Mi spiace se vi ho fatto attendere, spero non accadrò molto spesso… un ringraziamento particolare a:
dany91: sono molto contenta che la mia fic ti piaccia! Naturalmente questo non è che l’inizio!! Beh, per Sango e Miroku… aspettare per sapere!
Resha91: grazie! spero che anche questo nuovo cap ti soddisfi! ^^
Shikon: thanks!! Comunque siamo ancora all’inizio e spero che continuerai a recensirmi ^^… Per Sango e Miroku… eh eh eh….
Jey: Non adularmi troppo altrimenti mi gaso!!! Però grazie anche a te ^^
Ed ora… VIA CON IL SECONDO CAP!!!
Recensite!!!!! ^^
Capitolo 2
Una buona notizia
Kagome arrivò al cancello
con in mano il libro consumato di musica. Contemplò l’enorme edificio. Il
colore giallognolo in alcuni punti era scrostato ma con gli anni che aveva,
Kagome si stupiva come il secondo piano di quell’edificio non fosse ancora
caduto sopra il primo distruggendolo completamente. Comunque non era male e
Kagome ne era molto affezionata. Lentamente attraversò il cortile e aprendo la porta
principale salì le scale.
La scuola Saintfowl era
molto prestigiosa e molti studenti e lavoratori venivano lì per imparare o
semplicemente per ascoltare.
Per un anno lei era venuta
lì solo ad ascoltare il piano suonare la sua lenta e dolce melodia poi, un
giorno, era entrata nella saletta vuota del pianoforte e si era messa a
suonare, facendo accordi vari accompagnandoli con note musicali sparati un po’
a caso… non aveva mai suonato eppure, quando Paolo era entrato da quella porta
era… esterrefatto! L’aveva quasi pregata di entrare nell’istituto per studiare
il piano, l’aveva lodata incredibilmente dicendole che il suo dono era
grandioso e che non andava sprecato. Lei infine aveva accettato e… eccola lì,
pronta per il suo quarto anno…
Kagome aprì la stanza dal
piano e si guardò intorno: Paolo non era ancora arrivato così, per niente
stupita, alzando le spalle si sedette alzando il coperchio e aprendo la prima
pagina del libro iniziò a suonare il pezzo. Chiuse gli occhi mentre sentiva
l’adrenalina pulsarle nelle vene. Sentiva le dita sfiorare i tasti bianchi e
neri mentre il suono riempiva l’aria… il battito regolare del cuore le dava il
ritmo giusto mentre nella sua testa c’era solo musica. Tutto il resto era
confuso e sfocato. I pensieri erano spariti, i dubbi scomparsi. Riaprì gli
occhi improvvisamente sentendosi osservata staccando le mani dalla superficie
-Paolo! Da quanto sei qua?-
Lui sorrise e scosse il capo
-Da poco, giusto il tempo di
ascoltare dopo tre mesi… la tua bellissima musica!- Lei ricambiò il sorriso
-Non dire certe cose dai! E
poi prima che arrivi al tuo livello… ne passerà di acqua sotto i ponti!!- Lui
scosse la testa sempre con il sorriso sulle labbra
-Kagome! Ma insomma! Lo sai
benissimo che è da quando avevo 5 anni che suono questo… fantastico strumento!-
esclamò lui accarezzando la coda del pianoforte. Kagome lo ammirò: trent’anni,
alto, biondo, occhi azzurri… una favola certo, ma purtroppo non era il suo
tipo… troppo attaccato alla musica… Kagome scosse la testa come per levarsi via
certi pensieri
-Certo che insegnare meno
cose… tu no eh?- Lui alzò le spalle
-E che ci vuoi fare Kagome?
Sono un genio!- Lei sorrise
-Sempre modesto!!- Lui
sorrise
-Comunque per iniziare, il
pezzo andava bene ma come al solito non badavi al ritmo e non guardavi la
musica…- disse. Lei si corrucciò e lo guardò male
-Ma…-
-Lo so che lo sai a memoria,
ma una guardatina non ti farà male! Quando dovrai suonare… che so… Beethoven…
non potrai certo impararti a memoria tutte le pagine!!!- esclamò lui sedendosi
su uno sgabello e muovendo il braccio. Lei si corrucciò ancora di più e esclamò
contrariata
-Io non voglio suonare
Beethoven! Mi fa… orrore!-
Lui sorrise gelido: per lui
Beethoven era un miracolo sceso in terra
-Beh, in compenso a me piace
ma… mi fa schifo Mozart, però va suonato lo stesso!-
Lei fece una smorfia. Altra
differenza: lei adorava Mozart!
Lui le mise davanti un libro
–Fammi di botto il primo spartito di Beethoven- Lei lo guardò malissimo
-Cosa!?- sfogliò alcune
facciate incontrando il secondo – Ma sono sei facciate!!!-
-E allora? Sta zitta e
suona!- Kagome sbuffò ma fece come gli aveva ordinato. Ma quando iniziò a
suonare, non ci fu più tempo per le parole.
I minuti passavano e la
stanza era riempita dalla melodia che sbalzava di intensità tornando lenta
tutto d’un tratto. Lui le girava le pagine facendo ogni tanto dei segni poco
chiari sullo spartito che lei ignorava, ascoltando solo il tatto e le orecchie,
usando gli occhi per leggere attentamente e velocemente le note. Le mani di lei
vagavano veloci sui tasti conoscendo perfettamente la loro posizione e quando
concluse aspettò qualche secondo prima di rilassarsi completamente. Lui sorrise
-Scusami… quando lo hai
fatto?- Lei lo guardò
-Mai fatto in tutta la mia
vita! E preciso: fa schifo!- Lui la guardò e fece finta di non averla sentita
-Beh, lo sapevo che sei
spettacolare e che hai una dote fantastica!- esclamò lui estasiato
-Paolo! Italia chiama
Giappone! Mi dici che ti prende?-
-Beh, oltre al fatto che sei
stata bravissima ti devo dire una cosa…- Le spiegò i punti segnati dove aveva
fatto qualche errore di diteggiatura, di valore o di ritmo. Lei sorrise
contenta e guardò l’orologio
-Ci mancano 10 minuti!
Uffa!! Questi 45 minuti passano troppo… troppo velocemente!- Lui al tavolo
scrisse qualche cosa velocemente poi sorrise tornando a prestare la sua
attenzione su di lei
-Kagome, ascoltami un
momento- Lei lo guardò annuendo -È una cosa complessa in realtà visto che tu
hai 16 anni…- Sembrava stranamente agitato e Kagome si spaventò: era raro vederlo
così!
-Paolo, che hai?-
-Un po’ di tempo fa, mi
hanno contattato degli amici di Amsterdam. Loro organizzano i ricevimenti
importanti tipo balli, concerti… robe del genere no?- Lei annuì anche se in
realtà non capiva nulla –Gli dovevo un favore, così mi hanno chiesto se potevo
portare alcuni dei miei ragazzi bravi per farli suonare, perché non hanno
nessuno che voglia… suonare gratis…- Lei alzò le sopraciglia –sarà per un
evento fenomenale sai, vogliono fare
cinque feste, una dietro l’altra e mi chiedevo se il mese prossimo ci volessi
venire con altre 4 persone- buttò tutto in un fiato. La ragazzo lo guardò con
gli occhi sgranati
-Io a… suonare davanti a
tanta gente?- domandò. Lui annuì -Ad… Amsterdam?- chiese incerta. Lui annuì di
nuovo preoccupato –Ma è… FANTASTICOOOO!!!!!!- urlò lei scattando in piedi.
Paolo scattò indietro spaventato dall’urlo di lei –Non ti posso dire subito di
si perché devo chiedere alla mamma ma… sicuramente verrò anzi!! La pregherò in
ginocchio!!! È strabiliante!! Grazie Paolo!! Grazie stragrazie megagrazie!!!!-
Lui sorrise –E chi verrà con noi??-
-Ho una vaga idea, ma devo
ancora vedere se riescono- Lei sorrise trepidante –E ti prego Kagome, non dirlo
a nessuno, per ora- Lei annuì con vigore –Poi ti dirò i dettagli…- Lei annuì di
nuovo
-E quanto ci staremo? Non
so, 15 giorni… 20… tutta la vita?- chiese speranzosa
-No no… dopo una settimana
prendiamo l’aereo!- esclamò. Lei lo guardò con la bocca spalancata
-Ma… ma Paolo! Non mi puoi
fare questo!! Non potrò vedere neanche la città!!- esclamò contraria. Lui
scosse la testa
-Invece avrai un sacco di
tempo dove ti rigirerai pure i pollici…- disse -Comunque mi sai dire se tua
mamma ha accettato?-
-Ti telefono questa sera se
mi da subito la risposta- confermò. Lui annuì
-Bene…- guardò l’orologio
–Caspita! La tua lezione è finita 5 minuti fa!! Vattene via Kagome, non ti
voglio più vedere fino a lunedì prossimo… sciò!- disse lui scherzando. Lei si
alzò in piedi prendendo le sue cose e gli fece la linguaccia
-Ti ringrazio infinitamente
mister gentilezza!!- Lei si diresse alla porta e l’aprì –Ciao!-
-Ciao Kagome e ti prego,
vedi di esercitarti!- esclamò lui
-Contaci- Lei chiuse la
porta dietro di se e sospirò “È finita! Incredibile! Credevo di non uscire
più!” sorrise –Amsterdam…- bisbigliò uscendo dalla scuola assorta nei suoi
pensieri –La mamma non mi può dire di no… assolutamente!-
-CHE COSA SIGNIFICA NO!?!?-
urlò Kagome pestando i piedi. Sota, che faceva i compiti, spaventato fece
cadere la matita e guardò sua sorella con gli occhi lucidi e rossa di rabbia
fronteggiare la madre davanti a lei in mezzo alla porta del salotto
-Tesoro, calmati! Non è la
fine del mondo!- esclamò la madre
-Non è la fine del mondo!?
Mamma! Ma cosa dici?? Un’occasione come questa non mi capiterà più!!-
-Non dire sciocchezze
Kagome! Hai tutta la vita davanti! E sei troppo giovane per andare così
lontana!- disse spiccia la madre
-Non puoi farmi questo
mamma! Non tu!- esclamò la ragazza disperata
-Kagome non farmelo
ripetere! Amsterdam è troppo lontano e tu hai solo 16 anni!-
-Mamma…- Si guardarono. Il
nonno che le guardava seduto sulla poltrona si alzò
-Ascolta cara…- Si avvicinò
alla donna, sua figlia –Kagome ha ragione… non la puoi tenere rinchiusa qua
dicendo che è troppo giovane… per te sarà sempre la tua bambina quindi è chiaro
che tu la voglia proteggere… ma se la tieni rinchiusa qua e non le fai fare le
sue esperienze… alla fine ti rimpiangerai sempre addosso e la nostra Kagome…
non crescerà mai…- La donna guardò il padre poi sua figlia che la guardava
implorante, ma gli occhi erano determinati e sicuri anche se un po’ lucidi,
Sota intanto annuiva forte. Sospirò
-E va bene Kagome… va
bene…sei libera di andarci…- A Kagome brillarono gli occhi di gioia
-Mamma!!- Le saltò al collo
dandole dei baci sulla guancia –Grazie mamy! Grazie tante!!- La donna sorrise
–Chiamo subito Paolo!!- La ragazza compose velocemente il numero che era
scritto nella piccola agendina
-Pronto?- chiese una voce
strana, un’anziana forse… Kagome corrugò le sopracciglia: Paolo viveva da solo
e i suoi erano in Italia!
-Ehm… buongiorno signora…-
iniziò lei
-Come?- domandò la
vecchietta. Kagome guardò il display confrontandolo veloce con quello scritto
nell’agenda
“Cavolo ho sbagliato
numero!!” pensò stramaledicendosi –No signora, mi scusi, ho sbagliato numero…-
disse cortesemente
-La telecom!? Ma andate al
diavolo voi e la telecom!! Non mi interessa nulla capito!? Smettetela di
chiamarmi!!- sbraitò. Kagome esterrefatta sorrise
-Buonasera allora!-
-E sarei io quella che
dovrebbe andare sugli allori!?!? Ma che vi cada un fulmine…- Kagome confusa
riappoggiò velocemente la cornetta
“È pazza! E pure sorda!! Ma
proprio sorda!!” Scosse la testa frastornata
-Allora? Che ha detto
Paolo?- chiese la madre dalla cucina
-Avevo sbagliato numero
mamma…- La ragazza ricompose il numero attentamente e attese, al cinque sarebbe
scattata la segreteria. Uno squillo, due squilli “Eddai Paolo!! Te l’avevo
detto che ti chiamavo però! E io sono pure l’ultima della giornata! Sono alle
5.00!!! Tu alle 6.00 dovresti essere a casa!!!” pensò. Niente…
<Risponde la
segreteria telefonica del numero ######## la persona chiamata potrebbe essere
in questo momento irraggiungibile, se volete lasciare un messaggio parlate dopo
il segnale acustico… bip…>
-Paolo! Sono Kagome!
Ascolta… ho parlato a mia mamma per Amsterdam… lei è dacco…- Kagome non riuscì
a finire la parola che qualcuno prese su
-Pronto… Kagome…- la ragazza
costatò che sembrava molto… affaticato
-Perché non hai preso su
prima??- chiese lei
-Sono… sono appena tornato
da… una corsa! Devo tenermi in forze sai…-
-Certo, come no! Comunque
mia mamma è d’accordo, posso partire!- esclamò lei euforica. Lui annuì
-È fantastico! Sono molto
contento… ti darò poi tutti i dettagli Lunedì, Ok?-
-Va bene…-
-Ora torno a…-
-Torna a correre si…-
-Ok, ciao!- riattaccò in
fretta la cornetta. Kagome la guardò scioccata
-Mi ha… mi ha messo giù… mi
ha riattaccato in faccia!!- esclamò lei scandalizzata buttando giù la cornetta
–Io domani lo disintegro!!- Salì le scale e si buttò sul letto sorridendo. Si sentiva
esplodere di gioia, sentiva le vene pulsare in tutto il corpo… si alzò in piedi
sul letto –EVVIVA!!!!- gridò alzando il pugno
La mattina dopo a scuola
Kagome arrivò prima del solito e quando Sango arrivò la guardò sbalordita
-Tu… tu prima di me?… Oggi
cadranno i santi dal cielo, si reincarneranno in ognuno di noi cantando
‘Alleluia, i miracoli esistono e non sono solo del signore…’- Kagome sorrise
sarcastica
-Come sei divertente Sango!
E ora muoviti!! Dobbiamo entrare in classe!!- esclamò prendendola sotto
braccio. Mentre passavano tra le persone sentivano le ragazze fare degli strani
discorsi sui COBRA
-Dio ma li hai visti?-
chiese scioccata una
-Sono così belli…-
-E poi sono ricchi sfondati
quindi scusami tanto ma…-
-Io li ho visti tutti
insieme… che lavoro! Ma come sono saltati fuori così?-
-Lascia perdere è meglio…
comunque io preferisco Inuyasha… il capo…-
-Scherzi? Quello ha la
ragazza, ci sta da due anni… io preferisco suo fratello maggiore, Sesshamaru…-
-Ma se quello con uno
sguardo ti gela!- esclamò scandalizzata una
-Chi se ne frega!-
-Beh, scusate ma anche Koga
e Miroku non sono male!-
-Koga ha la ragazza, credo
da 6 mesi ma… non ne sono sicura!-
-Miroku invece è libero, ma
dicono sia un don giovanni!-
-Ma poi perché è il fratello
minore che dirige tutta la banda?-
-Beh, io sono di fianco alla
sua classe no? Lì ci sono Miroku, Inuyasha e Sesshamaru che è ripetente di un
anno ma… Inuyasha sembra sia il peggiore! Io li sento litigare con i prof… tu
non sai come gli parla!! È… terribile!-
-Poi dicono che sia
attaccato alla musica in un modo odioso… sembra che parli solo di quello!-
-Anche Miroku e la ragazza
di Inuyasha suonano, ma almeno parlano anche di qualche cosa d’altro!-
-Si… io sono amica di Kikyo…
oltre ad essere molto gelosa della sua voce non vuole che nessuna ragazza si
avvicini a Inuyasha…-
-Secondo me lei sa che lui
si fa con delle altre…-
-Anche secondo me, però deve
stare zitta se non vuole che lui si arrabbi e che la molli!- Kagome ascoltava
tutti quei discorsi scioccata
-Praticamente siamo solo noi
che non sappiamo nulla dei COBRA!? Manco sapevo come si chiamano!!- esclamò
Kagome entrando a scuola dirigendosi verso il secondo piano
-Lo sai perché non ne
sappiamo nulla?- Le chiese Sango fermandosi. L’amica scosse la testa fermandosi
a sua volta qualche passo più avanti –Perché non ce ne frega assolutamente
niente!- Kagome guardò la sua schiena allontanarsi
-Questo è vero!!- Le prese
il braccio facendola rallentare –Allora oggi pomeriggio ti vengo a sentire!-
esclamò contenta entrando in classe appoggiando la cartella a terra
-Se proprio ci tieni…-
-Insomma Sango! Perché hai
così poca fiducia in te stessa!? Suoni il basso benissimo!!-
-Ma quando qualcuno mi
ascolta divento… nervosa!- Kagome la guardò male
-Tutti si innervosiscono Sango!-
esclamò. La ragazza sbuffò
-Non mi scocciare- Sango
aprì i vetri e guardò fuori. Kagome la guardò
-A che pensi?- Sango si
riscosse dai suoi pensieri e sorrise
-Nulla, mi ero un momento
sconnessa…- Kagome si mise una mano sulla tasca –Il cellulare?- Kagome annuì
prendendolo fuori –Ebbene? Chi è?- Kagome sbuffò
-Hojo…-
-Chi?-
-Hojo, un idiota a cui devi
stare… particolarmente lontana!-
-Manco so chi è!!-
-Veniva con me alle medie…
mi chiedeva tutti i giorni di uscire… così un giorno gli ho risposto che mi
rompeva e di non seccarmi più- Sango annuì
-Solo che…?- La incitò. La
ragazza sospirò
-Solo che adesso ogni tanto
mi manda questi messaggi stupidi!- Porse il cellulare a Sango che lo prese
–Meno male che è in un'altra scuola!!-
Ciao Kagome,
vorrei continuare quello che
abbiamo iniziato alle medie
Hojo
Sango diventò blu e la
guardò male
-Non ci ho fatto nulla che
sia chiaro!!- disse subito Kagome notando l’occhiata obliqua dell’amica
-Ascoltami molto
attentamente Kagome… tu sei come la sorellina che non avrò mai, questo
significa che, ogni uomo che ti tocca anche solo con un dito per farti del male
o per provocarti… sei autorizzata a tirargli dei cazzotti, capito?- Kagome
scoppiò a ridere –Non c’è nulla da ridere! È una cosa seria!!- Kagome sorrise
-Grazie Sango, quello che
hai detto è bellissimo!- Sango imitò il sorriso poi riguardò il messaggio
-Di solito gli rispondi?-
Kagome alzò le spalle
-Veramente cancello il
messaggio…- Sango guardò di nuovo il messaggio poi Kagome. Sorrise
-Hai soldi?- Kagome annuì
-Mi sono appena fatta la
ricarica!- Kagome vide Sango premere tasti su tasti velocemente senza alzare
mai lo sguardo
-Che ne dici?- chiese poco
dopo allungandole il cellulare. Kagome lo prese e un sorriso spunto dalle sue
labbra
Ora tu,
mi ascolti molto,
molto attentamente…
si potrebbe dire che sono la sorella maggiore di
Kagome
sono cintura nera
e ho fatto per parecchi anni la box nella mia vecchia
scuola.
Stai rompendo alla mia sorellina
e mi sto incazzando anche io,
cosa che non ti consiglio vivamente di vedere,
quindi cancella questo numero dalla rubrica
o con Kagome ti trovo e ti cambio i connotati…
(non ti conviene se non vuoi finire
nelle voci bianche)
CHIARO!?!?
Ps. è una minaccia
Kagome scoppiò a ridere
-Nelle voci bianche?-
chiese. Sango annuì –Cintura nera e corso nella box, mh?- domandò scuotendo la
testa
-Quello è vero!-
-Cosa!?!?- Kagome impallidì
-Scherzo! Ma secondo te! Mi
ci vedi cintura nera?- Kagome scosse la testa convinta –Visto?-
-Mi hai fatto prendere un
colpo maledizione!-
-Eh eh…-
-Comunque mandiamolo… al
massimo non funziona…- E schiacciò il tasto INVIO sperando davvero in un
miracolo
Invece
funzionò perché di Hojo… Kagome non ne seppe più nulla…
Kagome uscì di casa molto
presto. Sango avrebbe iniziato 45 minuti dopo ma la ragazza era curiosa di
sentire il musicista che veniva prima di lei e che aveva come insegnante Paolo.
Non lo aveva mai visto e sicuramente non lo avrebbe mai conosciuto anche se era
decisamente curiosa!
Brutta cosa essere curiosi e
Kagome, purtroppo, lo avrebbe imparato molto presto…
Quando Kagome entrò alla
scuola di musica invece di cercarlo in tutte le stanze decise di andare in
segreteria dove le dissero che Paolo era nella prima aula a destra. La ragazza
sorpresa si avviò. Quell’aula era riservata ai pianisti! Così quando si
avvicinò immaginò di sentire la dolce musica del pianoforte invece dovette
ricredersi. Le note di una chitarra la raggiunsero chiara come se volessero
cantare Don’t tach me, la canzone di Avril Lavigne. Accidenti se era bravo…
così dannatamente perfetto…si sedette appoggiando la testa al muro chiudendo
gli occhi, inconsciamente mosse le dita delle mani come se le muovesse su un
piano invisibile.
Era incredibile come la
musica la facesse rilassare… tanto che mentre ascoltava si appisolò non
riuscendo, naturalmente, ad ascoltare la conversazione tra Paolo e il
misterioso chitarrista…
Il suono era forte dentro di
lui e il fuoco che gli bruciava in petto era prepotente. Ogni volta che
prendeva in mano quella chitarra tutto intorno a lui scompariva e solo così si
poteva veramente sfogare: mettendo una note dietro l’altra componendo melodie
su melodie… Solo così riusciva a sfogare tutta la rabbia e il rimorso dentro di
lui che gli attanagliava lo stomaco giorno e notte come in un interrogazione
dove non hai studiato: non prendendo a pugni un compagno, non facendo
licenziare a suo padre un professore rompiscatole e neanche facendo l’amore con
tutte le sciacquette che passavano nel suo letto, solo con in mano quella
chitarra… Era arrivato all’ultima battuta e con un’ultima nota concluse il
pezzo guardando Paolo che lo fissava sorridendo
-Complimenti- disse
semplicemente
-Grazie- disse Inuyasha
guardando l’ora. Era tardi, maledettamente tardi! Mise via la chitarra
mettendosela in spalla –Scusa, oggi devo andare via prima…- Paolo scosse la
testa
-Non preoccuparti, va pure…-
si guardarono –Anzi, aspetta un momento- Inuyasha sbuffò rimettendosi seduto
-Che diavolo vuoi ancora?-
Paolo lo ignorò e riprese tranquillo
-Dunque, tu sei bravo, e
molto anche! Quindi ho deciso che verrai con me il mese prossimo ad Amsterdam a
suonare davanti ad un pubblico insieme ad altri allievi, ti va?- Inuyasha lo
guardò a bocca spalancata
-Cosa?- domandò scioccato
-Mi hai sentito benissimo-
sbottò
-Non scherzi vero?-
-Certo che no!- esclamò
indignato
-MA È GRANDIOSO!!- esclamò
lui scattando in piedi –Accetto! Sono già in aeroporto!-
-Frena Inuyasha, devi prima
chiedere ai tuoi!- Il ragazzo alzò le spalle
-Ma lascia perdere mio padre
insomma!! Chi verrà con me a proposito!?- chiese muovendosi con la sedia
-Beh, Miroku, il tuo amico,
ha già accettato, anche Kikyo è disponibile…-
-Grande!! Ho le serate
programmate con quei due!- esclamò lui
-Poi ci sarà Kagome…-
-Chi?- chiese lui confuso
-Kagome, pianista… un vero
talento naturale…- La lodò Paolo
-Sarà come tutte le altre-
borbottò Inuyasha
-Poi ho pensato ad un’altra
ragazza che vedo tra poco…- Si guardarono
-E poi? Che si farà
là?- Paolo sorrise
-Vi dirò tutto… prima o
poi…- Inuyasha lo guardò male
-E non guardarmi così! Tuo
padre non può certo licenziarmi!- Inuyasha sorrise
-Già… non può, decisamente
no!- Si alzò –Ora scusa ma sono in ritardo… la mia ragazza mi aspetta…- Paolo
annuì
-Quale delle… 2000 che hai?-
-Ma quella ufficiale
naturalmente… Kikyo…-
-Ma non ti sei ancora
stancato di lei??- Inuyasha scosse la testa
-A letto è brava, sta sempre
zitta… meglio di lei chi c’è?-
-Kagome- rispose lui
prontamente
-Ok, allora fammela
conoscere, la porterò a letto e poi ti saprò dire…- Paolo scosse la testa –No?
E perché no di grazia?-
-Perché Kagome, di
carattere, è completamente diversa da Kikyo…- Inuyasha alzò le spalle
-Nessuna si è tirata
indietro dopo averla “corteggiata”…!- Paolo scosse la testa
-Sei proprio… non lo so
neanche guarda!- Inuyasha sorrise
-Neanche tu però sei un…
santo!-
-Lo so, ma almeno io le
scarico dolcemente queste ragazze!- Inuyasha scosse la testa mentre Paolo si
accendeva la sigaretta offrendone una
anche a Inuyasha che la prese
-Allora ti sei scelto
proprio una bella compagnia! Non so questa Kagome o… l’altro… ma io, Miroku e
Kikyo…- aspirò una boccata di fumo ammutolendosi
-Lo so che siete dei poveri
ragazzi poco innocenti, che credi? E poi chi ti fa pensare che la quinta
persona che chiamerò sia un lui?- Inuyasha sorrise
-Boh, comunque vado…non ho
tempo da perdere io!- Aprì la porta
-Ci vediamo la settimana
prossima- Inuyasha lo guardò togliendosi la sigaretta dalle labbra
-Come sempre…- Chiuse la
porta dietro di se e Paolo appoggiandosi alla finestra sospirò e fece
fuoriuscire dalla bocca la boccata di fumo
-Se quello si vuole portare
a letto Kagome per poi mollarla all’acqua… quello resta fresco!- Guardò l’ora
–Speriamo che Sango accetti!- esclamò speranzoso. Spense la sigaretta
schiacciandola nel portacenere e guardò il piano pensando alla sua vita.
In effetti era proprio uno
stronzo! 34 anni e andava a letto con ogni persona che gliela dava! Alla fine,
in tutta la sua vita si era sposato con una sola persona rimanendole sempre
fedele… e quella persona era la musica. Da quando aveva cinque anni aveva dato
anima e corpo ad essa, infatti oltre a suonare non sapeva fare nient’altro. Era
stato bocciato in 5 elementare, in 2 media, in 3 e infine non aveva fatto
neppure le superiori perché i suoi lo avevano sbattuto fuori casa…
Scosse la testa seccato –Tanto
non mi piaceva neppure studiare!-
Mentre Paolo faceva queste
considerazioni Inuyasha aveva appena chiuso la porta sospirando quando posò lo
sguardo su una ragazza seduta, la testa appoggiata al muro, gli occhi chiusi.
Inuyasha corrugò le sopracciglia e si avvicinò a lei
“Chissà com’è portarla a
letto…?” pensò subito quando la vide. Scosse la testa dandosi del maiale e
maledicendo Miroku che lo stava contagiando con la sua pessima influenza. Le
passò una mano davanti agli occhi “Ma questa dorme! È matta??” Scosse la testa
poi la guardò di nuovo chinandosi all’altezza del suo viso “Cavolo! Ma questa
qua è quella che ho visto ieri mattina! Accidenti! È proprio lei! Ehi, ma
assomiglia a Kikyo che fa spavento!” la guardò attentamente “No, non ci
assomiglia affatto! Kikyo è molto più bella anche se questa ha il viso più
disteso…” Alzò le spalle “Vabbè, chissene… chissà in che classe è?” si
allontanò. In quel momento Kagome aprì gli occhi assonnati e appena si accorse
di dove era scattò in piedi
“AIUTO! Che vergogna! Mi
sono addormentata come una scema! Speriamo che nessuno mi abbia visto!!” Si
guardò intorno parecchie volte e l’ unica cosa che vide fu una lunga chioma
nera che spariva dietro l’angolo. Kagome si corrucciò “E quello chi diavolo
era!?”
-Kagome! Che ci fai qua?-
Kagome si voltò
-Paolo! Ciao! Sono appena
arrivata- mentì –Sango è già qua?- Lui scosse la testa
-Andiamo ad aspettarla di
là…- Si allontanarono e entrarono in un'altra aula aspettando impazienti
l’arrivo di Sango che non tardò ad arrivare.
La lezione iniziò e Kagome
ascoltò Sango suonare. Era nervosa, si sentiva dal suono un po’ incerto,
comunque Paolo la face continuare e più andava avanti più le note risuonavano
più decisi e forti. Kagome sorrise. Questo era il suono di Sango il suo strumento,
la sua musica… le lezione si concluse bene e Paolo decise di dire la novità a
Sango che accettò subito e di slancio. Le due amiche felicissime si
abbracciarono. Sarebbero partite insieme per Amsterdam!!