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Autore: Dopedofoned    03/01/2012    1 recensioni
Un doppio legame e una guerra imminente. Il destino di tutti è nelle mani di una ragazza speciale. Ma per salvare le persone che ama dovrà prima ritrovare quelle del suo passato !
(La storia a un che di Eclipse ma con diversi personaggi ! Spero che vi piaccia !)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
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Un rumore di passi pesanti e lenti che sovrastano quelli più leggeri e veloci. Due persone, un’infermiera e un dottore, che parlavano di come raccontare a una famiglia l’accaduto.
Sopra di me un battito di un cuore che stava compiendo l’ultimo sospiro. Nella stanza dove mi trovavo nessun rumore. Solo odore di putrefazione e sangue secco.
Ahi !pensai nel sentire il fuoco che l’odore aveva provocato nella mia gola.
Ma ... chi sono ?mi domandai.
Niente.
Nessun nome.
Non sapevo chi ero.
Aprì gli occhi. Il telo di cotone che mi copriva dalla testa ai piedi, alzandomi, mi scivolò giù fino ai fianchi.
Me lo levai di dosso scaraventandolo come un pallone dall’altra parte della stanza con tale forza che il telo si schiantò contro il muro con un tonfo sordo come quello di un libro caduto dall’alto.
Dei passi si fermano davanti alla stanza nel sentire quel rumore. Scesa dalla barella di metallo mi ci nascosi dietro e dopo qualche secondo i passi ripresero.
Con un gesto istintivo mi portai una mano al petto. Una parte di me si aspettava che il mio cuore stesse battendo all’impazzata ma nessun rumore veniva da dove si trovava.
Mi alzai di scatto e talmente veloce che credetti di perdere l’equilibrio.
Non fu così.
Una parte di me l’avvertì come una caratteristica anormale. Ero ancora molto confusa e tante domande mi affollavano la testa però dovevo fare le cose bene e con calma. Per prima cosa dovevo capire dove mi trovavo.
In un ospedalepensai, ricordandomi delle voci dell’infermiera e del dottore che discutevano.
Ma ... perché ero qui !
Mi girai a guardare la barella metallica dalla quale mi ero alzata. In fondo era appesa una cartella clinica.
In un secondo l’avevo già in mano e l’aprì sperando almeno di saper leggere .
Nella prima pagina spuntavano delle scritte nere che sicuramente erano state battute a macchina.
Era scritto in stampatello :
CARTELLA CLINICA DÌ :
Angelie Haler
La mia paura svanì.
Sì, sapevo leggere.
Continuai a leggere distrattamente saltando particolari medici che non capivo e dopo qualche secondo trovai ciò che cercavo.
Era scritto in uno stampatello marcato che sovrastava altre scritte precedenti .
Lo lessi ad alta voce. “STATO DÌ SALUTE : DECEDUTA .” Nel leggere quella parola la mia mente trovò subito il significato : morta.
Ero morta.
“Com’è possibile ... Eppure io ...” mi interrupi nel pensare a quella parola : “ ... Respiro !”.
Mi raggelai.
Non avevo emesso un solo respiro da quando poco più di un minuto fa avevo aperto gli occhi.
Eppure non ne sentivo la necessità.
Provai a respirare.
Senti l’aria densa di quell’odore di putrefazione e sangue secco entrare dentro nelle narici e scendere giù, fino alla gola e ...
“AHI !” dissi nel sentire di nuovo il fuoco che anche prima aveva incendiato la gola come se ci avessero infilato un ferro incandescente.
Non riuscivo a capire perché l’odore del sangue mi facesse così male. Ma non faceva solo male : lo volevo, lo desideravo.
In tanto, mentre cercavo una spiegazione a tutto questo ripensai a ciò che era scritto all’inizio della cartella : Angelie Haler.
 “Questo è il mio nome...” dissi con un tono di voce che non esprimeva la mia confusione “ ...o così credo !”.
Ascoltando la mia voce l’associai a tanti campanellini che tintinnavano dolcemente e, anche fosse stata tremante, sarebbe risultata una dolce melodia.
C’era anche una “mia” foto allegata alla cartella. Mi guardai in giro cercando una parete riflettente per essere certa che quella fossi io. Vicino alla finestra con la tapparella abbassata c’era uno specchio molto alto. Camminai in quella direzione anche se più che camminare sembrava che stessi correndo.
Arrivata davanti all’enorme specchio mi spaventai. L’immagine che rifletteva era quella di una creatura bellissima, bella più di un angelo. Il viso dai lineamenti perfetti era bianco come la luna. I capelli erano mossi e scendevano delicatamente attorno al viso con una ciocca che era tenuta in parte da una forcina nera. Erano di più colori : mogano, castano e nero. Il mogano, anche se poco presente, splendeva e rendeva i capelli bellissimi. Il fisico era slanciato e snello. Ma quello che mi spaventò non era il mio aspetto ma bensì i miei occhi. Due occhi tinti di un rosso scarlatto che brillavano come dei tizzoni ardenti. Confrontando la foto, anche se di poco, notavo una certa somiglianza nella creatura perfetta riflessa nello specchio. La forma del viso, il taglio di capelli e la forma degli occhi. Ma il fisico era diverso, più snello e slanciato e il colore della pelle più chiaro e gli occhi da azzurro mare erano diventati rossi scarlatti.
Ora la domanda non era chi ero ... ma cosa ero.

Ciao !
Allora ...
Spero vi sia piaciuto il primo capitolo !
Se non fosse così potete dirmelo tranquillamente !
Io sò di non essere un genio ma delle mie amiche che hanno già letto questa storia mi hanno spronato a publicarla qui !
Se vi è piaciuto spero che continuate a seguirlo !
Grazie anche solo per aver letto il primo capitolo !
SkyAngel =)

 

  
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