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Autore: Helena Corvonero    31/12/2011    2 recensioni
Hermione Granger si ritrova a King's Cross, ma questa volta non deve prendere il treno per Hogwarts, deve iniziare un viaggio più grande, che la porterà verso un futuro diverso. Ad accompagnarla ci sarà Draco Malfoy, e nonostante il traguardo sia verso il futuro questo viaggio la porterà a fare un tuffo nel passato, per ricordare come tutto sia iniziato: con una scommessa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ciao a tutti! Scusate il ritardo, ma ero in vacanza in un posto dove non avevo il computer, quindi aggiorno oggi, appena tornata e ne approfitto per augurarvi un buon duemiladodici! E anche una buona lettura! Spero che il capitolo vi risulti chiaro.
A presto,

l’autrice.
 
 
 
 
CAPITOLO VENTI
DOLORE
 
 
 
 
 
Cos’è il dolore? Quello fisico.  E’ uno schiaffo, un pugno, un calcio. Una fattura, una pugnalata… la lista sarebbe infinita. E’ un qualcosa facile da concepire, difficile da affrontare, che devi combattere. Qualcosa che accade al tuo corpo, e che non riesci a guarire solo con la volontà personale. Devi avere medicine giuste o una bacchetta.

E invece il dolore, non quello fisico, quello a livello sentimentale, cos’è?
E’ qualcosa di soggettivo, accade anch’esso dentro te e solo tu puoi decidere di guarirlo. E’ un qualcosa che ti piega in due, ti fa venire le lacrime agli occhi, ti fa mordere le labbra. E’ invisibile agli occhi degli altri, non c’è incantesimo o antibiotico che tenga. Ti piega in due, ti fa urlare come una bestia ferita o ti fa gemere, in un angolo.
Entrambi feriscono. Entrambi il tempo può guarire.
Entrambi, contemporaneamente, possono essere provati.
Purtroppo, entrambi possono annientarti.
 
 
 
 
Mi riposai per poco, forse dieci minuti, quando una mano leggera mi iniziò a scuotere dolcemente.
Aprii gli occhi: davanti a me c’era Madama Chips che mi esortava ad andare a dormire nel mio dormitorio. Mi misi a sedere, mi strofinai gli occhi e mi alzai per andarmene.
La brandina di fianco alla mia era vuota e provai un senso di solitudine per questo.
Un istante prima di addormentarmi avevo intravisto qualcuno sedersi su quel letto, qualcuno di Serpeverde. E avevo dormito non con l’impressione di essere osservata, ma vegliata.
Scossi la testa come per scacciare quegli sciocchi pensieri.
Attraversai il portone dell’infermeria e sentii dei passi dietro di me. Mi voltai con un sorriso, credendo fosse Malfoy.
Il sorriso si curvò istantaneamente quando fu chiaro che il ragazzo moro davanti a me non era chi avevo sperato, bensì colui che si era seduto vicino a me poco prima.
Anche lui si accorse del sorriso che pian piano si spegneva. Inclinò la testa di lato, come un volatile.
Era alto, non riuscii a veder chiaramente il colore dei suoi occhi perché era buio, e la luce delle torce era insufficiente, ma sicuramente erano scuri almeno quanto i capelli.
Mi disse, con voce roca: “ Ehi Granger, ti accompagno fino al dormitorio, così facciamo due chiacchiere!”
Corrugai la fronte e diedi aria ai miei pensieri quasi involontariamente: “Non so chi sei.”
Lui rise, niente affatto preoccupato del mio tono: “Ah, giusto, scusa, non mi sono preoccupato: mi chiamo Charlie D. Face. Sono Serpeverde.”
Non mi mossi di un passo, per niente incline alla conversazione: “ La D. per cosa sta?”
Lui rimase sbigottito. “ Cosa?”
“ La D. Hai detto che ti chiami Charlie D. Face. La D per cosa sta?”
Quando incrociai il suo sguardo mi resi conto che mi stavo comportando come una pazza. Ma qualcosa non mi piaceva, in quel ragazzo.
Scossi la testa e gli sorrisi: “ Scusa, è che sono stanca e non è stata una gran giornata. Non volevo farti il terzo grado…”
Sorrise a sua volta e iniziò a camminare verso la Sala Comune di Grifondoro: “ Figurati, immagino…”
“Ho visto che eri in infermeria, prima. Come mai?”
Sospirò: “ Ah, niente di grave. E’ che mi hanno tirato un pugno.”
Parve esitare: “Ed è proprio per questo che vorrei parlarti.”
Mi fermai: “Dimmi.”
Lui si guardò le scarpe: “ E’ un tipo violento, stai attenta.”
Ero sbigottita: “ Di che stai parlando?”
Lui alzò un sopracciglio e poi si accinse a spiegare: “Malfoy. Io non so come ti abbia convinta… Insomma, ti ha promesso metà dei soldi?”
Lo guardavo senza emettere suono. Non capivo. Allora lui continuò: “ Insomma, mi dispiace per quell’expelliarmus io volevo colpire lui, ma eravate ehm…” tossì “… così vicini!”
“Charlie spiegati.”
Respirò forte. Io invece non ci riuscivo più. Sembrava che l’aria nei miei polmoni si fosse congelata.
“ Hermione Granger, sei una ragazza intelligente e per bene, per cui lo sappiamo che stai fingendo. Insomma, non potresti mai metterti con uno come lui! E’ Malfoy! E io ti sto aiutando… Manca poco alle vacanze ormai ce l’abbiamo fatta!”
Indietreggiai, gli occhi spalancati: non capivo una parola di quello che diceva.
Lui aprì la bocca, formando una perfetta ‘o’.
Iniziò a balbettare: “C-cioè, tu d-davvero non ne sapevi niente? Quindi ce l’aveva fatta?”
“ A fare cosa?” Riuscii a dire con il tono più fermo che potessi accampare.
Lui mi guardò per un paio di minuti. Poi indicò un gradino di una rampa di scale lì vicino e disse: “Sediamoci.”
Con assai poca grazia mi ci gettai sopra.
“ Io credevo stessi al suo gioco! Davvero, non ci credo…”
“ Charlie, parla con più chiarezza!”
“ Allora. Come sai, tra noi Serpeverde, si usa molto fare scommesse…”
Mi guardò, aspettando un cenno. Io annui.
“ Ecco. E quest’anno avevano scommesso che Draco sarebbe riuscito a conquistarti entro le vacanze. Inizialmente non c’erano speranze, lo rifiutavi. Improvvisamente però, avete iniziato a uscire insieme. Io credevo che lui, disperato, ti avesse messo a conoscenza della scommessa e ti avesse offerto metà della vincita! Voglio dire, non pensavo fosse possibile che di tua volontaria scelta ti mettessi con lui…”
“Non stiamo insieme.” Dissi meccanicamente. “ E poi non avrei mai accettato, non m’importa del denaro.
Lui annuì, guardando nel vuoto: “Infatti questa teoria non quadrava molto. Comunque, dopo un po’ che andava avanti, che sembrava che lui ce la stesse per fare io mi dissi che non era giusto. Ti avrebbe ferita troppo, era una cosa barbara anche per un Grifondoro mezzosangue!”
Si tappò la bocca, pentito delle parole pronunciate.
Scossi la testa e lo incitai a continuare, così abituata da quelle parole da parte dei Serpeverde. Del Serpeverde.
“ E poi la storia finisce qui, ecco, perché dopo avergli detto più volte di fermarsi, di fermare la scommessa l’ho seguito. Ed ecco, in bibliotecavolevo stordirlo prima che fosse troppo tardi. Ma ho colpito te… mi spiace. Comunque appena sono tornato nel dormitorio Malfoy mi ha assalito e mi ha colpito. Ecco il perché ero in infermeria.”
Io non dicevo una parola. Tacevo. Quasi nemmeno respiravo.
“ Granger? Tutto bene?”
Non risposi.
Charlie si girò verso di me e mi mise una mano sulla spalla.
“ Ehi, stai bene?”
Annuii.
Mi alzai in silenzio, incurante del fatto che Charlie mi seguisse o no.
Silenziosa come chi non ha più parole, come chi dentro non ha più urla, non ha più forza per reagire. Silenziosa come le lacrime che mi scorrevano lungo le guance.
 
 
Charlie Double Face si alzò e sparì nel buio dei corridoi.

  
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