Mi
scuso per gli errori di scrittura del capitolo precedente,
me ne sono accorta dopo averlo postato!
Allora, questo capitolo l'avevo già scritto da un po', ma
non avevo mai tempo
di scriverlo al computer, perciò è arrivato un
po' in ritardo... vi chiedo
scusa anche per questo e spero che vi piaccia! Buona lettura (:
Una volta che fummo atterrati,
feci per prendere il baule di Harry, che
era stato legato alla mia scopa e sottoposto ad un incantesimo di
levitazione.
"Accidenti devo averlo
riempito un po' troppo..." borbottai tra me e
me riuscendo a malapena a sollevarlo da un lato a qualche centimetro da
terra.
Ad un tratto il mio
carico si fece improvvisamente leggero: alzai lo sguardo e
vidi Remus, che aveva prontamente afferrato l'altro lato del baule.
Accidenti a lui, ma
quell'uomo arrivava sempre preciso e puntuale nel posto
giusto al momento giusto?
Varcammo insieme la
soglia di Grimmauld Place, dove, durante la nostra assenza,
c'erano stati dei cambiamenti importanti: i figli di Molly e Arthur
erano
arrivati tutti quel pomeriggio, e sarebbero rimasti lì,
assieme ad Harry, fino
all'inizio dell'anno scolastico. Ma, cosa ancora più
importante, ci avevano
raggiunti al quartier generale Albus Silente, l'attuale preside di
Hogwarts, a
capo dell'Ordine, e l'ex mangiamorte Severus Piton, anche lui membro
dell'Ordine della Fenice a tutti gli effetti. Doveva essere accaduto
qualcosa
di veramente importante perchè richiedesse la loro presenza!
Di fatto i membri
dell'Ordine che non avevano partecipato alla missione erano
già riuniti in
cucina, e noi, tutti meno Harry che fu mandato di sopra, ci affrettamo
a
raggiungerli.
"É troppo
piccolo!"
"Ma è
già maturo abbastanza!"
"É solo un
ragazzo!"
"Ha il diritto di
sapere!"
"Non sta a te decidere
cosa è bene per Harry!"
"A te meno che a me!
Harry non è tuo figlio, Molly!"
"É come se lo
fosse!"
La discussione tra Molly
e Sirius continuò su questo tono, finchè Silente
non
impose il silenzio. Aveva cose più importanti da dirci, e, a
quanto pareva,
poco tempo a disposizione per farlo. Ci mise al corrente di quello che
sarebbe
stato il nostro più importante obiettivo: proteggere
una profezia, che,
nelle mani di Tu-sai-chi, sarebbe divenuta un aiuto indispensabile per
la sua
ascesa al potere. Questa profezia era stata pronunciata da Sibilla
Cooman,
attuale insegnante di divinazione a Hogwarts, e riguardava precisamente
Harry e
Voldemort, e il modo in cui uno dei due avrebbe potuto sconfiggere
definitivamente l'altro. L'unica persona ad aver ascoltato interamente
la
profezia era Silente, ma probabilmente Voldemort ne conosceva una
parte,
abbastanza da esserne attratto. La profezia era custodita al Ministero
della
magia, nell'Ufficio Misteri, e poichè Silente era certo che
Voldemort avrebbe
tentato di appropriarsene con ogni mezzo, era nostro dovere fare la
guardia a
quel prezioso oggetto, per impedirgli ad ogni costo di impossessarsene.
Prima di cena Silente e
Piton si congedarono, improvvisamente così com'erano
arrivati.
Harry, dal canto suo, da
quando era arrivato era impaziente di sapere: non
aveva ricevuto notizie di alcun tipo per tutta l'estate, e i suoi due
amici,
Ron e Hermione, non avevano saputo soddisfare la sua
curiosità. Sirius, al
quale Silente aveva ben raccomandato di non svelare i dettagli della
missione
ad Harry, durante la cena cercò di rispondere alle domande
di Harry per quanto
poteva, finchè non fu interrotto da Molly. La loro
discussione riprese da dove
l'avevano lasciata, e, poichè era già abbastanza
tardi e aveva l'aria di
doversi protrarre ancora a lungo, Arthur mi chiese di portare di sopra
i
ragazzi.
Quando mi alzai facendo
loro cenno di seguirmi, Molly mi rivolse uno sguardo
compiaciuto, mentre Sirius mi squadrò come per chiedere da
che parte stessi.
Una volta che fummo di
sopra, Harry, Ron e i due gemelli Weasley cercarono di
cavare informazioni da me, ma io ero l'ultima persona che si sentiva
autorizzata a dargliele, perciò li lasciai ancora dubbiosi e
un po' delusi
nelle loro stanze.
Passai un po'
più di tempo invece con Hermione e Ginny: la prima mi
lasciò
letteralmente a bocca aperta. Non solo era una ragazzina educatissima,
ma anche
tremendamente intelligente. Anche Ginny era furba e molto perspicace, e
mi
piacque quasi subito, forse anche per il fatto che lei, come me, odiava
sentir
pronunciare il suo nome per intero.
Quando lasciai la stanza
delle due ragazze scesi al piano inferiore, e lì
trovai Sirius, immerso in una fitta discussione con Remus. Appena mi
videro
entrare si interruppero, poi Remus alzò lo sguardo verso
l'orologio appeso alla
parete e decise che era arrivata l'ora di congedarsi. Rimasta sola con
Sirius,
gli chiesi:
"Di cosa parlavate tu e
Remus?"
"Di Piton" disse lui.
"Mh... non so come vi
conosciate, ma credo di non sbagliarmi
nell'affermare che non scorre buon sangue tra voi due..."
"Si nota così
tanto?” domandò ironico. “Dire che non
ci sopportiamo è dire
poco, ma è qualcosa di irreversibile, dato che va avanti dai
tempi in cui
frequentavamo Hogwarts..." concluse con un'aria stranamente pensierosa.
"Non me la conti giusta
stasera, Sir. Che hai?"
Lui sorrise alla mia
perspicacia:
"Ormai mi capisci fin
troppo bene tu, eh? Beh forse, come ha detto Remus,
non dovrei dargli peso... ma quell'uomo oggi è riuscito a
dire la prima cosa
giusta, probabilmente in tutta la sua vita..."
"E cioè?"
"Io non sto facendo
nulla per l'ordine…” la sua espressione si
tramutò
d’un tratto in rabbia “Accidenti! Sono
completamente inutile chiuso qui
dentro!" diede un pugno sul tavolo, visibilmente irritato ma anche...
ferito.
Capii che non era stato
Piton a mettergli in testa questa idea, lui ne era già
convinto. Non sapevo cosa dire, così gli misi una mano sulla
spalla e, prima di
andarmene, mormorai:
"Io non penso che tu sia
inutile".