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Autore: Ever Lights    04/01/2012    15 recensioni
"«Aver paura di amare è come aver paura di vivere ogni singolo giorno della propria vita. Io non voglio che tu abbia timore di amarmi, Bella, perché qui», presi la sua mano e me l'adagiai sul cuore. «sento di provare davvero qualcosa per te. Non so se è amore, o se è qualcosa di differente, ma so che è positivo. Per questo voglio che tu sappia che desidero provarci. Desidero scoprire cose nuove, con te. Mi lascerai provare, per favore? Hai tu la chiave del mio cuore.»"
L'amore può voltarti le spalle come offrirti una mano. Un trentenne, due figlie, una relazione finita. Una donna, un passato da dimenticare, incubi che tornano a galla. Qualcuno metterà il proprio zampino per sconvolgere le loro vite.
E se, in più, il destino decidesse che le carte in tavola vadano cambiate e rimescolate?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ascolta il tuo cuore



Ascolta il tuo cuore ♥
Capitolo 2: Senza esitazioni.

EDWARD


Mi svegliai di soprassalto, con il fiatone.
Sembrava tutto così vero… Altro che sogno! Mi era parsa proprio la realtà.
Mi girai verso l’altro lato del letto. I petti di Meredith e Viola si abbassavano e alzavano ritmicamente.
Tirai un sospiro di sollievo. È stato un sogno, pensai, è stato solo un bruttissimo sogno.
Accarezzai le loro guance e Mary si scostò un poco dalla sorellina, sbadigliando.
Erano solo le cinque del mattino, ma non sarei riuscito a chiudere nuovamente gli occhi. Il volto di Tanya, che rideva malignamente, mi sarebbe riapparso nuovamente e… No, meglio di no.
Scostai le coperte calde e sudate e mi trascinai verso gli infissi. L’atmosfera nella camera mi sembrò pesante, afosa e spessa. Discostai leggermente la finestra, giusto per far entrare un po’ di aria fresca.
Mi lasciai cadere sulla poltroncina accanto alla finestra. Nonostante fossimo quasi alla fine di ottobre, il caldo non era ancora scomparso.
Riguardai le bambine. Erano teneramente abbracciate, come ormai capitava di continuo.
Meredith aveva paura che Viola potesse cadere dal letto e allora la stringeva a sé.
I capelli chiari di Mary contrastavano quelli d’ebano della piccola. Dormivano tranquille, sognando chissà quale fantasia lontana.
Presi il cellulare e mi diressi nel salotto, cercando di non fare il minimo rumore.
Scorsi in rubrica fino ad arrivare al numero che desideravo, poi cliccai la cornetta e attesi.
«Pronto?»
Ridacchiai. «Ciao Emmett.»
«Cristo amico.»borbottò,tossendo. «Ti sembra il caso di chiamare a quest’ora?»
«Scusami.»mormorai, distendendomi sul divano. «Non… Non riuscivo più a dormire.»
«Okay… Come stai? Le bambine?»
Sospirai. «Sto bene. Meredith e Viola pure. E se vuoi sapere le ultime notizie… Tanya si risposa.»
«Cosa?!». La voce di Emmett aumentò di qualche ottava. «Ma cosa passa per la testa a quella donna?»
«Emm, non sono più affari miei. Lei ha deciso di andarsene e nonostante io abbia provato a farla ragionare non mi ha voluto dare ascolto. Non fa più parte della mia vita. So che è pur sempre la madre delle mie figlie, ma con lei ho chiuso, definitivamente.»
«Mi fa piacere sentirti così, che ti sei rinsavito.»
Risi. «Non posso sempre sembrare il solito imbecille che si lascia mettere i piedi in testa.»
«Questo è l’Edward che conosco!»quasi urlò, con la sua voce profonda e tuonante.
«Ci sono anche altre notizie? Altre ragazze in vista?»continuò, sbadigliando.
Tossii. «Ma ti pare? Sono appena uscito da una storia che già ne comincio un’altra… E’ impossibile, dai.»
«Be’…»mormorò, «Tanya ci è riuscita.»
«Sì ma lei è un caso particolare.»
Ridemmo insieme e poi sentii dei passi. Meredith, con l’orsetto sottobraccio, mi guardò teneramente.
«Emmett, cause di forza maggiore mi reclamano. Ti chiamo appena so qualcos’altro.»
«Perfetto, io torno a dormire.»
Risi.«Okay. Allora buona pennichella.»
Lo sentii ghignare e attaccai la cornetta. Mi avvicinai a mia figlia e le carezzai i lunghi capelli.
«Che ci fai già sveglia?»
Mi sorrise teneramente. «Ti ho sentito parlare e allora sono venuta a vedere.»
Le baciai la fronte e la presi fra le braccia. «Viola dorme?»
«Sì, l’ho messa nel lettino così non cade.»
Era ancora meglio di me. Pensava a tutto, anche a svegliarsi nel cuore della notte per dirmi che Viola piangeva e io, nel sonno più profondo, non riuscivo a sentire la bambina che piangeva.
Ci sdraiammo sul divano, Meredith sopra di me, abbracciati sotto il plaid.
«Mi prometti una cosa papà?»fece ad un certo punto, proprio mentre stava per cedersi a Morfeo.
«Che cosa, piccola?»
Sbadigliò. «Promettimi che mi troverai una seconda mamma, più dolce e più bella.»
Cercai di non ridere e la presi sul serio. «Te lo prometto, tesoro»
Chiusi le palpebre e il volto di Tanya fortunatamente non ritornò nei miei sogni.


«Chi è questa bellissima bimba?»
Guardai torvo mia sorella. «Se la sbatacchi ancora, guarda che ti vomita addosso.»
Alice mi fece la linguaccia. «Non lo farà perché Viola ama la sua zia! Non è così piccolina?»
Scossi il capo e guardai Meredith. Era sdraiata a terra e guardava Jolly, il volpino di Aly.
«Non mi lecca, visto papà?». Mary aveva battuto tutte le mie supposizioni su quel cagnolino.
Avevo sempre cerato di impedire a mia sorella di portarlo a casa nostra, ma non mi dava mai ascolto. Avevo sempre il terrore potesse leccare Viola da quando era con noi ma non era mai capitato, a mio stupore.
Presi il biberon dallo scaldino apposito e mi accoccolai sulla sedia con Viola sul petto, pronta a una nuova dose di cibo.
Il rito della poppata da giorni si ripeteva frequentemente ma la pediatra mi aveva detto di assecondarla…
Alice le sfiorò la testolina. «ma quanta fame hai, eh piccola?»
Ridacchiai e mi accorsi che Meredith s’era seduta accanto a me e giocherellava con i piedini della sorellina.
Viola finì il latte in fretta e si appisolò tranquilla fra le braccia di Meredith, che la guardava beata.
«Io ora vado.»mormorò Alice, baciando le fronti delle bambine. L’abbracciai dolcemente e le dissi che per me lei era tutto, con nostra madre.
Alice era la prima che mi capiva quando avevo un problema, che mi aiutava se ne avevo bisogno e sì, era anche la prima a mandarmi a quel paese, se era necessario.
La guardai uscire dal vialetto con la sua nuova auto, e allontanarsi, mentre Jolly mi guardava dal bagagliaio.
Meredith depose Viola sul letto con i cuscini attorno e tornò in salotto da me, accoccolandosi sul mio petto.
«Me lo prendi un cagnolino papà?»mormorò e quando vidi il suo sguardo da cucciolo, risi.
«Amore, dove lo mettiamo un cane?»
Sospirò. «Dalla nonna! Nonna ha tanto spazio in giardino!»
Sorrisi. «Sì, ma poi la nonna si arrabbierebbe. Magari appena papà si mette in sesto con il lavoro, ci pensa.»
«Allora aspetto buona e tranquilla.»
Rimanemmo abbracciati ad ascoltare i nostri respiri. Non aveva voluto accendere la TV ma solo stare sul mio petto per quel poco tempo che Viola dormiva e ci lasciava un po’ di tempo per noi.
Poi mi venne la brillante idea di fare una torta e ridendo io e Mary ci cataplutammi in cucina.
«Sei sicuro che vada così?». Meredith si mise apposto una ciocca dietro l’orecchio.
«Se è scritto sul libro, penso sia giusto.». Mi grattai la testa, visibilmente confuso. Mia figlia era la prima persona che riusciva a complicarmi con le sue domande.
Finimmo la torta –se si poteva chiamare ancora così, dato che era una specie di massa compatta e scura, e la infornammo, impostando il timer dato che sennò ce ne saremmo dimenticati completamente.
Io e Meredith rimanemmo in cucina, seduti al tavolo, con Viola nella sdraietta che guardava curiosa la sorella che faceva i compiti.
«Sei a buon punto con l’esercizio?»
Mary alzò il capo dal libro e mi sorrise. «Sì, sto scrivendo le ultime operazioni.»
Sorrisi e feci il solletichino a Viola, che parve sorridermi.
Qualche secondo dopo, il mio cellulare vibrò, procurando una specie di ronzio sulla superficie di legno del tavolo.
«Arrivo subito, guarda per un attimo Viola.»mormorai, afferrando il telefono.
Non badai al nome visualizzato e cliccai la cornetta.
«Pronto?»
«Edward, sono Tanya.»
La verità, che avevo cercato era un po’ di dissuadere, era tornata a incombere. «Oh. Ciao Tanya.»
«Volevo dirti che passo a prendermi le mie figlie e le porto al parco.»
«Cosa? Aspetta, io avevo altri programmi per la giornata.»mormorai, allontanandomi dalle bambine, cosicché non sentissero.
«Non mi importa, Edward. Voglio godermele qualche ora, prima che io e Gregor, con la figlia, partiamo.»
«No, guarda Tanya oggi le bambine non possono, sul serio.»
«Ti ripeto che fra due ore me le vengo a rendere e le porto al parco.»sibilò come un serpente e sonagli.
«Sai che ti dico Tanya?» dissi piccato, brandendo il cucchiaio dal lavello. «Sai che ti dico? Fottiti.»
Meredith, che era accorsa accanto a me, mi guardò un istante. Forse pensava non dicessi sul serio.
«Sono stato il tuo zerbino per anni. Mi trattavi come una pezza da piedi e ora che fai? Mi telefoni, all'improvviso e dici che vuoi prenderti per qualche ora le bambine. No Tanya, mi dispiace.
Non siamo mai stati sposati e nessuno mi dice che devo darti le bambine per qualche ora. Sono stanco del tuo comportamento. Sono stanco di te. Mi sono rotto. Ho cose migliori a cui pensare. Vaffanculo Tanya.»
Con la rabbia che mi ribolliva dentro, le attaccai la cornetta in faccia.
Quando mi girai, trovai Mary imbambolata come uno stoccafisso, gli occhi sgranati.
«Tu non hai sentito nulla. Non proferirne parola con nonna o con la zia, chiaro?»
Lei annuì soltanto. «Certo papà.»
«Voglio che rimanga un segreto fra noi due.»le mormorai, placcandole le spalle.
Lei, visibilmente spaventata, acconsentì. «Bocca cucita, sul serio.»
L’abbracciai, e ancora rimestai le parole di Tanya. «Brava piccola.»
Mia figlia era l’unica persona che ancora riusciva a rimanermi fedele. La mia ultima ancora, colei che ancora mi tratteneva sulla Terra.
Senza di loro non sarei rimasto due minuti in più in quella città e sarei scappato lontano.
Eppure qualcosa mi tratteneva, qualcosa mi costringeva a continuare a lottare.
Loro due, le mie uniche salvezze. Coloro che non mi avrebbero mai abbandonato.
Coloro che mi avrebbero sempre voluto bene, senza tradirmi mai.
Se loro per me ci sarebbero state, la cosa sarebbe stata reciproca.
Senza esitazioni né ripensamenti.


________________________
Muahahaha rieccomi *^*
Allora, c'ho messo tutto il ♥ per scrivere ed eccone il risultato... Spero vi piaccia!
Ringrazio Meredhit89, Moni e Viola ♥, Francesca G, GingerS, KrisCullen, Nicoletta, BettaCullen, Claudia L, martina D.R., Camilla, Leti, Simona S e tutte voi che seguite ♥ Vi adoro, vi voglio bene ♥
Allora, il prossimo sarà un capitolo molto bello ma non so dirvi quando aggiornerò, penso domenica ma non vi assicuro nulla perchè devo anche scrivere Smile e dopodomani ci sarà il mio compleanno *^*
A parte questo, vi lascio il mio account FB: QUI 
Grazie mille, ancora. Aspetto le vs. recensioni!
Bacioni,
Giulia.



   
 
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