12. Visita inaspettata che porta alla mente vecchi ricordi.



Sono passati cinque giorni.
Dopo l'episodio della fuga del mio fratellino, Ivan, mia madre era diventata un po' più...presete nella nostra vita quotidiana.
Per esempio ci preparava la colazione, o almeno, tentava di prepararla con scarzi risultati, ma come dice Ivan " L'importante è il pensiero! ".
Io comunque non sono molto convinto.
Ingrid ora è al lavoro, tornerà tra un'ora penso.
Non sono andato a scuola. Ne oggi ne ieri. Non perchè stessi male, è che non ne ho la minima voglia. Semplice no?
In questo momento sono in cucina, sto iniziando a preparare il pranzo: Omelette agli asparagi e risotto con i funghi.
Una prelibatezza. Penso che cucinare sia una delle poche cose che mi rilassano e allo stesso tempo mi fanno sentire importante, orgoglioso del mio risultato.
E devo anche ammettere, senza un briciolo di modestia, che mi riesce anche particolarmente bene!
Sto prendendo il riso dalla credenza affianco al frigorifero quando citofonano.
Sbuffo con un po' d'irritazione e vado a sentire chi è che scoccia a quest'ora.
Alzo la cornetta con uno scatto e chiedo distaccato, molto formale- Si?-.
-*Ciao Gregory! Aprimi su*!-
La voce che sento è un po' metallica per via del citofono ma la riconosco all'istante, anche per il fatto che sta parlando in svedese.
-*Andres?*- Chiedo come sotto shock, felice di sentire di nuovo la sua voce.
-*Ci puoi contare nipote!*- Esclama allegramente mio zio. Frettolosamente premo sul pulsante che apre il portone.
Lo zio...Lo zio è qui. Ma cosa ci è venuto a fare in Italia, nelle Marche per lo più?
Domanda a cui non trovo risposta.
Dopo due minuti abbondanti mi bussa alla porta. Apro e me lo ritrovo davanti.
Ha un bel sorriso felice sul volto giovanile.
Come avevo già detto in precedenza è il fratello minore di mia madre, ha solo trentaquattro anni e li porta benissimo.
I capelli sono ovviamente biondi. Di un biondo chiarissimo, quasi bianchi. Occhi verdi chiari e pelli pallida e con una piccola spruzzata di lentiggini sul naso dritto e importante. Una barbetta incolta bionda sulla mascella gli danno un'aria un po' più vissuta, ma pure sempre giovanile.
Non è cambiato di una virgola.
Indossa una camicia blu chiaro con un golf a mezze maniche nero e dei jeans blu larghi e bassi. Calza scarpe da tennis nere e celesti.
-*Gregory! Sei cresciuto moltissimo nell'ultimo anno!*- Mi da una vigorosa ed affettuosa pacca sulla spalla destra ed entra superandomi.
Gli sorrido senza rispondere, non c'è bisogno.
Si guarda un po' attorno poi facendomi l'occhilino me chiede a bassa voce, anche se sa bene che ci siamo solo noi due in casa.
-*Era meglio la casa in Svezia vero nipote?*-
Ridacchio e dico con voce un po' malinconica -*Eggià, molto più ampia ed accogliente!* -
-* Si...Comunque dimmi. Ingrid? Al lavoro o a spendere nei negozi?*- Ridacchia.
-*Lavoro, lavoro...*-rispondo con un sorriso.
-*E quello scatenato di Ivan? A scuola?*- Mi chiede dopo essersi accomodato sul divano.
Io rimango in piedi, con rispetto, rispondo-*Penso abbia capito qualcosa.*-
Lo dico così, senza pensarci. Il mio sguardo si fa vuoto, non vedo più lo zio, vedo davanti a me la scena di mio fratello e me abbraciati, la scena di quando l'ho ritrovato.
-* Davvero? Beh, questo è un problema! E come l'ha presa?*- Mi domanda preoccupato dalla mia espressione e alzandosi.
La mia faccia si fa contrita e con voce rauca inizio a raccontargli tutto di quella sera, dal litigio con sua sorella a quando io e Ivan siamo tornati a casa.



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NdR: Allora per chi non l'avesse capito quando ci sono : *frase* vuol dire che i personaggi stanno dialogando in svedese.
Noppy