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Autore: HermyLily89    03/01/2012    16 recensioni
Fanfiction su Harry/Hermione, vista con gli occhi di lei.
Siamo dopo la Seconda Guerra Magica e il mondo ha trovato la sua pace. Hermione è sta partendo per l'Australia per trovare i suoi genitori, mentre Harry resta ad Hogwarts per dare una mano.
Possono i sentimenti di lei cambiare verso di lui? O, in realtà, sono sempre stati forti, ma per evitare disastri erano stati mascherati?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Un biglietto per Sidney, grazie”.

Una donna indaffarata, i capelli in ordine di un biondo spento, tirati su e fermati in modo elegante dietro la testa a malapena sembra ascoltarmi, tutta concentrata a masticare la sua chewingum.

“Classe?”

Nemmeno mi guarda, digita qualcosa su quel computer che ha davanti a sé, gli occhi che riflettono quella luce azzurrina.

“Seconda. Il primo volo che trova andrà bene”.

Mi sforzo di sorriderle, anche se nervosamente.
Non sono mai stata in un aeroporto, sinceramente, anche se può essere strano per una ragazza di diciotto anni. Ma è anche vero che finchè per nove mesi all’anno sei a contatto con maghi, difficilmente può capitarti di dover prendere l’aereo.
Mi guardo attorno, mentre la donna digita distrattamente qualcosa sul suo computer: persone che sorridono, che partono per le vacanze, piene di valigie e borsoni, persone che si ritrovano, che si abbracciano.
Come se l’aeroporto fosse una sorta di luogo d’incontro per ritrovare la propria felicità, per vivere delle emozioni forti.
D’altra parte è quello che sto facendo anche io.
Sto ricercando la mia felicità, andando a riprendere quelle persone che per una scelta difficile, ma giusta ho dovuto tener lontano da me.

“Allora, c’è un volo tra un’ora. Una volta che ha pagato, le conviene presentarsi già al gate d’imbarco.”

Solo allora smette di fissare lo schermo tremolante e si gira a guardarmi con un sorriso falso, di quelli da pubblicità del Settimanale delle Streghe, di plastica.
Le do i soldi necessari per il biglietto, cercando di non essere troppo sconvolta per la simile cifra, ma d’altronde l’Australia è dall’altra parte della terra e poi sto andando a prendere mamma e papà.
Qualunque cifra sarebbe irrisoria al confronto.

“Ecco a lei, signorina Granger. Buon viaggio”.

Mi porge il biglietto e, dopo aver controllato che tutti i miei dati siano corretti, prendo la mia borsa e vado alla ricerca del gate 15, come indicato da quel pezzo di carta.
Non riesco a fermare i pensieri di quello che è successo solo qualche ora prima, corrono, si confondono, si mescolano: la lotta nella scuola, i Mangiamorte, Piton, Fred… e Tonks, Lupin … Colin, la sconfitta di Voldemort.

Sii coerente, su. Non stavi pensando a questo.

Il bacio con Ron, le zanne di basilisco a terra, la voce di Harry che cerca di ricordarci in che situazione siamo.
La voce di Harry.
La sua voce.
Devo smettere di pensarci. Sto con Ron e Harry sta con Ginny.
Fine della questione ed è inutile che ci rimugino sopra.
Mi accorgo di aver passato il gate 15, solo quando arrivo al 20; i pensieri mi hanno portata troppo lonatana.
Sbuffando, mi volto e riprendo a camminare, questa volta facendo attenzione a ciò che mi circonda.
Gate 19, gate 18, gate 17, gate 16, gate 15. Eccolo.
Mi accomodo su una delle panchine in plastica, stanca, distrutta.
Ma non potevo aspettare ancora, ora che tutto è cambiato, e per il meglio, dovevo partire, andare da loro.
Anche perché ognuno era tornato a casa, ognuno con i suoi feriti da medicare e le perdite da ricordare.

Tranquilla Hermione, lo capisco. Vai dai tuoi genitori. Io rimarrò qui a dare una mano a mamma e agli altri, insomma. Sai, senza … ecco, senza di lui, George è distrutto.”
Si era morso il labbro inferiore e mi guardava con una profonda tristezza negli occhi.
Tornerò presto, Ron” gli avevo sussurrato, stringendogli la mano.
Da quella volta durante la battaglia non c'eravamo più baciati, benché Ron sembrasse sul punto di provarci anche altre volte, ma non me la sentivo, come se quelle morti avessero posto un confine tra ciò che aveva senso prima e ciò che ne aveva dopo.
Ron si era allontanato, poi, guardandomi un’ultima volta e si era diretto alla Tana assieme al resto della famiglia.
Stai facendo la cosa giusta”.
La voce di Harry mi fece sobbalzare il cuore nel petto.
Possibile che quella voce riuscisse a sconvolgermi in quel modo?

Harry era rimasto lì, ad Hogwarts, a dare una mano per rimettere in sesto la scuola.
Ed io avrei voluto rimanere lì, lo so bene.
Ma, come ha detto lui, sto facendo la cosa giusta, sto per andare a riabbracciare i miei genitori e so che lui, se avesse potuto, avrebbe fatto lo stesso.

Lo so, Harry. Ma avrei voluto restare qui, dare una mano”.
Avevo cercato il suo sguardo, volevo mi leggesse dentro e accadde.
I suoi occhi verdi si erano immersi nei miei per un istante che mi parve durare una vita.
Mi sentivo nuda, indifesa, alla mercè della sua curiosità, che però non aveva, come se potesse vedere anche la parte più intima del mio animo, quella parte che nemmeno io comprendevo bene.
Era come essere nella tenda, l’inverno scorso, io e lui, da soli.
Giochi di sguardi, attimi fugaci, nemmeno una parola, perché non serviva, non era necessario dire nulla.
Io e lui ci comprendevamo, ci siamo sempre compresi così.
La sua mano era scivolata sulla mia guancia. Una carezza.
Io sarò qui, quando avrai trovato i tuoi genitori. Non me ne vado”.

Era sicuro, deciso, pacato e mi sorrideva; in quel sorriso mi era parso di vedere l’Harry undicenne dopo la sconfitta di Raptor, una volta uscito dall’infermeria.
In lui riuscivo sempre a scorgere quel bambino insieme all’adulto che era diventato, probabilmente perché con lui ci sono cresciuta.

Ma non vedi Ron allo stesso modo, vero?

Era inutile fingere, ma allora perché l’avevo baciato? E con quel trasporto?
Per quale motivo ho fatto qualcosa di simile?
Grazie al cielo, i miei pensieri vengono interrotti dalla voce metallica dell’altoparlante: “I passeggeri per il volo per Sidney  delle ore 17:30 si accomodino davanti al gate 15. I passeggeri per il volo per Sidney delle ore 17:30 si accomodino al gate 15.”
Con tutta la forza in corpo, mi alzo e mi avvicino, trascinando la borsa dietro di me.
Tra poco potrò riabbracciare i miei genitori, finalmente, e prima farò loro tornare la memoria.
Per ora sono ancora orfana, sola al mondo, come Harry.
Come Harry.
E’ inutile che io eviti di pensarci, la sua immagine è nitida davanti ai miei occhi.
Magari questo viaggio mi potrà aiutare a fare chiarezza su ciò che davvero desidero, su ciò che realmente è per me.
Consegno il mio biglietto all’entrata del gate e poco dopo, quasi senza accorgermene, mi ritrovo sull’aereo.
Do uno sguardo dal finestrino, mentre l’aereo decolla, e mi si presenta davanti Londra, poi le praterie e le brughiere vicino alla mia casa, al mio mondo.
Si fa tutto così piccolo, mentre continuiamo a salire e, per quanto io sia terrorizzata dal volare, non smetto di guardare fuori, mentre l’Inghilterra sia allontana sempre di più.

“A presto mormoro, mentre con la mano faccio un piccolo cenno e poi chiudo gli occhi.

Io sarò qui, quando avrai trovato i tuoi genitori. Non me ne vado”.

Una lacrima furtiva mi bagna le guance.
Lui sarà lì. Non se ne andrà.


 

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Ed ecco il primo capitolo di questa mia nuova FF!
Ancora non so come ho intenzione di portarla avanti
anche perchè l'idea mi è venuta in mente così,
un po' per gioco.
Inutile dire che le vostre recensioni
sono per me necessarie, 
soprattutto per capire cosa sbaglio 
e cosa va migliorato!

Quindi, recensite! :D

Baci, HermyLily89

   
 
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