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Autore: PaNdArAlE    03/01/2012    1 recensioni
Questa e' una storia che parla di due ragazzi che si odiano, forse tanto da amarsi alla follia, e le scelte che questo amore li porta a fare e non fare.Questa storia partecipa ad un contest su Facebook. Premetto che e' la storia di un amore omosessuale, dunque evitate di leggere se queste tematiche non sono di vostro gusto.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily, Severus/Sirius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Severus fu il primo a tornare in se’ e, mettendo le mani sulle sue spalledi Sirius lo spinse lontano. Era confuso, arrabbiato ed eccitato allo stesso tempo.
- Ma cosa ti salta in mente, Black? Il fatto che io sia sicuro di essere gay non ti da il permesso di fare di me la tua cavia! Sei solo uno sbruffone viziato e senza cervello!
Severus si sentiva quasi preso in giro, allungo’ la mano e diede a Sirius uno schiaffo cosi’ forte che il rumore echeggio’ contro le pareti dei sotterranei. Poi si alzo’, prese la borsa e corse via, lasciando Sirius ancora stordito dal bacio, dallo schiaffo, e piu’ confuso di prima.
 “Non doveva andare cosi’... ma cosa mi e’ venuto in mente di fare? Sono un cretino, ha ragione lui!”
Ma Sirius dentro di se lo sapeva, che cosa voleva provare, e il suo esperimento era riuscito appieno. Mentre era li’ seduto, parlando con Piton, si era scoperto a guardare il ragazzo con altri occhi; aveva pensato che, forse, aveva semplicemente voglia, oppure si sentiva solo. Cosi’ aveva deciso: avrebbe baciato Piton e, se riusciva ad eccitarsi con la lingua nella bocca di una delle sue vittime preferite, allora doveva per forza essere gay!
E si era eccitato, eccome se si era eccitato! Guardo’ in basso: aveva le tasche vuote, ma sembrava avesse infilato la bacchetta nei pantaloni! Si alzo’ di scatto e inizio’ a prendere a pugni il muro. Non voleva, non voleva essere gay; non voleva provare attrazione per James, al quale non fregava niente di lui! Non voleva aver baciato Piton, che adesso non si sarebbe mai piu’avvicinato a lui, e invece in questo momento aveva bisogno del suo aiuto, e non solo in pozioni! E soprattutto non voleva questo: dover chiedere aiuto a Piton, il fatto che lui fosse l’unico in grado di capirlo in questo momento.
 
*
 
Severus si giro’ nel letto per l’ennesima volta, sbuffando. Si era svegliato da un sogno fin troppo realistico per i suoi gusti, e il disappunto nel riscontrare che era stato solamente un sogno si uni’ alla rabbia per il desiderio che provava. Stava pensando a Black. Al modo dolce in cui el sue labbra si erano aperte per lasciar passare la lingua di lui, al profumo unico che aveva la sua pelle, al modo in cui Sirius gli aveva lasciato scorrere le dita tra i capelli mentre lo baciava... Dannazione, no, non Black! Basta! Non aveva senso continuare a pensarlo, a sognarlo, ad immaginare come sarebbe stato non fermarsi ad un bacio, per Black era stato tutto uno scherzo. Non avrebbe dovuto lasciarsi sconvolgere tanto,  ma la verita’ faceva male... da quando aveva scoperto le sue, chimiamole cosi’, inclinazioni , Severus aveva sviluppato lentamente una cotta per Black. Era solamente naturale, era il ragazzo piu’ attraente di tutta la scuola, nessuo era immune al suo fascino, bastava chiedere in giro! Pero’, per Severus, al danno si univa la beffa, perche’ lui era una delle vittime preferite di Black e Potter, non perdevano occasione per prenderlo in giro, in alcuni casi anche prenderlo a botte!La sua infatuazione per quei capelli neri e quei muscoli che sembravano scolpiti nel marmo era sempre stata destinata a finire male... Ormai era chiaro che il sonno lo aveva abbandonato definitivamente, era inutile restare a letto,  Severus si alzo’ e si mise in fretta un paio di pantaloni scuri, una camicia bianca e un pesante maglione di lana verde, poi usci’ dalla sala comune per andare a fare un giretto dei sotterranei.  Era quasi l’alaba, non avrebbe avuto il permesso di essere in giro a quest’ora, ma nessuno dei professori controllava i sotterranei nelle prime ore del mattino, quindi era abbastanza tranquillo che non sarebbe stato scoperto.  Fece solo un paio di passi oltre l’entrata della sala comune, poi inciampo’ in qualcosa di nero e deforme per terra e si ritrovo’ con il naso schiacciato contro le fredde pietre del pavimento.
- Ma chi diavolo...Mocciosus! Dovevo immaginarlo, solo tu sei capace di non vedere una persona sdraiata a terra! Forse, se ti togliessi quella frangia ridicola da davanti agli occhi, ti migliorerebbe anche la vista, oltre all’aspetto!
- Black? Cosa diavolo ci fai qui, tanto per cominciare? Sei tu che sei fuori luogo e al momento sbagliato, non io! Hai deciso che il tuo dormitorio vuoto to mette tristezza e hai cercato di sgattaiolare nel nostro?
Sirius nel frattempo di era alzato, aveva spazzato via al polvere dal mantello nero e stava guardando Severus con un’aria molto seria, alla luce che emanava dalla punta della sua bacchetta.
- Ad essere sincero, stavo aspettando che uscissi per andare a cena, ieri sera. Ma non sei passato e devo essermi addormentato... non immagini quanto mi facciano male tutte le ossa, ahi, a dormire sulle pietre fredde! Tutta colpa tua!
- Colpa mia? Colpa mia di cosa? Io non volevo assolutamente vederti, per me avresti potuto evitarmi per il resto dei nostri anni a Hogwarts! Non te lo mica chiesto io di venire qui! E non cambio idea: non voglio parlarti. Lasciami in pace!
Severus fece per allontanarsi, ma ancora una volta Sirius lo fermo’ con una mano sul braccio, costringendolo ad ascoltarlo e a stare scomodamente vicini nello stretto corridoio.
- Aspetta, ascoltami per favore. C’e’ un posto dove possiamo andare a parlare, senza che nessuno ci scopra? Ho bisogno di parlare con te, Severus. Per favore.
Gli occhi di Black sembravano fin troppo sinceri. Dannazione, doveva proprio essere cosi’bello appena sveglio? I capelli ancora arruffati, gli occhi leggermente rossi di sonno, la bocca atteggiata a un broncio che non gli si addiceva proprio... Piton non avrebbe voluto parlare affatto, anzi! Avrebbe voluto essere ancora intrappolato nel suo sogno, dove avrebbe potuto dare libero sfogo alla sua fantasia senza dover affrontare le conseguenze!
- Seguimi. C’e’ un’aula che non viene mai usata in fondo al corridoio. Di solito ci vanno quelli del settimo anno a bere firewhiskey di nascosto, ma dovrebbe essere vuota ora, considerando che sono tutti a casa per le vacanze!
- Buono a sapersi! La prossima volta che ho voglia di una bevuta verro’-ahi!- E ora che ho fatto per meritarmi una gomitata? Sei violento, lo sai? Eppure non sembra... e’ proprio vero che le acque chete sono sempre le peggiori!
Mentre diceva questo Sirius saltellava fuori dalla portata dei gomiti di Piton, onde prevenire la reazione del Serpeverde. Ma erano gia’ arrivati ad una grande porta di legno scuro, chiusa con un chiavistello.
- Alohomora!
Si chiusero la porta alle spalle e Severus inizio’ ad accendere le lampade appese al muro; ne aveva accese due, quando la mano si Sirius sulla sua lo fermo’.
- Basta cosi’, c’e’ abbastanza luce.
I loro occhi si incontrarono per la prima volta dal giorno prima, da quel bacio che aveva reso tutto cosi’ complicato e al tempo stesso cosi’ semplice e naturale. Piton fu il primo a rompere lo sguardo, andando a sedersi su un grande cuscino colorato dal alto opposto della stanza. Sirius si lascio’ scappare un sospiro pesante e, passandosi le mani nei capelli,  lo segui’ e si sedette vicino a lui.
- Ti chiedo scusa, Severus, per ieri. Mi dispiace, davvero.
- Ti dispiace avermi baciato? – Severus era ancora arrabbiato, vero, ma si trovo’ punto sul vivo: insomma, non era mica cosi’ male, lui! Gli mancava certamente l’esperienza che aveva avuto Black, ma non era da buttare via! Si senti’ irrazionalmente insultato.
- No, non cosi! Cioe’, si, ma non come pensi tu! Insomma, mi dispiace, ma non per quello che credi tu che mi dispiaccia...- Sirius si ritrovo’ a farfugliare, incapace di dire quello che pensava, forse perche’ quello che pensava non era a sua volta molto coerente, oppure perche’ la vicinanza improvvisa di Severus faceva andare i suoi pensieri in tutt’altra direzione!
- Sei un esempio di eloquenza, Black, devo ammettere. E pensare che prima di questo discorso ero confuso...
Fu un miracolo come Sirius non rimase calvo, dopo quel giorno, tante volte si passo’ le dita tra i capelli, cercando le parole per spiegare a Severus e a se stesso esattamente cosa stesse provando.
- Allora, riproviamoci. Mi dispiace averti usato come esperimento per scoprire se sono omosessuale. Non avrei dovuto trattarti cosi’, non era giusto nei tuoi confronti.
- Black che si scusa... credevo che non sarei vissuto per vedere questo giorno, giuro.
- E lasciami finire di parlare una buona volta, sei un sapientone del cazzo a volte!
- E tu sei solo un bastardo pieno di se, un buono a nulla, uno che nella vita ha sempre avuto tutto grazie a mamma e papa’, e appena e’ venuto ad Hogwarts ha rinnegato tutto e tutti solo perche’ non aveva abbastanza palle per entrare nella casa dei Serpeverde! Scommetto che ti brucia, non essere stato giudicato abbastanza buono per far parte della mia casa!
- Stai dicendo che non ho le palle? IO? Sono un Grifondoro, e te la faro’ vedere io se ho le palle o meno!
Severus ebbe un momento di paura quando Sirius si lancio’ verso di lui, pensando che volesse picchiarlo, ma qualsiasi dubbio scomparve quando il ragazzo lo spinse con le spalle contro il cuscino, schiacciandolo con il proprio peso, e inizio’ a baciarlo di nuovo; era un bacio completamente nuovo, cosi’ diverso rispetto al loro primo bacio! C’era cosi’ tanta rabbia, animosita’, voglia di mettersi alla prova l’uno contro l’altro; ma anche tanta dolcezza, curiosita’, voglia; e paura, tanta paura, di volere qualcosa di piu’, forse ancora piu’ paura di ottenerlo.
Questa volta non erano in un laboratorio, dove ad ogni momento poteva entrare chiunque, erano in un’aula chiusa a chiave in fondo al corridoio dei Serpeverde; una mattina all’albra, nel mezzo delle vacanze di Natale. Non sarebbe venuto nessuno, potevano prendersi tutto il tempo che volevano.
Sirius si stacco’ lentamente dalle labbra di Severus, solo per poter passarsi la camicia sopra le spalle, per poi ricominciare a tracciare i contorni dei muscoli della sua gola, del collo, dietro l’orecchio. Severus si slaccio’ i bottoni in fretta, senza pensare a quello che stavano facendo, stava succedendo tutto davvero troppo velocemente perche’ potesse sperare di capirci qualcosa. Si fermarono un momento solo quando erano rimasti nudi, i corpi l’uno sull’altro sul cuscino, un’ombra di insicurezza negli occhi; quelli neri, di Severus, che tradivano il fatto di essere vergine, di non sapere cosa fare, o come. Sirius sorrise, per una volta non beffardo, e dolcemente prese cio’ che Severus non aveva ancora dato a nessuno, e che lui non aveva mai pensato potesse valere tanto.
*
- Devono essere passate ore. Sara’ meglio che andiamo via...
Erano sdraiati sul cuscino, esausti e appagati; e l’imbarazzo per cio’ che era appena successo inizio’ a farsi strada tra loro. Severus si alzo’ per primo e inizio’ a rivestirsi, mentre Black lo fissava, divertito. Quando anche l’ultimo bottone del maglione verde e argento fu allacciato, Severus si giro’ a guardare il ragazzo ancora sdraiato per terra, con aria impaziente. Sirius scoppio’ a ridere, e Severus gli lancio’ contro un cuscino, sentendosi preso in giro.
- Cosa c’e’ da ridere, Black? Devo essermi perso la battuta... sempre che, pallone gonfiato quale sei, non stessi parlando da solo.
- Hey, calma, calma! Pensavo avessimo fatto pace...
Per tutta risposta ricevette un’altra cuscinata dritta in faccia.
- Calmati, o ricomincio a chiamarti Mocciosus! – La faccia di Severus era livida, ma smise di lanciare cuscini. – Stavo ridendo perche’... beh, non mi aspettavo che succedesse niente di tutto questo, lo ammetto!- lo sguardo gli scivolo’ in basso e con la mano inizio’ ad accarezzare distrattamente il cuscino, dove prima c’era Piton.- Ma tu, tu hai il potere di farmi andare in bestia, perdere completamente il controllo di me! Lo ammetto, prima si manifestava in maniera diversa...
- Interessante espressione, per dire che mi riempivi di botte con la tua gang di amichetti...
- Ancora? Ti ho chiesto scusa, no? Cosa vuoi di piu’! – Sirius si ;ascio’ cadere di nuovo sul cuscino. – Ecco, lo vedi? Due parole, e gia’ mi fai perdere la pazienza... Vieni a sederti qui, per favore? Sto cercando di parlarti!
Severus fece una strana smorfia, ma sia vvicino’ e si mise a sedere accanto a lui.
- Si dice spesso, sai, che quando due si odiano a morte alla fine in realta’ si vogliono troppo bene e non sanno come dimostrarlo, o una cazzata di questo genere... beh io, insomma, stavo solamente cercando di dire, che penso...
- Tu che pensi? Deve essere davvero strano, una sensazione del tutto spiazzante!
- Mocciosus, che cazzo, fai silenzio! Sto cercando di dirti che, in fondo, forse... mi piaci. O almeno, mi piace parlare con te in questo momento, a parte... tutto il resto. Mi stai a sentire, mi capisci.
Severus si giro’ a guardarlo, sorpreso. Gli ultimi due giorni sembravano essere stati presi dalla vita di qualcun altro. Nel giro di quarantotto ore lui, Severus Piton, aveva iniziato a provare un’attrazione mostruosa per Black, si era lasciato baciare, e ora gli aveva addirittura dato la sua verginita’! Eppure, da qualche parte nel suo cervello, tutto questo aveva un senso. Come se avesse sempre saputo che doveva andare cosi’. In fondo, quello che lo odiava davvero con tutto il cuore era Potter, non Black. No, non piu’ Black, Sirius. Che ora era appoggiato sul cuscino, la testa all’indietro,  lo sguardo perso nel vuoto. Severus ne approfitto’ per gaurdarlo: era bello come un dio greco, questo era innegabile per chiunque, e piu’ di una ragazza era rimasta senza fiato nel vederselo comparire davanti all’improvviso; ma i tratti perfetti del viso e le lunghe ciglia scure distoglievano l’attenzione dalla forma degli occhi, cosi’ particolare e bella da far venire voglia di restare seduti a fissarlo. Gli occhi stessi erano di un colore nocciola caldissimo, con dei piccoli punti verde muschio e, intorno alla pupilla, un cerchio giallo come il sole con i suoi raggi che si allungavano sottili fino ai bordi dell’iride. La bocca fina, di solito sempre atteggiata in qualche smorfia, ora era rilassata, e Severus pote’ notare che gli angoli curvavano naturalmente verso l’alto, come in un perenne sorriso. Sorrise anche lui, risvegliando Sirius dal sogno ad occhi aperti che stava facendo.
- Perche’ sorridi?
- Niente. – Severus di mise di nuovo sulla difensiva. Per tutto quello che gli era capitato finora nella vita, non riusciva a fidarsi di una persona cosi’, tutto d’un colpo, ad abbassare le difese. Aveva bisogno di tempo. Sperava solamente che Sirius lo capisse, altrimenti... beh, altrimenti qualcun altro sarebbe diventato la cavia del Grifondoro per i suoi esperimenti sessuali, ecco! Niente di male...
Ma gia’ mentre lo diceva a se stesso, non ci credeva.  Si alzo’, pronto ad uscire.
- Devo andare, Black, altrimenti si accorgeranno di qualcosa.
- Ok. Pero’ possiamo vederci piu’ tardi? Ho sempre un bisogno quasi disperato di una mano in Pozioni...
Black gli lancio’ un sorriso completamente disarmante.  Suo malgrado, Severus non pote’ fare a meno di sorridere dentro.
- Va bene. Ci vediamo in biblioteca pero’, cosi’ sono sicuro che riuscirai a tenere le tue manacce a posto, per una volta! Sembra che ogni volta che ci incontriamo, hai un’autonomia limitata prima di dovermi toccare...
- Hahaha, Mocciosus, come sei innocente, se pensi che basti la biblioteca a farmi comportare bene! Se c’e’ qualcosa, o meglio, qualcuno, che voglio fare...
Severus gli lancio’ di nuovo il cuscino, per meta’ divertito, per meta’ stizzito.
- Ti ho detto di non chiamarmi cosi’!
Sirius si alzo’ e si avvicino’ a lui; gli mise le braccia intorno alla vita e lo costrinse a guardarlo negli occhi: era piu’ alto di lui di soli dieci centimetri, ma bastavano per far sentire Severus intimidito.
- Hai ragione, lo prometto, non lo usero’ piu’... pero’ significa che dovro’ trovarti un altro soprannome, sai? Uno tutto mio...
Poi gli diede un bacio veloce, e lo lascio’ andare. Borbottando tra se e se, Severus lascio’ la stanza. Gli sarebbe piaciuto se Black evitasse di rivolgersi a lui come se fosse di sua proprieta’.  Gli avrebbe detto qualcosa, la prossima volta. O forse quella dopo. O magari, lo avrebbe semplicemente lasciato fare, sarebbe stato sicuramente piu’ facile. E sorrise: perche’ in fondo in fondo, essere considerato suo da Sirius Black non era poi un’idea che gli dispiaceva veramente...
 
  
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