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Autore: Guruchan96    03/01/2012    1 recensioni
Tonks, un'imbranata e vivace auror ventenne, si ritrova quasi per caso a far parte dell'Ordine della Fenice, e, per quanto si possa trattare di un'esperienza alquanto rischiosa, la ragazza ne è più che entusiasta, anche se lei non sa ancora che questo porterà grandi cambiamenti nella sua vita.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Mi scuso per gli errori di scrittura del capitolo precedente, me ne sono accorta dopo averlo postato!
Allora, questo capitolo l'avevo già scritto da un po', ma non avevo mai tempo di scriverlo al computer, perciò è arrivato un po' in ritardo... vi chiedo scusa anche per questo e spero che vi piaccia! Buona lettura (:

Una volta che fummo atterrati, feci per prendere il baule di Harry, che era stato legato alla mia scopa e sottoposto ad un incantesimo di levitazione.
"Accidenti devo averlo riempito un po' troppo..." borbottai tra me e me riuscendo a malapena a sollevarlo da un lato a qualche centimetro da terra.
Ad un tratto il mio carico si fece improvvisamente leggero: alzai lo sguardo e vidi Remus, che aveva prontamente afferrato l'altro lato del baule.
Accidenti a lui, ma quell'uomo arrivava sempre preciso e puntuale nel posto giusto al momento giusto?
Varcammo insieme la soglia di Grimmauld Place, dove, durante la nostra assenza, c'erano stati dei cambiamenti importanti: i figli di Molly e Arthur erano arrivati tutti quel pomeriggio, e sarebbero rimasti lì, assieme ad Harry, fino all'inizio dell'anno scolastico. Ma, cosa ancora più importante, ci avevano raggiunti al quartier generale Albus Silente, l'attuale preside di Hogwarts, a capo dell'Ordine, e l'ex mangiamorte Severus Piton, anche lui membro dell'Ordine della Fenice a tutti gli effetti. Doveva essere accaduto qualcosa di veramente importante perchè richiedesse la loro presenza! Di fatto i membri dell'Ordine che non avevano partecipato alla missione erano già riuniti in cucina, e noi, tutti meno Harry che fu mandato di sopra, ci affrettamo a raggiungerli.
"É troppo piccolo!"
"Ma è già maturo abbastanza!"
"É solo un ragazzo!"
"Ha il diritto di sapere!"
"Non sta a te decidere cosa è bene per Harry!"
"A te meno che a me! Harry non è tuo figlio, Molly!"
"É come se lo fosse!"
La discussione tra Molly e Sirius continuò su questo tono, finchè Silente non impose il silenzio. Aveva cose più importanti da dirci, e, a quanto pareva, poco tempo a disposizione per farlo. Ci mise al corrente di quello che sarebbe stato il nostro più importante obiettivo: proteggere una profezia, che, nelle mani di Tu-sai-chi, sarebbe divenuta un aiuto indispensabile per la sua ascesa al potere. Questa profezia era stata pronunciata da Sibilla Cooman, attuale insegnante di divinazione a Hogwarts, e riguardava precisamente Harry e Voldemort, e il modo in cui uno dei due avrebbe potuto sconfiggere definitivamente l'altro. L'unica persona ad aver ascoltato interamente la profezia era Silente, ma probabilmente Voldemort ne conosceva una parte, abbastanza da esserne attratto. La profezia era custodita al Ministero della magia, nell'Ufficio Misteri, e poichè Silente era certo che Voldemort avrebbe tentato di appropriarsene con ogni mezzo, era nostro dovere fare la guardia a quel prezioso oggetto, per impedirgli ad ogni costo di impossessarsene.
Prima di cena Silente e Piton si congedarono, improvvisamente così com'erano arrivati.
Harry, dal canto suo, da quando era arrivato era impaziente di sapere: non aveva ricevuto notizie di alcun tipo per tutta l'estate, e i suoi due amici, Ron e Hermione, non avevano saputo soddisfare la sua curiosità. Sirius, al quale Silente aveva ben raccomandato di non svelare i dettagli della missione ad Harry, durante la cena cercò di rispondere alle domande di Harry per quanto poteva, finchè non fu interrotto da Molly. La loro discussione riprese da dove l'avevano lasciata, e, poichè era già abbastanza tardi e aveva l'aria di doversi protrarre ancora a lungo, Arthur mi chiese di portare di sopra i ragazzi.
Quando mi alzai facendo loro cenno di seguirmi, Molly mi rivolse uno sguardo compiaciuto, mentre Sirius mi squadrò come per chiedere da che parte stessi.
Una volta che fummo di sopra, Harry, Ron e i due gemelli Weasley cercarono di cavare informazioni da me, ma io ero l'ultima persona che si sentiva autorizzata a dargliele, perciò li lasciai ancora dubbiosi e un po' delusi nelle loro stanze.
Passai un po' più di tempo invece con Hermione e Ginny: la prima mi lasciò letteralmente a bocca aperta. Non solo era una ragazzina educatissima, ma anche tremendamente intelligente. Anche Ginny era furba e molto perspicace, e mi piacque quasi subito, forse anche per il fatto che lei, come me, odiava sentir pronunciare il suo nome per intero.
Quando lasciai la stanza delle due ragazze scesi al piano inferiore, e lì trovai Sirius, immerso in una fitta discussione con Remus. Appena mi videro entrare si interruppero, poi Remus alzò lo sguardo verso l'orologio appeso alla parete e decise che era arrivata l'ora di congedarsi. Rimasta sola con Sirius, gli chiesi:
"Di cosa parlavate tu e Remus?"
"Di Piton" disse lui.
"Mh... non so come vi conosciate, ma credo di non sbagliarmi nell'affermare che non scorre buon sangue tra voi due..."
"Si nota così tanto?” domandò ironico. “Dire che non ci sopportiamo è dire poco, ma è qualcosa di irreversibile, dato che va avanti dai tempi in cui frequentavamo Hogwarts..." concluse con un'aria stranamente pensierosa.
"Non me la conti giusta stasera, Sir. Che hai?"
Lui sorrise alla mia perspicacia:
"Ormai mi capisci fin troppo bene tu, eh? Beh forse, come ha detto Remus, non dovrei dargli peso... ma quell'uomo oggi è riuscito a dire la prima cosa giusta, probabilmente in tutta la sua vita..."
"E cioè?"
"Io non sto facendo nulla per l'ordine…” la sua espressione si tramutò d’un tratto in rabbia “Accidenti! Sono completamente inutile chiuso qui dentro!" diede un pugno sul tavolo, visibilmente irritato ma anche... ferito.
Capii che non era stato Piton a mettergli in testa questa idea, lui ne era già convinto. Non sapevo cosa dire, così gli misi una mano sulla spalla e, prima di andarmene, mormorai:
"Io non penso che tu sia inutile".

  
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