ancora quel sedativo?”.
Taranee l’ha sentita. L’affronta con occhi di fuoco: “E tu! Scommetto che sapevi tutto fin dall’inizio, e non ci hai mai detto niente!”.
“Ma… vedi di calmarti…”.
“Calmarmi? Ma da che parte stai, tu? Ma certo, è chiaro, dalla sua parte! Quante cose ci hai nascosto finora?!?”.
“Cosa!?!”, si indigna Cornelia alzandosi  in piedi. “Parole troppo grosse, per una che è sempre più solita piantarci nel momento del pericolo!”.
“Io piantarvi… !!!”.
“Basta!”, comanda Will interponendosi tra loro.
Cornelia torna a sedersi, trincerata dietro le braccia conserte.
Taranee, stringendo i denti, rivolge un’occhiata di fuoco a Nemesis Uno, seduta pallida e rigida come una statua. “E tu, che mi hai puntato addosso una pistola! Sei stata fortunata a sparire in tempo! La prossima volta che ci provi, ti riduco a un mucchietto di ossa carbonizzate!”.
“Basta così!”, interrompe l’Oracolo con un gesto. “E’ giunto il tempo di meditare sulle parole, sia su quelle già sentite che quelle che devono ancora essere pronunciate!”.
“Beh, meditateci voi!”, risponde Taranee a pugni serrati. “Io ho finito il mio tempo. E ora, se permettete, vado a fare qualcosa di serio!”. Detto questo, sparisce nel consueto bagliore di un salto dimensionale.

Dopo i lampi e i fulmini, nella sala scende un attimo di silenzio glaciale, segnato solo dal debole rumore del vento che gioca fra i capitelli. Una nuvola fa capolino da una finestra, poi preferisce ripassare un’altra volta.
Endarno è rimasto in piedi in disparte a braccia conserte, ascoltando accigliato il diverbio. “Oracolo, mi pare che abbiate qualche problema a tenere a freno le intemperanze delle vostre guardiane”.
Il saggio annuisce grave, passandosi le dita su alcune rughe che gli sono apparse accanto agli occhi.  “Sì, e anche quelle dei miei collaboratori”.
L’altro incassa con signorilità e non risponde.

L’Oracolo torna a rivolgersi alla ex regina, rimasta in piedi pallida e annichilita. “Elyon, torniamo anche noi alle cose serie. Ci hai detto qual’era il tuo piano. Ma le cose stanno davvero andando come tu avevi voluto?”.
“No”, esala lei quasi inudibile, “Non so se sia stata l’incursione per recuperare il Cuore di Kandrakar a farle cambiare...  Vera, avendo dimenticato il piano originale, ne ha seguito un altro tutto suo… Il fatto che si fosse presentata in pubblico mi aveva messa un po’ in allarme… i capri espiatori avrebbero dovuto restare anonimi. E poi la campagna per screditarmi, fino alla sua incoronazione a sorpresa… No, è andato tutto storto. E io non ho potuto far altro che aspettare, continuando a sperare che la risoluzione finale, almeno quella, sarà come l’avevamo immaginata all’inizio”.
“Perché non hai tentato prima di contattare Vera per correggere le cose?”.
“Loro tutte dovevano restare inconsapevoli dell’accordo. Se avessero saputo che il colpo di stato era concordato, qualcuno degli abitanti avrebbe potuto leggerglielo nel pensiero. La voce si sarebbe diffusa, e nessuno l’avrebbe considerata più una tirannia, ma una farsa, uno scongiuro, un esorcismo… come era nelle me intenzioni, insomma, ma nessuno lo avrebbe mai dovuto sapere. Questo avrebbe distrutto il senso di tutto: neutralizzare la profezia della tirannia, facendola realizzare nel modo meno dannoso possibile”. Man mano che parla, Elyon torna a sollevare lo sguardo e riprendere un po’ di convinzione.
L’Oracolo annuisce. “Però manca ancora un mese alla data che hai previsto. Capisco che tu abbia voluto tornare a Meridian prima che la barriera fosse attivata. Ma poi, perché non startene nascosta in campagna fino al giorno fatidico?”.
“E’ per l’incidente di ieri, quello di Taranee. Ora, non so cosa le gocce stessero facendo a Midgale, ma temo che possano averlo interpretato come un agguato. Se è così, Vera potrebbe anche decidere di colpire duro per prima a Heatherfield. Io volevo scongiurare questa possibilità. E se fosse stato necessario, avrei anticipato il suo recupero dei ricordi. Per lei, nascondere un pensiero per un mese non sarebbe così difficile come nasconderlo per un anno”.
L’Oracolo obietta: “Però i telepati di Meridian potrebbero leggere anche nel tuo pensiero, dopo il tuo ritorno, sempre che tu riesca nel tuo intento. Anche se allontani Vera e le altre, sempre ammesso che noi ti consentiamo di rimandarla sulla Terra, come impedirai che la verità su questa tirannia fasulla venga risaputa?”.
Lei si stringe nelle spalle. “In qualche modo lo farò. Magari con il filtro di Leryn”.
Un'ombra di riprovazione attraversa il volto del saggio. “Ti sembra bene ingannare la tua stessa memoria? Ti farà perdere la percezione realistica della cosa. Magari serberesti rancore per Vera, che almeno all’inizio ha obbedito alla tua volontà. Magari diventeresti sospettosa e molto più attaccata al potere di come sei ora”.
Elyon alza il viso in un ritorno d’orgoglio. “Sono la Luce di Meridian, o no? Il rancore è un sentimento del tutto bandito per me e le mie simili”.
“Non ne dubito”, risponde l’oracolo con un’occhiata che sembra voler dire tutt’altro. “Ma perché temevi che Vera potesse far colpire le Guardiane a Heatherfield, quando sapevi che la muraglia stava per essere attivata proprio per prevenire questo? Come avrebbero potuto farlo?”.
Elyon prende fiato prima di rispondere: non sa che reazioni susciterà la risposta, ma non saranno certo belle. “Perché credo che Vera potrebbe creare un talismano per forzare la muraglia”.
L’Oracolo si acciglia per un attimo. “Qualcosa come il sigillo di Phobos?”, scandisce lentamente.
“Tale e quale”.
“E su cosa si basa la tua convinzione?”.
“Sul fatto che… uhm.. a Meridian esisteranno certamente i documenti da cui Phobos è partito”.
Con la coda dell’occhio capta una presenza incombente alla sua sinistra: Endarno si è avvicinato lentamente, di nuovo attentissimo alle sue parole.
L’Oracolo insiste. “Vorrei saperne di più. Continua”.
“Phobos prese ispirazione da due libri, che sono ancora conservati in biblioteca”.
“E poi?”.
“Utilizzò una copia inerte del Cuore di Kandrakar. Una simile a quella che ho lasciato tra le mani di Wanda per poter recuperare l’originale”.
“Ecco”, tuona nuovamente Endarno, “L’ho sempre detto che queste regine Escanor fanno solo danno! Una vale l’altra! Scommetterei le orecchie che quella volta è stata la vecchia regina Adariel a spiegare a Phobos come fare. E sono certo che anche Elyon sarebbe in grado di riprodurre quel sinistro talismano che vanificherebbe la stessa esistenza di Kandrakar!”.
“Calma, amico mio”, lo interrompe l’Oracolo alzandosi in piedi, “Quest’oggi si è già gridato troppo. Però è vero, quel sigillo ostacolerebbe realmente la nostra missione”. Con un’occhiata intensa a Elyon, continua: “E potrebbe essere pericoloso anche per voi: finora, negli eoni, la nostra congrega è intervenuta più volte per fermare minacce dirette dal Metamondo alla Terra, ma allo stesso modo è intervenuta per salvare il Metamondo da minacce provenienti dalla Terra. Allo stato attuale, ciò che vi protegge da un’eventuale colonizzazione terrestre sono due cose. Una è il fatto che il Metamondo e il portale naturale siano ignoti a quasi tutti i terrestri, e non è sempre stato così. L’altra è che Kandrakar potrebbe chiudere il passaggio se ne vedesse la necessità. Dimentico qualcosa?”.
“Sì, due cose”, risponde Elyon con un debole scatto d’orgoglio, “Il nostro esercito, e la magia della Luce di Meridian”.
L’Oracolo scuote il viso quasi con compassione. “L’esercito di Meridian è davvero modesto, e la Regina è una sola… o magari due. Niente che non possa essere neutralizzato da qualche proiettile sparato di sorpresa da un cecchino. Il sistema di potere di Meridian, così verticistico, sembra davvero l’ideale per chi volesse decapitarlo”.
Elyon tace, impressionata dall’idea.
L’Oracolo riprende: “Bene, mi sembra che diverse cose fatte dagli Escanor, in passato e al presente, possano minare la sicurezza dello stesso Metamondo. Una è il passare allegramente da un mondo all’altro secondo i propri desideri, talvolta dimostrandosi molto superficiali nel coprire le tracce. Un’altra, ancora peggiore, è creare un talismano che potrebbe esservi sottratto, come è già successo. In un ipotetico futuro, tutto ciò renderebbe possibile una qualche invasione da parte della Terra, soprattutto se il deterioramento del clima e l’esaurimento delle risorse rendessero ancora più allettante conquistare un mondo ancora sostanzialmente intatto. Chiamatela colonizzazione, chiamatela esportazione della fede, del progresso o della democrazia, chiamatela prevenzione di una potenziale minaccia… Bene, se succedesse ciò, Kandrakar potrebbe non essere in grado di fermarlo proprio a causa di un sigillo di questo tipo.  Volete davvero correre questo rischio, voi Escanor?”.
“N… no, no di certo”.
“E neanche noi. Perciò, Elyon, sono costretto a importi una condizione: voglio la tua parola che rinunci per sempre a creare o usare un simile talismano. Che mi consegnerai ogni documento, ogni copia del Cuore di Kandrakar o del talismano che sia, o verrà a trovarsi, in tuo possesso. Me la dai?”.
“S… sì. Non ho scelta, mi par di capire”.
“Certo che ce l’hai”, le risponde Endarno con un ghigno. “Non vuoi venire a vedere la camera degli ospiti che ti abbiamo preparato?”.
L’Oracolo gli fa un cenno pacato di non intervenire, e insiste: “Allora, Elyon? Voglio sentirlo da te, a chiare lettere”.
Lei annuisce, obtorto collo. “E sia. Prometto che non creerò e non userò alcun talismano per forzare la Muraglia”.
“E poi?”, insiste l’Oracolo con uno sguardo d’attesa.
“Che vi consegnerò ogni documento esistente su queste magie. Comunque, è tutto a Meridian”.
“Va bene. E poi?”.
“Che non ne conserverò copia. Che non riprodurrò il Cuore di Kandrakar. Che vi consegnerò ogni copia di cui dovessi entrare in possesso. Parola di Regina”.
Il saggio solleva impercettibilmente un sopracciglio. “Attualmente, non sei tu la regina. E quindi?”.
“Parola di Elyon Escanor. Parola di Elyon Portrait. Parola mia, insomma. Vi basta?”.
“Sì, adesso sì”.
Con un sospiro esausto, Elyon torna a sedere, come svuotata.

“Va bene”, riprende l’Oracolo. “Tra poco la messaggera potrà tornare a Meridian. Vuoi ripeterle il messaggio davanti a tutti, Elyon?”.
Lei si rialza con sforzo, sempre sospirando. Dora si alza a sua volta, venendo rigida verso di lei e si esibisce in un sorprendente saluto militare col pugno alla clavicola. “Ti ascolto”.
Elyon le appoggia a lungo le mani sulle spalle, poi scandisce: “Bene, Dora. Dì a Vera che le voglio parlare al più presto. Scelga lei le condizioni. Imprimiti le parole esatte: ‘Ricorda com’è iniziata prima dell’inizio’. Le vuoi scrivere?”.
“Non serve, le ripeterò senza esitare”, ribadisce marziale, ripetendo il saluto.
“Bene”, conclude l’Oracolo, “Spero che riuscirete a risolvere la faccenda tra di voi. Ora la barriera verrà riaperta fin dopo l’incontro. Poi verrà richiusa, e chi vorrà attraversarla dovrà farsi accompagnare dalle nostre Guardiane. Sei pronta a partire, messaggera?”.
“Sì”.
“Addio”, dice lui; poi, dal suo palmo si genera un lampo bianco che ingoia Nemesis Uno.

Dora ha un attimo di panico: alla breve luce accecante fa seguito solo l’oscurità, interrotta da minuscoli scintillii azzurrini di campi di contenimento che vengono attivati, poi un sibilo e l’odore dolciastro del gas anestetico. Poi buio, buio e basta.


Meridian, palazzo reale, sotterraneo

“Sveglia! Mi senti?”, ripete la voce uguale alla sua.
Dora riapre gli occhi: la prima cosa che vede attorno a sé sono le visiere abbassate delle sue compagne. Una ha ancora in mano la manopola con l'iniettore dislocante; l’impugnatura verde lascia capire che è quella caricata con l’antidoto al narcotico. Un’altra, invece, tiene in mano uno sfollagente.
“Si risveglia!”. “Mi senti? Rispondi!”. “Cos’è successo?”.
Dora, con un gran mal di testa, accenna a rialzarsi dal lettino, ma si accorge che polsi e caviglie sono come incollati al materasso. L’ambiente attorno sembra un’infermeria dalle pareti bianche e asettiche, ma da una parte c’è una porta blindata e un mobile di legno costellato di specchi, gemme iridescenti disposte in linea e alcune luci intermittenti, la versione fantasy di una console di controllo. “Ma dove sono finita?”.
“Calma, dobbiamo completare i controlli”, le risponde una delle compagne, ma lei non riesce a capire quale. Di solito le bastava un contatto… ma ora, ogni tipo di telepatia è svanito nella nebbia che riempie la sua mente. Si sente punzecchiare un braccio, poi le viene posta sulla testa una scomodissima coroncina piena di spigoli.
“Ma che fate? Perfino a Kandrakar mi hanno trattata meglio che qui!”.
“Scusa, ma dobbiamo essere sicure di chi sei, prima di portarti da Vera. Eri diretta qui con un salto dimensionale, e solo Kandrakar è in grado di farli. Nessuna meraviglia che il firewall del palazzo ti abbia intrappolata”.
“E’ pulita”, annuncia un’altra osservando il lampeggiare pacato di una gemma della coroncina. “Nemesis Uno è tornata!”.
Polsi e caviglie sono finalmente liberi.
Con sollievo, le altre sollevano le visiere, accogliendola finalmente con dei sobri sorrisi di benvenuto. “Ben tornata”. “La prima prigioniera di guerra”. “Ma come mai ti hanno liberata?”.
Lei si alza, ma un capogiro la fa reclinare nuovamente. Boccheggia un po’, poi dice: “Devo parlare a Vera. Subito. Ho un messaggio di Elyon per lei”.

Dopo numerosi altri controlli ed esami, Dora viene finalmente accompagnata al cospetto di Vera nella sala del trono, scortata da quattro altre Nemesis dalla visiera sempre abbassata.
“Ben tornata, Dora!”, la accoglie la regina con un largo sorriso velato da uno sguardo diffidente. Davanti a lei s'intravede appena la tenue luminosità venata dai lenti archi elettrici di un campo di forza protettivo.  “Scusa queste precauzioni, ma dobbiamo essere assolutamente sicure che Kandrakar non ti abbia fatto qualche sortilegio per colpirmi. Allora, racconta dall’inizio cos’è successo!”.
“Non volevano catturarmi. Mi hanno trascinata lì senza volerlo, perché ero avvinghiata ai piedi di Elyon”. Con amarezza, aggiunge: “Ce l’hanno portata via per un soffio!”.
L’altra annuisce adombrandosi. “Ho già sentito il rapporto di Megan. Ora raccontami di Kandrakar”.
Dora scuote il viso, portandosi una mano alla fronte. “Chi lo ha definito un luogo di serenità? Quel posto è una bolgia! Tutti contro tutti! Un ceffo che chiamavano Endarno voleva gettare in carcere non solo me, ma anche Elyon, che ha cercato di difendermi”.
Vera spalanca gli occhi sorpresa. “Anche lei? Perché?”.
“Perché diceva che ha fatto dei danni. Quell'uomo era terribile, ha dato contro perfino all’Oracolo. Poi le hanno fatto una specie di interrogatorio, quasi un processo. Pensavamo che fossero venuti a salvarla, invece l’hanno umiliata e minacciata”.
“Umiliata e minacciata…”.
“Le hanno fatto raccontare tutta la faccenda. E lei ha detto che eravate d’accordo fin dall’inizio”.
Vera fa un gesto di stizza. “Ma che cavolate! E l’Oracolo l’ha bevuta?”.
“Macché cavolate! E’ chiaro che ha detto la verità, ha dovuto! Quell’altro le leggeva nel pensiero”. Dora guarda la sua regina dritta negli occhi fin a farle distogliere lo sguardo per il disagio. “Vera, noi tutte lo sospettavamo da molto tempo, ma adesso so tutto del filtro di Leryn!”.
“Ah! E che cosa sarebbe?”.
“Non fare finta di non saperlo, per piacere! E' una roba per dimenticare, o per imprimersi falsi ricordi!”.
Vera le fa un sorriso nervoso, trincerandosi dietro le braccia conserte. “Dora, ti hanno ingannata! E’ stata tutta una montatura per confonderci, non capisci?”.
“Ah, sì? Ascolta cosa lei ti manda a dire, allora: ‘Ricorda come era prima  di … di…”.
“Taci! E’ una formula magica!”. Rivolta alle altre Nemesis di scorta: “Fatela tacere! Portatela via”.
Mentre le altre l'afferrano senza convinzione per le spalle, Dora insiste: “No, era: “Ricordati com’era prima dell’inizio. No, neanche…”.
“Portatela via!”, ripete Vera, voltandosi e tappandosi le orecchie coi palmi. Attorno a lei, un baluginio preannuncia che sta per teletrasportarsi.
“Ricordati com’è iniziata prima dell’inizio!!! Ricordati com’è iniziata prima dell’inizio!!!”.
Vera si ferma, e scopre le orecchie. Di colpo, tutti i ricordi di quella notte lontana iniziano a tornarle chiari.
“Oh, cieli turchini!”, esala dopo un lunghissimo attimo di silenzio.
Poi si volta verso l’altra, cercando di apparire calma.
“Tutto qui? E poi?”.
 

  
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