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Autore: amethyst    04/01/2012    0 recensioni
Lissa e Shannon non si conoscono. Ma lei è tra il pubblico di un djset di Mr Becks. Il resto, è la storia che dovete leggere.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La serata era ormai al suo culmine, niente avrebbe potuto spezzare quell'incanto perfetto. Tutto era come programmato per andare bene, la gente che rispondeva alla grande, la musica che prendeva bene, Antoine ispirato più che mai. Il cielo che era un dolce tappeto di stelle ad incorniciare un quadro di quelli che vengono fuori veramente solo una volta ogni tanto. Shannon si lasciava lusingare da questi pensieri mentre riprendeva le ragazze che sembravano impazzire ad ogni suo minimo movimento. Avrebbe postato i filmati su Twitter, più tardi. E forse li avrebbe guardati anche lui con attenzione, una volta di più, magari sperando di intravedere un luccichio di lustrini dorati in mezzo alle braccia abbronzate protese verso di lui. L'aveva vista, eccome. Incedere fiera e decisa, senza voltarsi indietro, allontanarsi in fretta dalla consolle e da lui. E, ammise a sè stesso mentre passava un cd ad Antoine, aveva provato una stretta al cuore. Non sapeva dire realmente perchè; era diverso tempo che non gli capitava di essere il sex toy di qualcuno. Come se lei lo avesse realmente trattato da sex toy. Ma no, aveva condotto le danze dando l'impressione che fosse lui a farlo, con discrezione, dolcezza, classe. Ebbe voglia di ripetere l'esperienza. Ebbe voglia di correrle dietro, afferrarla per un braccio, metterle in mano un bigliettino col suo numero e invitarla per un caffè, il giorno dopo. Ebbe voglia di sapere il suo nome, di respirare solo un'altra volta il suo profumo per imprimerlo nella memoria. Ma quando alzò gli occhi, tutto quello che vide furono mani, centinaia di mani alzate al cielo a sottolineare la sua musica, ad applaudirlo, a ringraziarlo. Pazienza, si disse, il destino dà e il destino toglie. E anzi, forse era stato fin troppo fortunato nel vedere il suo desiderio delle stelle espresso la prima volta in cui era venuto a conoscenza della tradizione. Si sarebbe detta la fortuna del principiante. Aveva chiesto alla meteora una serata perfetta, una donna da fargli girare la testa, un'emozione forte. Aveva avuto tutto. E adesso, era già cominciato quel "dopo" che conosceva fin troppo bene, quelle regole non scritte che scandivano i ritmi umani da tempi ancestrali. Seppe nell'istante in cui credette di vederla varcare la porta dell'uscita che non l'avrebbe rivista mai più. Forse non era lei, forse era solo qualcuna che le somigliava e chi avrebbe potuto dirlo con certezza, vista la mole di gente che quella sera affollava il locale, ma ad ogni modo Shannon lo sentì chiaramente. Avrebbe ricordato la biondina e quel loro amplesso da manuale nei suoi sogni ancora per molto tempo. Ma i sogni sarebbero stati tutto ciò di cui avrebbe dovuto accontentarsi. Sorrise, ma di un sorriso amaro. I flash si centuplicarono per immortalare la chiosa di denti bianchi e perfetti che facevano capolino dalle labbra carnose. Domani è un altro giorno, pensò. Il primo della mia vita senza te.

***

Lissa si svegliò con un cerchio alla testa di quelli epocali. Non ricordava l'ultima volta che si era sentita così rintronata. Anche i ricordi della sera prima si affastellavano nella sua mente come ovattati di nebbia. Linda che l'accompagnava e poi spariva col tizio, il dj biondino, lui che la portava nel privè e Shannon che....Shannon che con un tocco delle sue dita la portava dritta al paradiso e ritorno. Shannon che le sorrideva, Shannon che la baciava, Shannon che....l'aveva fatta godere. Questo si, lo ricordava benissimo. Come ricordava abbastanza bene l'aver trovato Linda in apprensione che la cercava per tutta la discoteca, una scusa inventata per giusitificare la sparizione, lo sbattersi finalmente in macchina togliendosi le scarpe, il tragitto silenzioso del ritorno. Linda l'aveva aiutata a rimettersi a letto salutandola con un "ci vediamo domani". E domani era arrivato. Il domani più importante della sua vita, si sarebbe detto, il più felice, le avevano augurato, se non fosse che in termini di importanza e di felicità era il suo ieri ad essere diventato il termine di paragone. Questo pensiero non le piacque e una fitta appuntita sembrò pungerle le tempie quando aprì gli occhi. La stanza era già piena di sole. Il sacco nero era appeso all'anta dell'armadio. Non ricordava assolutamente di averlo tirato fuori, ma immaginò immediatamente che la madre di Paul aveva fatto un rapido raid nella stanza mentre lei non c'era. E infatti, anche le scarpe erano allineate precisamente poco lontano. L'occorrente per il trucco sul tavolinetto. Poco lontano, in una scatola, qualcosa di prestato, qualcosa di nuovo e qualcosa di blu: un paio di orecchini di perle che erano stati di sua madre, una cavigliera di argento da parte di Linda e un fiore di seta color cobalto da appuntare nell'acconciatura. Le danze stavano per iniziare quasi senza la prima ballerina. Si alzò ancora un po' malferma, aprendo la cerniera del sacco: aveva indossato e provato quell'abito decine di volte negli scorsi mesi, ma fu come vederlo per la prima volta. Riflettè sul suo significato, sul fatto che di lì a poche ore avrebbe sposato Paul davanti a tutti i loro amici e parenti, quando solo la sera prima era stata tra le braccia di Shannon, scossa dai gemiti, pervasa dal piacere puro, ad un passo dalla più totale follia dei sensi che avesse mai potuto immaginare. Le venne in mente quella scena di "Runaway bride", quando Julia Roberts gira il cavallo e scappa via dal quasi marito che l'aspetta davanti al prete. Ebbe quasi voglia di fare lo stesso. Accarezzò la seta impalpabile, leggera, leggera come era stata lei stessa quella notte, piccola farfalla delicata tra le braccia possenti del batterista. Sfiorò con le dita le perline che intarsiavano la scollatura, e le sembrò di vedere gli occhi buoni di Paul. Per quanto tempo non aveva pensato a lui, illudendosi quasi che non esistesse? Paul meritava davvero tutto questo? Meritava di sapere che la sua quasi moglie aveva trascorso il più eccitante degli addii al nubilato facendosi scopare da una rockstar? No, probabilmente no. Lo stomaco le fece una capriola, ma forse non era ancora la fame, anche se non sapeva più quante ore erano passate dall'ultima volta che aveva mangiato. Si girò verso la finestra a guardare i profili dei tetti già arsi dal sole di agosto. Altri vetri, altre finestre scintillavano baciate dai raggi, come rare gemme metropolitane. Chissà dove erano cadute tutte le stelle della sera prima. Chissà la sua, quella a cui aveva affidato quel desiderio, a cui aveva chiesto un aiuto, un consiglio su cosa fare. La stella l'aveva portata dritta tra le braccia di Shannon, ne era certa. Era stata la sua risposta. Ma Lissa, sempre caparbia, aveva fatto di nuovo di testa sua. Depose delicatamente l'abito da sposa sul letto e chiuse gli occhi. Immediatamente vide gli occhi di Shannon, risentì nelle sue narici il suo profumo, immaginò di provare il calore del suo respiro sulla sua pelle. Ma fu un attimo. Deglutì e sentì in gola un sapore amaro, come la prima bruciante sorsata di quel rum che aveva dato inizio a tutto. Sembrava quasi l'umiliante sapore della resa, della rinuncia. Il domani era arrivato, il primo della sua nuova vita. Il primo...senza lui.

T*H*E*E*N*D

E siamo alla fine. Volevo ringraziare TUTTI quelli che sono inciampati nella mia storia anche per sbaglio, l'hanno letta e l'hanno apprezzata, anche se non l'hanno commentata. Non mi importa, mi basta sapere che vi ho regalato anche solo una piccola emozione. Grazie per la pazienza, perchè star dietro a una FF iniziata ad agosto (e doveva essere la one shot per il concorso dell'estate, si, come no) e finita a gennaio penso sia stato veramente snervante. Grazie a chi ha avuto la costanza di aspettare i miei aggiornamenti. Grazie a Shannon, per essere sempre così Shanimal, fonte costante di ispirazione in ogni senso. E last but not least, grazie a Lissa. Lei sa.
  
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