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Autore: fiveguysmakemesmile    03/01/2012    5 recensioni
Nessuna persona al mondo penserebbe mai che una semplice frase quale: 'Ti va una cioccolata calda?' potesse sconvolgere completamente la mia esistenza.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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efp fanfi capitolo 6 kom          Potere alle carote(?)
Visto che mi scordo sempre di ringraziarvi, lo faccio prima. çç
Allora:
-Grazie a Raffy_HS, _anyoneelse, Waitingaprince,itsfrancy e iSupermanishere per aver recensito il capitolo precedente.
-Grazie a BeWhoYouWannaBe, Waitingaprince,_anyoneelse per averla messa tra le preferite.
-Grazie a JoBrosAreMyDreams,SamCrush,StillBelieve e Waitingaprince per averla messa tra le ricordate.
-Grazie a ehyapple,Lucy_Directioner,INeedToBeSaved,Noe97,Raffy_HS,SamCrush,thats_airin,truecolors,itsfrancy,_anyoneelse e ,MuffinRipienoxitsmarlik per averla messa tra le seguite.
Vi amo tanto carote,ajfknaf. <3
E ora ecco a voi il nuovo capitolo, buona lettura. Spero vi piaccia, fatemi sapere un vostro parere lasciandomi una piccola recensione. Grazie a tutti. :3
(p.s: il prossimo capitolo lo scriverò quando avrò minino 5 recensioni(?) essì ùu)


Non ci avevo pensato neanche mezzo secondo. Sapevo che se avessi rifiutato me ne sarei pentita per tutta la vita. Presi e indossai velocemente il mio cappotto. Mi girai verso Liam che stava indossando il suo di cappotto.Quanto poteva essere bello.
Non mi ero innamorata di lui  solo per il suo aspetto esteriore,certo che no. Io amavo la sua voce, non ne potevo fare a meno; fin dal suo ‘you’re insicure’, mi si era contorto lo stomaco e ovviamente non potevano mancare le famose farfalle. L’amavo questo era il problema.
‘Allora..andiamo?’ mi disse sorridente.
‘C-certo’ risposi sorridendogli e mi avviai verso l’uscio.
Per tutto il tragitto verso l’uscita dell’ufficio calò un silenzio piuttosto imbarazzante. Non ci guardavamo, non dicevamo niente.
Appena fuori dall’agenzia mi domandò:
‘Quindi..da quanto lavori qui?’
‘Da qualche mese, ma frequento anche l’università’ risposi.
‘Che facoltà?’ si voltò verso di me
Alzai lo sguardo.  Mi persi nei suoi occhi che, anche non essendo verdi o azzurri, erano meravigliosi. Continuava a guardarmi. Arrossii.
‘Frequento la facoltà di architettura’ dissi abbassando lo sguardo sul marciapiede.
‘Oh, interessante,Cioè è una bella facoltà,ottima scelta’.
Sorrisi a quella risposta. Era più insicuro di me con le parole in questo momento, forse anche lui aveva paura di dire qualcosa di sbagliato.
‘Beh,ti ringrazio’ gli dissi.
Calò di nuovo il silenzio.
Decisi di romperlo io e così gli chiesi la prima cosa che mi capitò in mente.
‘Avete intenzione di fare qualche nuovo concerto?’ lo guardai.
Anche lui stava guardando il marciapiede.
‘Eh? Scusami ero sovrappensiero..’ mi disse arrossendo..? Sì era leggermente arrossito,o forse me lo stavo solo immaginando.
‘A che stavi pensando?’ chiesi.
Non rispose.
No questo non glielo dovevo chiedere.
Si vedeva che era in difficoltà.
-sei una stupida scusati subito.-
‘Scusami, non  volevo farmi i fatti tuoi.Scusami.’ dissi incrociando le mani, come se pregassi, e agitandole avanti e indietro.
Rise ‘Non c’è nessun motivo per cui tu ti debba scusare. Certo che sei proprio buffa.’ Rise ancora.
‘Ma non sono buffa’ sbuffai.
Mi mise una mano sui capelli e me li spettinò. ‘Sì che lo sei’ mi disse sorridendo.
‘Ehi, ma per chi mi hai perso per una bambina?’ dissi aggiustandomi i capelli ‘Secondo me sembro una pazza, sono tutti spettinati, grazie a te’ aggiunsi guardandolo minacciosamente.
Rise e io mi unii alla sua risata così fottutamente perfetta.
‘Una pazza carina,almeno’ disse riabbassando lo sguardo.
Risi e poi gli risposi con serietà ‘Che ne dici di andare da un’oculista? Ti pago io la visita non ti preoccupare’.
‘Non ne ho bisogno,ci vedo benissimo.’ Disse alzando lo sguardo per poi incominciare a guardare le persone che ci passavano affianco.
‘Se io sono “carina”’ dissi facendo finte virgolette con le dita ‘tu sei il Re d’Inghilterra’
‘Infatti  io sono il Re d’Inghilterra!’ mi disse con una faccia sconvolta.
‘Ma fammi il piacere Payne’ dissi dandogli un pugno amichevole sul braccio.
‘Chiamami pure Liam. E ahia!’ mi disse facendo il finto sofferente.
‘Ora chiamerò un’ambulanza,non vorrei averti rotto il braccio.’ Dissi facendo finta di agitarmi e presi davvero il cellulare.
‘Ah-ah simpatica. Guarda, facendo gli idioti il tempo è passato così velocemente che siamo già arrivati’ mi disse indicando lo Starbucks all’angolo della strada.
‘Tu facevi l’idiota, io ti assecondavo. Se sei minorato non è colpa mia’ dissi appoggiandogli una mano sulla spalla.
Rise e disse ‘E poi io dovrei essere il minorato. Dai su entriamo’ aprì la porta ‘Prego signorina..’
‘Oh grazie, sei proprio un cavaliere’ risposi  sghignazzando.
Mi inoltrai nello Starbucks. ‘Pieno come sempre’ commentai.
‘Ora lo trovo il posto,aspettami qui un secondo’ si inoltrò tra quella massa di persone. Si avvicinò alla cassa. Lo vidi parlare con una cassiera che sarà stata sulla quarantina, era strano sembrava che si conoscessero.
Poi lei gli indicò un tavolino vicino alla finestra in fondo sulla sinistra. La ringraziò e ritornò da me. Intanto io non mi ero mossa di un millimetro.
‘Eccomi, ti va bene quello laggiù?’ mi disse indicandolo.
‘Perfetto’ dissi sorridendo.
Ci inoltrammo tra quella massa di persone. C’era chi faceva la fila per pagare, chi mangiava vicino al bancone, chi affollava i tavolini. Coppie di fidanzati,amiche,amici.Sicuramente non ci si poteva sentire soli, purtroppo però era un’impresa passare per sedersi.
Trionfanti arrivammo al tavolino e ci accomodammo.
‘Amo gli Starbucks ,ma direi che abbiamo scelto il momento peggiore’ dissi guardandomi  intorno.
‘Già,mi spiace se ti ho fatto aspettare prima.’ disse grattandosi il collo.
‘Ma se sei stato via per due minuti massimo, non ti preoccupare proprio’ sorrisi e presi il menù.
La cameriera arrivò pochi minuti dopo,ordinammo.
Io un frappuccino e lui un caffè,già zuccherato e mescolato,accompagnato da un muffin.
Ad un tratto sentii dei ticchettii.
Mi girai di scatto e vidi una ragazza che bussava sulla vetrina dello Starbucks.
Anzi,mi correggo,una folla di ragazze completamente fuori di testa che bussavano contro il vetro e urlavano. Una mi mise “in faccia” il cellulare, lo spiaccicò ben bene sul vetro per farmi vedere una scritta
‘Liam è solo mio capito?’
Alzai lo sguardo verso di lei. Mi fissava con una faccia schifata, come se mi odiasse. Non trattenni le risate. Lei era buffa, oh si mica io. La sua faccia si fece rossa dalla rabbia, prese il cellulare, scrisse e poi lo ri-spiaccicò sul vetro. Lessi ‘Come ti permetti di stare a meno di dieci metri da lui?’
Presi il cellulare e scrissi ‘Anche tu stai a meno di dieci metri da lui’ e lo misi sul vetro. La guardai e le sorrisi, lei sbuffò e se ne andò insieme alla mandria di ragazze che affollavano la vetrina. Intanto mi voltai verso Liam. Stava salutando le fan,alcune gli stavano facendo foto altre video,allo stesso tempo sorrideva.  Fui ammaliata dal suo sorriso,mi imbambolai a furia di guardarlo. Si girò verso di me, io intanto avevo la faccia poggiata su una mano e lo guardavo con aria sognante.  Rise.
‘Ma stai bene?’
‘Si perché?’ dissi scuotendo la testa.
‘Mi sembravi imbambolata’ mi disse con quel suo sorriso meraviglioso.
-si ero imbambolata e tutto questo per colpa del tuo sorriso- ma questo non potevo dirglielo.
‘No..cioè..in verità..ero solo sovrappensiero’ dissi scuotendo molto le mani per far capire meglio il concetto.
‘Ah va bene,ho capito’ rispose e prese il cellulare.
‘Posso chiederti una cosa?’ chiesi incrociando le braccia sul tavolino.
Alzò lo sguardo dal cellulare e mi rispose.
‘Certo dimmi pure’
‘Beh prima quando parlavi con la commessa..insomma sembrava che la conoscessi’ dissi
‘La conosco perché vengo molto spesso qui, e questo è il luogo dove di solito mi rifugio per riflettere o per stare un po’ da solo’ mi disse alzando lo sguardo su di me e sorridendomi.
‘Ma questo è un posto sempre affollato non riusciresti mai a riflettere bene..’ dissi.
‘E’ vero, ma questo posto mi ricorda molte cose accadute e che sono state importanti per me..quindi..’rispose abbassando lo sguardo.
‘Liam,se ne vuoi parlare io ci sono..’ dissi mettendogli una mano sulla spalla. Lui la prese e la strinse.
‘Tanto lo sanno tutti che io e Danielle ci siamo  lasciati. Ma nessuno sa dove e questo è il posto in cui lei un anno e mezzo fa mi lasciò. Era seduta proprio lì,dove sei tu.Per questo vengo qui spesso..’
Solo ora capivo quanto Danielle fosse stata importante per Liam.
Tre anni fa ero proprio stupida, arrivavo ad odiarla. Sembravo un po’ quella fan di poco fa.
‘Mi dispiace Liam..’ l’unica cosa che riuscii a dire.
Gli presi le mani e stringendogliele aggiunsi ‘sappi che io ci sono per qualunque cosa. Puoi contare su di me,anche se ci conosciamo da poco.Ed ecco sono una sconosciuta..’
Alzò lo sguardo ‘E’ una cosa passata non ti devi preoccupare, ho già passato troppo tempo a rimuginarci sopra, ho già dimenticato.’ Sorrise ‘E comunque non sei una sconosciuta,sei una ragazze con la quale sto al bar. Considerati una mia, anzi, una nostra amica’ aggiunse stringendomi le mani a sua volta.
‘Il frappuccino?’ disse la cameriera.
Sobbalzai, alzai lo sguardo verso di lei. Era la cassiera e sorrideva guardando le nostre mani.
Le tolsi di scatto e arrossi.
‘Il frappuccino è per lei, per me il resto grazie’ disse Liam.
‘Ecco a voi,questo è il conto’ ci disse porgendocelo e aggiunse ‘mi raccomando Liam non farle pagare nulla, fai il gentiluomo’ e se ne andò sorridente.
Risi ‘Capito Liam? Devi pagare tu il conto’ dissi continuando a ridere.
‘Ah va bene, ma solo perché l’ha detto Rose’ disse rassegnato.
‘Beh buon appettito, E io invece buon frappuccino.’
Rise e incominciò a mangiare il suo muffin.
Parlammo del più e del meno. Dei loro progetti futuri, dei miei progetti. Il tempo passò velocemente e arrivarono le otto.
Prendemmo i cappotti e uscimmo dallo Starbucks.
Liam decise di accompagnarmi in taxi a casa, ma lo pagai io dopo molte sue proteste. Arrivati sotto il mio palazzo gli dissi sorridente ‘Liam grazie di tutto, del frappuccino, della compagnia. Di tutto, è stata davvero una bellissima giornata.’
‘Sì davvero una bella giornata, me ne concederai altre come questa?’ rispose.
‘Magari anche migliori,cercherò di non fare l’idiota’
‘Non sei idiota sei buffa, te l’ho detto’ si avvicinò e mi ri-scompigliò i capelli.
‘Tu hai qualcosa contro i miei capelli’ dissi ridendo.
Li scrutò un attimo ‘Effettivamente sono belli’ poi prese il telefono ‘e.. Laura mi dai il tuo numero? Sai com’è così..’
Si era impapinato..
‘Certo..allora 339 *******. Ecco’ lo guardai.
‘Grazie,ora tifaccio uno squillo così ti salvi il mio’ era tutto intento lui e il suo cellulare.
Il mio cellulare vibrò.
-aspetta ma mi sta dando il suo numero-pensai.
-oddio l’ho capito solo ora-mi rimproverai.
Presi il cellulare, ‘una chiamata persa’. Sì non stavo sognando.
‘Perfetto..ancora grazie Liam è stato un piacere parlare con te, incontrarti. Insomma è stato bello conoscerti’ dissi salendo gli scalini.
‘Ti faccio un squillo quando sono libero’ disse mimando la cornetta di un telefono.
‘Perfetto’ guardai il Liam che camminava al contrario e che mi sorrideva. Mi salutò facendo cenni con la mano,feci lo stesso.
Entrai in casa e urlai ‘Clare cacchio non puoi sapere che cosa mi è capitato’ gettai le chiavi sul tavolo, la borsa e il cappotto sul divano.
‘Che c’è?Che succede?’ mi urlò forse dal bagno.
‘Non ci crederai mai! Ho il numero di Liam’ urlai con tutta la voce che avevo in corpo.
Stanca,però, mi buttai sul divano comprendoni il viso con un cuscino.
Non smettevo di sorridere, sembravo un’ebete.
Sentii degli affanni. Alzai lo sguardo ‘Tu! Voglio sapere ogni dettaglio’ mi disse col fiatone e puntandomi un dito contro.
Risi e le feci gesto di accomodarsi affianco a me.


  
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