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Autore: MeyPotter    03/01/2012    3 recensioni
Daniel e Ryan. Apparentemente due ragazzi così estremamente diversi,ma allo stesso tempo perfetti l'uno dall'altro. (Raiting rosso per eventuali capitoli futuri)
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Ryan pv.
Sono passati due giorni da quel pomeriggio surreale,si,surreale.
La sensazione della sua pelle bagnata contro la mia non mi ha lasciato,e mi fa rabbrividire.
E’ domenica,e io sto cercando di addormentarmi.
Sono le 23.00 di notte e io sono ancora sveglio,a ribaltarmi nel letto alla ricerca di una posizione  comoda.
In questi giorni sto pensando troppo e il solo pensiero che domani mattina io lo debba vedere mi rende estremamente felice,ma allo stesso tempo mi fa calare un velo di tristezza.
Sarà tutto come prima,vero?  Perfetti sconosciuti.
Non mi sorprenderei più di tanto. 
Chissà ora se mi starà pensando.
Ryan chiama terra,Daniel che pensa a .. te?! Non fare lo sciocco.
Scuoto la testa,ma a cosa penso?  
A quest’ora starà a divertirsi in uno di quei pub sempre aperti con tante donne in vendita.
Pochi secondi e chiudo gli occhi.
Ci rivediamo,Morfeo.
 
“Ryaaan alzati!” Apro lentamente un occhio.
Devo essermi addormentato proprio tardi ieri perché faccio fatica ad aprirlo.
Devo alzarmi,sennò farò tardi.
Mi stiracchio appena e mi decido ad alzare.
Con un balzo sono fuori dal letto,oggi sono di buon umore.
Oggi lo vedo.
Un sorriso innocente compare automaticamente sul mio volto.
Scendo in fretta le scale e scendo giù a fare colazione.
Ad accogliermi c’è Caroline,sempre allegra,come fa? Eppure con questa brutta aria che tira in famiglia ultimamente dovrebbe essere tutt’altro.
Meglio così.
L’abbraccio come se fosse la cosa più ovvia al mondo e vado in cucina,intento a fare una colazione abbondante.
Finisco la colazione e salgo di nuovo su per lavarmi e vestirmi.
Non indosso niente di che,una felpa con la scritta “Duff” e dei pantaloni insolitamente stretti.
Prendo la tracolla e prima di uscire do un veloce bacio sulla guancia a Caroline.
A quanto pare Alex è uscito.
Una volta arrivato a scuola mi dirigo verso il mio solito angolino,sotto un albero abbastanza vecchio,giusto per godermi l’entrata di Daniel.
E’ così divertente vedere tutti i volti degli studenti spostarsi verso di lui,più di una volta ho dovuto trattenermi dallo scoppiare in una fragorosa risata.
Infatti,parli del diavolo e spuntano le corna.
Cammina come se fosse su una passerella,con fare disinvolto.
Beato lui,io mi sentirei in soggezione.
Abbasso subito lo sguardo,prendendo a giocherellare con le mie mani.
Lo sapevo,perfetti sconosciuti. Non mi ha nemmeno degnato di uno sguardo.
E’ il suono della campanella a svegliarmi dai miei pensieri.
Mi aspetta una lunga e triste mattinata scolastica.
Daniel pv.
Un coglione,sono un coglione. 
Non l’ho nemmeno salutato,faccio pena.
Prendo i 2 o 3 libri che possiedo dall’armadietto e mi dirigo in classe.
Perfetto prima ora matematica.
Ryan mi vuole far morire,si è messo addirittura i pantaloni stretti.
Dopo una serie di sogni perversi su di lui questo è il colmo.
Daniel,calma di tuoi istinti poco adeguati.
Entro in classe con il solito ritardo di 5 minuti,solita ramanzina (per soli 5 minuti),solito impreparato.
Sbuffo,ormai è sempre la stessa storia.
Questa volta mi sono seduto all’ultimo banco,giusto per gustarmi il profilo di Ryan.
Sento l’eccitazione premere forte contro i jeans,cazzo,a cuccia.
“Hutton!” La professoressa mi richiama,ancora.
“Si?” Sbuffo,girando lo sguardo verso di lei,subendomi quelli dei miei compagni.
Tranne quello di Ryan.
“Interrogato alla lavagna!” Ci mancava solo questa,sul serio.
Mi alzo dalla sedia con fare menefreghista e mi avvicino a questa vecchia compagna di tortura.
“Svolgi quest’equazione” Da male in peggio.
Scrivo quello che mi viene dettato dall’insegnate e mi fermo qualche secondo per esaminare quello che mi trovo davanti. Un ammasso di numeri. Non ci capisco niente.
Passano più di 10 minuti e io sono ancora qui,senza scrivere nulla.
“1 ti metto,1! Vai a posto!” Mi urla la prof nell’orecchio.
Faccio spallucce,ormai mi sono abituato.
Ascolto le risatine dei miei compagni,allora vi divertite così tanto eh? Vedrò io chi ride fuori scuola.
“Hutton!” Cazzo vuole ancora questa? 
“Hai bisogno di un aiuto,altrimenti verrai bocciato anche quest’anno sai?!” Continua,con voce più aggressiva del solito,quasi rabbrividisco. Stento ad annuire.
“Bene bene bene,vediamo chi dovrà aiutare il signorino qui presente per il prossimo quadrimestre...” Sospiro,sono rassegnato, mi capiterà una dei soliti so-tutto-io pieni di brufoli e occhiaie.
Spero solo che io capiti con..
“Thompson” La professoressa gira lo sguardo verso Ryan,con aria soddisfatta. Lui sembra tutt’altro.
E’ di un colore indefinito tra il viola e il rosso,qualche tonalità che nemmeno io conosco. Deglutisce. Sa già cosa gli aspetta.
Non ha forza per controbattere,ormai la sua sorte è segnata. Io mi astengo dal sorridere malignamente.
“Inizierete oggi,dopo scuola. Organizzatevi voi” .
Quest’ultima frase mi ha lasciato di sbieco per tutta l’ora,vuol dire che io devo rivolgere la parola a lui dopo quello che è successo? D’altronde dovrò passarci pomeriggi interi. Sorrido a quell’idea,però poi scuoto subito la testa.
Ma cosa vado a pensare?
Finalmente suona anche la campanella dell’ultima ora,non mi è mai apparsa una giornata più interminabile e noiosa di questa.
Osservo incuriosito Ryan che se ne sta in disparte aspettando che escano tutti. Come sempre. Sogghigno.
Metto in cartella l’unico quaderno che ho usato per tutta la mattinata e mi dirigo con passo docile verso di lui.   
Non sono imbarazzato,chi io? Pft. Però non so come comportarmi dopo quello che è successo l’altro giorno.
Ma cosa mi prende? Da quando mi faccio tutti questi problemi,io,Daniel Hutton ragazzo più popolare e modestamente figo della scuola? Stronzate.
“Ciao.” Dico,sbiascicando le parole.
“H-Hey” Sussurra in un suono appena udibile,le guancie gli si sono subito tinte di rosso,sembra così.. commestibile.
Allora,ti va di aiutarmi per lo “studio”?” Gli domando,come se non conoscessi già la risposta.
“Si..” Sussurra solo,intento ad afferrare le ultime cose dal banco e metterle nella tracolla.
“A casa mia,d’accordo?” Osservo la sua espressione vagamente contratta in un sorriso del tutto falso e nervoso.
Le dita delle sue mani iniziano a tremare,cosa ti aspetti? Che io ti abbracci come ieri? No,non posso. Salterebbe la mia copertura.
Annuisce,osservando un punto indefinito dell’aula. Forse ha solo paura dei miei occhi,occhi che farebbero cadere ai miei piedi tutti quelli a cui,sfortunatamente,anche per pochi secondi sono stati prigionieri.
Faccio cenno di seguirmi e così fa,totalmente in silenzio e con il volto chino verso il basso. Sembra un mio “schiavo”,e questa cosa non è del tutto impassibile agli occhi degli altri che anzi,ci osservano incuriositi.
Per un attimo il corridoio della nostra scuola parve zittirsi,e si sentono solo il “rumore” dei bisbigli e pettegolezzi.
Finalmente siamo fuori.
“Guarda che puoi parlare,come pretendi che io capisca la matematica se tu non parli?” Gli dico,con un tono tra il divertito e il malefico. Percepisco il suo vuoto di memoria,prevedibile.
“Si..E-Ecco scusa..” Scusa? Ma sei proprio un pivello. Alzo le mani in segno rassegnazione e questa cosa sembra divertirlo,o quasi.
Dopo 5-10 minuti ti puro silenzio arriviamo a casa. Non mi preoccupo nemmeno di bussare,so già che in casa non c’è nessuno.
Giro le chiavi nella toppa e dopo qualche spinta apro la porta,è vecchia.
La mia casa,o meglio,la mia tana,non è un gran che.
E’ disordinata al punto giusto per i miei gusti,ma osservando l’espressione sconcertante di Ryan deve sembrargli tutt’altro. Nascondo in tempo un paio di mutante sul lavello della cucina,che degrado.
Sfortunatamente da quando non c’è più mia madre io e mio padre c’è la caviamo come possiamo.
Lui è sempre via per trovare lavoro,o così dice,e io sempre da solo. Meglio così,amo la solitudine.
“Seguimi” Gli dico,spostando qua è la con i piedi le cianfrusaglie che trovo lungo il mio “percorso” che porta in camera mia.
Spalanco la porta ed eccolo,il mio mondo.
Ho dovuto tapezzare il muro con poster di band a me ignota tutt’ora,giusto per nascondere le  crepe.
C’è una scrivania che si mantiene in piedi per miracolo,stessa cosa per lo scaffale pieno zeppo di enciclopedie che non ho mai aperto.
Altre cianfrusaglie come calzini,mutante,magliette,libri,porno sparsi in giro.
Ma lui non sembra farci caso,è catturato da una foto di famiglia di quando io avevo si e no 5 anni,i miei anni migliori. Sorrido istintivamente a quel ricordo.
“In casa non c’è nessuno,e sarà così per almeno le prossime.. che dico,per almeno una settimana.” Soffio con tono divertito. Si volta con tono interrogativo verso di me. Cosa ti aspetti? Non ci conosciamo nemmeno e pretendi che io ti parli di me e della mia famiglia? Scordatelo,pivello.
Un leggero brontolio proveniente dal suo stomaco mi fa ricordare che oggi siamo usciti prima,quindi non abbiamo avuto tempo per andare in mensa.
“Aspetta qui,ti porto qualcosa da mangiare.” In meno di 5 secondo sono fuori dalla mia camera.
Cosa ti succede,Daniel? Perché ti batte così dannatamente forte il cuore e i pterodattili hanno preso il volo nel tuo stomaco?
 
Ryan pv.
Deglutisco a vuoto. Questa stanza è davvero caotica,come d’altronde tutta la casa. Il contrario della mia.
Ho le guance che potrebbero prendere fuoco da un momento all’altro,maledetto stomaco.
Ascolto il rumore di qualche aggeggio da cucina proveniente dal piano di sotto,da quando Daniel è così gentile?
Mah. Tolgo un po di cianfrusaglie dal letto e mi siedo sul bordo,continuando ad osservare la camera.
Davvero ascolta tutti questi artisti musicali? I miei occhi vengono catturati da un ammasso di riviste.. porno sulla scrivania. C’era da immaginarselo.
“Eccomi,scusa per il frambus..” Non finisce la frase,evidentemente si è accorto del mio sguardo verso quelle riviste. Sposto subito lo sguardo verso di lui,merda. Il suo sogghignare spudoratamente non promette niente di buono.
“Mh,immaginavo. Comunque,tieni. Non ho trovato di meglio.” Mi alzo di scatto dal letto e  afferro quello che mi ha “preparato”. Un Hot-dog,meglio di niente. In questo preciso momento vorrei scomparire,ma in che situazioni mi vado a mettere? Mi mordo il labbro inferiore e inizio ad addentare il panino,niente male.
“Guarda che puoi sederti eh,non ti mangio. Forse..” Giurerei di aver sentito sussurrare un “forse” ma meglio che non ci pensi. Mi siedo sul letto,ancora più in soggezione di prima.
Il suo sguardo puntato su di me,pare si stia divertendo. Io non ci trovo niente di tutto questo,sto soltanto mangiando un hot-dog.
Per fortuna finisco in fretta,non riuscirei a subirmi ancora quello sguardo da malato.
“Tu non m-mangi?” Riesco a dire,tra l’altro credo sia la mia prima frase che dico.
Sposta lo sguardo dalle mie labbra per concedersi i miei occhi. Ti odio,ti odio.
Scuote la testa,e lo fa in una maniera così dannatamente.. sensuale?
Con fare sbrigativo mi ricordo che sono venuto qui per aiutarlo nello studio,e mi affretto a prendere i libri in cartella. Annuisce,sa perfettamente anche lui che se quest’anno non si impegna verrà rimandato in tutte le maniere,bocciato.
Dopo un po inizio a spiegargli qualcosa di base,altrimenti non riuscirà mai a svolgere gli esercizi,anche se sembra guardare più me che il libro,e questa cosa mi mette abbastanza a disagio.
Tentenno nel parlare,non mi sono mai trovato in situazioni come queste e non so cosa fare.
Passano 2 ore buone,e dalla sua espressione deduco che non c’è la fa più.
“Basta.” Con una mano chiude il libro e si butta a peso morto sul letto.
Seriamente,potrei venire all’istante.
Faccio spallucce,facendo finta che la cosa mi sia indifferente e rimetto tutto nella tracolla.
“Come vuoi” Riesco a non balbettare e questa cosa riesce a mandarlo in tilt.
“Che ore sono?” Che idiota,la casa è la tua,dovresti sapere tu dov’è l’orologio. Comunque,mi affretto a vedere l’orario sul cellulare.
“Sono le 18 in p-punto.” Forse dovrei tornare a casa,Caroline e Alex si staranno preoccupando.
“Rimani ancora un po.” Mi chiede quasi supplichevolmente,avrà notato il mio stato di agitazione. Dovrei avvertirli? Anzi,dovrei accettare? Anche se questa più che una domanda mi sembra una condizione.
“V-veramente io n-non vorrei..” Tentenno un'altra volta.
“Non disturbi” Mi precede,alzandosi dal letto. Da quando Daniel è così.. diversamente stronzo?
Per tutto il pomeriggio ho notato che non ha chiesto il mio nome,infatti più di una volta mi ha chiamato “Ryan”. Questa cosa mi ha reso stranamente di buon umore,allora anche lui ha fatto attenzione.
Ci guardiamo qualche istante,quel che basta per perdermi in quell’oceano d’azzurro che libera stranamente una luce particolare,oggi.
E’ così bello da vicino,così dannato. Così.. così non mio.
La lentezza con cui si sta avvicinando a me è mortale e seriamente,spero che non noti il mio rigonfiamento verso sud.
Ha un sorriso vagamente malizioso sul viso e in una frazione di secondo capisco le sue intenzioni poiché mi è addosso.
“L-Lasciami” Mi dimeno,io ho paura.
Con soggetti come lui non sai mai cosa ti può succedere da qua a 1 minuto,quindi meglio evitare.
Cerco di dimenarmi alla sua stretta attorno ai miei fianchi che si fa sempre più forte,soffoco.
“Ti voglio..” Sono paralizzato,la gola in fiamme,gli occhi sbarrati,il cuore che sembra uscirmi dal petto,qualcosa di strano si muove nello stomaco.. Che sarà il panino di prima?
Non può averlo detto,Daniel Hutton? Ma stiamo scherzando? Dove sono le telecamere,eh?
Anche lui sembra sorpreso di questa sua “rivelazione”,ma invece di mollare la presa mi stringe ancora di più a lui,facendo scontrare i nostri petti.
Sono totalmente con la schiena al muro e una scarica elettrica mi pervade.  
Sfortunatamente la mia erezione tocca la.. sua. Cioè,Hutton che si eccita a causa mia,no..
Se avessi quel coraggio che non ho glielo rinfaccerei per tutta la vita.
Freme dalla voglia di avermi,lo percepisco. Ma non gliela darò vinta,non stavolta.
Con due mani lo spingo via,sono troppo scosso,io sto tremando.
Chi me l’ha fatto fare a me?
“Non mi scapperai.” Con un balzo si avvicina alla porta,chiudendola a chiave.
Sono in trappola.
Daniel pv.
Hai paura,mh? Non mi scapperai,non stavolta.
Sono stato troppo buono per i miei gusti,ma ora sei mio e non riuscirai a scapparmi.
Mi avvicino a lui con fare altezzoso e lo spingo sul letto. Immediatamente mi metto a cavalcioni su di lui.
Mi avvicino al suo viso e soffio su quelle labbra così morbide all’apparenza,che tremano al mio soffio.
Decido di stare un po così,ignorando i suoi lamenti e il suo divincolarsi.
Afferro le sua braccia e le blocco sopra la testa,dedicandomi al suo collo.
In meno di 2 minuti è pieno di segni e lividi,ancora insoddisfatto del mio lavoro gli passo la lingua sopra.
Improvvisamente hai cambiato idea,pivello? Sai,mi sono accorto anche io della tua erezione qui giù.
Sghignazzo malefico,posando due dita proprio lì,sulla superficie dei jeans però.
“A-Ah.” Ti lasci sfuggire anche i gemiti ora? Non sai quale tortura ti aspetterà,dopo.
Il tuo rossore sulle guance e la tua timidezza mi farebbe venire a momenti,devo trattenermi.
Risalgo sul collo lasciandogli una scia di baci,fino ad arrivare all’angolo della bocca.
Sei mio.
Lo bacio,un bacio tutt’altro che casto poiché le nostre lingue si cercano,si bramavo,ballando una danza vertiginosa.
Ci lasciamo sfuggire qualche gemito mentre,le nostre erezioni si sfiorano.
E io non ho mai provato niente di meglio.
Voglio conoscere ogni piccolo pezzettino della tua pelle,voglio assaporarlo,voglio farlo mio.
Sai ancora di Hot-Dog e questa cosa è ancora più eccitante.
Gli sfilo la maglietta,e rimango abbagliato da tanta bellezza,nonostante non sia la prima volta che ti vedo a petto nudo.
Mi addento su un capezzolo e ti fai uscire un leggero gemito di dolore.
Lo bacio,lo lecco,poi passo all’altro.
“T-ti p-prego..” Noto una leggera inclinazione di piacere nella tua voce,ma la tortura non è finita.
“Shh..” Gli lascio un altro bacio,languido,al lato della bocca e torno ad occuparmi del mento.
Si inarca,e questa cosa provoca una “spinta” micidiale nelle mie parti basse,tanto da procurarmi dolore.
Gli blocco i polsi sopra la testa e sento il suo corpo dimenarsi sotto il mio.
“L-Lasciami mi f-fai m-male” Urla. Per fortuna che siamo soli in casa.
Lecco il suo lobo,cercando di farlo calmare,ma questo porta solo più agitazione.
“H-Ho detto lasciami!” E con mia gran sorpresa,più sua che mia,riesce a sfuggire alla mia presa,e senza che io me ne accorgessi mi ha anche rubato le chiavi dalla tasca,scaraventandomi dall’altra parte del letto.
A causa dei miei riflessi poco attivi e del mio stato poco lucido non mi accorgo che lui è già andato via,portando con se anche la sua tracolla.
“Dannazione.” Urlo,sbattendo un pugno contro il muro.
Il sangue che ne fuoriesce mi è indifferente,ora penso solo ad una cosa.
Non può essere andato lontano.
 


//Come sempre ritardataria nel postare i capitoli! >< Mi dispiace,è solo che oggi ho avuto un idea per un altra ff yaoi allora ero indecisa se lasciare o meno questa :D Fatemi sapere se ne vale la pena di continuare,grazie! :D
 
 
 
   
 
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