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Autore: Cromatic Angel    02/01/2012    4 recensioni
Tre colpi.
Non aspettò nemmeno il permesso. Quello bastava per sapere che stava entrando, e poi era noto che quello fosse il suo modo per far capire che era lei che stava facendo la sua trionfale entrata.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Pronta per tornare a casa? >> Varcò la soglia della camera da letto, osservando Alex che richiudeva la valigia accuratamente.

<< Direi di si...devo fare solo il giro di ricognizione >> Mise le mani ai fianchi osservando la stanza vuota.

<< Tu e la tua paura di scordare qualcosa >> Rise tornando in salotto.

<< Jay >> Entrò anche lei in salotto. Lui eri lì che la guardava curioso, aspettando che dicesse qualcosa.

Ma non disse nulla, lo fissò e gli sorrise.

Gli sorrise in modo sincero.

Gli trasmise gratitudine.

Gratitudine per sopportare quella situazione.

Gratitudine per non cancellarla dai contratti e togliergli l'azienda.

Gratitudine per essere sempre e comunque accanto a lei.

Gratitudine per credere in lei e per non lasciarla andare via.

Sapeva che stava tentando di riaverla, ma non era sicura che tutto sarebbe tornato così facilmente alla normalità.

 

 

 

 

 

Erano tornati ormai da tre ore a Los Angeles.

<< Yang vieni qui>> scosse piano un campanellino e poi eccolo lì il suo gattino bianco dagli occhi orientali, che con un elegante salto arrivò sul bancone della cucina, tirò fuori la lingua e assaporò il latte che c'era nella sua ciotola in metallo, il tutto seguito dagli occhi attenti di Alex. << Vedo che Krystall ti ha nutrito per bene! >> Accarezzò la coda del micio.

<< Temevi che te l'avrei lasciato a digiuno?! >> Una ragazza dalla carnagione caffè sbucò sull'arcata della cucina, appoggiandosi al muro in marmo.

<< Mi fido di te e lo sai. E ti ringrazio di essere corsa subito qui, senza un minino di preavviso...E' solo che Yang non è abituato a stare senza me >> fece la vocina candida, grattando la testolina del gatto che rispose con una dolce zampata sul polso della padrona.

<< Com'è andata? >> Krystall si scostò i ricci castano scuro dalle spalle e si sedette sullo sgabello proprio di fronte l'amica e dietro il gatto. << E' andata bene. Ha chiuso, anzi abbiamo chiuso con i direttori di Miami, adesso è tutto sulle spalle di Jared. >> Fissava il gatto.

<< E lui? Come si è comportato? >> L'amica, invece, la fissava.

<< Lui è stato il solito vecchio Jared...nulla di più >> Scrollò le spalle.

<< Alex >> Le prese la mano << Ti stai facendo di nuovo del male... >> I suoi occhi erano preoccupati.

<< Non posso farci altro Krystall...quello è il mio lavoro... >> Alzò lo sguardo acquoso verso la donna.

<< No, potresti benissimo chiedere tu di dirigere l'azienda a Miami, ti tireresti fuori da qui e soprattutto ti allontaneresti da lui...Ma credo che invece tu voglia stare qui, vuoi per caso sorvegliarlo? >> Alzò un sopracciglio curiosa.

Non le rispose, gettò il suo sguardo verso la finestra che illuminava l'ampia cucina.

In realtà nemmeno lei sapeva bene perchè fosse tornata a lavorare con lui...per un anno era stata tranquilla a New York.

Per un anno non si era tormentata nel chiedersi cosa stesse facendo lui e con chi stesse. Era tranquilla, lo era realmente e forse prima che tutto potesse nuovamente degenerare era meglio togliere le tende prima dell'uragano, altrimenti le parole di Krystall si sarebbero avverate e lei non voleva tornare a soffrire.

Non per il momento.

<< Quanto ti fermi? >> Cambiò argomento, non voleva rivangare il passato. Non le andava per niente per il momento. Prese la ciotola di Yang e la pose dentro il lavandino.

<< Partirò domani sera. L'aereo l'ho trovato solo per quell'ora...è un problema? >>

<< No, anzi avrei preferito rimanessi di più. Questa casa è troppo grande per me e Yang >> Fece il giro del bancone e si sedette accanto all'amica, giocando con il vaso di fiori finti posto di lato alla penisola. << Alla fine ci sei rimasta tu qui... >> Sorrise appena, prese a giocare con un tovagliolo in stoffa lasciato sul bancone <<...senti posso venire con te a lavoro domani? >> Increspò le labbra.

<< No, tu e lui nello stesso posto?! Ma nemmeno se dovessero pagarmi oro! >> Si agitò.

<< Giuro che non lo disturbo, farò finta non ci sia! >> la pregò.

<< No, Krys! Sai che lui non scorda il passato e le scintille scoppieranno e non mi va, soprattutto in azienda. La gente lì non lo sa che ci siamo separati. Non mi va che sappiano... >> Si fece piccola.

<< Non dirmi che lì pensano che ancora state insieme?>> Chiese allibita.

<< Si, non abbiamo voglia di divulgare nulla. In fondo non abbiamo mai portato la fede in pubblico, ma solo in famiglia. Quindi non si capisce niente, almeno credo... >> Alzò le spalle

<< E del fatto che tu sia mancata un anno? Non dicono nulla nemmeno di questo? >> Corrugò la fronte.

<< No, si sa che sono andata a New York per sistemare un po' le cose lì, nessuno sospetta nulla. Lo sa solo la mia assistente. E' lei che mi ha detto...beh lo sai >> Si fece improvvisamente triste.

<< Hey! >> Scattò per terra e abbracciò l'amica << Non pensarci più, è passato tutto... >> le sussurrò.

Tirò su con il naso, aggrappandosi alla donna riccia.

Il ricordo ancora non l'abbandonava.

Il dolore era ancora incolmabile.

Sentiva che prima o poi ci sarebbe riuscita a superare tutto, ma Krystall aveva ragione, stando a stretto contatto con lui nulla sarebbe mutato.

Un passo e sarebbe ripiombata nel baratro.

 

 

 

 

 

 

Prese il telefono e aprì la chiamata << Chi non muore si risente >> Disse retorico.

-Jay smettila !

<< Che succede? >> Rise l'altro.

- Mamma mi ha chiamato questa mattina, dice che non riesce a contattarti. Vorrebbe sapere se verrete a cena.

<< Quando? >> Si stese sul letto rimirandosi le unghie

- Venerdì sera.

<< Dille che le farò sapere >>

- Ok, non verrai nemmeno questa volta. Prima o poi Mamma lo verrà a sapere e non sarà molto felice Jay...che pensi di fare? Non che mi fotta qualcosa delle tue scelte, però la merdata ormai l'hai fatta, cerca almeno di salvare un po' della dignità che ti resta.

<< Non mi serve aver fatta la morale Shannon. Me la so sbrigare da solo. Ti chiamo domani io, ti darò una risposta. >> Non aspettò che il fratello potesse rispondere.

Chiuse la chiamata e gettò il telefono lontano da sé.

Mise un braccio per coprire gli occhi, rimanendo steso sul letto a pancia in su.

What to do? What to do? What to do?

Solo a questo riusciva a pensare.

 

 

 

<< E' tutto ok? >> Il fiatone le logorava la gola.

<< Si, entra >> La sua faccia da funerale non confermava quelle due parole. Soprattutto quando vieni chiamata alle undici di sera, capendo solo di correre a perdi fiato verso la casa di tuo marito. Il tutto detto con una voce piatta e fin troppo seria anche per Jared.

<< Menti! >> Entrò e mollò la borsa sul mobile dell'ingresso. << Che è successo? Mi hai fatto spaventare >> Si sedette preoccupata sul divano rosso posizionato al centro del salone interamente bianco di casa di Jared.

<< Promettimi che non darai su tutte le furie... >> Mise le mani avanti sedendosi accanto a lei.

<< Raccontami tutto, non ti prometto nulla >> La sua voce era dura e lineare.

Jared deglutì e prese respiro << Io non ho detto a mia madre che ci siamo separati e lei per tutto quest'anno ha continuato ad invitarci e io declinavo sempre, adesso inizio a temere che lei possa sospettare. Alex...non ho avuto coraggio. Lo ammetto. Ed è dura per me confermare di essere senza palle davanti a mia madre, però non riesco a darle questo dispiacere. Vederla soffrire in questo modo per un mio enorme errore mi fa stare male, pensa se dovessi dirle la verità...io... >> Era spaventato e confuso. Non riusciva nemmeno a terminare la frase.

Alex abbassò lo sguardo sulle mani. Non voleva prenderlo a sberle, capiva cosa stesse provando. Lo aveva provato lei esattamente un anno prima, quando diede il colpo di grazia a suo padre.

<< Andremo insieme da tua madre >> Sapeva che era del conforto che aveva bisogno, perchè anche lei all'epoca ne ebbe di bisogno e solo Krystall riuscì a sostenerla mentre si mortificava davanti agli occhi dei suoi genitori. Alzò il viso e guardò gli occhi ghiaccio di Jared << Ti sosterrò e diremo tutto a tua madre, deve sapere. Per quanto possa voler bene a Costance e per quanto detesti recarle qualche dolore atroce, lei deve sapere Jared. Ti amerà lo stesso, sei suo figlio. Errare è umano... >>

<< Perseverare è diabolico... >> Continuò lui << per quello che ho fatto posso solo essere diabolico Alex, mi dispiace... >> Si alzò dal divano e si avvicinò alla porta/finestra che dava sull'immenso terrazzo. Fissava le luci sprizzanti di una Los Angeles pronta alla vita notturna.

<< Non sei diabolico, sei solo un umano che si è lasciato andare. Per quanto tu possa avermi fatto del male , io continuo a volerti bene. Sulla carta sei ancora mio marito. Detesto anche io questa situazione, ma non si può fare altro. >> Si alzò anche lei e si diresse alla porta d'uscita del salone, quella che dava direttamente sull'ingresso. << Adesso vado. Ci vediamo domani a lavoro. Buona notte Jay. >> Al sua voce era quasi un dolce sussurro, poi sorrise alle sue spalle.

Per tanto lui evitò di girarsi.

Ogni giorno...

Ogni attimo...

Ogni sua parola...

Riuscivano a ferirlo, a farlo sentire sempre più piccolo. Ma lo meritava, sì che lo meritava. Perchè era colpa sua se tutto era finito senza senso.

Se nulla era più come prima.

Adesso doveva confessare tutto a sua madre e lì sarebbe realmente arrivata la fine del mondo.



Note autrice : Grazie a chi legge questa storia. Un grazie speciale va a chi continua a recensire i capitoli! Mi fate emozionare con tutti i vostri complimenti e con le vostre intuizioni! *_*
Alla prossima!
Un bacio. 
Ny.

  
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