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Autore: RoryTheSherlockian    02/01/2012    5 recensioni
Sherlock Holmes alle prese con John Watson e una scomoda verità.
Sherlock/John
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Dobbiamo parlare, John. SH -


John Watson odiava quando Sherlock Holmes comunicava solo tramite sms o bigliettini attaccati al frigorifero.
Sherlock era uscito molto presto quella mattina, e John non sapeva quando sarebbe tornato. Subito un bip proveniente dal suo cellulare rchiamò la sua attenzione. Come aveva intuito, era di Sherlock.
- Alle 15 al cinese in Baker Street. SH -
John sospirò, si infilò il cellulare in tasca e si occupò di altro.

Alle 3 in punto John era seduto al solito tavolo del cinese di Baker Street. è nervoso, alle 3 e 15 ancora Sherlock non arrivava, lui che di solito arrivava pure in anticipo.
"Elegantemente" aveva detto un giorno. A John quella frase ricordava un film, e si chiese come diavolo facesse Sherlock ad averlo visto, dato che la tv era di solito usata solo per i notiziari.
Le ore passavano, John aveva sempre lo stesso piatto davanti da cui ogni tanto spilluzzicava qualcosa. Osservava la gente passare, vecchi e giovani, uomini e donne, vestiti riccamente o meno, gente col cellulare o no. Cercava una sciarpa blu, immancabilmente abbinata a un cappotto scuro e a una testa riccioluta.
Si era fatta oramai ora di cena, e il gestore del ristorante gli servì qualcosa di caldo. John quasi non se ne accorse, mormorò un sommesso grazie e iniziò a spilluzzicare anche quella pietanza.
John stette li fino a quando il gestore ritornò da lui per dirgli che dovevano chiudere. Questo significa che sono le 2, pensò John Watson rientrando in casa. La porta era chiusa a chiave, le luci spente, tutto come l'aveva lasciato. Controllò anche in camera del suo collega, ma prevedibilmente la trovò vuota.

Verso le 3 di mattina una chiave iniziò a girare nella toppa, presto rivelando uno SHerlock Holmes un po' strapazzato: un taglio che ancora stillava sangue percorreva la sua fronte, e aveva diversi lividi sparsi sul viso e sul collo, da cui mancava la tipica sciarpa, che spuntava invece da una tasca del cappotto.
Uno Sherlock in questo stato trovò ad attenderlo un John abbastanza irritato.
- Mio Dio Sherlock, ma come ti sei conciato?! -
- Non è niente John. Più che altro, perch non sei ancora a dormire? è tardi, lo sai? - disse con fare noncurante.
- Perché non lo deduci tu stesso? E poi non sei mia madre, per dirmi a che ore devo andare a dormire - rispose John sempre più irritato.
- Sei rimasto ad aspettare me, non è vero? E poi non lo dici sempre te che la mancanza di sonno è deleteria? -
- Mi avevi detto un orario e un posto, e io sono andato a quell'ora in quel posto! E comunque un notte di sonno mancato non mi farà molti danni, al contrario di te, dato che tu passi quasi tutte le notti in bianco! - John si stava davvero infuriando.
- Io ti avevo dato un orario e un posto, certo, ma non ho mai specificato che ci sarei stato anche io. - rispose Sherlock lanciando una frecciatina con gli occhi di ghiaccio.
-Ma tu... No, no mi ci metto neanche a discutere con te. Tanto troveresti senz'altro il modo per battermi. -
- Molto saggio - interloquì Sherlock.
- Adesso di grazia puoi dirmi quello che mi dovevi dire così possiamo andare a dormire?! -
- Fa niente - commentò Sherlock Holmes
- Come fa niente?! - sbottò John - Sherlock... -
- Non me lo ricordo. - tagliò corto il detective.
- Non ti credo - obiettò il medico.
- E perché no? - chiese candidamente l'altro.
- Perché tu non dimentichi mai nulla di quello che ti interessa -
- Chi ti dice che mi interessasse? - Altra battuta tagliente, altra frecciatina.
- Non mi avresti mandato quell'assurdo messaggio. -
Sherlock rimase in silenzio. Touché.

Durante tutto il discorso, John Watson aveva fatto sedere Sherlock Holmes, preso cotone e disinfettante e iniziato a medicare l'amico.
- Ahia, fai piano - si lamentò il "malato". John sospirò pesantemente.
- Sherlock, non fare il bambino - e il detective si zittì di nuovo.
Una volta medicato, Sherlock si rialzò dalla poltrona e camminò nella stanza fino a dare le spalle al coinquilino. - Io... - principiò, lasciando la frase in sospeso e attirando l'attenzione del dottore.
- Io... IO TI AMO JOHN! - sbottò, sempre girato - Adesso fai quello che ti pare, se te ne vuoi andare fai pure, a me non interessa. - sentiva gli occhi dell'altro sulla sua schiena - E va bene, mi importerebbe, ma non ti pregherò mai di restare! - sbottò di nuovo, serrando gli occhi.
Si odiava immensamente per quello che aveva detto. Ma soprattutto si odiava per quello che provava. Non era lui quello sposato col suo lavoro? Ed adesso aveva fatto pure la figura dell'idiota di fronte a John!
- Sherlock...- iniziò John.
- Non dire niente! - lo fermò subito Sherlock. Non voleva sapere. Per la prima volta in vita sua desiderò di non sapere, e cominciarono a pizzicargli gli occhi. Anche a piangere mi metto adesso... pensò Sherlock con rabbia.
Stava per andarsene in camera, quando due braccia gli cinsero il petto.
- John... -
- Shh... - lo zittì con dolcezza il dottore.
Sherlock reclinò la testa all'indietro, aprendo gli cchi e lasciando libero corso alle lacrime. Chissà da quanto tempo aspettavano questo momento... pensò John, senza smettere di abbracciare l'amico.

Rimaserò così, in silenzio. Un silenzio che valeva più di mille parole.


THE END.



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Scusate i troppi dialoghi^^" è la mia seconsa Shwatsonlock, e mi piace molto più della prima :3 Forse perché adoro Sherlock della BBC :D
   
 
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