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Autore: amaryllis_G    05/01/2012    1 recensioni
Molti pensano che non siamo soli nel nostro universo. Altri invece pensano che non ci sia un solo universo. Derek, un ragazzo di sedici anni, si troverà a cavallo fra due dimensioni, abbandonando la propria vita normale per ricominciare in un mondo diverso, dove l'acqua non obbedisce alla gravità, dove meduse grosse come orsi vanno a caccia di carne umana e dove baccanti in preda all'euforia si comportano come lupe affamate...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dedicato a Lele


Capitolo V

-L'Orrore-

 

L'interno della grotta era luminoso, e le sue pareti ricordavano specchi mal funzionanti. L'immensa caverna a forma di cupola era illuminata dalla luce proveniente dall'entrata che si rifletteva sulle pareti specchiate, spargendo la luce all'interno della grotta. Derek entrò, ammirando la bellezza del minerale che formava la montagna, notando poi una piccola figura nera in un angolo.

-Felix...c'è qualcuno lì...-

Felix si inoltrò nella grotta, notando la figura avvolta in un mantello nero riccamente decorato. Appena anche lui entrò nella grotta, la figura alzò la testa: i capelli corvini raccolti in uno chignon piuttosto frettoloso e impreciso e la pelle bianca e marmorea incorniciavano due occhi scarlatti.

-Chi siete?- disse la donna con voce ingenua, mentre spostava i piedi nudi sul terreno ghiacciato, spostandoli sotto il calore del mantello. Felix notò con disgusto alcune tracce di sangue rappreso intorno al suo angolino.

-Siamo due esploratori. Abbiamo utilizzato un congegno esplosivo per penetrare all'interno della montagna e visitarne l'interno. Siamo arrivati mediante un aliante, che si è fermato poco più in su.- disse Felix, mentendo.

-Capisco...vedi il sangue vicino a me? Sono stata attaccata da una baccante e portata qui, per divenire il suo pasto. Il sangue vicino a me proviene da una ferita sul petto che mi ha procurato quell'essere con i suoi artigli. Potreste aiutarmi?- chiese dolcemente.

-Dov'è la baccante? Non è scappata, in quanto se ti avesse ferito avrebbe dilaniato il tuo corpo, nutrendosi. Il sangue vicino a te è il suo. Non può essere scappata, in quanto siamo stati noi ad aprire l'unica entrata in questo luogo e lei non è sicuramente scappata. Durante l'Euforia non si sarebbe fatta scrupoli ad uccidere anche noi.-

La donna sorrise sadicamente, e un rivolo di sangue colò dalla sua bocca.

-Si, l'ho mangiata. Mi hai scoperto, a quanto pare, e tu non sei un esploratore ma un mago, un mago forte e gustoso...comincia a scappare da Arachne l'Orrore.-

Felix sbarrò gli occhi, fissando con terrore la donna, che si alzò in piedi. Il suo mantello cominciò a gonfiarsi e a restringersi ripetutamente, come il meccanismo respiratorio di un bizzarro animale: pochi attimi dopo il mantello si allargo, trasformandosi in un vortice nero che si divise in otto fasce di velluto che spuntavano dalla schiena dell'Orrore, avvolto in un frammento del velluto nero che sembrava fatto di tenebra e cieli notturni. Le fasce sulla sua schiena si contorsero, fino a prendere una piega sinistra, rassomigliando otto lunghe zampe di ragno, tutte munite di un lungo artiglio.

Felix scappò verso l'entrata, quando fu spinto via da un artiglio di Arachne, sbatté su di una parete e cadde a terra esanime.

-Non scapperai, non finché ho ancora fame- disse -per precauzione chiuderò l'ingresso.-

Dopo che ebbe parlato, Derek sentì l'aria intorno a loro tendersi, e corse frettolosamente verso l'ingresso, cercando di fuggire. Si fermò proprio davanti all'enorme voragine aperta nel muro. Non poteva farlo. Non poteva abbandonarlo quando lui non l'aveva fatto con lui. Invece di lasciarlo marcire da solo nella sua vita piatta e senza prospettive, invece l'aveva reso partecipe del suo mondo. Non sarebbe stato capace di vivere con sé stesso se avesse varcato quell'entrata. Il senso di colpa lo attraversò da parte a parte come un coltello affilato. Si voltò, e Arachne vide la determinazione negli occhi del ragazzo e sorrise sprezzante, mentre Felix giaceva in un angolo.

-Peccato, eri stato abbastanza veloce, avresti potuto salvarti. Non ho paura di te, sono Arachne, l'Orrore della Vanità e della Superbia. Non puoi fermarmi. Ora mangerò anche te.-

Due delle fasce nere scattarono verso il ragazzo, che li schivò entrambi, afferrandoli successivamente. Le fasce avevano la consistenza del fumo, eppure sembravano solide e pericolose. Derek non si fece pregare: gli bastò un pizzico di Mana per dare loro fuoco, e numerose fiamme azzurrine avvolsero gli artigli, consumandoli. Arachne lo fissava stupita. Ad un secondo cenno, un altro artiglio si avventò verso Derek e venne avvolto anch'esso dalle fiamme. Dopo il combattimento con Florence, Felix approfittava dei suoi momenti liberi per insegnarli ad adoperare gli elementi, e il fuoco era diventata la sua specialità. Arachne gli rivolse un secondo sguardo sbigottito, e non fece attendere il ragazzo per un attacco successivo: altre tre strisce di velluto attaccarono Derek, incendiandosi non appena furono troppo vicini. Il ragazzo approfittò immediatamente del momento di debolezza dell'Orrore e si precipitò contro di lui, sferrando un pugno carico di Mana dritto al suo petto, spedendola fino alla parete successiva. Tuttavia, invece di sbattere violentemente e cadere a terra, Arachne attraversò lo specchio, scomparendo.

Felix alzò la testa, massaggiandosi la fronte.

-Accidenti...Derek, dov'è Arachne?- chiese.

-Non lo so! Le ho tirato un pugno e ha attraversato il muro!- rispose sbigottito.

Felix cominciò a riflettere, senza smettere di massaggiarsi la fronte dolorante.

-Arachne è un Orrore, gli Orrori sono una sorta di miscuglio fra Tenebra e Rovina umana, che producono un essere dai poteri molto pericolosi e dalla mentalità piuttosto instabile. Se solo sapessimo che Orrore è...-

-Beh, credo di saperlo. Dopo averti messo al tappeto ha detto di essere l'Orrore della Superbia e della Vanità. Penso che lo abbia detto proprio a causa di entrambi.-

Felix sorrise e tolse la mano dalla fronte, rivelando un bozzo violaceo.

-In tal caso sembra che tu le abbia lasciato solo la Vanità. Si è rifugiata nella sua immagine, approfittando degli specchi. Dobbiamo stare attenti, non sappiamo da dove arriverà il prossimo attacco.-

Mentre l'immagine di Arachne si spostava da una parete all'altra, i due ragazzi si spostarono al centro della caverna, schiena contro schiena, pronti a contrattaccare.

-Come hai fatto a sconfiggerla? Non immaginavo che un semplice pugno potesse mettere KO quegli artigli...-

-Ho usato il fuoco: li ho distrutti subito, ma non sono riuscito a colpirla con le fiamme-

-È normale: i nastri erano fatti di Tenebra e quindi la luce li ha sconfitti facilmente, ma lei è protetta da una magia forte. In ogni caso, non appena attacca dobbiamo colpirla con tutto ciò che abbiamo. Mantieni gli occhi aperti.- gli raccomandò Felix.

I minuti passarono, poi la gigantesca immagine della donna comparve su di una parete, riempiendola completamente. La donna aveva uno sguardo raccapricciante: le iridi rosse brillavano intensamente, mentre il sangue della baccante colava dalla sua bocca, contorta fino a formare un ghigno sadico. Derek reagì d'istinto, e colpì la parete: questa si incrinò e numerose crepe la attraversarono, deformando l'immagine e rendendola ancora più spaventosa. Ad un tratto la donna attraversò lo specchio, mantenendo le fattezze terribili che la ritraevano: la bocca si era allargata, gli occhi erano diventati quattro e i capelli neri le ricadevano sul volto. Le braccia erano coperte da cicatrici e le dita erano diventate artigli sproporzionati pronti a dilaniare i corpi che bloccavano i suo cammino. Il vestito si era fuso con le sue gambe, ormai solo rigidi pezzi di carne. Inoltre, a causa di un effetto ottico causato dalla rottura della parete, le sue dimensioni erano sensibilmente aumentate. L'Orrore, ormai degno di tale nome, scattò verso una parete integra, attraversandola. Pochi attimi dopo una mano enorme attraversò la superficie dello specchio, diretta verso Felix. Il ragazzo spinse via Derek e saltò, evitando gli artigli. Bastò un fascio di luce e un enorme spuntone di ghiaccio, lungo e affilato, spuntò tra le sue mani. Al momento giusto affondò il bastone nella mano dell'Orrore, centrandola in pieno e spargendo sangue sul pavimento calcareo della grotta, che in quel momento fu riempita da un urlo di dolore. Felix era ancora aggrappato allo spuntone, che era penetrato nel pavimento dopo aver attraversato la mano. Un'altra mano, più veloce della precedente comparve e attaccò il ragazzo, che saltò fino ad arrivare a pochi di centimetri sopra di essa. Le sue mani brillarono di nuovo e alla seconda mano spettò la medesima sorte di sua sorella. Nuovo sangue caldo si riversò sul pavimento. La parete di fronte a lui fece spazio alla figura devastata e contorta di Arachne, quella che pochi attimi fa era l'Orrore della Vanità e della Superbia.

Derek scattò velocemente, e sguainò un lungo pugnale, l'unica arma che aveva voluto portare con sé, e l'affondo nel petto di Arachne, uccidendola.

La creatura cominciò a decadere, trasformandosi in cenere, e pochi minuti dopo restava soltanto polvere.

I due ragazzi presentavano soltanto qualche graffio, ma potevano vantare di aver sconfitto un nemico potente. Si guardarono e sorrisero, per poi dirigersi verso l'entrata.

-Te la senti di proseguire? O preferisci fermarti?- chiese Felix mentre risalivano sulla lastra di pietra.

-Beh, non sono stanco, anche se adesso produco fiamme con molta difficoltà- ammise il ragazzo, cercando di evocare qualcosa di più di qualche scintilla.

-Ah, giusto. Dimenticavo che tu assimili Mana più lentamente di me. Ecco, bevi questo.-

Felix aprì il suo zaino e armeggiò con una bottiglia ed un bicchiere portatile, porgendolo poi al ragazzo, che riconobbe la bevanda verdognola. Sorseggiò la Decadenza con gusto, sentendo l'energia riaffiorare. Dopo aver vuotato il bicchiere, si rivolse a Felix con uno sguardo enigmatico.

-Sto ritornando verde?- chiese.

Felix scoppiò a ridere.

-No, non se ne bevi così poca. E inoltre non ne hai bevuto per un paio di giorni. È piuttosto positivo come effetto collaterale, dovrebbe spingerti a berla meno frequentemente.-

Derek alzò le spalle e poi chiuse gli occhi, concentrandosi sull'energia da dover localizzare.

Dopo alcune ore di ricerca infruttuose i due ragazzi si accorsero di come il sole stava tramontando, e decisero di interrompere le ricerche.

-Dove dormiamo?- chiese Derek.

-La piattaforma è abbastanza larga. Tuttavia dovrò porvi attorno un incantesimo: durante la notte, comincia a soffiare un vento molto forte e freddo. A meno che tu non voglia perdere le dita dei piedi...-

Felix aprì la mano con il palmo rivolto verso l'alto e una piccola medusa luminosa apparve. La medusa svolazzò intorno alla lastra di pietra, lasciando una scia luminosa dietro di se. Dopo alcuni giri, la medusa scomparve, e la sua scia formò una barriera intorno alla piattaforma. Felix disegno con un gessetto una circonferenza circoscritta da simboli arcani, e ad uno schiocco di dita, una fiamma bluastra comparve al di sopra del cerchio, alimentata dal Mana del disegno.

Dopo aver utilizzato il fuoco per cucinare del cibo, entrambi si addormentarono sulla lastra, protetti dalla barriera e scaldati dalla fiamma.

Il giorno dopo furono svegliati dai primi raggi del sole che attraversavano le montagne. Felix richiamò la barriera, che si dissolse tornando ad essere una medusa. Spensero il fuoco e ricominciarono la loro ricerca.

-Penso di averla trovata, Felix- lo informò Derek non appena ebbe percepito il Mana all'interno della roccia.

Felix si avvicinò alla parete rocciosa con la lastra di pietra, e posò il palmo della sua mano sulla pietra fredda. Derek osservò le stesse strisce serpentine che aveva visto nell'Aquarius Medusae percorrere la parete della montagna. Le strisce scomparvero e comparve un arco per entrare nella montagna. I due ragazzi percorsero il corridoio fino a giungere in una grotta enorme: la pietra calcarea era di un vivido color lavanda, e numerose cavità sulle pareti si rivelarono sorgenti di un bizzarro liquido rosso scuro, dall'odore particolare.

-Cos'è? Sangue?- chiese.

-No, vino. Klaus ama considerarsi la “reincarnazione di Dioniso”, il dio del vino e della...ehm, musica orgiastica.-

Davanti a loro, un uomo magro e slanciato li fissava. Era vestito di nero da capo a piedi, portava un paio di piccoli occhiali e aveva i capelli bianchi quasi quanto i suoi guanti.

-Stranieri, io sono Hom, il guardiano del Palco del Baccanale. Se volete passare avanti e giungere dal mio padrone, dovete prima risolvere l'enigma.-

Così dicendo, Hom il guardiano mostrò ai due ragazzi due scacchiere di marmo, l'una accanto all'altra. Su di una di queste erano già posizionati numerosi scacchi in maniera casuale, mentre l'altra era completamente vuota.

-A cosa servirà l'altra scacchiera?- chiese Felix.

-Penso di saperlo. Questa è una variante scacchistica nota come Scacchi di Alice. Si gioca su due scacchiere, e ogni volta che una pedina si muove passa all'altra scacchiera, e viceversa. È piuttosto complicato...- rispose Derek.

-In tal caso, dovremmo iniziare così.- disse Felix, muovendo il Re e spostandolo sull'altra scacchiera.

-Giusto. Se non muoviamo il Re, non dovrà passare di nuovo nell'altra scacchiera, e potremo cominciare a difenderlo.-

Passarono numerosi minuti, e mentre loro muovevano i loro pezzi, Hom escogitava le sue contromosse. Alla fine, i due riuscirono a sconfiggere Hom, dandogli Scaccomatto.

-Bene. Stranieri, avete conquistato il diritto di entrare illesi. Padron Klaus vi aspettava, Felix.-

-Lo so.- rispose.

Entrarono attraverso un ulteriore cunicolo, che li porto in una sala più grande, dove numerose ragazze facevano il bagno in una piscina scavata nella roccia, giocando e schizzandosi. Una di loro si voltò e li vide.

-Buongiorno. Volete unirvi a noi?- domando con voce suadente. La ragazza aveva lunghi capelli biondi ed era bella come poche. I suoi occhi erano verdi come smeraldi e la sua pelle era diafana, e in qualche modo sembrava lucida. La grotta presentava le stesse caratteristiche della precedente: le mura, di calcare color lavanda, si interrompeva per fare spazio a cascate di vino rosso.

-Baccanti, dovete portarci da Klaus.- disse freddamente Felix.

-Ah. Beh, Klaus non c'è. È uscito, ma non è ancora tornato- rispose la Baccante mentre rimirava le sue unghie.

-Tu menti. Sappiamo che è qui, altrimenti Hom non ci avrebbe sottoposto all'indovinello.-

-Quel vecchiaccio sta perdendo colpi. Dai, giocate un po' con noi...- disse suadente.

Derek fece alcuni passi in avanti, ma Felix lo strattonò.

-Non sono umani. Non sono animali. Sono la più crudele combinazione tra donne e lupi affamati. Sono Baccanti, non devi avvicinarti.- disse Felix, premurosamente.

Derek si sentiva incredibilmente attratto dalla ragazza immersa nell'acqua. Ormai quasi totalmente stregato, si avvicinò nuovamente alla piscina, ma un ulteriore strattone lo fece inciampare e cadere, mentre sentiva la gamba del pantalone lacerarsi e la roccia graffiare profondamente la sua pelle. Cadde a terra, mentre un rivolo di sangue colava sul pavimento.

La Baccante annusò più volte l'aria dopo aver assistito alla scena. Gli occhi sbarrati, la ragazza inspirava ed espirava frettolosamente, come se si sentisse soffocare. Dopo pochi secondi, le altre Baccanti cominciarono ad imitarla, uscendo una ad una dalla piscina. La loro schiena si inarcò, le pupille divennero verticali e serpentine, mentre i loro denti si allungavano e una lingua biforcuta penzolava dalle loro fauci fameliche. Le loro dita si erano allungate fino a diventare artigli.

Ciascuna di loro ormai era diventata una fiera desiderosa di sangue e carne umana.

-Cosa le è successo??!?- chiese Derek sbigottito.

-Sono Baccanti. Quando sentono l'odore del sangue, vanno in uno stato chiamato Euforia, trasformandosi in creature spietate e violente. Non abbiamo scelta, adesso dobbiamo combattere. E intendo combattere per uccidere.-

Corse in avanti e mosse le mani davanti a lui, tracciando due archi nell'aria. Le Baccanti vennero travolte dalla falce di vento creata da Felix e sbalzate via, mentre il fendente lasciava un segno nei loro corpi esanimi. Derek, nel frattempo, si era ripreso, e lanciava proiettili di fuoco verso le Baccanti nelle vicinanze. Quest'ultime non si fecero pregare per reagire: alcune riuscivano ad evitare le fiamme con scatti rapidi ed inaspettati che permettevano loro di avvicinarsi al nemico.

Derek si concentrava sulle tre di fronte a lui, dimenticando di guardarsi le spalle, sentì infatti una corrente d'aria sfiorarlo, e voltandosi vide Felix colpire la Baccante alle sue spalle con un proiettile argentato, simile ad una stella cadente.

-Siamo già in difficoltà, cerca almeno di guardarti le spalle!- disse Felix, provocatorio.

Il tempo passava, e le Baccanti sconfitte si rialzavano, tornando all'attacco, attratte irresistibilmente dall'orrore del sangue. I due ragazzi si trovarono ben presto a combattere schiena contro schiena, circondati da quella cerchia di assassine.

-Derek!! Sostieni il mio Mana!- disse Felix.

-Cosa!!? Non avrai intenzione di...- replicò, contrario all'idea.

-Si, proprio quello- disse Felix con un sorrisetto di complicità.

-Ma non mi riesce sempre...e se sbagliassi di nuovo?-

-Non accadrà. Fidati di me- disse Felix.

Derek si concentrò intensamente, mentre il suo corpo cominciava a risplendere a causa del Mana che stava esternando. Dalle braccia di Felix spuntarono le ormai familiari strisce di parole luminose, che si strinsero intorno alle sue braccia, mentre i suoi palmi risplendevano come soli. Improvvisamente, le catene luminose si infransero, e il corpo di Derek smise di splendere, eccetto che per le sue mani, che brillavano come quelle di Felix.

-Ora!!-urlò Felix.

Subito dopo il suo comando, entrambi i ragazzi unirono le mani in quello che sembrava un applauso, ma che si rivelò il detonatore della loro magia. Un'esplosione di luce, simile all'ultimo istante di vita di una stella, li avvolse e si estese alle Baccanti, inghiottendole. In una frazione di secondo, la luce si estinse, lasciando i ragazzi illesi, e i loro nemici intrappolati in bare di ghiaccio.

-Non potevo permettermi di ferirle gravemente- spiegò Felix.

-Come sarebbe a dire?!? Hai detto combatti per uccidere!- rispose Derek, diventando isterico.

-Certo, ma quelle che tu consideri “ferite mortali” non lo sarebbero state per loro. Oltre ad una potenza offensiva notevole, le Baccanti sono dotate di muscoli elastici e rapidi nella guarigione. Una ferita normale non le avrebbe uccise, sarebbe stato necessario un Sigillo. Ma di questo parleremo in futuro.- si rivolse poi al resto della caverna.

-Klaus, ora che hai provato la nostra identità, rivelati.-

L'intera stanza vacillò per un attimo poi scomparve lentamente, portando i ragazzi in una stanza simile, il cui pavimento era ornato con tappeti persiani rosso cremisi, mentre le pareti erano dimora di innumerevoli e giganteschi scaffali pieni di libri di ogni sorta. Le librerie erano interrotte da cascate di vino solo in due punti, mentre all'estremo della stanza vi era un blocco di marmo sopraelevato, simile ad un piedistallo, dove sorgeva il trono del padrone di casa. Al suo fianco vi era Hom in quella che Felix aveva definito “forma meccanica reale” in seguito ad una domanda di Derek. Il guardiano era più grosso e più imponente, sempre di colore nero, ma stavolta di consistenza rocciosa. Il Guardiano era un Golem. Un dettagliato, inciso Golem, rifinito di simboli e caratteristiche umane. Il suo padrone era molto più umano rispetto al guardiano.

Klaus era biondo e bello. Statuario e dai lineamenti classici, costituiva un membro importante del Quartetto Cavaliere prima della sua scissione. Indossava una camicia bianca ed un paio di pantaloni neri, che risaltavano il suo fisico tonico e slanciato. Sembrava ridicolo pensare che Felix, il gracile ragazzo dai capelli scuri di fronte a lui fosse infinitamente più forte. La sua età sfiorava i ventitré anni a colpo d'occhio, ma i suoi profondi occhi color noce erano lo specchio di un animo provato, vissuto e orgoglioso. Si alzò ed andò incontro a Felix, stringendolo in un caloroso abbraccio.

-Amico mio, quanto tempo è passato...a cosa devo la tua visita in un periodo del genere?- chiese preoccupato.

-Vedi Klaus, ho bisogno di aiuto a livello di truppe militari. Sai che preferisco la vittoria certa, e so che le Baccanti me la potranno procurare. Il deserto di Argo non deve necessariamente diventare mio, ma rientra nei miei progetti. Il combattimento finale DEVE avvenire ad Argo. Inoltre, gradirei avere la tua presenza e il tuo sapere al mio fianco. Accetti di aiutarmi?-

I due si guardarono negli occhi per qualche secondo, dopodiché Klaus ruppe il silenzio.

-Non ti negherò di certo il mio aiuto, ma devo chiederti una cosa in cambio. Devo sapere con chi sto combattendo.-

-Che razza di domanda, ovviamente con le Dam...-

-Non intendo questo. Intendo dire che voglio essere al corrente di tutto ciò che sai sul nostro nemico. So bene che non ti piace condividere i tuoi piccoli segreti militari, ma questo è il mio prezzo. Devo capire quanto è alto il rischio e agire di conseguenza.

-Capisco. In tal caso, sedetevi ed ascoltate tutti e due. Anthea e Florence sono gia al corrente di queste informazioni, perciò ritengo necessario che anche Derek sia informato sul nostro nemico.

Le Dame Nere sono streghe, streghe molto pericolose. Tuttavia, hanno un punto debole. La loro essenza è incompatibile con il Mana, a causa delle impurità da loro commesse. Per usare la magia, quindi, hanno bisogno di un Contatto, ovvero un gioiello che le leghi al Mana. Inoltre, ogni strega di stirpe pura è direttamente collegata ad un fiore o un arbusto velenoso, rampicante o irto di spine. La mia teoria è che la Regina Nera, la regina incontrastata delle streghe, sia Nicandra, erede scomparsa del clan dell'Artiglio del Diavolo. Queste streghe sono rare e pericolose, e manovrano come burattini un numero tutt'altro che indifferente di demoni ed un corpo scelto di Orrori, nota come Gilda della Rovina, composta da otto membri. Uno di questi, Arachne, è stato nascosto in questa zona: probabilmente era un agguato diretto a te. Non penso si aspettassero che due visitatori sconfiggessero l'Orrore anche nella sua forma reale. Sappiamo inoltre che il corpo delle Dame Nere sta scendendo vertiginosamente, e sembra che sia la regina stessa ad ucciderle. Ho paura che stia accumulando Contatti di altre streghe, assoggettandoli e rendendoli suoi. In questo modo può contare su una forza smisurata rispetto ad ogni altra Dama Nera, rendendo impossibile una rivolta.

Questo è, per il momento, tutto ciò che sappiamo.- concluse.

Klaus e Derek hanno assistito in silenzio alla spiegazione, prima di rompere il silenzio.

-Quante sono?- chiese Derek.

-All'incirca novecento. Non di più. E il loro numero cala in continuazione, l'ho appena detto. Non scenderanno sotto le settecento unità, a mio parere. Questo le renderebbe più forti ma più vulnerabili e Nicandra ha fama di essere una Dama Nera molto potente e intelligente.-

-Capisco. In ogni caso, la mia risposta era dall'inizio un consenso. Tuttavia, per il momento, non trovo utile che io mi sposti. Renderei il Palco del Baccanale vulnerabile. Prometto che mi farò sentire. Possiamo usare lo specchio, sei d'accordo? È a prova di intercettazione. Io stesso l'ho avvolto in numerose trappole e illusioni. Non dovremmo avere grattacapi.-

-D'accordo. Penso che dovremmo andare. Le ricerche sono durate solo due giorni, ma Anthea e Florence saranno in apprensione. Derek, preparati ad andare.- disse Felix, mentre apriva il portale. Derek lo attraversò non appena fu pronto, e Felix si accingeva a seguirlo, quando sentì Klaus fermarlo.

-Felix...Florence è con te?-

-...sì-

-Cosa hai intenzione di fare?-

-Fare? Non essere stupido, non farò proprio niente...-

-Sono anni che non fai niente. È il caso di fare qualcosa.-

-Ne abbiamo già parlato...-

-Non vedo perchè tu debba negarti una cosa del genere. È come se cercassi di espiare le tue colpe negandoti l'amore, Felix. Vuoi almeno spiegarmi perchè?-

-Ho paura, Klaus. Ho paura che mi rifiuti, ho paura di perderla...-

-Sai che non ti ripudierebbe. Ti ama a tal punto da perdonarti qualunque cosa. Non penso che tu debba indugiare. Non è facile provare qualcosa come la provi tu. Sono invidioso, chiunque lo sarebbe. È un sentimento intenso e reciproco. Vivere per anni ed accumulare sapienza e dottrina non ti aiuterà. Rischi di trasformarti in un Dottor Faust, proprio come il sottoscritto. Hai paura di perderla, ma sei pronto a proteggerla e ad offrire il tuo corpo come scudo, e sei in grado di garantirgli una protezione che nessuno potrebbe offrirle. L'intero universo sembra convincerti a rischiare, ad unirti a lei.-

Felix si liberò dalla stretta e attraversò il portale, mentre le parole di Klaus continuavano a ronzargli in testa.

Ti ama a tal punto da perdonarti qualunque cosa...rischi di trasformarti in un Dottor Faust, proprio come il sottoscritto...l'intero universo sembra convincerti ad unirti a lei...”

Forse, dopotutto, era il caso di fare un passo avanti. La vicinanza a lei trasformava il suo petto in una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere non appena lei gli sfiorasse il volto.

Forse, dopotutto, aveva il diritto di amare.

  
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