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Autore: rock star 96    30/12/2011    3 recensioni
dopo la storia di She Wolf, i nostri eroi ritornano in una nuova avventura, nella quale dante e zhalia cercano di avere un altro figlio, ma per un problema, vanno in vacanza a Roma, dove si imbattono nel passato di zhalia, e dove sono costretti a ammaestrare un titano e risolvere una situazione complicata, costringendo zhalia a tornare lupa....
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ZHALIA:
il branco di Aiuky, era formato da tantissimi lupi. Erano anche di più del branco in Canada, questi saranno stati almeno il quadruplo, e ce n’era uno particolarmente rompiscatole.
Un lupo piuttosto giovane, con la pelliccia che andava sul grigio. Doveva essere in calore, perché non perdeva occasione di provarci.
In genere le lupe, mettevano alla prova i loro maschi, correndo, oppure lottandoci contro. Io facevo sul serio, ma lui non lo capiva mica.
Ero sdraiata in riva allo stagno, a guardare i pesci che nuotavano nell’acqua, e a crogiolarmi al sole.
Sentì uno spintone dietro di me.
Arieccolo.
Provò in continuazione a montarmi.
Ma mi spostavo, e appena potevo, gli davo un morso. Ma era veramente tenace.
Un altro lupo, si mise in mezzo.
Era un lupo dalla pelliccia marrone scuro, questo però, si vedeva che era un adulto, non anziano, ma nemmeno un cucciolo.
Continuava a ringhiare al lupo grigio, che con la coda tra le zampe, indietreggiò, fino ad andarsene.
Perfetto.
Me ne tolgo dai piedi uno, e viene rimpiazzato da un altro.
Mostrai subito i denti, alzai la coda e le orecchie, e mi si rizzò anche il pelo sul dorso.
Il lupo, rimase a fissarmi.
Sul suo muso, si creò una sorta di espressione, quasi divertita, proprio come quella di…..
Non ne ero sicura.
Lui mi si avvicinò, annusandomi il muso. E poi mi diede una leccata sulla guancia.
Dante.
 
DANTE:
credo avesse capito, che ero io.
Aveva fatto la stessa espressione di quando era sorpresa, con l’unica differenza, che aveva rizzato le orecchie il più possibile.
Sentì la mia coda muoversi all’impazzata, quasi ebbi l’impressione che da un momento all’altro, mi si staccasse.
Era strano, mostrare felicità in quel modo.
Credevo, che anche Zhalia fosse felice di vedermi.
Ma stranamente, mi fece una domanda diretta e secca (attenzione: solo per voi, in questa fic, viene tradotto il lupese direttamente dall’interprete)
-perché sei qui?- mi chiese
-per proteggerti-
-ma avevi detto che mi avresti lasciato fare-
-no, io ho detto che ti avrei appoggiato nella tua lotta per la foresta, non che ti avrei lasciato fare da sola-
-ma so cavarmela  benissimo da sola-
-e invece io sono sicuro che ti servirà aiuto-
-ma si può sapere che hai?! È da quando siamo arrivati qui, che mi continui a stare a dosso-
-cerco solo di proteggerti-
-beh, io non ho chiesto protezione- si voltò e cominciò a correre, sparendo nella boscaglia
-ehi- gridai, prima di cominciare a correrle dietro.
Era incredibile, avremmo fatto quasi un chilometro, eppure non ero stanco, e riuscivo a tenere il tempo con il respiro. Ero praticamente fatto per correre.
Accidenti!!!!
L’avevo persa.
 
ZHALIA:
finalmente ero riuscita a seminarlo.
Non è che non ero felice di vedere Dante. Anzi al contrario. Ma ultimamente, mi stava troppo a dosso.
Sentì uno strano odore.
Mi feci strada tra la boscaglia, fino a che, non arrivai davanti a una strana cosa.
Sembrava una casetta, fatta di marmo, e completamente ricoperta da rampicanti.
La porta, era fatta di vetro, completamente impolverato, e era decorato, da rifiniture in metallo, ormai arrugginito.
Doveva essere lì da un bel po’ di anni, o comunque bene o male, nessuno ci andava più.
Appena lo toccai, la porta si aprì cigolando rumorosamente. Entrai. E davanti a me, ch’erano tre rialzi di una quindicina di centimetri. E sulla parete,sopra di essi, c’era il disegno di un lupo che ululava, con lo sfondo, di una grande luna piena.
Tolsi i rami da sopra uno dei rialzi, e sulla targhetta posizionata in cima ad esso, c’era scritto
 

AGATHA DE JONG

 
Chissà chi era? Poco ma sicuro, doveva essere una donna.
Passai all’altro rialzo.
Mi si gelò il sangue nelle vene. Il cuore non mi batte più in petto.
 
DANTE:
la trovai in una specie di baracca in marmo, situata nel bel mezzo della foresta.
Era in mobile.
Continuava a fissare la targa posta su un rialzo in cemento.
Rimasi pietrifica anche io.
 

LEX MOON

 
Quasi non ci credevo.
Capì.
Quella non era una baracca dimenticata da dio e dagli uomini.
Era un santuario.
Mi avvicinai al terzo rialzo.
Scostai i rami.
Anche quello che c’era scritto sul terzo rialzo, non fu affatto piacevole
 

ZHALIA MOON

 





scusatemi per il ritardo nell'aggiornamento, ma dato che per l'ultimo e il primo dell'anno, non ci sarò, mia madre mi ha incastrato a darle una mano.
nel caso non riuscissi ad aggiornare in tempo, auguro a  tutti voi BUON ANNO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
  
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