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Autore: MishaLaMezzElfa    04/01/2012    2 recensioni
Kasumi, dopo aver sconfitto la DOATEC, è costretta a fuggire dal villaggio in cui era nata e cresciuta, perchè bollata come traditrice.
Dietro a questo, però, c'è molto di più: Kasumi, poco prima di scappare, ha avuto un forte legame sentimentale con Ryu, grande amico del fratello di Kasumi, Hayate.
Da qui prende avvio la videnda.
Questa è la prima FanFiction che scrivo...Siate clementi, ma non troppo!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Tomonobu Itagaki ; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un rumore di vetri frantumati: la tazza colma di tè scivolò dalle mani di Ryu, infrangendosi sul pavimento.  La notizia aveva, giustamente, sconvolto non solo lui ma tutti i presenti.
Kasumi si precipitò ad asciugare il liquido che andava spandendosi per tutto il pavimento e approfittò del fatto per non guardare i presenti: sapeva che sia Ryu che suo fratello erano irati, ma oramai non potevano farci nulla.
Si rialzò, dopo aver considerato che, in fondo, lei non doveva loro  nulla: l’avevano bandita dal villaggio e bollata come traditrice, dunque non avevano il diritto di criticarla o giudicarla e, in ogni caso, era anche colpa di Ryu se si trovava in quella situazione.
Quando guardò i volti dei presenti, notò emozioni molto diverse: la rabbia di Hayabusa, la delusione di Hayate e il disprezzo di Ayane; Kasumi si stupì molto, invece, dell’espressione comprensiva di Hitomi; la donna, infatti, sembrava capirla e appoggiarla.
Shin appariva tranquillo e mantenne un’espressione distesa anche quando suo padre, rivolgendosi a Kasumi, disse:
 < Kasumi possiamo parlare in privato? > .
La donna annuì e fece cenno al figlio di condurre l’uomo in un’altra stanza; nel frattempo gli altri si alzarono e si diressero verso l’uscita della dimora: Hayate non guardò in faccia la sorella mentre Ayane sorrise in modo beffardo.
 L’ultima ad alzarsi fu Hitomi che, dopo qualche istante d’incertezza, sussurrò:
< Perdona Hayate. Questa notizia l’ha sconvolto, ma lui ti vuole davvero molto bene: sei la sua adorata sorella e lo sarai sempre. >
Kasumi annuì, ringraziandola, e la condusse fuori, richiudendo la porta dietro di sè: ora era arrivato il momento di affrontare Ryu faccia a faccia, senza più fuggire o nascondersi.
Nel frattempo, nella stanza adibita a studio, Shin osservava curioso il proprio padre.
Ryu era teso, davvero molto teso.
Sapeva perfettamente che non era il caso di sommergere il figlio di domande, ma non sapeva cos’altro fare.
< Shinji… >. Esordì l’uomo, che si bloccò quando il giovane, voltandosi verso di lui, si spostò, lasciando in bella vista dei quadri.
 < Si? > Domandò il ragazzo.
L’uomo si avvicinò alla parete, sulla quale erano appese le tele che rappresentavano dei volti: c’erano Hayate, Ayane, Kasumi, Shinji, Ryu e altre persone che non conosceva.
< Chi li ha dipinti? > Chiese l’uomo.
< Mia madre. Sono belli vero? > . Rispose Shin con un sorriso.
< Già. Sono stupendi. >
In quel momento Kasumi entrò nella stanza e Ryu si voltò, visibilmente imbarazzato, mentre un sorriso andava dipingendosi sul volto della donna.
< Shinji perché non vai a trovare Eiko? Potresti anche portarle i fiori che ho preparato > . Il ragazzo fece un inchino e uscì dalla stanza correndo.
< Credo tu mi debba delle spiegazioni > . Disse Ryu con tono risoluto.
Kasumi mandò un lungo sospiro e iniziò a parlare:
< Che cosa vuoi sapere? > .
< Perché non mi hai mai detto nulla di Shinji? Perché te ne sei andata via dal villaggio senza dirmi nulla? Io ti avrei sposata! >
< Tu mi avresti sposato solo perché avevamo fatto l’amore! Tu eri innamorato di Irene, non di me! > .
Ryu rimase in silenzio per un attimo e poi proseguì: < Kasumi io ho fatto ciò che ho fatto perché ti amavo! > .
La donna chinò il capo: < Ryu, non è quello che volevi. Tra di noi c’è stata sicuramente un’attrazione fisica ma tu amavi Irene e lei mi ha implorata … Io non potevo … > . La donna chinò il capo, segno che non voleva continuare quel discorso.
Ryu rimase interdetto e, al tempo stesso, adirato: era furioso con se stesso e con la donna che era stata il suo primo amore.
< Ti ha implorata? Cosa ti ha detto Irene? > .
< Poco dopo la nostra unione fisica mi ha chiesto di non portarti via da lei. Non potevo fare altrimenti Ryu. Voi vi amavate ed io ero stata bandita dal villaggio > .
L’uomo serrò i pugni: Kasumi conosceva il suo passato con quella donna, ma non era certamente a conoscenza del fatto che Irene lo aveva abbandonato poco tempo dopo la sua fuga dal villaggio.
< Irene se n’è andata subito dopo di te: per me è stato un bene, perché nella mia mente c’eri solo tu. Kasumi per tutto questo tempo non ho fatto altro che cercarti: da diciassette anni il mio unico pensiero fisso sei tu. Torna a casa con me > .
Kasumi si voltò verso l’uomo, visibilmente imbarazzato, e, con un sospiro, disse:
< Ryu ormai è tardi… Io ho la mia vita qui, una nuova vita: sono la sacerdotessa del villaggio; sono rispettata da tutti e nessuno conosce il mio passato. Shin è nato e cresciuto qui; ha una fidanzata, Eiko. Che cosa dovrei fare? Costringerlo a seguirmi in questa follia? Infatti, non sarebbe nient’altro che una follia: non sono la benvenuta al villaggio, Ryu, lo sai perfettamente > .
< Un tempo, forse; ora, però, Hayate ha occupato il posto di Shidou-Sensei: saresti riaccolta al villaggio senza problemi. Tutti sentono la tua mancanza, soprattutto Ayame-Sama > .
< No Ryu. Non ho assolutamente intenzione di tornare > .
< Shinji, allora? Vuoi precludere anche a lui la possibilità di conoscere la sua famiglia, di conoscere me? Mi hai privato di lui per diciassette anni! > .
Kasumi sapeva che l’uomo aveva perfettamente ragione: dopotutto era il padre di Shinji ed era giusto che il ragazzo trascorresse del tempo anche con lui.
< Chiederò a Shin se ha voglia di venire con te al villaggio per qualche tempo, ma sarà lui a decidere se vuole rimanere lì o se desidera tornare. Mi sembra un patto equo > .
< Tu non verrai? Non c’è speranza che tu possa cambiare idea? > .
Kasumi scosse la testa in segno di diniego, fermamente convinta: non sarebbe mai tornata alla sua vecchia vita; oramai amava il villaggio e poi aveva un obbligo verso gli abitanti del posto, non poteva assolutamente deluderli.
Ci fu un momento di silenzio, poi Ryu tornò a fissare la parete con i quadri.
< Perché mi hai dipinto? > . Chiese lui con tono neutro.
< Perché Shin doveva sapere com’è fatto il volto di suo padre > . Rispose lei con un sorriso.
< Kasumi, io… > . Ryu non poté terminare perché qualcuna entrò in casa e, con passi svelti, si diresse nella stanza in cui lui e Kasumi si trovavano.
< Okaasama ( significa mamma), sono tornato e con me c’è Eiko > .
A parlare era stato Shinji, che in quel momento si trovava di fronte a loro; accanto a lui c’era una ragazza minuta, con capelli e occhi neri.
Dopo qualche istante i ragazzi fecero un profondo inchino e Eiko salutò:
< Buongiorno Kasumi-Sama. Buongiorno Onorevole ospite, in qualità di figlia del capo villaggio sono onorata di darle il benvenuto qui > .
I due ragazzi rialzarono il capo e, dopo le dovute presentazioni, Ryu chiese a Kasumi delle spiegazioni riguardo la presenza di quella ragazza nella sua dimora.
< Eiko è una mia allieva e oltre ad essere la figlia del capo villaggio è anche la promessa sposa di Shinji > .
  
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