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Autore: HermyLily89    03/01/2012    11 recensioni
Fanfiction su Harry/Hermione, vista con gli occhi di lei.
Siamo dopo la Seconda Guerra Magica e il mondo ha trovato la sua pace. Hermione è sta partendo per l'Australia per trovare i suoi genitori, mentre Harry resta ad Hogwarts per dare una mano.
Possono i sentimenti di lei cambiare verso di lui? O, in realtà, sono sempre stati forti, ma per evitare disastri erano stati mascherati?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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*Dling dlong*

Si avvisano i passeggeri che siamo in arrivo all’aeroporto di Sidney. Rimanete con le cinture allacciate fino alla fine dell’atterraggio. Grazie per aver viaggiato con noi.”

Sbatto le palpebre. Una, due, tre volte.
Guardo il cielo fuori, dal piccolo finestrino alla mia destra, la testa appoggiata sul vetro freddo.
Devo essermi addormentata così, con la guancia appiccicata al finestrino.
Decisamente uno spettacolo orribile da vedere, ma non mi importa.
E’ buio, non so nemmeno quante ore io abbia viaggiato, non è questo che realmente conta; sono a Sidney, finalmente, e un sonno ristoratore dopo quello che ho passato nelle ultime 36 ore direi che mi ci voleva proprio.
Sento l’aereo atterrare, le piccole ruote poggiarsi sull’asfalto della pista, facendolo sobbalzare un po’.
Mi slaccio la cintura di sicurezza, afferro la mia borsa dal vano sopra la mia testa e cerco di scendere il primo possibile, tanta è la mia voglia di arrivare da Wendell e Monica Wilkins.
L’aria frizzante della sera mi accarezza il viso e riesce ad asciugare quelle lacrime che durante il sonno non avevano smesso di rotolarmi sulle guance.
Sono a Sidney, lontanissima da Hogwarts. Da sola.
Per la prima volta nella mia vita devo fare qualcosa completamente sola, senza nessuno.
E’ la mia battaglia, la mia battaglia personale ed è giusto che me la veda io. Nessun Harry a tenermi la mano, nessun Ron a farmi sorridere.

Ma potrei andare più tardi … Harry, loro stanno bene. Tu hai bisogno di una mano”.
Non riuscivo ad andarmene, non riuscivo ad allontanarmi o allontanarlo, come avevo fatto con Ron.
E nemmeno lui sembrava volersi allontanare da me.
La sua mano, che prima accarezzava la guancia, era scesa e ora prendeva la mia, accarezzandola dolcemente.
No, Hermione. Devi andare. Non per loro, che nemmeno si ricordano di te, ma per te. Hai bisogno di loro, te lo leggo negli occhi. Ricordi nella Foresta di Dean? Me ne parlasti, mi parlasti di loro. Ora tutto è finito, siamo salvi e tu devi andare a riprenderli. Per te.”
Non c’era rimprovero nella sua voce, solo calma e dolcezza, come se cercasse di spiegare qualcosa ad una bambina di due anni un po’ capricciosa, ma non voleva farmelo pesare.
Improvvisamente mi si era formato un pensiero nella mente, un pensiero che lui sembrò catturare immediatamente, non appena aveva assunto una qualche sembianza.
Verrei con te, Hermione, come tu sei venuta con me a Godric’s Hollow, ma devo rimanere qui, lo sai.”
Stavo guardando a terra, le lacrime che cercavo di ricacciare indietro erano comunque sgorgate, ma non volevo che lui le vedesse.
Delicatamente, con l’indice della sua mano libera, mi aveva sollevato il mento e non avevo potuto non specchiarmi in quegli occhi.
Non aveva detto nulla, mi aveva solo guardata.
Uno dei nostri sguardi.

Un clacson di un’auto mi fa sobbalzare.
Sono nel centro di Sidney e a malapena ricordo come ci sono arrivata: tutto è molto di più grande di come lo sia in Inghilterra … i palazzi, i negozi, gli edifici.
Mi scuso col conducente della macchina e mi sposto sul marciapiede, tirando fuori dalla tasca un pezzo di carta un po’ stropicciato.

“ Wendell e Monica Wilkins,
London Street, 15
Sidney”

Quindici.
Lo ripeto lentamente, quasi sillabandolo.
Sembra quasi una coincidenza: gate 15, London Street 15.
Eppure l’avevo scelto io, inconsciamente, quella mattina di settembre, quasi un anno fa.

Sarebbe una bella idea prendere una casa in Australia, che te ne pare, caro?”
Sua madre stava versando una tazza di te a suo padre, mentre lui sfogliava distrattamente il giornale appena arrivato, gli occhiali in bilico sulla punta del naso.
In Australia? Beh, effettivamente … l’Inghilterra mi sembra sempre più grigia e poi Susy e Albert ci hanno proposto di lavorare in quello studio dentistico di Sidney” disse, sorseggiando appena il te bollente.
Io li sentivo dalla mia camera, con la porta aperta.
Era stato in quel momento che trovai quella soluzione, il modo per salvarli dalla furia dei Mangiamorte e di Voldemort.
Perché erano i genitori di una grande amica di Harry, tutto il mondo magico lo sapeva e io non sarei tornata ad Hogwarts, dove potevo essere controllata.
Dovevo metterli al sicuro, in un posto in cui nessuno li avrebbe cercati.
Sidney.
Mi ero messa a scrivere freneticamente sul primo brandello di carta che avevo trovato sulla scrivania.
I due nomi erano usciti così dalla mia mente, senza essere mai stati pensati prima d’ora.
Come la via e quel numero civico.
E quell’incantesimo, che spesso avevo incontrato nelle mie notti di studio in biblioteca, durante la preparazione dei G.U.F.O. : l’Oblivion.
In un attimo ero diventata orfana e i miei genitori erano salvi.

Ripiego il foglio e lo rimetto nella tasca dei jeans, piena di adrenalina e un po’ tesa.
Sempre camminando, vado alla ricerca di un posto deserto, per potermi smaterializzare senza sconvolgere alcun Babbano. Fortunatamente scorgo una stradina tra due palazzi enormi, altissimi, che non sembra essere mai stata notata da nessuno.
Con circospezione mi avvio per quell’antro piuttosto buio, sollevo la mia borsa, issandomela sulla spalle e, mentre mi concentro sulle tre “D”, ripeto mentalmente l’indirizzo, il cuore che batte a mille.
Chiudo istintivamente gli occhi, come sempre.
Come sempre quando ci smaterializzavamo lo scorso inverno. Io, Ron ed Harry.
Appena il tempo di provare una leggera nausea che mi trovo davanti alla porta d’ingresso dei signori Wilkins, come recita la targhetta posta sul campanello.
Monica e Wendell Wilkins.
Ho ripensato a questo momento per mesi, lì, mentre fuggivamo e ci spostavamo da foresta a foresta, mentre la neve cadeva ed eravamo a Godric’s Hollow. Per mesi ho pensato a cosa avrei detto, come li avrei riportati a casa, ma in quel momento tutte le idee che mi erano passate per la testa sembravano aver perso il loro senso.
Faccio un respiro profondo, inspiro ed espiro.
Si tratta solo di allungare il dito, suonare il campanello e provare a dire qualcosa, qualsiasi cosa.
Dalla finestra riesco a vedere mia madre in cucina, mentre passa lo straccio su un tavolo e parla con qualcuno che non è in quella stanza.
“Mamma” mormorò appena, la voce rotta da emozioni contrastanti: felicità, profonda tristezza, immensa gioia.

Forza Hermione, non è il momento di cedere, coraggio. Suona quel benedetto campanello.

Finalmente il mio braccio si muove, indipendentemente dal resto del mio corpo.
Sento il suono del campanello all’interno della casa, il rumore dei passi e poi la porta si apre.
Un uomo, gli occhiali sulla punta del naso e un libro in una mano, l’indice inserito a mo’ di segnalibro.
Come una persona può rimanere uguale a se stessa nonostante tutto, nonostante il nome diverso, una vita diversa, una casa diversa.
Ma è lui e mi si forma un groppo in gola, che mando giù a fatica, cercando di non farmi vincere dal tornado di emozioni.

“Salve e mi scusi se la disturbo. Avrei bisogno di chiamare una persona. Sono nuova in città e non ho spiccioli per usare una cabina telefonica. Beh, mi chiedevo se potrei utilizzare il suo telefono”.

E’ una cosa talmente idiota da pensare, figuriamoci da dire, ma ormai l’ho fatto, ho rischiato, d’altra parte non posso fare diversamente, e di certo non voglio entrare in casa con la forza.
Lo vedo scrutarmi, con quello sguardo così familiare, e tento di sorridergli, di fargli capire che di me può fidarsi.

“Beh, ecco… certo, venga pure signorina. Le mostro dove si trova il telefono.”

E’ nervoso, come è normale, ma continua a guardarmi, mentre attraverso la porta della loro casa, come se vedesse qualcosa in me.
Probabilmente è frutto della mia immaginazione o forse mi auguro che l’amore di un padre per una figlia possa sciogliere l’incantesimo, anche se so bene che non può essere.

“Tesoro, chi era alla porta?”
 
Le mani bagnate avvolte in un canovaccio e i capelli legati in uno stretto chignon. Nemmeno lei è cambiata.
“Oh, è una ragazza, Monica, ha bisogno del telefono. E’ appena arrivata in città”.

Le sorrido e annuisco alle parole di mio padre e anche lei mi sorride di rimando.
Un turbinio di emozioni mi sconvolge l’anima.
So che tra un attimo smetteranno di essere Monica e Wendell e torneranno ad essere Amy e Ryan Granger,
che tra poco avranno di nuovo tutti i loro ricordi, me compresa.
E’ un attimo, entrambi si voltano, forse per lasciare un po’ di privacy alla mia conversazione telefonica, e stringo la mia bacchetta tra le dita e la sollevo, puntandola verso di loro.
Con voce ferma mormoro il contro incantesimo, che per mesi e mesi ho continuato a ripetere nella mia testa, con la paura di dimenticarlo e la speranza di poterlo usare.
Improvvisamente sento solo il silenzio attorno a me e il tempo passa, scandito dai battiti incessanti del mio cuore, ma poi si voltano e mi vedono.
Per la prima volta da quando sono entrata in questa casa vedono ME, Hermione, non una ragazza che ha bisogno di un telefono.

“Her… Hermione!”
Mia madre è la prima a cedere e a corrermi incontro, stringendomi forte a lei.
Il suo profumo non è cambiato in questi mesi e mi sembra di essere davvero tornata a respirare solo ora, mentre i miei polmoni si riempiono di quell’odore così familiare.
Poi è il turno di mio padre, che mi guarda con profonda dolcezza e mi accarezza la guancia mormorando: “Figlia mia”.
Con calma spiegherò tutto quello che è accaduto, perché è giusto che sappiano, ma ora voglio godermi quegli abbracci, quelle lacrime di gioia.
Harry aveva ragione, è per me che sono arrivata fin qui. Per me.

Hai bisogno di loro, te lo leggo negli occhi”


 

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Ringrazio intanto tutti coloro che
hanno letto e recensito lo scorso capitolo :)
Grazie dei consigli 
e dei complimenti,
davvero!
Questo capitolo è stato abbastanza difficile per me
ma spero possa essere di vostro gradimento.
Fatemi sapere che ne pensate ;)
Baci
HermyLily89

   
 
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