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Autore: Saeko_chan    06/01/2012    4 recensioni
Passare i primi 17 anni di vita conoscendo pressoché tutti i propri parenti, da quelli in Giappone a quelli in Italia o in Spagna, ma non il proprio padre non é affatto il massimo, soprattutto se come me poi se obbligata da forze superiori a conoscere colui che per 17 anni hai pensato avesse semplicemente abbandonato tu e tua madre al vostro destino.
Io sono Tomoko Nakamura, ho 17 anni, sono stata allevata come una ninja e sono stata obbligata a raggiungere mio padre negli Stati Uniti contando solamente sulle mie forze.
Sapete, certe vole mi chiedo se davvero ci sia qualcosa di utile nell' essere una mutante...
[Attenzione: Il rating é variato! Dal verde é passato al giallo perché in futuro ci saranno quasi di sicuro delle scene un pochino più violente di ciò che avevo previsto all' inizio e pure più serietà in determinate occasioni.]
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charles Xavier, Nightcrawler/Kurt Wagner, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Questo é il mio primo scritto sugli “X-men”, spero vi piaccia! :)

 

Una nuova arrivata.

 

Ormai ero giunta finalmente a destinazione.

La villa che avevo di fronte a me era casa sua, la sua scuola.

Dopo aver suonato il campanello il cancello dinanzi a me si spalancò, lasciandomi passare in assoluta tranquillità, il tutto mentre pure la porta d' ingresso cominciava ad aprirsi.

Dopo pochi secondo da quando ero entrata nel giardino di quell' enorme casa qualcuno tentò di entrare nella mia mente, ma appena compresi chi era e riuscii a scacciarlo, dopo tutto il mio scudo mentale aveva i suoi vantaggi, giusto?

Una volta entrata dentro la villa mi ritrovai dinanzi un uomo sulla sessantina, pelato e su una sedia a rotelle.

-Chi sei? Che cosa vuoi? E soprattutto, come mai ti sei difesa dalla mia telepatia?- Ah, quindi era lui ad aver tentato di entrare nella mia mente... già, perché io avevo capito chi era per me, ma non chi fosse di preciso... io avevo capito che tipo di rapporto avessi io con lui, ma non sapevo affatto che quell' uomo avesse quell' aspetto...

Accennai un mezzo sorriso.

-Tomoko, Tomoko Nakamura, ti ricorda niente questo cognome?- Lui rimase in silenzio per qualche secondo, per poi guardarmi intesamente negli occhi.

Quel cognome gli doveva ricordare qualcosa, eccome se gli ricordava qualcosa...

-Vieni nel mio ufficio.- E detto ciò mi apprestai a seguirlo nel suo ufficio in assoluto silenzio.

Una volta giunta a destinazione lui si sistemò dietro una scrivania e io mi sedetti davanti ad essa.

-Chi sei?- Mi domandò di nuovo, mentre io mi limitai ad un' alzata di sopracciglio e a una grattatina sul collo, evidenziando il mio nome tatuatomi sopra di esso.

Alla fine mi decisi a rispondere, ma prima mi arricciai la manica destra, facendo intravedere uno dei miei tanti tatuaggi.

-Secondo te chi dovrei essere?- Il mio tono di voce era chiaramente ironico e l' uomo che avevo di fronte lo intuii subito, sospirando pesantemente e grattandosi la nuca.

-Perché sei giunta fin qua? Non ti trovavi in Giappone? Per caso sei qua semplicemente per frequentare questa scuola?- Sul momento avrei voluto ridere amaramente, ma non lo feci, non ero dell' uomore per mettermi a ridere.

Chiusi gli occhi per qualche istante e poi li riaprii, respirando con molta calma e concentrandomi per non sembrare troppo fredda.

-Più o meno. Mia madre mi ha mandata sin qua perché da ciò che sa questo posto é l' unico luogo dove sono al sicuro e dove posso imparare a controllare al meglio i miei poteri, anche se io non volevo venire.- E quindi ripresi fiato, dopo tutto per nessuno doveva essere facile dire a qualcuno una cosa simile, soprattutto se si aveva la mia età e se la persona con cui stavi parlando era qualcuno che avresti dovuto conoscere da sempre ma che uno strano scherzo del destino te lo aveva fatto conoscere solo dopo moltissimi anni dalla tua data di nascita.

Pultroppo proprio in quel momento sentii dei rumori provenirmi da dietro e girandomi vidi tre persone, una donna dai capelli bianchi -per caso era albina?-, un tizio con un paio di occhiali da Sole -ma non eravamo in una stanza chiusa e prriva di illuminazioni esterne proprio per via delle finestre chiuse?- e un altro tizio con un sigaro in mano -nessuno gli aveva mai detto che fumare al chiuso poteva essere davvero molto nocivo per chi era sottoposto al fumo passivo?-.

-Siete arrivati proprio nel momento meno adatto... comunque, ormai ero certo che prima o poi sarebbe giunto questo momento, quindi, vi presento Tomoko Nakamura.- I presenti mi squadrarono e dopo poco l' uomo con gli occhiali da Sole prese la parola.

-Perché é qui? E chi é?- Domandò rivolgendosi all' uomo in sedia a rotelle, a Charles Xavier.

-Ormai che ci siamo posso dirlo pure davanti a tutti, giusto? Prima che voi tre entraste qua dentro io e Xavier stavamo discutendo e lui stesso mi aveva chiesto come mai non mi trovo ancora in Giappone e la risposta é la stessa che ho dato a lui: Semplicemente mia madre mi ha spedita sin qua perché là rischiavo di combinare solamente dei pasticci assurdi.- Il tizio col sigaro dopo avemi osservata per bene mi pose le domande più ovvie del mondo, ma anche le uniche logiche.

-E perché sei venuta proprio qui? Per caso sei una mutante?- Io mi grattai lungo il braccio sinitro, mostrando anche l' altro tatuaggio e lasciando tutti leggermente perplessi, probabilmente perché si vedeva la mia giovane età ed era illogicho che avessi così tanti tatuaggi già a quell' età.

-Tecnicamente Charles Xavier é l' unico parente che mi rimane -oltre a mia madre-, anche se lui non mi ha mai vista prima d' ora, contento? Dopo tutto fino a prova contraria ho il 50% di DNA in comune col qui presente Charles Xavier... ah, sì, sono una mutante.- Tutti e tre guardarono me e Xavier con un' espressione assai sorpresa, dopo tutto quell' uomo sicuramente non aveva mai parlato con nessuno di me e della sua relazione con mia madre.

-Oh, quindi Rotelle avrebbe una figlia che a occhio e croce non ha neppure raggiunto i 20 anni! Impressionante!- Il tizio col sigaro in bocca era davvero irritante, infatti mi avvicinai a lui e lo guardai freddamente, per poi lasciare che una liana avvolgesse il collo di quell' uomo sotto il suo sguardo e quello degli altri.

-Non ho nessun problema a strangolarti o a distruggere quest' edificio con te dentro, sia ben chiaro questo concetto.- Detestavo chi prendeva in giro e la mia iritazione salì ancor di più quando quell' uomo si limitò ad accendersi il sigaro tramite il fuoco che avevo creato sul mio dito, senza neppure guardarmi in faccia, per poi fumare e lasciare che il fumo mi finisse sul volto, facendomi tossire e quindi allontanare da lui.

-L' omicidio é ancora un reato?- Chiesi, mentre tornavo a sedermi sulla sedia dove mi trovavo poco prima e vedevo quell' uomo sorridere ironico.

-Non sei l' unica che non lo sopporta, Tomoko, ma mi spiace, l' omicidio é ancora un reato, comunque, io sono Ciclope.- Si presentò il tizio con gli occhiali, sorridendomi tranquillamente.

Io annuii e guardai gli altri due, per poi sentire la donna dai capelli bianchi presentarsi a sua volta.

-Io sono Tempesta, piacere.- Ah, quindi là dentro tutti loro usavano un soprannome, il quale in tutta probabilità rispecchiava almeno in parte i loro poteri...

-Io sono Wolverine e il piacere é tutto tuo.- Chi sa se quell' uomo aveva scelto tale nome per i suoi poteri o per il suo carattere -il quale con tutta probabilità era davvero molto simile a quello di un ghiottone- ?

-Naaah, mi sa che il piacere non é di nessun di noi due, sai? Se sei insopportabile non é di certo colpa mia...- E un secondo dopo me lo ritrovai davanti con tre artigli che gli spuntavano dalle dita e che adesso stavano sfiorando il mio collo.

La cosa più sorprendente era il fatto che tali artigli erano fatti di metallo -o come minimo ricoperti da un qualche tipo di metallo- e la cosa mi fece restare assai scombussolata, ma dopo pochi istanti mi ripresi, comandando a Wolverine di allontanarsi dalla sottoscritta e di rimettere a posto i suoi artigli -anche se il tutto mi richiese un certo sforzo visto che i miei poteri non erano ancora sviluppati al massimo-, per poi veder apparire nella mia testa l' immagine di un uomo voltato di spalle con tre artigli a mano.

Ma perché mi ero ricordata una cosa simile?

Che io avessi un qualche tipo di legame con Wolverine?

Alla fine sospirai e mi ripresi dallo stupore iniziale, limitandomi a rivolgermi a Wolverine in tono freddo e distaccato.

-Sarai pure ricoperto di metallo, ma mi spiace deluderti, non sei davvero in grado di uccidermi, dopo tutto telepaticamente posso benissimo tener testa a mio padre stesso -cioé, al qui presente Charles Xavier- e sono davvero formidabile pure nel combattimento corpo a corpo, dopo tutto sono stata allevata come una ninja e sono a tutti gli effetti davvero un' avversario temibile, mi spiace ma non credo proprio che tu sia alla mia altezza, mio caro ghiottone.- Fu allora che mio padre si portò accanto a me e guardò i presenti, per poi posare il suo sguardo su di me.

-Tu alloggerai nella camera libera situata nel dormitorio femminile per le studentesse. Tempesta, portala in quella stanza e visto che tu hai uno zaino in spalla immagino che ti sia portata qualcosa dietro -oltretutto hai pure una spada legata sulla schiena-, quindi, disfa pure i bagagli appena ti troverai nella tua nuova stanza. Da ciò che so tu non hai neppure 18 anni, quindi diventerai una studentessa dell' istituto. Ah, domattina alle 06:30 di mattina di voglio qua -in questo ufficio- visto che ti devo comunicare i tuoi orari di lezione e ti devo dare pure una piantina della scuola, oltre che presentarti a tutti i tuoi nuovi compagni.

Una fitta al cuore mi ricordò che molto probabilmente mio padre mi aveva rinnegata quando ero nata, ma perché?

Perché lo aveva fatto? E soprattutto, perché io ero andata proprio da lui e non avevo semplicemente cominciato a vagare senza una meta ben precisa? Dopo tutto potevo benissimo vadare a me stessa senza troppi problemi...

Comunque, alla fine seguii Tempesta mentre Ciclope e Wolverine si allontanavano per la loro strada e mio padre rimaneva nel suo ufficio.

Ormai era sera e fra poco sarei andata quasi di sicuro a letto, mi chiedevo solamente che tipo di lezioni avrei dovuto affrontare, se quella era una scuola solamente per mutanti o se oltre a ciò insegnava pure le cose normali, tipo matematica e fisica... ok, era ufficiale: Una parte di me sperava vivamente che in quella scuola insegnassero solo a controllare i propri poteri e non le materie normali, anche se di sicuro avrei dovuto fare entrambe le cose...

 

Angolo autrice:

Se siete arrivati sin qua siete degli angeli, visto che non so neppure io da dove ho tirato fuori 'sta roba oscena xD

Comunque, grazie mille a chi leggerà e soprattutto a chi recensirà questa schifezza vivente :)

Ah, comunque, tanto per esser chiari: Non ho voluto ambientare la storia in un epoca precisa ma ho voluto fare un' AU apposta, almeno m' invento la storia di sana pianta, coi personaggi che mi fanno comodo (senza contare che in alcuni casi ho dovuto pura cambiare l' età di alcuni di loro per motivi di trama o perché non sapevo quella esatta)

   
 
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