EPILOGO:
Dafne
e Daniel volteggiavano al centro della sala facendosi largo tra le numerosissime
coppie. Chibiusa stava seduta al davanzale di una finestra che li osservava
danzare. Un mese esatto era trascorso dalla sconfitta di Athanos, dalla morte di
una delle sue migliori amiche. Aphrodite. Solo ora che non cera più l’eco
della sua risata cristallina e contagiosa capiva quanto in realtà le mancasse.
L’aveva sempre considerata una buona amica, ma erano piuttosto diverse. Forse
neanche tanto, ma non aveva mai provato la necessità di aprirsi con lei o di
approfondire il loro rapporto. Nell’ultimo mese aveva ripensato miliardi di
volte a quella ragazzina, così tranquilla e “invisibile”, si, proprio
invisibile era la parola giusta, perché Aphrodite era proprio così, non amava
essere al centro dell’attenzione e molto spesso stava in silenzio durante le
discussioni ad ascoltare, la gente quasi non si accorgeva della sua presenza
finché poi non parlava, dicendo qualcosa di tremendamente sensato ed
intelligente, spesso trovando le soluzioni ai problemi o facendoli uscire dalle
situazioni più complicate, proprio come quel pomeriggio; il giorno della sua
morte. Era stata in disparte per quasi tutto il combattimento, fino a che quando
cera stato bisogno, non aveva esitato neanche un secondo a sacrificare la vita
per sottrarre Dafne da morte certa. Inaspettatamente le tornò in mente quando
Helios era in coma, nessuno era stato capace di capirla, aveva passato giorni
snervanti sia per la sua salute fisica sia per quella mentale, finché non era
arrivata lei, Aphrodite, che l’aveva scossa, le aveva dato la possibilità di
uscire dal suo stato di depressione e sconforto. Adesso che ci pensava da quando
l’aveva conosciuta lei cera sempre stata, in ogni momento di difficoltà,
anche con la sua sola presenza, anche solo rimanendole a fianco in silenzio
rispettando la sua voglia di isolamento e allo stesso tempo facendole capire che
lei cera e ci sarebbe sempre stata. Le balenò improvvisamente davanti agli
occhi il giorno del funerale della ragazza.
*INIZIO FLASCH BACK*
Nonostante
ormai la primavera fosse avviata quella mattina non un fiore era sbocciato, e i
giardini di Stella Rossa erano insolitamente invasi dalla nebbia. Il dolore
nell’aria era palpabile e un lunghissimo fiume nero avanzava silenziosamente
lungo i viali del tempio diretto al cimitero. Lei era aggrappata al braccio che
Helios le porgeva, camminava come un automa lasciandosi guidare dal ragazzo. Il
suo sguardo era fisso sulla ghiaia e continue lacrime le appannavano gli occhi.
Prese forza e alzò lo sguardo sulla bara bianca che la precedeva pochi metri più
avanti le lacrime sgorgarono ancora più copiose. Al solo pensiero che Aphrodite
non ci fosse più le mancava il suolo sotto ai piedi e l’aria nei polmoni. La
sua tra l’altro era tutta suggestione psicologica, perché lo sapeva
benissimo, di Aphrodite le era rimasto solo il ricordo. Il suo corpo, così le
avevano detto, si era dissolto poco dopo la sconfitta di Athanos. Questo la fece
atterrire ancora di più, non le era data neanche la possibilità di piangere
sul corpo della sua amica, di lei avrebbe conservato solo un ricordo. Spostò lo
sguardo alla sua destra. Angel camminava silenziosamente con lo sguardo perso
nella giacca nera di un uomo che la precedeva di pochi passi. Quella mattina non
una sola lacrima aveva solcato il suo volto. Ma la sofferenza e il dolore nel
suo viso serrato e spento erano visibili anche a un cieco. I biondi capelli per
la prima volta erano stati raccolti in una treccia in segno di rispetto. Angel.
L’ammirava molto, aveva perso una delle sue migliori amiche e riusciva a
trovare la forza di mostrarsi forte, mostrarsi, perché lei la sentiva la notte
piangere e disperarsi soffocando i suoi gemiti nel cuscino. Tornò a fissare la
ghiaia e a lasciarsi guidare verso il camposanto. All’improvviso la gente
attorno a loro cominciò a intonare canti sacri e l’eco di un piccolo violino
si sommò alla nenia. Senza accorgersene varcò una cancellata arrugginita e il
fiume di gente prese a salire una collinetta dividendosi in rami via via più
piccoli. Alla fine a seguire la bara di Aphrodite erano rimaste una ventina di
persone. Chibiusa alzò lo sguardo per poi volgerlo agli altri piccoli gruppetti
che come loro stavano riuniti attorno alle centinaia di bare bianche sparse per
tutta la necropoli. Solo poche ore prima, in chiesa, si era accorta di quanti
soldati erano caduti nello scontro finale, soldati di cui lei neanche conosceva
il nome… si sentì in colpa per questo e prese a pregare silenziosamente per
quelle anime che se n’erano andate così brutalmente. Fu riscossa dai suoi
pensieri quando Helios le strinse il braccio per richiamare silenziosamente la
sua attenzione. Stavano calando la bara. La stavano già calando? Ma quanto
tempo era rimasta assorta? Si vergognò interiormente di non aver ascoltato una
singola parola del prete che le stava di fronte, anche perché aveva la
sgradevolissima sensazione di aver tradito Aphrodite. Di nuovo due grosse stille
scesero solitarie lungo i suoi zigomi. Dafne in quell’istante crollò a terra
in ginocchio ai piedi di Alexander coprendosi il volto con le mani, per lei era
più dura di tutti. Era un mese che viveva col rimorso della sua colpevolezza e
questo le stava creando parecchi problemi sia fisici sia psicologici. Daniel con
lo sguardo più serio che avesse mai visto la prese tra le braccia e la allontanò
di qualche metro cercando di placare la sua disperazione. Li sorprese poi una
gelida folata di vento che sembrò raccogliere con se le innumerevoli lacrime
dei presenti facendole cadere a terra quasi fosse la stessa Aphrodite a cercare
di consolarli. Mentre i suoi capelli rosa danzavano incessantemente mossi dalla
corrente Philips lasciò scivolare dal suo palmo una piccola manciata di terra
dando inizio così alla sepoltura della bara. Ora la nenia aumentava di tono e
malinconia forse perché così doveva essere o forse per coprire le grida
disperate e i gemiti che si alzavano dal cimitero.
*FINE FLSCH BACK*
Un
ragazzo che le chiedeva di ballare la riportò improvvisamente alla realtà. Lei
rifiutò garbatamente per poi percorrere con lo sguardo il salone alla ricerca
di Helios. Sorrise vedendolo cimentarsi nell’impresa di far ridere una bambina
con un allegro vestito verde. Quanto lo amava? Infinitamente! Non cerano parole
per descrivere il suo amore. Il sorriso si dilatò non appena la piccola esplose
in un urletto gioioso.
*INIZIO FLASCH BACK*
“Accipicchia,
non me la ricordavo così…”. S’interruppe la ragazza senza trovare le
giuste parole.
“Distrutta?
Morente? A pezzi?” Le suggerì il ragazzo.
“Beh…
si. Helios?”
“Mh…”.
Rispose lui.
“Sei
sicuro che non ti stancherai usando il cristallo d’oro?”
“Ma
come? Credevo che avessi più stima di me”. Scherzò il custode.
“Scemo!”
Rispose Chibiusa facendo una linguaccia e provocando l’ilarità del ragazzo.
“Allora
sei pronta a rivedere Illusion nel suo splendore?”
“Certo!
Posso aiutarti?” Chiese poi titubante.
“Non
ti fidi proprio eh?”
“Beh,
mettila così, io ho molto più gusto di te quindi se la ricostruiamo insieme
verrà di sicuro meglio!”
“Cosa?”
Fece lui fingendosi offeso.
“Dai
scherzavo”.
“Okay
okay… ma solo perché sei tu”. Tra le mani del ragazzo comparve il magnifico
gioiello che portava il nome di Cristallo D’oro. Il custode chiuse gli occhi e
la pietra cominciò a risplendere di piccoli bagliori. La ragazza appoggiò
delicatamente i palmi sulle mani del ragazzo e il gioiello cominciò a
risplendere più energicamente.
“CRISTALLO
D’ORO… RISPLENDI!” Comandarono i due giovani in coro.
L’intera
dimensione magica fu avvolta dalla luce dorata che lì regnava sovrana. Gli
alberi bruciati e rinsecchiti ritornarono verdi e pieni di morbide foglie. Le
pesanti nuvole nere si diradarono lasciando spazio ad un magnifico cielo terso.
Il palazzo che sembrava ricoperto da una patina opaca riprese a brillare di
riflessi ambrati. Il prato ritornò brulicante e migliaia di fiori sbocciarono
in ogni angolo decorando il giardino e i moltissimi davanzali. Improvvisamente
esplose il canto festoso dei passeri e una miriade di farfalle colorate invase
l’aria. In lontananza si poté udire lo scroscio dell’acqua e poi per
completare l’opera il cielo limpido si riempi di piccole sfere dorate che
cominciarono a scendere verso il suolo. Non appena i globi sfioravano l’erba
si dissolvevano lasciando spazio ai corpi di persone addormentate che si
svegliavano mano a mano assumendo espressioni assonnate.
Chibiusa
si voltò verso il custode e lo sorprese a guardarla sorridente.
“Le
hai messe tu le farfalle?” Le chiese fingendosi schifato.
“Erano
bellissime!” Fece lei dandosi a vedere offesa suscitando nuovamente le risate
del ragazzo.
“Scemo!
Scemo! Scemo!” Fece le mettendo su il broncio e dandogli la schiena. Sussultò
quando lui l’abbracciò da dietro.
“Lo
so… ma non è per questo che mi ami?” Chiese malizioso.
“Io
non ti amo!” Rispose lei imbronciata facendo scoppiare il ragazzo in un'altra
allegra risata.
“Ah
no?”
“No!”
“Perché
mi guardi così? No è? Tieni giù le mani!” Ordinò lei ridendo e cercando un
inutile fuga.
“Dimmi
che mi ami!” Fece lui atterrandola e cominciando a farle il solletico.
“Si…
si… basta… Helios… basta… si… ti… ti amo… basta… non ce la
faccio più!” Biascicò contorcendosi tra le risa.
Il
ragazzo la lasciò respirare per poi mozzarle nuovamente il fiato con un lungo e
appassionato bacio.
*FINE FLASCH BACK*
Chibiusa
si alzò dal davanzale e prese a camminare verso una coppia che era appena
entrata dal portone principale.
“Chibiusa!”
Fece la donna allargando le braccia affinché la ragazza potesse perdersi in un
abbraccio materno.
“Siete
arrivati finalmente!” Disse lei riemergendo dalle braccia della genitrice.
“Dillo
a tua madre che ha impiegato qualche secolo per prepararsi”. Si giustificò re
Endimion.
“Ma
sentilo, ricorda a tuo padre che è lui quello che quando stavamo per partire è
dovuto tornare indietro per firmare altre scartoffie”. S’impuntò la regina.
“Ma
la senti tua madre? Io faccio tutto il lavoro e lei si permette anche di
criticarmi”.
Chibiusa
roteò gli occhi. Avrebbe proprio voluto vederli quei due da fidanzati. Ma che
stava pensando? Lei li aveva visti da fidanzati. Bunny e Marzio.
“Mamma,
papà…”.
“Si?”
Chiesero i genitori in coro.
“Mi
siete mancati!” Rispose lei felice abbandonandosi di nuovo tra le braccia
della madre mentre suo padre le accarezzava i lunghi capelli rosa.
“Ehm
ehm… maestà, mi permette un ballo con sua figlia?” Li interruppe Helios.
Re
Endimion lo guardò di traverso ma poi riconoscendolo sorrise e gli cedette la
principessa.
Era
appena cominciata una bellissima canzone quando Helios la condusse ammezzo alla
sala.
Mi
riprendo la mia vita, e lascio indietro il mondo per un attimo, un attimo per
me…
“Sei
bellissima…”. Sussurrò il ragazzo passandogli le braccia attorno alla vita.
…questa
calda brezza ci accarezza e intanto il sole sparirà (da domani so che ritornerà!)
su di noi, aspetteremo sulla sabbia un’altra onda che ci porti via, che ci
porti via con se, stringerò più forte fino all’orizzonte in un
frammento che (sarà solo per noi babe!) che sarà un’eternità…
“Grazie…”.
Mormorò lei passandogli le braccia al collo mentre le sue guance si tingevano
di rosso.
…ora
che ci sei le stelle sorridono a me, è un momento senza tempo, è il
vento che cambia per noi…
Lo
fissò qualche secondo negli occhi come a cercare la conferma delle parole della
canzone. Si sorprese perdendosi in quelle sue bellissime iridi dorate, così
ricolme di quel bellissimo sentimento che li avrebbe legati per l’eternità.
…qui
dove il paradiso bacia la natura, qui dove il sole fa l´amore con
la luna, stacco dal mondo e ritaglio un momento per me, il tramonto
disegna un nuovo volto nel ciel, ed ora la mia mente vola viaggia da
sola e poi sfiora ogni persona a me cara, e nulla cambierà, su su va il
vento e una stella cadente dona magia a questo momento, adesso che
aspetti il vuoto e lo senti, il silenzio del mare pronto a scordarti e
guardi nel cielo sorgere le stelle, ognuna di loro a ricordo di tutte
quelle persone, che ancora oggi porto nel cuore resto con loro
aspettando il ritorno del sole e nella pioggia poi quel vento lo
cancellerà, sarà un momento perfetto per un´eternità…
Lo
stava fissando con quei suoi occhioni da bambina cercando risposte. Sorrise e
nonostante i genitori della ragazza li stessero guardando le diede un morbido
bacio.
Sulla
mia pelle il sole non brucerà,
è un momento perfetto…
Nulla potrà rubarci questa realtà,
siamo legati ad un istante…
Avvampò
all’inverosimile, questa era la punizione per aver dubitato del suo amore! Dio
suo padre dopo le avrebbe fatto una lunghissima predica. Ma ora non le
importava….
…vedo
tutto quel che abbiamo intorno compreso tra il cielo e il mare,
così perfetto che non mi sembra reale, guardare il sole mentre se ne
va, vivere un sogno da cui il mondo non mi sveglierà, e quanto durerà
non so, guardo la tua pelle nuda (scherzo con la luna), vado alla
fortuna, (non fan più paura !) le risposte che non ho, perché quello
che mi serve realmente e c´arrivi è stare bene e stare insieme a veri
amici, decidere per me, per sempre e guardarti qui accanto che dormi e
intanto sorridi, ed ora è tutto qui, ed io c´arrivo solo adesso, non so
spiegarmi nemmeno com’´è successo, il futuro aspetta, ma è meglio se non
ci penso, un momento perfetto e per ora sono certo
che...
Rise
contro le sue labbra vedendola così imbarazzata.
…sulla
mia pelle il sole non brucerà, è un momento perfetto…
Stava
ridendo, la contagiò.
…nulla
potrà rubarci questa realtà,
ascoltami…
Che
buffa che era, si contraddiceva sempre, e lui si divertiva come un pazzo a
metterla in imbarazzo.
…ora
che ci sei, le stelle sorridono a me…
è un momento senza tempo è il vento che canta per noi…
Lo
sguardo sereno del custode la rallegrò. Lo amava da morire. Affondò il viso
nel suo petto.
…sulla
mia pelle il sole non brucerà,
è un momento perfetto…
Lei
aveva azzerato completamente le distanze tra i loro corpi ed ora poteva sentire
il suo profumo invadergli i polmoni mandandolo in estasi.
…nulla
potrà rubarci questa realtà,
siamo legati ad un istante…
Si stava
così bene in quell’abbraccio. Si sentiva protetta e al sicuro mentre le
braccia del custode le cingevano possessivamente i fianchi.
Pelle su
pelle al sole ci scalderà…
è un momento perfetto…
Anche
Helios chiuse gli occhi e si abbandonò tra i capelli della ragazza assaporando
quel momento che, lo sapevano entrambi, sarebbe durato ancora pochi attimi.
Nulla
potrà rubarci questa realtà…
siamo legati ad un istante!!!
Le note si
spensero per qualche secondo per poi riattaccare con una canzone leggermente più
ritmata. I due a malavoglia si staccarono uscendo dalla pista da ballo.
“Cosa
farai adesso?” Chiese improvvisamente la ragazza.
“Come?”
“Tornerai
ad Illusion vero?”
“È il
mio dovere, io sono il custode dei sogni!”
“Si… lo
so. Però così non potremo più vederci!”
“Mh… ma
no, sarà solo per un po’. Appena la situazione si stabilizzerà di nuovo
forse riuscirò a venire a trovarti. E poi non ti dimenticare che tu nella
dimensione dei sogni sei sempre la benvenuta”. La rassicurò con un dolce
sorriso.
“Ti
amo!”
“Sì lo
so”.
“Tu mi
ami?”
“Più di
ogni altra cosa al mondo”.
“Me lo
concedi un altro ballo?”
“D’accordo
principessina viziata!”
Philips
stava in un angolo appoggiato ad una colonna con le braccia incrociate intento a
fissare una certa biondina che continuava a rifiutare cortesemente inviti a
ballare. Certo se lui glielo avesse chiesto la risposta sarebbe stata
indubbiamente un diniego meno garbato. Sicuramente la bionda lo avrebbe guardato
storto e sarebbe scoppiata a ridere. Improvvisamente incrociò due profondi
smeraldi e sussultò. Si era girata a fissarlo! Ora sorrideva e veniva verso di
lui.
“Vuoi
ballare, Cesky?” Sussurrò Angel.
“Ballare?
Con te?” Chiese schifato.
“Certo!
Non vedo l’ora che accetti per poterti pestare i piedi!” Sibilò lei celando
una nota di tristezza.
“Ah,
allora è questo il tuo secondo fine… e io credevo che ti fossi accorta del
mio grande fascino e non riuscissi più a resistermi!” Rispose lui arrogante.
“Te
l’ha mai detto nessuno che sei insopportabile?”
“Ci pensi
tu ogni volta che mi vedi…”. Ironizzò lui.
“Beh, se
non balli con me andrò a chiederlo ad Alex!” Sentenziò lei dandogli la
schiena e muovendo alcuni passi prima che lui la fermasse per un braccio.
“E
secondo te io potrei rinunciare ad essere in prima fila mentre tu sbagli tutti i
passi?” Chiese lui offrendole il braccio.
“T’informo
che sono un’ottima ballerina”. Fece lei mentre si portavano al centro della
sala.
“Ehi
Dafne, guarda quei due!”
“Secondo
me tra qualche mese avremo una nuova coppietta”. Scherzò la mora.
“Già,
ehi che hai?” Chiese il ragazzo notando che di colpo lei abbassava lo sguardo
sul pavimento.
“A
quest’ora lei sarebbe sicuramente seduta su un divanetto sorseggiando
tranquillamente qualche drink”.
“Dafne!”
Tuonò lui.
“È
inutile puoi dire quello che vuoi, non mi farai cambiare idea”.
“Lo sai
benissimo quello che penso, ne abbiamo già parlato. Aphrodite non è morta per
colpa tua!” Fece lui chiudendo il discorso.
“Si…”.
Fece lei solo per farlo tacere procurandosi un occhiata sbieca da parte del suo
ragazzo.
“Allora
tesoro, sei contenta? Hai vinto la guerra!” Esclamò la regina Serenity
rivolta alla figlia.
“No mamma
molto di più, ho trovato qualcosa in cui credere, qualcuno per qui lottare, ho
trovato finalmente degli amici!” Rispose Chibiusa prima di lasciarsi
trascinare dal suo ragazzo nel ennesimo “ultimo” ballo.
FINE!!!