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Autore: abbraccinaspettati    04/01/2012    2 recensioni
Sel è una ragazza semplice e dolce, che ama leggere e sognare.Ha un passato difficile di cui non ricorda praticamente nulla. Trasferendosi in una nuova città con la madre, scoprirà cose su di se che aveva totalmente dimenticato. Dovrà lottare con se stessa e con i sentimenti, specie con l'amore, al quale aveva smesso di crede ormai da tempo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Correvo, correvo come se non ci fosse un domani, ero inseguita da qualcosa di terrificante, sentivo che stesse per succedere qualcosa di brutto, lo percepivo dall’aria, dall’atmosfera tutta intorno a me. Eccola lì, la città, oltre questo orrendo bosco, ci ero quasi arrivata continuavo a correre, volevo solo chiedere aiuto e salvarmi,quando sentii degli artigli prendermi la caviglia destra. Caddi a terra e mi graffiai il viso, sapevo che la fine stava arrivando per me, non ce la facevo, non volevo ma dovevo! Dovevo girarmi e guardare cosa mi aveva perseguitata. Era appena dietro di me, sentivo il respiro affannato di quella ‘’cosa’’. Decisi di voltarmi quando… sentii un lamento! Un rumore così atroce, forse proveniva da quella bestia. Non potevo farcela. Mi coprii il viso con le mani. Tremavo, avevo freddo. Ero morta?No, provavo troppo terrore per essere morta. Troppa paura, troppa angoscia,troppi rimorsi. Il vento gelido mi portava i capelli davanti al viso. Volevo solo tornare a casa. Cosa ci facevo lì? Come ci ero arrivata? Non ricordavo più niente ormai la mia esistenza poteva anche finire in quel preciso istante. Sarei scomparsa nel nulla, nessuno avrebbe saputo più niente di me, potevo essere libera dagli sguardi cattivi della gente,che non faceva altro che ferirmi. Dopo pochi istanti però sentii una voce dolce e sicura che mi parlava, che mi chiedeva ‘‘stai bene?Quell’essere ti ha fatto del male?’’. Guardai dietro di me e vidi il più bel ragazzo che avessi mai visto. Occhi azzurri, capelli castani, pelle chiara e dorata sotto i riflessi del sole, sguardo che avrebbe fatto impazzire qualsiasi ragazza. Eccolo lì, non sapevo nemmeno il suo nome, ma mi aveva salvato la vita ed era così bello, così affascinante che avevo solo voglia di baciarlo. Ma rimossi dalla mia mente quel pensiero assurdo, uno come lui non avrebbe mai baciato una come me, ma era il mio eroe, mi aveva salvata anche se non so bene da cosa. Mi aiutò ad alzarmi. Quando ecco che si avvicinava lentamente. Eravamo fronte contro fronte, eccole lì le sue labbra piene e rosa che si avvicinavano alle mie. Non era possibile, ma era lì,vicino al mio viso, osservai ogni piccolo particolare dei suoi occhi, così perfetti e blu come il mare, sarei potuta annegare nella perfezione di quel momento. Sentivo le guance infiammarsi e le farfalle nello stomaco,si avvicinava sempre di più quando finalmente …….. ‘ALZATI O FARAI TARDI AL TUO PRIMO GIORNO DI SCUOLA,NON VORRAI MICA FARE UNA BRUTTA FIGURA’. Spalancai gli occhi e constatai che era solo uno stupido,magnifico, stupendo sogno. Solo un frutto della mia immaginazione, della mia mente spregevole che si divertiva a farmi immaginare situazioni migliori della realtà. Esiste un modo per non sognare? Solo in questo modo non si rischia di essere delusi dalla realtà. Ma decisi di non pensarci, la mamma aveva ragione dovevo prepararmi per il mio primo giorno nella mia nuova scuola della mia nuova città. Ci eravamo appena trasferite, io e lei. Da sole avevamo deciso di cambiare vita, una volta per tutte. Volevamo lasciarci alle spalle il passato. Così mi alzai dal letto, andai a fare colazione e mi vestii. Misi la prima cosa che trovavo nell’armadio. Una felpa blu e dei jeans. Non m’importava di essere impeccabile, volevo essere solo me stessa. Volevo essere accettata e, anche se questo significava essere presa in giro dalla ragazza più popolare della scuola, a me non importava. Salii in macchina, chiusi lo sportello e premetti il tasto play del mio ipod, partì la canzone ‘la la land’ di Demi Lovato. Adoravo quella canzone, mi dava sempre la carica. Così con le cuffie nelle orecchie mi appoggia al vetro del finestrino e iniziai a canticchiare, iniziai a pensare. Mia madre che mi guardava dallo specchietto retrovisore, gli uccellini che svolazzavano di albero in albero, quel cane che andava incontro abbaiando ad ogni macchina sulla strada, un bambino che faceva i capricci perché non voleva lasciare sua mamma per andare a scuola e io, io che ero complicata ma estremamente semplice a seconda delle occasioni, io che avevo un cuore tenero e dolce, ma che per colpa di lui si era trasformato in pietra. ‘Parli del diavolo e spuntano le corna’ infatti, ci avevo pensato solo per dei secondi e avevo già sentito il cellulare vibrare nella tasta del jeans. Lo presi. Come immaginavo era lui. Decisi di non rispondergli, non volevo davvero più pensarci. Quello era il primo giorno della mia nuova vita e non volevo pensare al passato. Feci per cambiare canzone quando vidi mia madre voltarsi verso di me,muoveva le labbra, stava parlando con me, ma il volume dell’ipod era troppo alto per sentire cosa stesse dicendo. Mi sfilai una cuffia e capii che il momento tanto atteso era arrivato.
  
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