Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Jejje    21/08/2006    17 recensioni
Hermione camminava con passi lenti,cercando di fare più piano possibile. Aveva la gola secca. Scese le scale socchiudendo gli occhi quando le faceva scricchiolare, come se così facendo avesse potuto soffocare il rumore, e si avviò verso la cucina di casa Weasley, dove stava passando l'ultima notte prima di partire per un viaggio che lei considerava di non ritorno. Accese la luce, prese un bicchiere dalla credenza e si versò dell'acqua gelata. Era Settembre ormai, ma il caldo era ancora cocente. Mentre beveva con piacere, sentendosi rinfrescata dall'interno, sentì un rumore alle sue spalle, e si girò allarmata. -Che stai facendo?- le chiese una voce assonnata. Hermione si calmò, mentre le batteva ancora il cuore dallo spavento. Da qualche tempo ormai si spaventava a morte per qualsiasi sciocchezza...
Dedicata alla mia amora Karmy, che non smetterà mai di sfottermi per i fagioli e le melanzane...xD ti adoro! XD
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Wecome To PageBreeze

La mia seconda fan fiction nonchè prima one shot...però è la prima che pubblico quindi va be' consideratela la prima XD Spero possa piacervi, è un po' banale ma mi ci sono impegnata XD e mi raccomando recensite eeeeeh! xD Come ho già detto, è dedicata alla mia superkikka Karmy, che nonostante la mia grande idea dei fagioli e melanzane dice che le è piaciuta xDDDDD!!!

 

Hermione non aveva sonno. Mentre si rigirava nel letto per l'ennesima volta, pensò che probabilmente non erano passate meno di due ore da quando si era coricata, sperando di addormentarsi. Negli ultimi tempi, apprezzava il dormire molto più di prima; solo nel sonno riusciva a non pensare...non pensare alla morte, non pensare a Voldemort, non pensare a tutte le persone che erano già morte per quella stupida guerra e a quelle che ancora dovevano morire. Sospirò. Era la metà di Settembre ormai, e nè lei nè Ron e Harry erano tornati a Hogwarts, la loro casa ormai da sei anni. Il loro gufo era arrivato puntuale, comunicando loro che la scuola avrebbe riaperto come ogni anno, ma loro non aveva preso neanche in considerazione il fatto di frequentare il loro settimo anno. Hermione aveva sperato fino all'ultimo che Harry decidesse di tornare; non aveva mai apprezzato l'idea di lasciare la scuola. Ma quando lo vide appallottolare e gettare nel cestino il foglio di pergamena che li invitava a riprendere gli studi, le sue speranze svanirono. Harry era molto deciso. Avrebbero cercato ovunque gli Horcrux, nonostante non avessero idea da dove partire, ed Hermione era ossessionata dall'idea che non sarebbe sopravvissuto nessuno. Fra qualche mese saremo tutti morti, e non dovrò più preoccuparmi della nostra vita, pensava malinconica fra sè e sè. Lentamente, si alzò dal suo letto e attraversò la stanza che condivideva con Ginny. Sarebbero partiti il giorno dopo, ed Hermione si soffermò a guardare dolcemente il viso dell'amica. Ginny era così sicura di voler venire con noi, che ci zittiva in tutti modi possibili quando cercavamo di farla ragionare...quando ci urlava dietro che in fondo aveva solo un anno meno di noi e le nostre stesse capacità, vedevo sempre il volto di Harry incupirsi. Potevo leggere nei suoi occhi quanto soffrisse, quanto non avrebbe voluto che lei venisse con noi. Aveva il terrore di perderla, di vederla morire, lo sapevo. Nonostante l'avesse lasciata qualche mese prima, Harry era ancora profondamente, dannatamente innamorato di lei, e lo stesso valeva per Ginny. Ogni tanto vedevo i loro sguardi incrociarsi, e il dolore che ci potevo leggere era così enorme...sapere di amarsi e non poter stare insieme. Non c'era cosa peggiore...e lo sapevo anch'io.

Hermione camminava con passi lenti,cercando di fare più piano possibile. Aveva la gola secca. Scese le scale socchiudendo gli occhi quando le faceva scricchiolare, come se così facendo avesse potuto soffocare il rumore, e si avviò verso la cucina di casa Weasley, dove stava passando l'ultima notte prima di partire per un viaggio che lei considerava di non ritorno. Accese la luce, prese un bicchiere dalla credenza e si versò dell'acqua gelata. Era Settembre ormai, ma il caldo era ancora cocente. Mentre beveva con piacere, sentendosi rinfrescata dall'interno, sentì un rumore alle sue spalle, e si girò allarmata.

-Che stai facendo?- le chiese una voce assonnata. Hermione si calmò, mentre le batteva ancora il cuore dallo spavento. Da qualche tempo ormai si spaventava a morte per qualsiasi sciocchezza.

-Oh, sei tu...mi hai fatto prendere un colpo- le disse lei, posando il bicchiere sul tavolo e guardando con un'occhiata stanca il ragazzo che era appena entrato. Ron era molto alto, lo era sempre stato, e sembrava non aver intenzione di smettere di crescere. I suoi capelli rosso fuoco, segno dei Weasley, erano stati lasciati crescere di poco, ed erano lunghi appena sopra le spalle, ed erano terribilmente sexy, aveva sempre pensato Hermione. Anche il suo sguardo era assonnato.

-Perchè ti sei svegliata?- chiese lui di nuovo, avviandosi con rumorosi passi verso il frigorifero e stropicciandosi un occhio.

Hermione si era appoggiata di peso sul tavolo, guardando con espressione vuota la schiena di Ron, che stava evidentemente cercando qualcosa di particolare sul fondo del frigorifero. -Avevo sete- rispose la ragazza sinceramente, alzando lo sguardo e guardando il cielo blu notte da fuori la finestra.

Era inevitabile, non poteva non pensarci. L'ultimo anno passato a Hogwarts era stato, diciamo, illuminante per quanto riguardava la relazione fra i due. Come spesso Harry faceva notare, mandandoli nell'imbarazzo più profondo, era inutile continuare a negare che fra loro ci fosse solo la più platonica amicizia. Entrambi, ma soprattutto Ron, non facevano altro che bofonchiare a Harry che si sbagliava, che diceva solo sciocchezze, ma potevano leggere nello sguardo dell'altro che non era così. Daltronde, bastava aver visto anche solo da lontano il sesto anno del trio per capire che qualcosa stava cambiando. Ormai era come se entrambi avessero capito i sentimenti dell'altro, ma non ne parlavano, come vincolati da un silenzioso patto. Hermione non poteva non pensare che, esattamente come per Harry e Ginny, anche lei e Ron non potevano stare insieme...troppa paura di soffrire...Ci pensava e ci ripensava continuamente, facendo capire il suo dolore anche al rosso solo con i loro sguardi che si incatenavano sempre, ovunque fossero e qualunque cosa stessero facendo.

Dopo la fine dell'anno scolastico, ogni istante in cui restavano solo era imbarazzante, pesante e soprattutto, faceva stare male. E quello sicuramente non era da meno...ma qualche volte era bello restare soli e parlare e parlare...di notte, con quella brezza leggera che entra dalla finestra aperta, mentre tutti gli altri dormono...sì, è perfetto.

Hermione riprese in mano il suo bicchiere e sorseggiò stancamente un altro sorso di acqua fresca, mentre il suo sguardo si riposava sul ragazzo, che sembrava aver trovato cosa cercasse.

-Dovresti assaggiare fagioli e melanzane a mezzanotte, sono qualcosa di miracoloso per il sonno- disse sorridendo lui, chiudendo il frigo,

Hermione rise dentro il bicchiere, con un soffio.

-Credo che passerò per stasera, grazie- disse continuando a sorridere. Ron, in religioso silenzio, prese piatto e forchetta e si mise a sedere sul tavolo, accanto a lei, cominciando a mangiare con gusto.

-Ron...-cominciò Hermione dopo lunghi attimi di silenzio - tu credi...credi che Harry lascerà che Ginny venga con noi?-

Il ragazzo sembrò non avere reazioni; continuava a mangiare fissando il piatto come se nessuno avesse parlato, ma Hermione sapeva che la stava ascoltando. -Io...io credo che Harry non vorrebbe mai che mia sorella venisse, ma sono altrettanto certa che Ginny non si lascerà fermare dal seguire il ragazzo che ama solo perchè lui ha paura di vederla morire- disse lui infine, bloccando la forchetta nel piatto, ma senza alzare lo sguardo.

-Già, è quello che penso anch'io - rispose Hermione con semplicità. -Ma anche tu non vuoi che venga, vero?-

-Direi che dovrei già preoccuparmi a morte per altre persone, sì- rispose, ricominciando a mangiare non appena finito di parlare.

Per qualche secondo Hermione non parlò. Si stava riferendo a lei? Ma certo che sì , le rispose una vocina dentro di lei. Anche per te è così, continuò a pensare, nel più assoluto silenzio. Nonostante tutto non era calato imbarazzo fra loro; non c'era nessun Prescelto che faceva notare loro che si amavano da sempre, o qualche sorella minore che cercava di spingerli accanto scherzando. Hermione sentì improvvisamente una vampata di calore, senza sapere quale fosse la causa, quindi si alzò lentamente dal tavolo e si avvicinò al lavandino, mentre gli occhi di Ron la scrutavano. La ragazza fece scorrere l'acqua, all'inizio provando a tenerla fra le mani. Lentamente poi, si abbassò appena e si lavò il viso con l'acqua fresca, per provare un po' di sollievo. Mentre si asciugava con uno straccio pulito, notò che Ron la guardava sorridendo.

-Allora non fa caldo solo a me- le disse sorridendo, con quel sorriso che così tante volte le aveva fatto tremare le gambe.

-Be', direi che siamo nella stessa situazione- replicò Hermione, sempre sorridendo. A questa affermazione lo sguardo de ragazzo si incupì un po', facendolo tornare svogliatamente al suo piatto.

Ecco, lo sapevo che nota doppisensi ovunque, pensò Hermione esasperata, ma senza parlare. Lentamente, si rimise a sedere sul tavolo con le gambe su una sedia, accanto al ragazzo che tanto amava e che non poteva avere.

Il silenzio tenne loro compagnia per un po', ma Hermione non ci fece molto caso; rinfrescata, accoglieva con piacere il vento fresco che giocherellava con il suo viso, ad occhi chiusi. Appena Ron ebbe finito di mangiare, posò il suo piatto sul tavolo dietro di lui, e chiese in tono grave:- Moriremo tutti, non è vero?-

Hermione non rispose subito, nonostante avesse poso a se stessa quella domanda milioni di volte.

-Io...io spero tanto di no, Ron- rispose, cercando di non sbilanciarsi.

-Be', questo è ovvio- commentò Ron con freddezza - Hai idea si quante volte me lo sia chiesto? Hermione, io non voglio morire, non voglio che che Harry muoia, non voglio che tu muoia...-

Ormai i due si guardavano negli occhi, mentre parlavano.

-Neanch'io voglio che qualcuno muoia, Ron- gli disse Hermione, continuando a fissarlo seria -Ma non dobbiamo essere troppo pessimisti, noi vinceremo, Harry ucciderà Voldemort e noi saremo liberi...- concluse lei, forse non pensandolo veramente.

Ron non ebbe alcun brivido a quel nome che in passato aveva tanto temuto; ormai ci si era abituato. Rimase impassibile, dicendo: -Vorrei esserne sicuro anch'io...- sospirò, tornando a fissare il pavimento.

Hermione non sopportava questa indecisione e paura negli altri, anche ben sapendo che ne soffriva lei stessa. Mise con forza la mano sulla spalla di Ron, costringendolo a guardarla. Ritrovando la connessione dei loro sguardi, disse decisa:

-Noi non ci faremo uccidere tanto facilmente!- Ron sorrise appena, annuendo.-Sì...non siamo la secchiona e il re per niente!-

Hermiore rise, cercando di fare meno rumore possibile e togliendo la mano dalla spalla di Ron per coprirsi la bocca.

-No, direi di no- disse al ragazzo, che ridacchiava anche lui.

-Hermione, hai i capelli attaccati alla pelle...-disse lui con semplicità, mentre si avvicinava impercettibilmente a lei. Hermione si sentì andare a fuoco, mentre la mano di Ron si posava sulla sua guancia e cercava di spostarle i capelli che le si erano appiccicati alla guancia dopo che si era lavata il viso.

Ron non sembrava aver fatto apposta quel gesto, ma si rese conto troppo tardi della tensione che aveva creato. Il suo sguardò si incatenò a quello di Hermione, in un misto fra colpevole e imbarazzato. Aveva fermato anche la mano, che adesso era completamente poggiata sulla guancia di Hermione in un dolcissimo gesto. Dopo qualche secondo, Ron abbassò lentamente la mano con l'intento di toglierla e allontanarsi, ma senza sapere perchè, e contro ogni regola che si era imposta negli ultimi tempi in vista della guerra, Hermione si aggrappò al suo braccio e riportò lentamente la mano di Ron sul suo viso, senza smettere di guardarlo in viso. Lo sguardo del ragazzo passava stupito dalla sua mano, ancora aggrappata poco sotto il suo polso, ai suoi occhi. Si capiva benissimo che non si aspettava niente del genere. Hermione non riusciva a credere al suo gesto; sembrava che fosse stata un'altra persona a compierlo, non lei, che tanto si era detta non andare avanti con Ron...

I loro sguardi erano incatenati, stupiti, imbarazzati, ma nessuno faceva la prima mossa. Passavano i secondi, e nessuno dei due si muoveva di un millimetro, forse temendo troppo quello che avrebbe potuto esserci fra loro.

Ma entrambi trovarono lo stesso monento per muoversi; si avvicinarono velocememente all'altro contemporaneamente, come se avessero entrambi contato mentalmente per lo stesso numero. Le loro labbra si unirono con passione, voracemente, mozzando loro il respiro. Hermione portò velocemente le mani sul collo di Ron cercando di sentirlo più vicino, mentre lui portava un braccio sulla sua vita abbracciandola, con l'altra mano ancora ferma sulla sua guancia. Dopo pochi secondi di baci le loro lingue si toccarono ancora non più passione, cominciando a giocare furiosamente insieme. Le mani di Ron cominciarono ad accarezzare la schiena a Hermione proprio mentre lei si staccò, ansimando e inclinando la testa in basso. Ron era stupito.

-Credo...credo che dovremmo parlarne...-disse Hermione continuando ad ansimare, incrociando di nuovo il suo sguardo.

-Abbiamo parlato per sei anni, adesso non è il momento- le disse Ron, catturando di nuove le sue labbra e cercando immediatamente di approfondire il bacio. Hermione pensò di ribellarsi, ma non aveva la forza necessaria: così riprese a baciarlo con più foga di prima, facendo passare le sue dita fra i capelli del ragazzo.

Dopo minuti e minuti i baci appassionati, i due si staccarono svogliatamente, inspirando profondamente e guardandosi negli occhi. Ron sorrise appena, prima di dire:- Sarà meglio tornare a letto...-

Hermione rispose pigramente al sorriso, alzandosi dal tavolo con un balzo. Le girava la testa. Adesso si sarebbe svegliata e avrebbe scoperto che era un sogno...ma anche mentre salivano le scale e attraversavano il corridoio insieme, soffocando le risate quando Ron la fermava e la baciava, non si svegliò e non desiderò di farlo per niente al mondo. Quando arrivò davanti alla sua camera, si stupì di se stessa rendendosi conto di non voler dormire.

-Ehm...allora a domani- disse continuando a ridere, dato che Ron le stava baciando il collo poggiandola dolcemente sul muro.

-Buonanotte...-le rispose lui lentamente, staccandosi da lei. Il sorriso di Hermione si spezzò all'improvviso, tanto da far stupire Ron.

-Ron...noi non ci siamo mai messi insieme per la guerra, lo sai...-cominciò a dire al ragazzo, che la guardava serio. -E...perchè stasera è così diverso? Noi...noi non possiamo stare insieme. Poi la guerra ci...- ma Ron la fece finire di parlare, e le chiuse la bocca con un bacio dolcissimo e a fior di labbra.

-Quello che Voldemort vuole, che il male vuole -cominciò a spiegare Ron -è proprio questo. Noi, come molte altre persone, non possiamo e non vogliamo vivere la nostra vita normalmente, per la paura di soffrire. Io l'ho capito, e ho deciso che non voglio che questo accada. Noi dobbiamo stare bene, anche se questo in un futuro ci porterà a stare più male.- Hermione lo fissava a bocca aperta, facendo ripassare mentalmente la parole di Ron nella sua testa.

-Noi vinceremo, 'Mione. Ti rendi conto di quanto tempo avremo perso poi?- chiese lui semplicemente. Hermione non rispose, sorrise e basta, facendo passare lentamente una mano sul collo di Ron per avvicinarlo a sè e baciarlo.

-Buonanotte, Ron- disse sottovoce guardandolo negli occhi, non appena si furono staccati. Aprì la porta della sua stanza scoccandogli un'altra occhiata sorridente, e quando la richiuse ci si appoggiò con la schiena, sospirando con un sorriso, senza sapere che Ron stava facendo lo stesso dall'altra parte. E sempre insieme, si dissero :"Qualunque cosa accada...qualunque cosa accada.

  
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Jejje