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Autore: postit2    22/08/2006    2 recensioni
1814. Una ragazza dai poteri diversi da quelli degli altri maghi dovrà innamorarsi di un mostro e baciare un principe... La leggenda narra che chi trovi una rosa in pieno inverno abbia trovato il vero amore...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve! Prima di incominciare con il nuovo capitolo vorrei spiegare alcune cose... La mia storia prende spunto da un romanzo "Rosa d'inverno" di Kathleen E. Woodiwiss. In genere i romanzi troppo romantici non mi piacciono ma la trama di questo libro mi ha colpita tantissimo così ho deciso creare la mia storia sulla sua base. I primi capitoli due capitoli della mia storia sono molto simili al romanzo "Rosa d'inverno" ma non ho intenzione di continuare a riscrivere il libro. Dal terzo capitolo in poi la storia si distaccherà completamente dalla trama del libro della Wodiwiss ma come ho già detto manterrò soltanto l'idea alla base della storia d'amore fra i personaggi. Volevo scusarmi per ho scritto queste spiegazioni solo nel secondo capitolo ma è la prima storia che scrivo e non sapevo bene come funzionavano le cose. Il primo capitolo è stata una prova per vedere se riuscivo a fare tutte le operazioni necessarie per il verso giusto e non mandarre all'aria il computer. Se qualcuno di voi ha letto il libro di cui ho parlato sarei curiosa di sapere cosa ne pensa di come ho cambiato la stroria. Scusate ancora per il ritardo di questa nota. Grazie mille un bacio.

 

Capitolo 2

 

Il silenzio del Signor Paciock la stava innervosendo, forse si era sbagliata a giudicarlo però le sembrava davvero impossibile, si fidava ciecamente del suo istinto.

L’uomo si avvicinò piano a Ginevra che non si spostò di un centimetro incatenata com’era da quei dannati e freddi occhi grigi.

“Questo mia cara signorina Weasley vi rende speciale e unica, un fiore vermiglio da ammirare e amare” disse il Signor Paciock sistemandole al centro del seno l’ametista che portava legata a un nastro intorno al collo . Ginevra restò ferma sotto quella dolce e lieve carezza rabbrividendo al contatto con la mano calda e sicura dell’uomo.

“Chi è quest’uomo che ha il potere di ammaliarmi con un solo tocco o una frase pronunciata a mezza voce? Il cuore mi batte forte, troppo forte mi sono ripromessa di essere sempre superiore alle situazioni in cui mi sarei trovata, ma ora non ho più il controllo né del fato né del mio stesso corpo. Svegliati Ginevra!” e per la seconda volta in una giornata si rimproverò da sola per il suo continuo imbambolarsi.

“Signore io credo sia meglio scendere, Ron ora dorme tranquillo e le devo ancora un tè” dicendo questo Ginevra sperava che l’uomo si allontanasse di almeno due metri da lei o sarebbe diventata matta per contenere il cuore nel petto. Il Signor Paciock infatti si allontanò e Ginevra poté tornare a respirare regolarmente.

“Allora com’è Londra di questi tempi? È molto che non andiamo più in visita lì” chiese Ginevra incamminandosi verso le scale.

“Al solito, rumorosa e sporca, ma è sempre la più bella”

“Si, ricordo le tante gite passate in città fra i musei e i parchi, mi divertivo sempre tanto. A quei tempi la mia famiglia poteva ancora essere chiamata con tale nome…” disse con una punta di malinconia Ginevra “comunque voi da che parte di Londra venite? L’ho visitata quasi tutta sapete! Forse sono persino passata da casa vostra”

“Non credo sia possibile. La mia residenza si trova nel Derbyshire ed è decisamente fuori Londra. Inoltre se  voi foste stata in visita a casa mia non avreste avuto bisogno di ricordarvi dove si trovasse perché non vi avrei più lasciata andar via”

“E cosa vi fa pensare che sarei rimasta?”

“Fidatevi, sareste restata signorina Weasley”

“Ginevra”

“Fidatevi Ginevra” disse con un roco sussurro il Signor Paciock avvicinandosi al volto della ragazza ferma sul ciglio delle scale. Vedere quello splendido viso da vicino diede una scossa a Ginevra, voleva baciarlo e voleva farlo ora mentre la mano dell’uomo scivolava lentamente sulla sua schiena.

“CHE COSA SUCCEDE QUI!! GINEVRA SCIAGURATA STUPIDA FIGLIA CHE STAI FACENDO?” la voce potente del padre di Ginevra risuonò ancora più amplificata dal corridoio delle scale.

Ginevra spaventata si allontanò subito dal Signor Paciock e si voltò verso il padre. Non capiva perché se la stava prendendo tanto, infondo stava solo intrattenendo l’ospite che lui stesso le aveva detto di trattare con riguardo. “Beh forse ho un po’ esagerato questo è vero, ma non mi sembra così grave, tanto più che mio padre considera il Signor Paciock un possibile pretendente alla mia mano. Sarà felice di vedere che per una volta sono d’accordo con lui, no?”

“DISGRAZIATA SEI UNA DISGRAZIATA!”

“Ovviamente no” pensò Ginevra con stizza.

“Padre state calmo posso spiegare, Ron si era addormentato sulla poltrona e il Signor Paciock mi ha gentilmente aiutato a portarlo a letto, tutto qui. Non siate adirato, non è successo nulla” cercò di calmarlo Ginevra scendendo in fretta le scale. Quando fu arrivata davanti ad Arthur Weasley si ritrovò a gemere di dolore per la forte presa del padre sul suo braccio.

“STUPIDA! Quello a cui ti stavi strusciando non è il Signor Paciock ma quel dannato e maledetto Malfoy, il bastardo che ha ridotto tuo fratello a una nullità!” disse suo padre scuotendo violentemente il braccio della figlia tanto da farla urlare “me ne vado di casa per un attimo a cercare un uomo tanto stupido da sposarti e quando torno ti ritrovo addosso a quell’infame. Disgraziata ora sei rovinata per sempre!” Non poté continuare a insultare selvaggiamente la figlia perché d’un tratto si ritrovò contro il muro, imprigionato nella morsa di un uomo dai capelli biondi e dallo sguardo colmo di disprezzo.

“Non toccarmi verme”

“Faccia ancora del male a sua figlia e giuro che sfonderò il muro con il vostro cranio signor Weasley”

“Basta! Siete davvero il Draco Malfoy? L’uomo che ha ferito mio fratello?” domandò Ginevra cercando di fare ordine in tutto quel marasma.

“Si Ginevra, quello è il mio nome”

“Brutto farabutto! Perché non lo avete detto subito invece di farmi fare la figura della sciocca?”

“Voi eravate così sicura e non ho avuto il cuore di contraddirvi, poi lo volevo proprio quel tè”

“FUORI! Fuori da casa mia!” urlò Ginevra preda di una rabbia incontrollabile.

“Suvvia Ginevra non arrabbiatevi per così poco”

“Miss Weasley prego”

“Mi spiace ma credo che non potrò più chiamarvi così, mi piace troppo vedere il rossore che vi tinge le guance quando pronuncio il vostro nome di battesimo”

“Fuori ho detto!” urlò nuovamente V puntando i piedi per terra e agitando le mani come una bimba capricciosa.

“E va bene me ne vado ma” disse pacato Malfoy “prima devo sistemare una cosa con vostro padre se permettete” Voltandosi verso il signor Weasley si accorse che era rimasto esattamente come lo aveva lasciato, attaccato al muro con le mani ancora in atto di difesa.

“Signore voi mi dovete la somma di 200 sterline che suppongo non abbiate quindi vi offro un accordo: il debito è nullo se in cambio mi date vostra figlia”

“Non continuerai a rovinare la mia famiglia Malfoy,e non farai di mia figlia una delle tue tante sgualdrine! Ti ridarò i soldi fino all’ultimo e poi non voglio più vedere la tua schifosa faccia in casa mia”

“Sicuro della vostra scelta? Non troverete con facilità tutto quel denaro e anche se ci riusciste spendereste tutto in bere prima di poterlo restituire a me”

Ginevra furibonda si frappose fra il padre e Malfoy.

“Signor Malfoy non sono in vendita come un prosciutto e siete pregato in futuro, se mai avremmo lo spiacere di rincontrarci, di discutere con me le decisione in merito alla mia persona. Mio padre le ha promesso 200 sterline e 200 sterline avrà al più presto. Ora qui non ha più niente da fare anche perché, in questi ultimi anni, per la nostra famiglia ha già fatto abbastanza quindi la prego di andarsene. Sa dov’è la porta.”

“Ginevra non vi credevo così risoluta nel parlare, mi sorprendete sempre più. Vostro padre dovrebbe far condurre a voi i suoi affari, di certo avete un maggior talento diplomatico. E siete anche più piacevole da vedere.”

Arthur Weasley stava per riversare su Malfoy un altro torrente di inutili e probabilmente oscene parole ma fu bloccato dalla figlia e, come succedeva sempre anche con la moglie, lasciò che fosse la donna di casa a risolvere il problema con le parole più appropriate alla situazione.

“Le è già stato detto, per ben tre volte, di lasciare questa casa e ancora siete qui a infastidirci, volete forse una richiesta per iscritto?”

“Arrivederci Virginia” disse Malfoy con un inchino derisorio ed esagerato.

“Miss Weasley! E un ultima cosa… Draco Malfoy valgo molto più di 200 sterline.”

Con un mezzo sorriso intrigante Malfoy finalmente usciva da casa Weasley per tornare sotto la pioggia scrosciante e scomparire piano in essa.

“Si può sapere cosa ti è preso? Come hai fatto ad accogliere in casa quel figlio di cane!” chiese una volta che la porta si fu chiusa Arthur Weasley alla figlia che stava in piedi davanti a lui rigida. L’espressione risoluta e combattiva che aveva in volto fino a un attimo prima era scomparsa lasciando nel viso di Ginevra sollievo e calma.

“Questa mattina mi avevate detto che sarebbe arrivato un vostro amico nel pomeriggio così vedendo Malfoy alla porta ho pensato fosse il Signor Paciock”

“Beh evita di pensare in futuro che fai solo danni! E comunque quello sarebbe un buon motivo per strofinarti addosso al primo venuto?”

“Non mi stavo strofinando addosso a nessuno!”

“Ehi ragazzina ho trent’anni più di te credi che non sappia riconoscere una donna appiccicata a un uomo?”

Ginevra punta nel vivo non osò rispondere, non si era buttata fra le braccia di Malfoy ma di certo non aveva fatto nulla perché non accadesse. Distogliendo imbarazzata lo sguardo dal padre si accorse che sul divano era seduto un uomo chiaramente molto in imbarazzo. Aveva ispidi capelli castani, dolci occhioni scuri e un visetto pieno che metteva allegria. Si stava torcendo fra le mani in un cappello di feltro ed era chiaro che cercasse in modo goffo di far notare la sua presenza.

“Padre…” disse Ginevra interrompendo il flusso di parole che il padre aveva cominciato a far uscire senza ritegno dalla bocca di cui lei non aveva ascoltato nulla. Interrotto il Signor Weasley vide dove era indirizzato lo sguardo della figlia e subito si ricordò di aver lasciato appollaiato sul divano il Signor Paciock poco prima di scoprire Ginevra con il verme.

“Oh si ecco! Questo è il vero Signor Paciock. Suvvia alzatevi sembrate seduto su un divano di spine da come vi contorcete”

Ginevra si vergognò per il padre e cercò di essere il più gentile possibile con il Signore che aveva davanti infondo aveva l’aria simpatica, non sarebbe mai potuto essere suo marito ma di certo sarebbe stato un buon amico.

“Piacere di fare la vostra conoscenza Signor Paciock” disse con garbo Ginevra “potrete mai scusarci per l’ indecorosa scena a cui avete assistito poco fa? Ne siamo davvero molto spiacenti”

“No cioè si volevo… non preoccupatevi Miss Weasley. Ora però gradirei tornare a casa è tardi e credo abbiate molte cose su cui discutere voi e vostro padre”

“Non dite sciocchezze, resterete qui a cena” disse il Signor Weasley.

“Padre se il Signor Paciock vuole andare a casa non saremo certo noi a fermarlo”

Arthur Weasley non poté far altro che accompagnare l’ospite alla porta visto che il Signor Paciock vi si stava già dirigendo da solo, scappando al più presto da quella casa di matti.

“Sei contenta? Se n’è andato un altro pretendente. Mi domando come fai ad essere così ingrata? Mi sforzo ogni giorno per trovarti un uomo decente che sia disposto a sposarti anche senza dote e tu me li fai fuggire tutti!”

“Padre vi assicuro che se mi portaste un uomo giovane di aspetto quantomeno decente sarei disposta ad assecondarvi”

“Cosa vai blaterando ti ho portato il meglio”

“Ah! Il meglio? Un vecchio incapace di stare in piedi da solo, un essere sudaticcio che mi ha palpeggiata da sotto il tavolo e un uomo basso una spanna meno di me e nervoso come un cavallo imbizzarrito sarebbero il vostro meglio?”

“Non fare la schizzinosa, che razza di uomo vuoi che ti sposi? Sei senza dote, non convieni a nessuno!”

“Soldi sempre soldi, non sapete pensare ad altro. In un matrimonio ci dovrà pur essere l’amore?”

“Cara bambina, l’amore è per chi ha soldi ed è libero di scegliere”

Nello stesso momento in cui Ginevra correva triste e sconsolata su per le scale diretta nella sua camera, nella taverna poco lontana da casa Weasley un uomo stava guardando il riflesso del suo viso nelle ultime gocce di birra rimaste nel boccale.

“Vali più di tutto” mormorò.

 

 

 

 

  
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