Fanfic su attori > Orlando Bloom
Segui la storia  |       
Autore: Shizuru117    03/04/2004    4 recensioni
E se mai Orlando Bloom incontrasse un giovane ragazza che non ha idea di chi sia? Cosa verrà fuori? Fuoco e fiamme! E non nel senso malizioso della parola
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 27

Beh, lo avevo già spiegato sulla mia penultima recensione ma, per correttezza, lo dirò di nuovo. Quando trovate la mia storia prima, anche se non ho aggiunto un cap. è dato dal fatto che, ogni tanto, invece di modificare un capitolo lo reinserisco di nuovo. E poi che dire...oltre al solito, ed enorme, GRAZIE (^^) vorrei che mi dite cosa pensate della mia prima one-shot. E’ su Keanu Revees, così, tanto per cambiare un po’ i personaggi. Per Akuma, dopotutto la mia storia non può mica piacere a tutti! No?^^ Ma adesso basta con le ciance, buona lettura!^^Bacini Shi*

 

Capitolo 27.

Va dove ti porta il cuore...

 

Erano passati alcuni giorni dal loro arrivo in Italia e, nonostante le loro buone intenzioni, Elijah ed Amina non erano riusciti a conversare per più di cinque minuti. Orlando e Christy, giustamente, si erano un po’ stufati di questa situazione e, soprattutto, non volevano essere tra due fuochi. Dopo circa una settimana, decisero di andare a fare un giro della città ‘by night’ e così, appena ebbero finito di mangiare, uscirono. El ed Ob erano rimasti molto sullo stile casual: camicia, jeans e scarpe da ginnastica, mentre Cry ed Amy optarono per i vestiti di mezza stagione, di colore pastello. La prima cosa che decisero di andare a vedere, fu il Lungarno. Tuttavia, due di loro avevano ideato un piano geniale.

 

“Senti Orlando, cosa abbiamo intenzione di fare con ‘quella’ cosa?” Disse Christy, facendogli l’occhiolino.

 

“Quale cosa, scusa?” Non aveva capito.

 

“Come quale? QUELLA cosa? Ricordi…che NOI DUE dobbiamo andare DA SOLI a vedere QUEL negozio?”

 

“Io proprio non…ah! Sì, adesso mi ricordo! Beh, noi andiamo ragazzi. Mi raccomando, tra mezz’ora fatevi trovare nella piazza del Duomo, siamo d’accordo?”

 

Orlando e Christy avevano avuto veramente una bella idea. Con la scusa di andarsene per conto loro, avevano lasciato da soli Amina ed El che, con il favore della notte stellata, avrebbero sicuramente tirato fuori l’argomento ‘post dichiarazione’. Era impossibile vederli così impacciati tra di loro, senza contare che stavano soffrendo molto per quella situazione così stagnante (grazie Akuma!^^ NdShizuru117).

 

“Credi che questa volta riusciranno a formulare una frase senza parlare a monosillabi?” Chiese la ragazza ad Ob.

 

“Non lo so, mi auguro soltanto che la smettano di far finta di non conoscersi! E’ assurdo, mi sembrano dei bambini dell’asilo!”

 

“A proposito di bimbi, adesso che mi ci fai pensare, anche io avrei qualche domandina da farti…” Disse, assumendo un tono di voce che non prometteva niente di buono.

 

“Facciamo così, quando troviamo una bella panchina per mettersi seduti, puoi spararmi tutte le domande che vuoi? Ci stai?” Rispose in tono scherzoso.

 

“Fossi in te, comincerei a scherzarci poco. Quando faccio il detective, so essere molto professionale.”

 

Nel frattempo, seduti in riva all’Arno…

 

…………………………………………………………………………………………………

 

Amina ed Elijah si erano seduti, da un paio di minuti, a Ponte Vecchio, guardando distrattamente l’acqua che passava, incessantemente, sotto di loro. Entrambi sapevano che dovevano dire qualche cosa ma, considerato il loro enorme imbarazzo, trovarono non poche difficoltà. Amina aveva tante di quelle cose da chiedergli che non sapeva nemmeno da dove cominciare. Quando provava ad aprire bocca, incontrava quei begli occhi azzurri e come faceva a continuare? La stava supplicando con gli occhi, perché non dicesse nulla che potesse spezzare quel magico silenzio.

 

“Senti…” Dissero all’unisono. Si guardarono un attimo, poi si misero a ridere.

 

“Accidenti, mi sembra di essere dentro a quei buffi cartoni animati giapponesi! Cavoli, siamo proprio due imbranatoni!” Disse Amina, asciugandosi le lacrime, cadute per la grossa risata.

 

“E’ proprio vero! E poi mi vengono a dire che io sono un bravo attore!” Rispose Elijah che non ce la faceva più.

 

“Oh, io non l’ho mai pensato! Sei un attore piuttosto mediocre!” Disse con tono canzonatorio.

 

“Ma tu guarda che stronza! Adesso te lo faccio vedere io!” Scese giù e cominciò a farle il solletico. Alla fine, lo implorò di lasciarla andare.

 

“Mamma mia che serata!” Amy era proprio esausta.

 

“Eh sì…è proprio una bella serata…”

 

“Già. Tu che ne dici? Sarà forse il caso di parlare, no? Dopotutto, anche Ob e Christy si sono fatti in quattro per lasciarci da soli!” Lo guardò negli occhi, lui le sorrise.

 

“Direi di sì. Non possiamo passare un’altra settimana in questo modo! C’è assoluto bisogno di fare due chiacchiere.”

 

“Perché non andiamo a fare una camminata verso Palazzo Pitti? Andiamo a vedere se il suo splendido giardino è aperto anche di notte.”

 

“Sì, direi che è una buona idea.” Così si incamminarono, l’uno vicino all’altra.

 

…………………………………………………………………………………………………

 

Nel frattempo, Christy ed Orlando avevano trovato un ottimo posto a Piazza Santa Maria Novella. C’erano molte coppie, è vero, ma loro sapevano bene che non avevano nulla da spartire in quel senso. Lei aveva ancora la testa in Australia mentre lui aveva ben altro a cui pensare, o sarebbe meglio dire qualcun’altra a cui pensare. Non appena si sedettero, la ragazza si mise davanti a lui, con le braccia sui fianchi e uno sguardo da furbetta.

 

“Cosa significano quegli occhi? Mi fa una certa impressione vederti così…” Orlando si mise a ridere, vedendo l’espressione buffa che si era dipinta sul volto dell’amica.

 

“Io comincerei ad avere paura, se fossi in te. Quando la sottoscritta si mette in testa una cosa, non c’è niente che le faccia cambiare idea!”

 

“Perché parli in terza persona?”

 

“Fa molto più effetto, non trovi?” Disse lei, ridendo.

 

“Sì, ammetto di sì. Avanti, che cosa devi chiedermi? Non credere che io non me ne sia accorto…”

 

“Invece, credo proprio che tu non te ne sia accorto. Non fraintendermi ma, non sono così stupida come posso sembrare.”

 

“Non mi è mai passato per l’anticamera del cervello il fatto che tu sia stupida!” Disse lui, un po’ sulla difensiva.

 

“Credo che tu mi debba fare un lungo discorsino, partendo dall’inizio e non tralasciando neanche un minuscolo particolare. Magari puoi fregare El, ma non me. Tu hai qualcosa che non va…e scommetto quello che vuoi che c’entra Amina.”

 

……………………………………………………………………………………………………

 

Con loro grande fortuna, trovarono il Giardino dei Boboli aperto. In quei giorni di fine primavera, era un vero incanto. Sembrava di stare dentro ad una favola, con tutti quei splendidi alberi e la luce lunare che filtrava dai loro rami. Assomigliava ad un sogno e, se fosse saltata fuori una piccola fata, nessuno si sarebbe sorpreso. Amina ed Elijah si misero a sedere sotto una bellissima quercia, vecchia quanto un’anziana signora.

 

“Beh, ora non possiamo più fuggire. Siamo qui e dobbiamo parlare.” Disse il ragazzo, prendendole una mano. “Se non ti spiace, vorrei cominciare io. E’ giusto che sia così, sono io che ho creato tutto questo enorme casino.”

 

“Va bene. Se è ciò che vuoi, puoi farlo.” Rispose lei, appoggiandosi al tronco.

 

“Vedi, io so di non essere stato molto gentile a non farmi più sentire dopo…beh…quella sera alla tua festa. Tante volte avrei voluto prendere il telefono e chiamarti, facendoti capire che non stavo male ma, era più forte di me, non ci riuscivo. Sono sempre stato un ragazzo molto timido e, se devo dirla tutta, pure molto debole di carattere. Sapevo bene che le tue intenzioni erano più che buone ma, il dolore…in quel momento riuscivo a sentire solo quello. Poi, anche grazie ad Orlando, ho capito che non mi faceva bene piangermi addosso e, soprattutto, dovevo reagire. Così, contro ogni mia aspettativa, sono partito con voi per venire qui, a Firenze. All’inizio è stata dura ma, vedendoti allo stesso tempo così vicina e lontana, ho capito che mi mancavi. Non fraintendermi, mi mancava la tua amicizia, il tuo sorriso, le tue battute. Ho capito che mi mancavi come amica e alla fine, dopotutto, avevi ragione.” Era stato dolcissimo. Man mano che parlava, le accarezzava la mano e sorrideva, ripensando a tutto quello che gli era capitato. Aveva un tono di voce caldo e confortante, come per infonderle sicurezza, coraggio.

 

“Sai, sono contenta che stai meglio. Sono stata una grande stupida a non farmi risentire, in tutto questo tempo. Però temevo in una brutta reazione, pensavo che mi avresti chiuso il telefono in faccia. So bene che non lo faresti mai ma, quando sei giù, ti fai tanti di quei problemi che, in realtà, neanche esistono!” Cominciò a ridere, seguita a ruota da lui. “Però sono felice. Credevo che, con il mio pessimo carattere, ti avessi perso per sempre. Vedi, il mio più grande difetto è quello di non trovare mai le parole giuste. Magari vorrei far capire ad una persona che le sono vicina ma, non so perché, rimango lì…a guardarla, senza fare assolutamente niente.”

 

“Tu sei una brava ragazza, non hai niente da invidiare…a nessuno.”

 

“Se mi fai così tanti complimenti, arrossisco! Poi, torno normale solo con lo smacchiatore!”

 

“Brava, è questa l’Amina che conosco io!” Le arruffò i capelli, con suo grande disappunto.

 

“Ma che fai! Già che ho i capelli più ispidi di una scopa! Non ti ci mettere pure tu!”

 

“Che paura! Devo cominciare a tremare?” Disse lui, in tono di sfida.

 

“Mai farmi alterare! Che poi divento peggio dell’incredibile Hulk!” Detto questo, gli saltò addosso e cominciò a picchiarlo scherzosamente. Era tornato tutto come sempre e, finalmente, avevano chiarito ogni cosa.

 

……………………………………………………………………………………………

 

“Che cosa ti dovrei dire di Amina? A me sembra che va tutto bene…” Stava mentendo spudoratamente, e lei lo sapeva.

 

“Non credere che io mi beva questa assurda storia! O me lo dici con le buone, oppure sarai costretto a dirmelo con le cattive!” Disse, alzando leggermente la voce.

 

“Ma ti ho già detto la verità!”

 

“Sul set sarai anche bravo come attore ma, nella realtà, non riesci neppure a dire una bugia credibile!”

 

“……………………” ‘Io cerco di fare qualcosa per gli amici, ed ecco il risultato’ pensò. Andarsene da solo con Christy era stata davvero una cattiva mossa.

 

“Non ti preoccupare, non lo dirò a nessuno. Di me ti puoi fidare! Nemmeno Elijah verrà a saperlo.” Si mise a sedere accanto a lui, guardandolo dolcemente. “Allora, te la senti di dirmi cosa c’è che non va?”

 

“Beh…tu saresti la prima a saperlo…” Farfugliò. Riusciva a malapena ad ammetterlo a sé stesso, figuriamoci dirlo ad un’altra persona.

 

“In tal caso mi sentirò molto onorata!” Si mise a ridere, il che smorzò la difficoltà della situazione.

 

“Vedi io…come dire…credo di essere…sì, insomma…” Le parole non volevano proprio uscirgli dalla bocca.

 

“Che sei innamorato di Amina? Se è così, non è una novità.”

 

Lui la stava guardando tra l’incredulo e lo sconcertato. L’aveva detto con così tanta naturalezza, neanche fosse stata una notizia pubblicata sul giornale. Lei lo guardava, molto divertita, mentre lui aveva assunto un colorito che si aggirava intorno al rosso fuoco.

 

“E-e-e tu, come f-fai a saperlo?”

 

“Scusami se te lo dico così chiaramente ma, caro mio, è chiaro come il sole! Basta osservarti mentre la guardi. Sembri un albero di Natale che accende le lucine con la musichina di sottofondo!”

 

“E’ davvero così palese? Mi sembrava di essere stato piuttosto discreto.” Una parte del suo ego si sentiva offesa. Una donna, che per giunta non lo conosceva nemmeno molto, riusciva a cogliere ogni sua singola emozione solamente dal suo sguardo.

 

“Non lo metto in dubbio ma, mi dispiace dirtelo, ho buon intuito. In ogni caso, non vedo che male ci sia. E’ bello voler bene ad una persona.”

 

“Certo, se anche lei vuole bene a te!”

 

“Credi davvero che Amy non ti voglia bene?” Rispose lei, piuttosto scontrosa.

 

“No, lo so che mi vuole bene. Però, non è il suo affetto quello che voglio…io vorrei il suo amore.” Faticava molto a parlare. Poche volte nella sua vita si era innamorato e non sempre era andata a finire bene.

 

“Ti capisco…però, fossi in te, non perderei le speranze.” Lei lo vide girarsi, con gli occhi spalancati. “Per favore, non mi guardare con quella faccia! I tuoi occhi sembrano i fari di una macchina.”

 

“Scusami sai, ma come ti dovrei guardare dopo una notizia del genere? Cioè, tu stai cercando di dirmi che anche lei…”

 

“Non facciamo il passo più lungo della gamba. Le mie sono solo supposizioni! Però….boh…ultimamente è molto strana. E’ molto più allegra e sognante del solito, nonostante l’inghippo con Elijah.”

 

“Se quello che dici è vero…potrei avere qualche speranza?” I suoi occhi avevano cominciato a brillare.

 

“Forse sì. Però, è fondamentale farle capire che tu non ti sei accorto di niente. Deve essere una cosa piuttosto graduale. Non è che puoi andare da lei e baciarla, così, senza senso. Corteggiala con classe, eleganza e stile. Falle capire che tieni a lei, ma non essere troppo esplicito. A noi donne piace un sacco quando l’uomo che si ama ti dedica le attenzioni.”

 

“Lo sai, sei proprio un genio!” Disse Orlando, stampandole un bacio sulla guancia.

 

“Ehi, mi raccomando, non dire mai niente di tutto questo ai tuoi amici!”

 

“E perché? E’ una grande tattica!”

 

“Perché, altrimenti, David scoprirà la mia strategia!” Rispose Christy, cominciando a ridere.

 

“Va bene, ma solo perché sei tu.”

 

“In tal caso, vediamo di andare alla Piazza del Duomo. Elijah ed Amina ci stanno aspettando là.”

 

In entrambi i casi, ognuno di loro aveva fatto tesoro di quelle chiacchierate. Chi in un modo, chi un altro. Christy ed Orlando incontrarono gli altri due a Piazza della Repubblica, poco prima del luogo del loro incontro. Man mano che si avvicinavano, sentivano sempre più chiaramente della musica, probabilmente da sagra o da veglione. Lo strano caso del destino volle che, quella sera, ci fosse una festa in piazza. C’era una piccola banda che suonava il liscio e un sacco di gente in mezzo, a ballare.

 

“Che bello! Guardate che forte! E’ da una vita che non fanno più le feste qui!” Disse Amy, al colmo dello stupore.

 

“Hai ragione, è veramente uno spettacolo incredibile!” Rispose Orlando.

 

“Dai El, andiamo a ballare!” Disse Cry, trascinando il ragazzo in mezzo alla pista. Prima di perdere di vista gli altri due, fece l’occhiolino ad Ob.

 

Tuttavia, il povero Orlando non sapeva cosa fare. Era veramente un manico di scopa quando si trattava di ballare, per di più in mezzo a tutta quella gente. Amina muoveva il piede destro a tempo di musica, lanciando qualche occhiata verso il ragazzo. Lui, dal canto suo, prendendo il coraggio a due mani, si mise in ginocchio davanti a lei.

 

“Ma che stai facendo?” Disse Amy, mettendosi a ridere.

 

“Vuole concedermi l’onore di questo ballo, a rischio e pericolo dei vostri piedi?” Rispose lui, molto seriamente.

 

“Per me va bene, mio cavaliere” E andarono insieme, in mezzo alle altre persone.

 

Avevano perso di vista Christy ed Elijah ma, in compenso, Amina stava dando delle lezioni di ballo ad Orlando in cinque minuti, nella speranza di non cadere rovinosamente a terra.

 

“Senti, questo è un valzer. Devi fare così…un-due-tre…un-due-tre….AHI! QUELLO E’ IL MIO PIEDE, RAZZA DI CRETINO!”

 

“Scusami, ora ci riproviamo!” Ob ballava guardandosi costantemente i piedi.

 

“Sì, stai cominciando a sentire il ritmo…così…te la stai cavando molto bene…AHIA! Quando mi pesti, cerca di farlo con grazia!”

 

“Che ci posso fare! Te l’ho detto che non sono capace!”

 

“Ma che ci vuole! Forza, rifallo di nuovo…un-due-tre…ORLANDO! Mi stai letteralmente MACIULLANDO il piede destro!”

 

“Te l’avevo detto che era a rischio e pericolo dei tuoi piedi! Non prendertela con me!” Parlavano mentre continuavano a ballare, molto faticosamente.

 

“IL MIO ALLUCE!” urlò lei, prendendosi il piede sinistro.

 

“Oddio, scusami! Ti sei fatta male?”

 

“Ma che razza di domanda cretina! Certo che mi sono fatta male, deficiente!” Cominciò a picchiarlo, ridendo.

 

“Ma lo vedi che stai bene!” Disse lui, cominciando a ridere a sua volta.

 

Continuarono a ballare ancora per molto, anche se Amina aveva i piedi un po’ doloranti. Risero per tutto il tempo, senza smettere neanche un secondo. Era così bello sentirsi liberi, tranquilli…sentirsi così…vicini.

 

CONTINUA...

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Orlando Bloom / Vai alla pagina dell'autore: Shizuru117