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Autore: La Chiave di Do    03/01/2012    2 recensioni
Protagonisti il Beatle George Harrison e la moglie, la bellissima modella Pattie Boyd, durante lo sfiorire del loro amore e l’apparire nella loro storia del chitarrista Eric Clapton, questo racconto reinventa il triangolo rock piu’ stupefacente della storia: due amici, due rockstar, la dea musica, un duello d’amore e lei, la musa: Layla.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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XI
Layla e Majnun

 
 
 

 
Usci’ di casa senza avvertire George alle ventitrè e undici minuti come avevano pattuito, passando dalla porta sul retro e raggiungendo il marciapiede senza correre, interamente vestita di scuro e senza scarpe alte per fare rumore; detestava quella pagliacciata, ma sul biglietto non le era stata data la possibilità di rifiutarla.
La grossa macchina scura era li’ come le aveva promesso e quando vi passo’ accanto il conducente si sporse dal sedile del passeggero per aprirle la portiera e lei Sali’ sbuffando rumorosamente; richiuse la portiera e l’auto fu messa in modo:
“Molto bene, ora mi spiegheresti che cosa hai in mente?” sbotto’ Pattie abbassando il cappuccio della giacca che aveva usato per coprire la chioma bionda “Dove ci porterà questa pagliacciata, dove stiamo andando ora… Derek?”
Eric non rispose e si limito’ ad accendersi una sigaretta, sporgendo il braccio fuori dal finestrino aperto dopo aver aspirato.
“Ma sei impazzito per caso?!” grido’ lei “Siamo a gennaio, si gela! Vuoi fare venire una polmonite a tutti o due o cosa?” tento’ di sporgersi ad alzargli il finestrino ma lui la respinse senza dire una sola parola. Pattie non capiva e mise il broncio per nascondere l’inquietudine.
Clapton guidava sempre piu’ veloce nel buio e nel gelo della notte, ma fu chiaro ad entrambi che non si stavano dirigendo verso la casa di lui.
“Eric, si puo’ sapere dove stai andando? Se continui per di qui ti ritrovi a Piccadilly Circus, torna in dietro, ti prego! Riportami a casa!”
“Chi ti dice che io non voglia andare proprio li’?”
“A quest’ora?”
Eric tacque di nuovo ma guido’ effettivamente fino a Piccadilly Circus; stranamente, forse per il freddo, era praticamente deserta e parcheggio’ dove capitava.
“Scendi” le disse in un tono che aveva poco dell’invito mentre lui stesso scendeva ed andava ad aprirle la portiera sull’altro lato “voglio solo parlare”.
La prese per entrambe le mani mentre la aiutava a scendere e la condusse al centro della piazza dove la invito’ a sedere ai piedi della statua che la domina, un grande angelo con arco e frecce che ricordo’ a Patricia un grosso cupido. Che strano, pensava, pur vivendo a Londra da sempre non l’aveva mai notata prima di quel momento.
Passo attraverso i muri, i muri di Layla
e bacio questa parete e quest'altra…
Non è per le case l'Amore che ha preso il mio cuore

ma per Colui che in queste case dimora!”
“Tu sei impazzito!”esclamo’ Pattie guardando dalla parte opposta dopo averlo sentito recitare quegli strani versi sconosciuti “Ti è dato completamente di volta il cervello!” rimarco’ cercando in tutti i modi di sfilare la mani da quelle di lui, come tenaglie.
“Certo che sono impazzito!” confermo’ Eric prendendola per le spalle dando tregua alle sue mani “Sono impazzito per te! Impazzito d’amore, di gelosia vedendoti di nuovo fra le braccia di George! Non sai che dolore quelle note, cosi’ belle…” abbasso’ lo sguardo “Belle quasi quanto te Pattie… quella canzone sei tu!”
Si riferiva a “Something”, era chiaro. Pattie tacque per ascoltarlo.
“Io ti amo!” le spunto’ in faccia “Ti amo follemente, come Majnun ama Layla, che come Majnun morirebbe d’amore e non puo’ avere la sua Layla!”
Pattie lo guardo’: sembrava davvero pazzo, ma dietro la pazzia, nei suoi occhi brillava una luce piu’ brillante e piu’ malinconica, la stessa luminosità triste delle note della sua chitarra, quel giorno in cui lui e suo marito avevano duellato per lei.
“Chi sono Majnun e Layla, Eric?”
L’uomo salto’ in piedi:
“Oh dovresti sentirla, è una storia bellissima, Pattie! Lascia che te la racconti…. Io…”
“Storie, Eric?”
disse Pattie acida “E’ tutta la vita che sento storie! Storie su come realizzarmi, storie su come essere una donna, non la bambolina di un chitarrista famoso, storie su come io sia la musa ispiratrice di un Beatle, storie che mi hanno rincretinita tanto da farmi addirittura sposare un Beatle! Storie Eric, tutte storie e sono stufa di sentirne! Non sentiro’ anche la tua… ora basta.”
Eric non rispose ma qualcosa gli si spezzo’ dentro.
“Riportami a casa.” e non gli disse altro.

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Vi deludero' per l'ennesima volta ma ancora Slowhand non conclude! Non ho altri commenti da fare, quindi mi limito a baciarvi!

Kei

   
 
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